Seconda prova
Salve a tutti! Questa è la mia seconda prova, a tema Hunger Games. La mappa allegata rappresenta la struttura dell'Arena, che ho disegnato per aiutarmi nella progettazione della storia. Buona lettura!
I rami d'albero le frustarono il viso e le braccia nude , ma lei non si fermó. Rischiò per un pelo la collisione con un grosso masso , e saltò una tana di conigli con un balzo che per poco non le ruppe una caviglia. Non si fermó nemmeno quando un coltello le sfrecció sopra l'orecchio destro , e quando una lancia di legno lunga puntò alla sua schiena non esitó a buttarsi a terra. Si protesse il volto mentre cadeva , e ruzzoló giù da una piccola collina erbosa verso una radura più riparata. La schiena appoggiata ad un albero marcio , il respiro affannato , sentí il gruppo di persone che la seguiva allontanarsi arrabbiati. Mise una mano all'orecchio e vide il sangue sul palmo. Il pugnale le aveva tagliato la pelle , oltre a qualche ciocca di capelli rossi. Li legò alti con un pezzo di corda che aveva tagliato dal rotolo che era riuscita a prendere. Alla Cornucopia aveva avuto il tempo di prendere la prima cosa che le era capitata , e cioè qualche metro di corda legata ad un uncino metallico , da scalata. Non che ci fosse qualcosa da scalare , a parte gli alberi. Non aveva altro , oltre ad un coltello seghettato e una farfalla di vetro colorato. Era il portafortuna che aveva portato dal suo distretto. Si era commossa cosí tanto , quando le sue sorelline Tabby e Lara le avevano messo in mano quell'oggettino , racimolato con le razioni di pane che avevano diligentemente risparmiato tutti i membri della famiglia. Avevano deciso di farle un regalo speciale per i sedici anni , e aspettavano solo il giorno dopo per darglielo. Quando avrebbero potuto festeggiare con il cuore sereno , dopo la Mietitura , dopo aver saputo che avrebbero potuto vivere un'altro anno tutti insieme. E invece , non era stato cosí. Uno dei tributi del distretto 10 era Jamine. Non ricordava bene tutta la scena. Alla mente aveva solo l'espressione disperata di sua madre e suo padre , dietro la corda che li separava dalla folla dei bambini. Il terrore nel volto di suo fratello Tommy , un anno più grande , dalla sezione dei ragazzi. Le lacrime delle gemelle e di Danny , in braccio a Rodyk , suo fratello , il primo anno in cui non doveva più partecipare alla Mietitura. Tutto le era sembrato statico , immobile come una vecchia fotografia , che rimaneva a prendere polvere dimenticata su di un comodino. Lei si era limitata a camminare verso il palco , verso il microfono.
Non aveva tremato , non aveva pianto e non aveva gridato. Semplicemente , si era mossa.
Sapeva già che nessuno avrebbe voluto prendere il suo posto , ma non era arrabbiata. Se fosse rimasta fra la folla , nemmeno lei si sarebbe offerta volontaria.
