Capitolo tre

Mi svegliai ancora sdraiata su Micciarella, mentre lui fumava.
"Micciarella, grazie per oggi, vado da Ciro mo."
Ero imbarazzata, lo spavento dei temporali spesso mi portava in situazioni che col senno di poi non mi ci metterei mai.p
"Nun m vuo fa nu poc compagnia?" Non mi guardava, fumava con i viso rivolto verso la finestra.
"No grazie davvero, vado di là." Mi sollevai da lui mentre dicevo ciò e rimasi un attimo seduta a cavalcioni su di lui a guardarlo.
Lui si sollevò sugli avambracci, i nostri visi erano vicini.
"Ja scendi allora che vac a pariá. Agg pers troppo tempo cu te già."
Ci rimasi male, il suo volto era teso.
Scesi in silenzio da lui e andai in cella da Ciro.
"Ciùciù arò stev?"
"Cu Micciarella, o' saj ca teng paura du temporal."
Si avvicinò a me e mi baciò il capo.
"Pccrè ammá parlá..." si mise in mezzo Edoardo.
"Dite." Mi sedetti in una delle due sedie presenti nella stanza.
"Ciùciù abbiamo bisogno che ci aiuti con una cosa." Ciro aveva preso l'altra sedia e si era posizionato davanti a me; Edoardo era dietro di lui in piedi con una mano poggiata sulla spalla di Ciro.
"Ci' lo sai se posso aiutare lo faccio volentieri. Vai pure avanti."
"C'è un ragazzo nel gruppo del piecoro, si chiama Mimmo, devi avvicinartelo, lui prima era dal lato nostro, si è fatto arrestare con la nostra droga e una volta dentro è passato dal lato dei Di Salvo. Gia a me non interessa come, ma devi farti dire dov'è finito il carico di droga, perché la quantità per la quale l'hanno arrestato non è nemmeno un quarto della quantità che gli avevamo affidato. Fattelo amico, fattelo in tutti i sensi, non mi interessa Ciùciù, deve venire fuori la verità. So che di te mi posso fidare e tu sai che se succede qualcosa io ti tiro fuori dal casino. Sarai protetta sempre da me e dal mio gruppo, ma devi darmi una mano ogni tanto."
Non potevo rifiutarmi, se lo facevo avrei perso il suo rispetto; Ciro mi avrebbe sempre protetta lo sapevo questo, ma avrei rovinato il nostro rapporto.
"Certo Cirù, ti aiuterò, sai che su di me puoi contare sempre fratm."
Ci stringemmo la mano come a sancire un accordo.
"Te lo faremo conoscere stasera in mensa, nessuno eccetto noi due saprà niente, quindi quando inizierai a legare con lui potresti doverti allontanare da noi ma sappi che noi ti saremmo sempre vicino e ti controlleremo."
Annuì ad Edoardo. Non sapevo quanto avrei rischiato, ma sapevo che queste due cape fresche mi avrebbero parato il culo.
Rimanemmo in cella solo noi tre, loro mi raccontarono il carattere di Mimmo, cosa poteva piacergli e come reagiva ad alcune situazioni.
"Ciùciù io non voglio che tu faccia qualcosa contro la tua volontà ma Pietro vuole quell'informazione, non mi interessa come gliele tiri fuori, portatelo anche a letto se serve, ma mi devi fare avere st'informazioni. Ja forza andiamo in mensa è ora."
Ciro si alzò e scendemmo.
Edoardo mi fermò sulla soglia della cella.
"Sentimi bene Giada, Ciro ti vuole bene ma il suo codice d'onore lo conosci meglio di me. Sappi che se sei in difficoltà comunque puoi chiamarci, ma di sta storia non ne devi parlare con nessuno finché non saremo noi a farlo."
Io annuì ed un po' spaventata da quello che stavo per affrontare lo abbracciai.
"Ja forza pccrè andiamo. Stiamo con te." Mi baciò la nuca e ci incamminammo in mensa.
Mi sedetti io accanto a Ciro questa volta, Edoardo si sedette di fronte a me e si trascinò con sé Micciarella.
Io mangiavo in silenzio, ogni tanto alzavo lo sguardo e guardavo quel ragazzino con i riccioli che gli cadevano sulla fronte.
"Micciarè ora."
Il ragazzo si alzò e spinse a terra il vassoio di un ragazzo poco più alto di lui, biondino.
"Che cazz vuoj?"
Sotto il mio sguardo incredulo si alzò anche Edo.
"Rispetta la fila fetente e rispetta anche quelli della nostra paranza."
Edoardo lo spinse a terra ed iniziò ad aggredirlo.
Di Salvo e Cardiotrap corsero in suo aiuto.
