Cap 5

Changmin POV

Anche se ero stato liberato dalle grinfie del mercante di schiavi, ciò che mi attendeva lì era la stessa cosa: sarei stato l'oggetto di piacere di quel ragazzo.

Da quel giorno mi iniziò a parlarmi freddamente e non accennava a rimanere mai a lungo in mia compagnia.

Gli abiti che mi facevano indossare erano di pura seta, lavorata con meticolosità e ben ricamata.

In quel posto solo Kyuhyun mi si era fatto amico, gli altri mi osservavano con disprezzo, solo perché il mio padrone mi faceva alloggiare nelle sue stanze e ricevevo le miglior porzioni di quella casa.

Padrone. Non avrei mai pensato di diventare lo schiavo di qualcuno.

Erano passati sono due giorni e non avevo la possibilità di uscire. Volevo sapere anche come stavano la mia famiglia, come stava mia madre e mia sorella, se per caso Siwon mi stesse cercando.

Ma quel giorno sembro sorridermi, perché Kyu aveva avuto il permesso di andare a fare delle compere al mercato.

«Vuoi che ti prenda qualcosa, Changmin?»

Mi domandò, sistemando i vestiti che avevano lavato nell'armadio della mia nuova stanza.

«Non potrei... non potrei venire con te?»

Chiesi aiutandolo. Non volevo avere per me ogni agio, non era nemmeno da me e volevo solo ritornare alla mia vita.

Kyuhyun scosse la testa e chiuse l'armadio.

«Non puoi. Il padrone non ha detto nulla per quanto riguarda le tue uscite.»

«Non puoi chiederglielo?»

Domandai guardandolo negli occhi, sperando che almeno lui potesse fare qualcosa, visto che aveva detto che quel ragazzo era diverso dal mercante di schiavi Jae.

«Il Padrone non è a casa in questo momento, ma penso che ti porterà lui fuori, appena arriverà il tuo tempo.»

Accennò un sorriso e mi accarezzò la guancia.

«Allora, vuoi che ti porti qualcosa?»

«Nulla... Io... vorrei che tu vada da mia madre. Vorrei avere loro notizie... ti prego.»

Mi aggrappai al suo braccio e lui mi guardò a lungo, facendosi pensieroso.

«Dimmi dove vivete. La strada.»

Sorrisi grato e lui mi allungò un foglio e un pennello con dell'inchiostro. Guardai i tre oggetti e tenni il pennello. Non sapevo come si scriveva la via, non sapevo scrivere e nemmeno il nome. Seguivo solo i miei passi e basta.

« Changmin..? »

Attendeva, ma io posai il pennello e lo guardai.

« non so la via.. non la so nemmeno scrivere Kyuhyun.. »

Lui rimase sorpreso e spostò gli oggetti sulla piccola scrivania.

« Allora dimmi vicino a quale negozio si trova. Saprò orientarmi e spero che il tempo a disposizione basti. La mia padrona non è molto clemente con i ritardi. »

« La tua padrona? Comunque si trova vicino ad un piccolo forno. Non puoi sbagliare, è l'unico che fa il pane anche con forme strane. »

Sorrisi ed attesi una sua risposta alla mia domanda, mentre il suo viso fu colto da un lampo di genio.

« Forse so a quale forno ti riferisci! Allora andrò lì e.. si, la madre del padrone. È diversa da suo figlio e, anche se sembra delicata e bella, ti assicuro che è una vera tiranna. Pensa che voleva metterti con gli altri schiavi oggi, ma il padrone gliel'ha impedito nuovamente. Quindi, mentre io non ci sono e nemmeno il padrone, tu non uscire da questa stanza, ok? »

Si allontanò, avviandosi verso la porta che aprì.

« Vedrò di tornare il più in fretta possibile. A dopo, nae? »

Annuì e lo salutai con un cenno del campo, finché lui non sparì dietro la porta, chiudendola.

Andai verso la grande finestra ed osservai la carrozza che avrebbe condotto Kyu al mercato.