Jamine non era coraggiosa. Non lo era mai stata. Da piccola , i suoi fratelli la trascinavano con loro a rubare mele dall'albero del sindaco Goodman , ma lei fuggiva ogni volta che udiva il benché minimo rumore , il cuore martellante e i muscoli tesi nella corsa. Il sindaco Goodman era la persona più ricca del Distretto 10; si diceva che avesse in cantina più di dieci botti piene di una cosa chiamata champagne , e anche se nessuno sapeva cosa fosse , faceva effetto. A scuola le sue figlie erano sempre ben vestite e pettinate , le gambe grassocce e le gote grandi come arance di chi non solo non aveva mai saltato un pasto , ma che poteva permettersi anche una seconda razione. Jamine e i suoi fratelli non avevano mai preso una seconda razione. Il loro padre era uno dei tantissimi allevatori di bestiame , settore in cui era specializzato il loro distretto , e prendeva uno stipendio da fame , tanto che , uno dopo l'altro , tutti i suoi figli furono costretti a iscriversi per le tessere , che garantivano più sacchi di cereali e qualche latta in più di olio in cambio di biglietti. In quei biglietti c'era scritto il loro nome , e ogni biglietto era un'altra possibilità di essere chiamati per partecipare agli Hunger Games. I Giochi si svolgevano ogni anno in un'arena di volta in volta differente , in cui i ragazzi estratti a sorte dovevano uccidersi l'un l'altro , in modo che ne rimanesse solo uno , che veniva ricoperto di soldi , forniture di cibo a vita , una nuova casa... Tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto nemmeno sognare. Ma il prezzo di tutto questo erano ventitré vite umane , ventitré esistenze stroncate sul nascere , ventitré famiglie che non avranno più un figlio. Il tutto , trasmesso in diretta televisiva per tutti i Distretti e per la capitale , di modo che fosse impossibile perdersi anche un solo istante dei Giochi. Jamine immaginava già la scena della sua morte nel piccolo schermo di casa , o in quello grande in piazza. Vedeva sua madre lasciar cadere il piatto che stava pulendo , i pezzi della vecchia porcellana del matrimonio che le tagliano le dita , il suo urlo disperato , la gola sanguinante di dolore. Vedeva suo padre , in mezzo ai campi del pascolo , chiamato dai compagni a vedere la scena nel televisore del suo capo. Lo vedeva irrigidirsi , il berretto da lavoro sbrindellato in mano , il suo capo dall'aria affranta , che tentava di dire qualche parola , fermandosi al primo tentativo. Vedeva Tommy , Tabitha e Lara , chiamati nell'ufficio del preside. Lui li faceva sedere nelle poltrone grandi , quelle per i genitori quando venivano chiamati per le marachelle dei figli. Tabby ha paura , teme che possano aver scoperto che ha disubbidito alla maestra saltando qualche moltiplicazione , Lara stringe la mano alla sua gemella , i capelli rossi come la sua sorella maggiore , quella che è stata spedita nell'Arena , ma che tornerà presto a casa con tanti dolci per loro , forse anche una bambola. Loro non ne hanno mai posseduta una. Thomas , troppo alto e impacciato in quel minuscolo ufficio , non sa nemmeno se sedersi oppure no. Ha un cattivo presentimento , ma la sua mente non vuole ancora convincersi , non vuole arrendersi alla realtà. E il preside , rosso in volto , non sa da dove iniziare , la verità viene fuori a pezzi dalle sue labbra , la sua voce ogni volta più tremante. E Tommy che non deve spezzarsi , che deve restare assolutamente intero , per le sue sorelline. Ha solo diciassette anni , ma diventa grande in pochi minuti , perché ora sa che è rimasto solo lui in quell'ufficio per le bambine , e anche dopo , quando i suoi genitori piangeranno e suo fratello maggiore dovrà rientrare in turno per non essere sbattuto fuori , sarà lui a dover badare a loro , e mai dovrà lasciarsi andare alla marea nera della disperazione. Le sue sorelle non hanno capito , non riescono davvero a piangere. In cuor loro , Jamy tornerà con la bambola , con le braccia traboccanti di regali incartati con quei disegnini di fate e principesse che loro avevano solo potuto vedere da lontano , quando le figlie del sindaco le esibivano a scuola.
