Cap 10

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Questo capitolo è dedicato a jaejoong dopo che Yunho prese Changmin. Pensandoci è carino dedicargli un capitolo suo. Così da collegarlo a quello che avverrà dopo. Buona lettura gente!
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Jaejoong Pov

« La famiglia di Yunho sembra trattare bene quelle bestie.
E si è anche preso quella nuova. »

« Mio signore, lei stesso lo ha ceduto. Quindi.. »

Un rantolo doloroso lasciò la bocca di quel verme.

« Quindi mi stai dicendo che sono un babbeo nel avegli ceduto quel ragazzo dagli occhi di cerbiatto? Sai quanti debiti ho con quell'uomo? »

L'omone non disse nulla, ma tenne la mano sulla guancia in cui gli avevo dato lo schiaffo.

Ero seduto sulla poltrona del mio studio, nella locandina dove vendevo ed accoglievo gli schiavi.

Avevo un grande debito con Yunho, soprattutto perché lui aveva sempre pagato una grossa somma di denaro per far passare il carico di schiavi verso la locanda e anche una tassa alta del regno. All'epoca non avevo così tanti soldi come ora.

Avevo sempre dovuto sudare per avere tutto, rispetto a Yunho che era un mio amico solo per "affari".

Mi appoggiai alla spalliera e congedai l'uomo, che andò via con ancora la mano sulla guancia dolente.

« Jung Yunho... »

Il solo nome mi riportò alla mente quel giorno e di come aveva tenuto quello schiavo fra le braccia.
Sapevo che quel ragazzino era ancora puro e avevo perso un sacco di soldi soltanto cedendolo a Yunho.

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo quel mio pensare.

« Chi è ora? Non ricevo nessuno, andatevene. »

La porta però si aprì e mi fece infuriare, alzandomi dalla poltrona dove ero seduto.

« Ho detto che non volevo avere visite! »

Dalla porta entrò un uomo piccolo e dal viso magro e lungo con in mano una lettera.

« Mi perdoni signore, ma ho una lettera urgente da parte della signora Jung. »

Mi fermai a pochi passi dall'uomo e guardai la busta con lo stemma della famiglia nella busta. Non capitava mai di ricevere una lettera da una signora facoltosa, ma soprattutto dalla signora Jung, quella signora.
Allungai la mano e la presi, calmandomi.

« Grazie, ora che lo hai consegnato, puoi anche andare. »

L'uomo fece un inchino e si congedò, lasciandomi nuovamente solo.

Aprì la busta, pensando che forse Kyuhyun avesse fatto qualcosa e quindi volevano restituirlo a me oppure.. se quel ragazzo dagli occhi da Cerbiatto avesse fatto qualcosa.
Ci stavo davvero sperando e ormai il foglio era nelle mie mani, posando la busta sul basso tavolino vicino alla poltrona e tornando nuovamente su questa.

Comincia a leggere ciò che aveva scritto:

" Rispettabile Signor Kim,
Non mi aspettavo di scriverle questa lettera, ma spesso ci sono faccende urgenti che una buona donna di famiglia e madre deve sistemare. Saprà che sono la signora Jung e ciò che le scrivo ora è per ricevere un suo aiuto. Lei vendette a mio figlio uno schiavo e di lui vorrei parlare. Ma tramite lettere non è sicuro, quindi la vorrei invitare nella mia tenuto tra due giorni. Spero non mancherà. "

Era strano leggere quelle parole così formali, ma anche no.
Un sorriso quasi di vittoria spuntò sulle mie labbra.

« Oh, cerbiatto, hai forse fatto arrabbiare la padrona o il padrone? »

Di sicuro era ancora intatto, perché avevano controllato quando era stato qui.

Non c'era bisogno di scrivere un'altra lettera per confermare la mia presenza, dato che lei aveva scritto anche l'ora e il giorno dell'incontro.

Rimisi la lettera dentro la busta e la lasciai sul tavolino.
Mi avvicinai allora alla finestra, notando come il cielo si fosse oscurato. La pioggia non avrebbe tardato a cadere e sembrava lo scenario perfetto.
La pioggia mi portava sempre fortuna.

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In carrozza avevo anche preparato un piccolo omaggio alla vedova.
Sarebbe stato scortese da parte di un signore come me presentarsi a mani vuote.
Le avevo preso dei dolci coreani costosi e speravo che questo le potesse piacere.
La carrozza procedeva veloce verso la dimora dei Jung e guardai fuori, notando come era tenuta bene. Quegli animali se la passavano bene, venduti a loro.

« Eeh! »

La carrozza si fermò e il aprirono lo sportello. Scesi dalla carrozza e guardai il giardino che circondava la casa e l'aria pura, lontano dal caos del villaggio. Era un pezzo di oasi quella e anche molto ricca.

La carrozza si allontanò e un servitore mi venne incontro, inchinandosi e prendendo il dono che avevo portato.

« Portalo direttamente alla padrona e fammi strada. »

Non c'era bisogno di saluti, non con la servitù. L'uomo annuì e mi condusse dentro quella grande dimora, raffinata ed elegante.
I Jung avevano davvero fatto tanta strada e di sicuro il signor Jung che suo figlio.
Yunho era stato molto fortunato, aveva già ricevuto tutto senza sudare fatiche.

Camminai nel lungo corridoio e vidi alcuni schiavi, tra cui Kyuhyun che, alla mia vista, sbiancò.

Non mi fermai nemmeno per poterlo stuzzicare con un mio sorriso, perché dalla biblioteca vidi uscire il ragazzo dagli occhi di Cerbiatto. Aveva un taccuino e un pennello costoso in mano, il corpo ornato da quel abito lussuoso di stoffa pregiata azzurra come il cielo e dalle bianche rifiniture. Un corpo non più scarno per la fame, ma ben curato.
Non si accorse di me, intento a richiudere la porta e mi avvicinai, lasciando andare il servo che mi stava facendo strada e trovandomi dietro di quel ragazzo.

« Ti vedo ben curato e nutrito Cerbiatto. »

Portai un braccio attorno alla sua vita e lo strinsi da dietro al mio corpo. Sentivo i suoi muscoli e la morbidezza dei suoi capelli sul mio viso.
Lo avevo preso alla sprovvista, perché lasciò cadere tutto a terra e tremante voltò la testa, trovando il mio viso vicino al suo collo.

« L-lei.. cosa.. cosa ci fa qui? »

Inspirai il suo profumo, di fiori delicati e passai le labbra sulla sua pelle morbida del collo.

« Non sei felice di rivedere il tuo primo padrone? Forse sono qui per riprenderti a me, ma chi lo sa? »

Amavo sentire quegli esseri inferiori tremare al mio tocco e lui sembrava una fogliolina fra le mie braccia.

Stavo per mordere la pelle nivea del suo collo, ma una mano si posò sulla mia spalla, facendomi voltare ed allentare la presa.

Il cerbiatto scappò e si nascose dietro la figura che mi stava ora davanti.
Gli occhi furiosi, la mano che stringeva ferrea la mia spalla: Yunho era corso nuovamente in suo aiuto.


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