"Ciùciù approfittane ora e difendilo."
Feci come mi sussurrò Ciro.
"Ue calma Edo, lascialo stare che cazzo ti è preso. Per stu muccus e merda di tutto sto casino?"
Strattonai Edoardo sotto lo sguardo incredulo di tutti.
Ricevetti molti insulti da Micciarella, che in quel momento era diventato aggressivo anche con me.
Mimmo si alzò e si parò davanti a me.
Entrarono le guardie che fermarono io caos rimandandoci tutti senza cena in cella.
"Ma che cazz t'è pigliat! Tu nun o' poi addifenne a nu scem com iss."
Ciro mi urlava come mai aveva fatto, era bravo a recitare.
In cella con noi c'erano anche Edoardo e Micciarella.
"Nun t poi compurtá accussì Ci', ij t vogl bene ma chest muccus e merda l'ha provocato."
"Ti devi fare gli affari tuoi, ce lo avevo detto io." Ciro mi tirò un ceffone, tutti ci ammutolimmo.
"O' Ci' è na femmena che fai." Micciarella venne avanti verso di me.
"Tu stai nel tuo, Ciro sa cosa fare e cosa non fare. O vuoi difenderla tu?" Edoardo strattonò Micciarella
Micciarella uscì e andò nella sua cella incazzato.
"Ciùciù scusa." Ciro mi sussurrò dandomi un veloce bacio sulla guancia.
Mi misi nel letto in silenzio.
"No ti devi cercare un altro alloggio, non sei più ben accetta nella mia paranza." Ciro lo urlò così da farsi sentir anche dagli altri.
Presi il mio borsone ed uscì in corridoio.
Mi incamminai tra le celle in cerca di quella di Mimmo, ricevetti tanti commenti e qualcuno allungò anche le mani, ma non potevo fare o dire nulla, per tutti non avevo più la protezione di Ciro.
Arrivai davanti una cella e all'interno vidi Carmine, il Chiattillo, Mimmo e Cardio.
"Posso?"
Tutti e quattro si girarono increduli verso di me.
"Vieni pure."
"Crè Ricci ti ha abbandonata eh?"
"Ja Cardio, prima é stata gentile." Di Salvo si sapeva era piecoro ma aveva del sale in zucca.
"Si anzi grazie per aver provato a... a farli ragionare?" Mimmo si alzò e mi strinse la mano.
"Si ora posso chiedervi un favore in cambio?" Tutti si accigliarono e mi guardarono incuriositi.
"Nonostante io abbia mille pretendenti qui dentro a dormire con me stanotte, posso dormire in una delle vostre celle? Non posso più stare nella paranza di Ciro..." mi guardai la punta dei piedi, avevo paura di un loro rifiuto e a quel punto sarei stata nella merda.
"Si puoi stare con Cardio, è da solo in stanza." Si affrettò a rispondere il Chiattillo.
"No sentì non te la prendere ma io sto cu Gemma, non voglio che pensi male ora che tutto va bene tra noi due."
Cardio aveva ragione non voleva mettersi nei casini, non a causa mia, non mi conosceva nemmeno.
"Vabbuo tu puoi stare qua, ci sto io in cella con lei, è pur sempre colpa mia se lei ora è senza protezione." Mimmo mi fece strada verso la mia nuova cella mentre io augurai una buona notte al Chiattillo e a Carmine.
Cardio venne con noi, prese la sua roba e si congedò.
"Come mai sei intervenuta oggi?" Era stato diretto, senza girarci attorno.
"Non mi sembrava corretto che per colpa di Micciarella le prendessi tu, non avevi fatto nulla, non lo meritavi. Mi è venuto spontaneo, non pensavo potesse scatenare quest'ira da parte loro."
"Forza tutti a dormire stiamo spegnendo le luci." Lino passò a chiudere le celle.
Si fermò davanti alla mia nuova cella e mi chiamò.
"Fai attenzione, qualsiasi problema ci chiami." Se ne andò dicendo ciò ed infilandomi nell'elastico dei pantaloni un biglietto.
"Grazie Lino."
"Ti spiace se utilizzo il bagno a quest'ora Mimmo?"
Lui disse che non era un problema.
Mi infilai nel bagno della cella e lessi il bigliettino.
"Lino lascerà la porta della tua cella aperta, gli ho chiesto questo favore, vediamoci alle docce appena il tuo compagno si addormenta."
Il biglietto non era firmato, ma immaginavo fosse di Ciro.
Misi il biglietto nell'unico punto in cui non lo avrebbe trovato, dentro al mio calzino.
Uscì dal bagno e andai verso il letto, fuori era scoppiato di nuovo il temporale ma non me la sentivo di aprirmi a Mimmo.