Si sarebbero accorte che qualcosa era irrimediabilmente cambiato quando vedranno la cassa di legno chiaro , che nascondeva ai loro occhi bambini il corpo della loro sorella maggiore , straziato dalle coltellate , bruciato dalle fiamme , o talmente magro da poterci contare tutte le ossa. La fame non era da escludere negli Hunger Games , soprattutto per chi non aveva mai vissuto prima quella condizione. Jamine mangiava si o no una volta al giorno , se era fortunata due. Lei , Tommy e Rodyk preferivano dare parte del loro cibo alle gemelle , al massimo qualche fetta in più di pane nero o una ciotola di porridge. Il piccolo Danny non aveva ancora due anni , ma mangiava solo pappette fatte da farina di ceci con molta acqua , e spesso vomitava sangue , soprattutto in inverno , quando il freddo gli colorava i piedini di viola. Le sue sorelle erano terrorizzate quando succedeva , e Jamine le distraeva raccontando loro delle storie. Ora , seduta appoggiata ad un tronco marcio , rinchiusa nell'Arena con ventitré persone desiderose di ucciderla , non poté fare a meno di pensare a chi le avrebbe consolate in quelle notti gelide. Jamy alzó lo sguardo sugli alberi del bosco in cui si trovava; quell'anno , l'Arena era particolarmente strana. Apparentemente , era popolata da grandi alberi , fiori profumati e ruscelli di acqua chiara. Appena scesa dalla piattaforma di metallo dopo la fine del conto alla rovescia , era corsa in direzione degli alberi , con il rotolo di corda e il coltello che aveva afferrato in mano , decisa a mettere parecchi chilometri tra lei e il bagno di sangue. Correva abbastanza veloce , e non aveva rotoli di grasso ad impacciarla , come un ragazzino del distretto 3 che per poco non era caduto dalla piastra metallica. Sicuramente lo avrebbe visto nel cielo stanotte. Se fosse rimasta ancora in vita per vederlo. La corsa disperata era stata più complicata del previsto , perché il gruppo dei Favoriti l'aveva inseguita. I Favoriti erano i ragazzi dei Distretti 1 e 2 , meglio nutriti e già addestrati. Erano sempre loro a vincere. Era riuscita a seminarli e , dopo la corsa , si era fermata per bere ad una pozza d'acqua trasparente. Aveva appena riempito le mani a coppa e aveva portato l'acqua alla bocca , quando si bloccó. Aveva un odore strano , che conosceva bene. Sua madre la utilizzava per liberarsi dei topi. La gettó inorridita. L'acqua era piena di cianuro. Propio in quel momento , i Favoriti sbucarono dal bosco e la trovarono. Fu costretta a correre di nuovo , e stavolta rischió grosso; se il ragazzo del Distretto 1 avesse spostato la mano di circa tre centimetri , il suo coltello l'avrebbe uccisa. Era pomeriggio inoltrato , e aveva rischiato di morire già tre volte. Intendeva fermarsi , per ora. Aveva la gola secca e lo stomaco iniziava a sentire i primi , impercettibili morsi della fame. Era abituata a digiunare anche per molti giorni , ma sul treno per Capitol City e durante il suo soggiorno lí aveva mangiato parecchio , cercando di arrivare all'Arena almeno ben nutrita. All'addestramento era riuscita a imparare i rudimenti del lancio dei coltelli e qualcosa del combattimento corpo a corpo. Aveva imparato i nomi di alcune piante commestibili e medicinali , e qualche tecnica base di mimetizzazione. Troppo poco per sopravvivere ai Giochi , ne era consapevole , ma sperava di sopravvivere almeno per qualche giorno. La sua Mentore le aveva fornito una nuova identità , puntando sul compatimento. Doveva convincere il pubblico di essere una povera , sfortunata ragazza del Distretto 10 , desiderosa di tornare dalla sua famiglia. Quella strategia era stata l'unica possibilità. Non era particolarmente bella o muscolosa , non aveva la faccia tosta degli impertinenti , o l'espressione furbetta che amavano tanto gli abitanti di Capitol City. Nella sua semplicità , richiamava la banalità che nessuno degli sponsor amava. Il suo compagno di Distretto , Kyle , aveva diciassette anni come suo fratello Tommy. Viveva come loro , con pochissimi soldi e un'anziana nonna a cui badare. I genitori di Kyle erano morti di malaria quando lui aveva solo quattro anni , e lui era stato cresciuto dalla madre di suo padre. Glielo aveva raccontato Tommy , molti mesi prima , perché Kyle aveva picchiato il migliore amico di Thomas , Gordie , colpevole di averlo preso in giro. Tommy era furioso con lui , ma Jamine non si sorprendeva che lo avesse picchiato. Non aveva mai parlato con Kyle , ma lo conosceva di vista; era alto e robusto , aveva gli occhi color nocciola e i capelli neri , il viso sempre serio e quasi triste. Aveva lasciato la scuola per lavorare nei pascoli dei bovini , e spesso stava nello stesso turno di Rodyk. Lui aveva il ruolo del vero protagonista; era abbastanza forte per uccidere la maggior parte dei tributi e almeno due dei Favoriti. Alla prova con gli Strateghi , che forniva la base per le scommesse e per il supporto degli sponsor , aveva ricevuto un punteggio fantastico: 10 punti su un massimo di dodici. Non le aveva mai rivolto la parola , ma spesso si era accorta del suo sguardo silenzioso su di lei , mentre mangiava e mentre si addestrava. Sicuramente pensava già a come toglierla di mezzo. Lei aveva ricevuto un otto , e ne era stata molto sorpresa. Aveva colpito dei manichini con dei pugnali da lancio , l'unica cosa che aveva imparato. Ne aveva centrati al cuore sei su otto , gli ultimi due uno sul braccio e un'altro al collo. Mentre aspettava che il conto alla rovescia terminasse , si era guardata intorno e aveva visto una cintura di cuoio nera strapiena di pugnali.
