Capitolo Sette
"Dobbiamo mettere delle regole Giadì."
"Edo, io prima volevo chiarire cu Micciarella, non c'è nulla tra noi due, ma avevamo un bel rapporto..."
Mi interruppe non mi lasciò nemmeno finire.
"Pccrè mo du muccus non me ne fotte proprio. Vogl ca parlamm ij e te. Ij ti dò protezione, ij dic ca si a me femmn, ma poi a porte chiuse? Che simm?"
Faceva sul serio.
"N'o sacc, ij e te n'eravamo niente, però se gli altri sanno che stong cu te nun vogl sembra curnut, nun poi i' cu le altre."
"Per me va bene pccrè ma ti devi togliere quella capa fresca dalla tua testa, u muccus l'a lassá perdé."
Sarebbe stata dura ma ce l'avrei fatta.
"Pccrè devi essere la vera donna di un uomo d'onore come me. Tien, mettiti chest e mi raccomando l'atteggiamento, devi essere le orecchie mie sempre e non devi fare tarantelle. Tu sarai la madre dei miei figli, sarai muglierm."
Arrossì a queste ultime frasi.
Lui si avvicinò maggiormente e mi mise al collo una delle sue collane d'oro col crocefisso, lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Invece per quanto riguarda noi? Cioè ij t'am ma nun è n'ammor carnal, ti voglio bene assaje. Tu invece?"
"Statti tranquilla ammò che l'amor carnale lo costruiamo assieme. Apparte Mimmo con chi sei stata?"
Ero imbarazzata a fare quei discorsi, in particolare con Edoardo.
"Cu nisciun, ma n'hai risposto proprio... Tu per me che prov?"
Lui mi poggiò la mano sul mento, mi guardò dritto negli occhi e poggiò le sue labbra sulle mie, per poi staccarsi molto delicatamente.
"Ti insegnerò ad amare, ij p' te accirss, p' te putiss murì ij."
Lo abbracciai ma lui si staccò.
"Primo insegnamento, se fuori vedono solo che mi abbracci pensano che sia una farsa e questa non lo è. Vasm."
Poggiai le mie mani sul suo petto e le mie labbra sulle sue.
Lui mi afferrò per i fianchi e mi fece salire a cavalcioni su di lui; portò le mie mani attorno al suo collo e mi avvicinò facendo aderire i nostri petti l'un l'altro.
Lui inserì la lingua e io ricambiai, le sue mani vagarono sulla mia schiena scendendo fino al mio di dietro.
"Aspè Edoá n'o sacc si vogl ora."
"Mh tu non devi fare nulla al momento che non ti vada, però piano piano devi imparare a diventare la mia donna, si pccrè?"
Io annuì e gli diedi un altro bacio.
"Ja cambiati mo e fammi vedere cosa si metterebbe secondo te la mia vera donna."
Presi un cambio e mi spogliai al bagno, avevo scelto di mettere una polo crop nera con sotto un pantalone estivo bianco che risaltava sul sedere, lasciai di fuori la collana di Edo, misi degli orecchini d'oro, sciolsi i capelli e li piastrai.
"Quant si bellil."
Si alzò e mi abbracciò.
Si staccò poi per darmi un bacio.
"Andiamo dagli altri, mo ci fai vedere."
Arrivammo mano nella mano in sala ricreativa.
Molta gente si girò verso di noi e noi ci incamminammo verso Ciro.
"Ciùciù comm si bellil." Ciro mi lasciò un bacio sulla guancia.
"E mo' comm t'amma chiamá signora Conte?"
Tutti ridemmo alla battuta di Cucciolo, tranne Micciarella, non mi rivolgeva la parola.
"Ué Silviè, mo veng. Ammò vac da Silvia, stong loc, c' vremm arop si?" Gli poggiai una mano sulla spalla e gli diedi un bacio.
"Stong ca amo se hai bisogno."
Mi strinse di nuovo a se e mi diede un altro bacio prima di farmi andare.
"Quindi con Edoardo è seria?"