" spero state bene... "

Il mio pensiero era solo verso la mia famiglia e a come stavano. Una volta che la carrozza si fu allontanata, ritornai verso il letto, sedendomi e sollevando il lungo abito fin sopra le gambe, scoprendole appena. Non ero abituato a quei vestiti e delle volte, pungevano.

Non seppi nemmeno quanti minuti passarono, ma ero stanco di rimanere chiuso lì, come un animale in gabbia.

« Se non posso uscire dalla casa, posso sempre fare un giro qui dentro.. Basta che non mi faccia vedere dalla madre del mercante. »

Indossai le scarpe, sistemandomi il vestito e mi avviai piano verso la porta, aprendola e facendo uscire solo la testa.

Era deserta e non c'era nessuno. Via libera.

Chiusi piano la porta una volta uscito e camminai senza far rumore, osservando quel corridoio.

C'erano diversi quadri e anche alcuni mobili su cui erano posati dei vasi pregiati. Doveva essere davvero ricco e potente, quella famiglia.

Trovai una porta socchiusa e sbirciai appena, stando attento se ci fosse qualcuno, ma non vidi anima viva e spinsi piano la porta, che si aprì, entrando.

Era una stanza da letto, ben illuminata e sistemata. Forse era del padrone che mi aveva salvato da lì, pensai. Mi avvicinai alla finestra e dava su un giardino pieno di rose rosse e bianche. Erano bellissimi e raramente si poteva vedere uno spettacolo del genere.

Spostai lo sguardo e rimasi anche pietrificato nel vedere, a terra quelle scarpe.

Le scarpe che avevo riparato con cura erano lì. Le avrei riconosciute tra mille.

Mi avvicinai e mi chinai, osservandole e rimanendo ancora sorpreso. Quindi appartenevano a lui, queste scarpe. Accarezzai quell'oggetto, finché non sentì due mani spingermi a terra e caddi, soffocando un gemito.

« Brutto ladruncolo! Che ci fai in questa stanza?? È così che ripaghi la bontà di questa famiglia?? Rubando nella stanza del signore?? »

Alzai lo sguardo e vidi un uomo abbastanza robusto e quasi deforme che mi scrutava con attenzione.

« No.. no vi sbagliate. Io sono solo uscito.. non avevo intenzione di.. »

« Sta zitto! Se non vuoi che sappiano quello che stavi facendo, allora possiamo trovare un accordo. »

Il suo sguardo scese sulle mie gambe scoperte che coprì rapidamente, sentendomi gelare il sangue. Lui si abbassò e mi afferrò una caviglia facendomi gemere, mentre scostava quel vestito.

« No, no, la prego.. »

Supplicai, ma la stretta si fece ferrea e mi strappò un grido di dolore che soffocò con la mano libera, mentre scostava la sottoveste, accarezzando l'interno coscia con le sue mani ruvide.

Cominciai a piangere e a supplicare, ma non mi ascoltò e stavolta pensai che non ci sarebbe stato nessuno a soccorrermi. Mi graffiò e gemetti, sentendo il suo corpo premere contro il mio.

« Si, così.. lasciati toccare.. »

Chiusi gli occhi e piansi in silenzio, ma il peso dell'uomo scomparve e sentì solo un grido di rabbia e il tonfo di un corpo a terra, lontano da me.

Aprì gli occhi, annebbiati dalle lacrime e lo vidi. Vidi nuovamente il mio salvatore.

Lo sguardo del uomo era pieno di stupore e paura.

« S-Signore.. è già rientrato? »

Negli occhi di lui c'era invece una rabbia feroce, qualcosa che mi fece più paura.

« Cosa gli stavi facendo..? »

Sibilò, avanzando verso l'uomo a terra che cercava malamente di rialzarsi.

« Stava.. quel ladruncolo stava rubando nelle sue stanze. Era mio compito fermarlo, Signore! »

Non si era fermato e si ritrova vicino all'uomo che continuava a guardarlo impaurito.