Al suono del gong non aveva fatto in tempo nemmeno a scendere che il ragazzo del Distretto 1 aveva già preso la cintura , allacciandosela in vita. E da quel momento correva. Sembrava impossibile che fosse successo tutto solo quella mattina. Jamy non udì più i passi e le chiacchiere dei Favoriti , e capí che si stavano allontanando. Il coltello che aveva preso non era affatto adatto al lancio , era pesante e dalla lama robusta , utile solo a incidere e a tagliare , assolutamente inservibile per centrare un bersaglio. Decise che si era riposata abbastanza. Legò la corda con l'unicino alla cintura e vi appese il coltello , chiuso nella custodia. Non aveva altro. Il pensiero del bel coltello da lancio che le aveva quasi tranciato un orecchio e che giaceva abbandonato nel bosco la tentò molto , ma si obbligó ad andare avanti. Era troppo rischioso tornare indietro , ma non voleva più incontrare i Favoriti , quindi decise di proseguire per il bosco intricato in cui aveva trovato rifugio. Almeno , non sarebbe stata facilmente individuabile. Non aveva più visto Kyle da quando era suonato il gong , e non era sicura di volerlo cercare. Per il momento , la cosa più sicura era rimanere sola. Camminó per molte ore , e fortunatamente non incontrò nessuno. Non c'erano tracce di animali da catturare o di piante commestibili , solo alberi e erba verde. Da qualche parte , un cannone sparò un colpo , poi un altro , e un altro ancora. Jamy contó dieci colpi. Finalmente , il bagno di sangue alla Cornucopia era terminato , e si iniziavano a contare i morti. Era durato moltissimo , probabilmente perché i Favoriti avevano voluto dare spettacolo per le telecamere. Jamy rabbrividí al pensiero delle povere vittime. L'ultima cosa che desiderava era finire in mano loro. Lentamente , il sole scomparve dalla volta celeste , e iniziarono a comparire le prime stelle. Jamine decise di fermarsi , e inizió la lenta scalata ad un grosso albero. I suoi fratelli al Distretto 10 le avevano insegnato ad arrampiacarsi , ma non era molto brava. Ci mise almeno mezz'ora per salire abbastanza in alto , e alla fine aveva la pelle delle mani coperta di piccole ferite. Si sistemó su un grosso ramo coperto di foglie , ed ebbe la certezza assoluta di non essere visibile. E da cosí in alto , vide tutto. Il bosco di alberi stava al centro di un grosso , sconfinato deserto. Le dune di sabbia si susseguivano a perdita d'occhio , e nessun fiume era visibile da lí. Capí che la Cornucopia stava al centro del bosco , in un grosso prato senza alberi , e a tutti era sembrato che l'Arena fosse solo un enorme bosco. Si erano incredibilmente sbagliati. Jamine venne colta da un pensiero agghiacciante. Se tutte le pozze fossero avvelenate dal cianuro , e se nel deserto non ci fosse alcuna oasi , forse non avrebbe mai avuto dell'acqua da bere. Sarebbero morti tutti in tre , al massimo quattro giorni , sarebbe stato un vero sterminio.
Non farti prendere dal panico... non può essere così. Loro amano lo spettacolo , non vi farebbero morire tutti in questo modo , pensó. Si , non potevano farli morire di sete. In fondo, gli abitanti di Capitol City amavano veder scorrere il sangue dei tributi , vederli uccidersi nei modi più disparati , si sarebbero lamentati se fossero morti di cause naturali. Jamine si ripromise che , al mattino , avrebbe cercato dell'acqua e qualcosa da mangiare.