"Si Silvi, molto seria." La mia unica amica qui dentro mi strinse congratulandosi.
"Lei è Kubra, ancora non vi eravate viste, è stata via per ste settimane in permesso. È la fidanzata di Pino."
"Si Pino l'ho conosciuto, molto piacere."
Ci stringemmo le mani e parlammo del più e del meno.
Si avvicinarono i ragazzi del campetto di oggi che mentre camminavano, uno di loro mi poggiò con molta non chalance la mano su culo.
"Ma che fa! Edoà!"
Manco a chiamarlo che già lui, ed ovviamente Micciarella con lui stavano lì.
"Chest mo è a femmn mia e l'at rispettá!"
Edoardo lo prese per il colletto e lo sbatte su un tavolino.
Micciarella gli diede man forte e raggiunsero Ciro e gli altri.
Venne il comandante a dividere e sedare gli animi, per poi rimandarci tutti in cella.
Al rientro in cella eravamo tutti riuniti nella nostra.
Ciro si sedette e si mise a giocare a carte con Milos e Cucciolo, Dobberman andò a farsi una doccia e Micciarella si affacciò a fumare.
Io ed Edo ci sdraiammo a parlare.
"Vedi finché stong cu te tutto andrà buon."
Mi baciò in fronte e mi strinse forte.
Micciarella uscì dalla stanza sbattendo la porta.
"Cucciolo devi controllare a frat't non si può andare avanti così, si è pccrill ma devi farlo svegliá."
Cucciolo sbattè le carte sul tavolo ed uscì a intermediare con Micciarella.
"Ammò vie' cu me."
Edo mi scosse dai miei pensieri su Micciarella e su cosa gli potesse succedere a lui per la testa.
Mi portò nella cella di Cucciolo, era vuota, lui si sdraiò su uno dei letti bassi.
"Chiur a porta."
La chiusi e mi andai a sedere ai piedi del letto.
"Crè Edoà?"
"Giá parlaci cu stu muccus, pcchè a prossim vot ca fa accussì pcchè ti vede cu me, facc ij qualche tarantell'"
Era proprio nervoso, aveva i muscoli tesi, e i pugni stretti.
"Edo non ti devi preoccupare, gli passerà in fretta."
"Non m'importa. Deve capire che mo al tuo fianco stong ij."
Era troppo incazzato, aveva battuto il pugno contro al letto. Questo ragazzino lo mandava in bestia, lo aveva toccato nell'orgoglio.
Salì su di lui ed iniziai ad accarezzargli il petto da sotto la maglia.
"Ja mo calmati."
Mi afferrò dai fianchi e mi sistemò meglio su di lui.
"M' vuo fa calmá tu?"
Lo disse con un sorriso meraviglioso.
Mi avvicinai a lui col viso e gli lasciai un bacio sul collo.
"Se poz."
Iniziò a dondolarmi sui fianchi ed io assecondavo questo lento ritmo.
Iniziò ad accarezzarmi la schiena e scese con una mano sul di dietro, sempre accarezzandomi.
"Pccrè si stupenda."
Si sollevò col busto ed iniziò a baciarmi, nel mentre mi sbottonava la polo e scendeva coni baci.
Si soffermò sul collo in un punto, leccando e succhiando, per poi staccarsi e soffiarci sopra.
"Mo si chiu bell."
"Si tutt scemm Edoà."
Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi forte.
Fummo interrotti da Cucciolo che entrava con Micciarella.
"Ma che cazz fate ca, rint 'o liett mij."
Era Micciarella.
Io scesi da Edo e mi riabbottonai la polo.
Edo si alzò e si mise avanti a me, io gli afferrai il braccio.
"Muccus 'e merd. N'hai ancora capito qui chi comanda? Cir e ij, e chest è a femmna mia. Mo bast."
"Ammò stai buono, ja jammuccen da Cirù."
Lo baciai e lui camminò fuori dalla cella con me, superando Micciarella.
"Ciao Raffaele."
Era tutto finito con Micciarella, qualsiasi cosa fosse, non c'era più.
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