« Tu.. non è neanche il tuo piano questo.. »

Sguainò una spada e la puntò verso il ventre del uomo, gli occhi pieni d'odio.

« Pagherai per l'affronto fatto e per quello che stava per avvenire in questa stanza! »

Alzò la spada, ma non potevo lasciarglielo fare. Non potevo lasciare che si macchiasse di questo crimine.

Mi alzai di scatto e lo fermai, abbracciandolo da dietro e chiudendo gli occhi con violenza, pregando che ciò lo avrebbe arrestato. Ed avvenne. La spada non venne calata e rimase in aria, il braccio teso, mentre l'uomo a terra, si era riparato con entrambe le mani.

La vicinanza mi inebrio le narici di quel profumo di rose, mescolato a qualcosa di forte e mascolino. Potevo benissimo sentire i suoi muscoli, i muscoli del suo torace, dove le mie mani erano appoggiate e il calore della sua schiena riscaldarmi il petto.

« La.. la prego.. non macchi di sangue questa stanza. Non macchi di sangue le sue mani e la sua spada. »

Sussurrai posando la testa sulla sua schiena. Abbassò lentamente il braccio con il quale impugnava la spada e voltò appena la testa verso di me per poi guardare nuovamente l'uomo a terra.

« Vattene. E che questo ti serva da lezione. Non ti avvicinare mai più a questo piano, nemmeno a lui, se ci tieni alla tua lurida vita. »

L'uomo si alzò e scappò via a carponi, lasciando da soli i due. La stanza calo in un silenzio profondo e non mi allontanai, non molto in fretta. Solo dopo un po' mi staccai da quell'abbraccio e mi inginocchiai, abbassandomi del tutto.

« Io le chiedo perdono. Non volevo.. ma quell'uomo.. non volevo che si macchiasse del suo sangue. La prego di perdonarmi. »

Lo sentì davanti a me, mentre si abbassava e posava a terra la spada. Sentì le sue mani sulle mie spalle e mi costrinse a rialzarmi, incrociando il suo sguardo che, in quel momento non aveva tracce di odio, ma solo di quella poca dolcezza.

« Perdoni me, per quello che ha dovuto vedere e subire. Sta bene, vero? »

Annuì, ma feci peso sulla caviglia che mi aveva stretto con violenza e lasciai scappare un piccolo gemito. Se ne accorse e vide quel segno violaceo sulla mia pelle nivea.

« Sto bene.. io sto bene, ma la prego.. non ci pensi più. La devo ringraziare per avermi aiutato un'altra volta. La ringrazio, mio Padrone. »

Spostò lo sguardo sul mio viso e si alzò, chinandosi e prendendomi in braccio, come una principessa. Avvolsi le braccia al suo collo e un leggero rossore comparve sulle mie guance per quel gesto.

« Posso camminare.. la prego non si disturbi.. »

« Lasciate che dia un'occhiata alla sua caviglia, mh? Poi potrò dirle se potrà camminare o meno. »

Accennai un sorriso e lui rimase a guardarlo per molto tempo, tanto che solo quando smisi ed abbassai lo sguardo, lui uscì dalla stanza, dirigendosi verso la mia.

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« Sei un buono a nulla! Non sai neanche eseguire un ordine! »

« Mia Signora.. il Signore era entrato prima del previsto. È stato una grazia se sono stato risparmiato. »

« Hai avuto grazia da lui, ma non da me. Non tollerò che vengano mancati i compimenti dei miei ordini. Portatelo nei boschi ed uccidetelo. Non saprei cosa farmene di questo rottame. »

« No.. No, mia Signora! La prego, pietà! »

Fu portato via e di lui non si seppe più nulla.

Spazio autore

E con questo eccomi al quinto capitolo della fanfiction! Ringrazio chiunque la leggerà e per chi la sta seguendo!
Non me la prendo per i commenti, che siano positivi o negativi, ma vorrei anche sapere un vostro parere!
Grazie ancora e al prossimo capitolo!

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