Nel buio della notte , in cielo comparve il sigillo di Capitol City , con le fotografie dei morti. Jamy scrutó quei volti , ma non vide ne Kyle né il ragazzo del Distretto 3, quello grasso. Pensava fosse morto , ma non riuscì a esserne felice. Tutti quei volti che non comparivano in cielo potevano essere quello del suo assassino. Speró che le gemelle la vedessero ancora viva e al sicuro. Non udendo alcun rumore , decise di scendere dall'albero. Qualcosa non andava. Un rumore lontano , come di foglie scosse dal vento , le arrivó alle orecchie. Si voltó e il sangue le si geló nelle vene; un branco di grossi animali pelosi , una sorta di orsi , correvano nella sua direzione , le zanne snudate. Le sue gambe reagirono prima del cervello , e in un attimo stava già correndo.
Con il buio non vedeva nulla , correva alla cieca , evitando per un pelo gli alberi che le intralciavano la fuga. Quegli esseri continuavano a inseguirla , sempre più vicini , le loro grida assordanti. Jamy sentiva solo il suo cuore rimbombarle nel petto , consapevole che non avrebbe più potuto correre a quel ritmo. Invece , quelle bestie non erano affatto rallentate , ma sembravano addirittura aumentare la velocità. Poi , con assoluta , strisciante certezza , capí.
La stavano spingendo nel deserto.
Le suole degli stivali sentivano ormai pochi fili d'erba , e gli alberi divennero sempre più rari nell'oscurità. Jamy li sentiva sempre più vicini , sempre più vicini. Il loro fiato si condensava nel freddo dietro di lei , uno di loro , ansimando , le strappó un pezzo della tela cerata della giacca. Non aveva più tempo. Chiuse gli occhi e saltò.
Per un millesimo di secondo , i piedi rimasero sospesi , prima di cadere nella sabbia. Rotoló per qualche metro sul terreno soffice , prima di riuscire a fermarsi. Dietro di lei , gli orsi si bloccarono , annusando l'aria prima di voltarsi e correre di nuovo indietro , nel bosco. Jamine strinse le dita nella sabbia fredda , cercando di calmare il cuore. La luna nel cielo e le stelle scintillanti erano le uniche testimoni del suo terrore , e molto probabilmente erano finte , artificiali. La ragazza si asciugó la fronte con il dorso della mano , guardandosi attorno; oltre al cielo e alle stelle , c'erano chilometri e chilometri di sabbia dorata. Neppure un misero arbusto , o una pozza d'acqua fangosa. Solo l'immensitá color oro. Jamine ingoió a vuoto , cercando di non pensare all'incredibile sete che l'affliggeva. Si rialzó a fatica e inizió a camminare senza meta.
Forse se continuo a camminare troverò dell'acqua pensava , le labbra spaccate. Passarono i minuti e passarono le ore , ma Jamy non smetteva di camminare. Camminó per tutta la notte , e per buona parte del giorno. Aveva quasi dimenticato dove si trovasse , che era agli Hunger Games , che non avrebbe potuto trovare un luogo sicuro. Che gli spettatori si sarebbero annoiati , con lei che camminava silenziosa nella sabbia rovente. Che quella calma non sarebbe durata a lungo.
Speró che , da qualche parte nell'Arena , fosse in corso qualche feroce combattimento , che avrebbe distolto momentaneamente l'attenzione da lei. Chissà dove era Kyle in quel momento... e il ragazzo grasso? Pensava anche a lui , benché non ne vedesse il senso. E ai suoi fratelli , ai suoi genitori. Jamy mise una mano in tasca e afferró la piccola farfalla di vetro colorato. La mise contro il sole , e i triangoli di vetro che componevano le ali della farfalla schermarono i potenti raggi. Finalmente , Jamine riusciva a vedere meglio l'orizzonte , ma fu talmente desolante da farla sospirare; non c'era nessuno , per chilometri e chilometri. Ripose in tasca il suo portafortuna e continuó a camminare. Tornare al bosco era fuori discussione. Con i Favoriti a caccia non aveva speranza di scappare , ne tantomento di riuscire ad affrontarli. Inoltre , le fonti d'acqua erano tutte avvelenate. Jamine era assolutamente convinta che l'acqua si trovasse altrove. Bastava capire dove.