"Il bagno è libero se vuoi usarlo."
"No tranquilla sono apposto. Vuoi dormire con me stanotte? È la tua prima notte."
Era molto gentile, chissà a cosa puntava.
"No grazie davvero, per stasera preferisco così. Buonanotte Mimmo."
"Buonanotte Giada."
Mi sdraiai e feci finta di addormentarmi, aspettai che passasse il tempo, il temporale non si calmava e tantomeno lui sembrava addormentarsi.
Passò ancora dell'altro tempo, ero rannicchiata su me stessa, terrorizzata dal temporale sempre più forte.
Mimmo finalmente si era addormentato e aveva anche iniziato a russare; se saremmo state a lungo compagni di stanza non avrei dormito troppo.
Mi alzai e silenziosamente aprì la cella che scricchiolò leggermente; mi bloccai nel panico che Mimmo si svegliasse ed invece no, sembrava avere il sogno profondo.
Mi incamminai verso le docce, passai davanti la cella di Ciro ma ovviamente era chiusa e non vedevo all'interno.
Andai avanti fino ad arrivare negli spogliatoi.
"C'è nessuno? Ei?" Stavo per fare retrofront quando qualcuno mi afferrò dal braccio e mi tirò all'interno della doccia.
Stavo per urlare, ma con la mano mi bloccò la bocca.
"Sh song ij." Mi voltai a guardarlo, era Micciarella.
Per un attimo ero sollevata nel vedere una faccia amica, ma poi mi chiesi cosa volesse lui da me.
Mi staccai subito da lui e lo guardai per quel poco che si riusciva, era tutto buio, solo la luce della luna ci illuminava.
"Micciarella ma che vuoi? Pensavo fosse Ciro..." un tuonò rimbombò più della mia voce.
Mi feci piccola piccola compressa contro la parete della doccia.
"O' sacc ca tien paura du temporal, m'arricuord."
"Si Micciarella ma che vuoi mo, perché mi hai fatto venire qua?"
Si avvicinò a me, poggiò una mano sul mio fianco.
"Mi dispiace per oggi, per lo schiaffo e per tutto il resto. Volevo chiederti, perché non vieni in cella mia o da Milos? Risolviamo tutto co Ciro e Edo."
"No Micciarella sto bene dove sto."
"Vedi che non puoi chiarire nulla con Ciro se stai con i Di Salvo e la loro compagnia."
"Magari voglio stare lì. Sentì Micciare lassa sta, nun po capì."
Io feci per andarmene, ma un altro tuono rimbombò, così balzai indietro, stavo quasi per cadere e lui mi afferrò.
"Va tutto bene, mo passa."
Mi strinse a se e mi fece sedere con lui nel vano doccia.
Lui era dietro di me e mi stringeva forte, mentre la mia schiena aderiva al suo petto.
"Va tutto bene principè." Mi calmava e mi accarezzava la nuca.
"Micciarella ma perché mi avevi chiamata qui?"
"Volevo che la tua prima notte qui dentro fosse con qualcuno che ne valesse la pena e non con quello, poi che c'è pure il temporale almeno stai buona."
Il suo era stato un pensiero gentile.
"Grazie." Lo ringraziai, semplicemente.
Stemmo così per del tempo, nessuno dei due voleva parlare o dire nulla.
"Come mai lo hai difeso così? A spada tratta? T piac?"
Che buffo passava dall'essere il ragazzo più comprensivo del mondo a fare queste domande del cazzo.
Mi girai sulle ginocchia verso di lui.
Lo guardai in viso.
"No Micciarella a me non piace. Stong ca da nu juorn, p' te comm me può passá pa cap di me chiavá a uno a prima nottata."
Mi guardò accigliato.
Si sollevò un po' mettendo il suo viso vicino il mio.
"Principè, io ti chiavass momo, e si qua sol da nu juorn."
E per terminare mi baciò.
Era un bacio casto, aveva provato a inserire la lingua ma non avevo acconsentito.
Mi staccai da lui appena ci fu un tuono.
"Vuoi dormire con me stanotte?"
"Micciaré sto vas n'é stat niente lo sai si?" Volevo che gli fosse chiaro che non volevo instaurare nulla con lui in quel momento, me lo sarei scopata? Si. Era il momento giusto? No. Magari tra qualche mese.
"Lo dicevo per il temporale. Nel pomeriggio dormivi così tranquilla, nonostante la pioggia."
Avrei voluto veramente passare la notte con lui, ma non potevo, non avrei costruito fiducia con Mimmo.
"No grazie. Non facciamo più parte della stessa paranza. Mi spiace." Mi alzai e lo lasciai lì.

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