Passarono altre ore , ore di camminata estenuante , gli stivali che affondavano nella sabbia. Jamy si sforzava di andare avanti , sapeva che se si fosse fermata sarebbe morta in quella desolazione dorata. Eppure , non voleva altro. Sapeva già che l'Arena sarebbe stata la sua tomba. Non aveva sponsor , ne era sicura , e la sua Mentore non era riuscita a fare molto per aiutarla a migliorare il carattere. Era senza speranza , e avrebbe voluto piangere , ma ormai non le restavano più nemmeno le lacrime. Jamy sentiva che le forze la stavano abbandonando , e sapeva che non ci sarebbe voluto molto per morire. Sono troppo stanca... troppo vuota per continuare , pensava , trascinando i piedi. Prima di crollare a terra , pensó alle gemelle , ai suoi fratelli , ai suoi genitori. Dedicò un pensiero ad ognuno di loro. E un'ultimo , estremo desiderio.
Mamma...ti prego , fa che non vedano...
Cadde in ginocchio , fino a sdraiarsi su quella superfice calda come fuoco liquido. Le sembró di sentire la guancia sfrigolare come una bistecca alla griglia , al contatto con la sabbia. Prima di chiudere per sempre gli occhi , Jamine guardó l'orizzonte delle dune. Tre piccole figure scure arrancavano sulla sabbia con dei bastoni , chiacchierando rumorosamente. Gli occhi di Jamine distinsero qualcosa di scintillante su di loro. Che fosse la polvere brillante di fate salvatrici? O la luce celeste di giovani angeli? In un lampo , la ragazza capí. Era acqua. Quelle persone erano bagnate fradice d'acqua. La gola le si fece ancora più secca e provó a urlare , dimenticandosi che quelle persone erano certamente nemici. Il grido che le uscí fu un rantolo patetico , debole. A Jamine non riuscì altro che ad alzare il braccio. Uno del gruppetto la vide e fece cenno agli altri due , indicando quello che sembrava un cadavere , ma che invece si era mosso. I tre iniziarono a correre , e finalmente Jamy riuscí a distinguerli.
Erano in tre , due ragazzi e una ragazza; la ragazza aveva i capelli neri e gli occhi azzurri , una spada corta stretta nella mano destra. Quando mise a fuoco il viso degli altri due , trasalí: il ragazzo grasso del Distretto 3 e Kyle , il suo compagno di Distretto. Si erano alleati? Jamy non riusciva a crederci. I tre le si avvicinarono e la ragazza le mise una mano sulla spalla.
-Tutto bene? - chiese. Jamine realizzò che era la prima domanda che le veniva rivolta dall'inizio dei Giochi. Kyle le si avvicinó per secondo , e la guardó sorpreso. Aveva i capelli scuri ancora bagnati , e qualche goccia cadde sul viso di Jamy , ancora sdraiata.
-È la mia compagna di Distretto , Jamine.- risponde. La ragazza al suo fianco annuí e si allontanó un pó. Kyle afferró una borraccia di metallo e gliela avvicinó alle labbra. Immediatamente , Jamy percepí il freddo , rinfrescante , magnifico contatto con l'acqua. Per un secondo pensó di verificare che non fosse avvelenata , ma non riuscì a fare altro che bere avidamente dal contenitore. Pensó che fosse vita liquida quella che beveva. Kyle non disse nulla , e si limitó a guardarla. Finì tutta l'acqua , e si sentí subito molto meglio. Riuscì addirittura a rialzarsi da sola.
- Stai meglio adesso?- chiese Kyle.
Jamine annuí con un sorriso.
-Oh si , molto meglio grazie. Ma...dove avete trovato l'acqua in questo deserto?-
-Questo può dirtelo Ben- rispose , indicando il ragazzo grasso , un pò distante accanto all'altra ragazza. Sentendosi chiamare , si avvicinó lentamente.
-Ehm... io sono riuscito a trovare l'acqua , ma.. ma era per caso. Sono caduto da una duna , e... e sono piombato dritto dritto in un lago. E.. non.. non era avvelenato come tutta l'acqua del bosco , no , affatto. Era anche buona.-
- Avete vagato anche voi nel deserto?- chiese Jamy , sorpresa.
-Gli ibridi ci hanno spinti tutti qui , e sembra una sorta di Arena nell'Arena. Noi tutti credevamo che la vera Arena fosse il bosco , ma in realtà era un'inganno. Penso sia questa la vera Arena.- rispose la ragazza , rimettendosi la spada alla cintura.
-Non...non abbiamo la certezza. In..in fondo , la Cornucopia é al centro del bosco.-
- E sai una cosa? La coda puntava verso l'esterno , verso il deserto!- ribatté la ragazza. Kyle le fece cenno di fare silenzio , e lei gli ubbidí immediatamente.
-Stiamo rischiando troppo rimanendo qui. Dobbiamo proseguire subito.-
I due annuirono e rimasero gli zaini in spalla , in silenzio.
Ora che aveva trovato qualcuno , temeva di rimanere sola.
-Hai intenzione di rimanere li ferma?- domandò Kyle
-Vuoi dire che posso venire con voi?-
-Se preferisci rimanere qui ad aspettare che i Favoriti ti catturino fai pure.-
Jamy si affrettó a seguirli.
I quattro Tributi camminarono per il resto della mattinata e per metà del pomeriggio. Ben continuava ad osservare la posizione del sole per intuire le ore che passavano , trascinando un pensante zaino rosso. Jamine chiacchieró a lungo con la ragazza; si chiamava Nicaya e veniva dal Distretto 7. Suo fratello maggiore era stato estratto dodici anni prima , quando lei aveva solo tre anni , ed era rimasto ucciso negli scontri iniziali alla Cornucopia.
-Non era un vero e proprio guerriero. Non aveva mai toccato un'arma prima. Quando sono stata estratta io , tutti credevano che sarei stata come lui. Invece , mi sono allenata duramente in previsione dei Giochi , e alla sessione privata ho preso un punteggio alto.-
-Ni...Nicaya ha già ucciso un tributo.- esclamó Ben , ammirato. Nicaya annuí.
-Ho fatto fuori il tributo femmina del Distretto 6.- disse lei , quasi orgogliosa. Jamine era incredula. Come si poteva essere orgogliosi per aver distrutto una vita? Guardare soddisfatto un tuo coetaneo soffocare nel propio sangue , sapendo che è stata la tua mano a spingere dentro la lama?
Nicaya la guardó stranita.
-Che c'è , dovrei esserne pentita? Se non l'avessi uccisa sarebbe stata lei a farmi fuori. Credi che si vinca questo gioco senza uccidere? Pensi che i vincitori degli Hunger Games siano dei santi?-
-Non ho detto questo.-
-E i Favoriti allora? Hanno ucciso il mio compagno di Distretto , io li ho visti farlo. Affondavano i loro coltelli nella sua carne , gli hanno tagliato una mano mentre era ancora vivo. Tu pensi che questo gioco possa essere vinto avendo pietà degli altri? Io non avrò pietà per loro , e li uccideró uno ad uno.-
Jamine non seppe cosa ribattere , e Nicaya le voltó le spalle. Ben la guardó dispiaciuto , ma non disse niente.
Kyle sembrava non aver udito una sola parola del discorso , e si era fermato per tirare fuori una piccola tenda da campeggio. Lui e Nicaya la montarono insieme , senza scambiarsi una sola parola. Ben aveva aperto il suo zaino rosso e ne aveva tirato fuori un tubo pieghevole , che utilizzava per guardare il cielo e l'orizzonte. Jamine si sedette sulla sabbia , guardando il sole scomparire dietro le dune. La corda da scalata con l'uncino era ancora legata attorno alla vita , e la punta affondava nella sabbia. Era ancora assolutamente inutile , e Jamy non credeva che potesse servirle. Aveva preso la cosa più inutile di tutte. Improvvisamente , Kyle le si sedette accanto e le porse un pacchetto di carta. Jamine lo aprí e ci trovo qualche galletta di riso.
-Li ha trovati Ben nel suo zaino e ce li siamo divisi.-
-Potevamo tenerli ancora tutti insieme ,no?- chiese Jamine. Kyle abbassó lo sguardo.
-Domani arriveremo al lago e ci separeremo.-
Jamy lo guardó esterrefatta.
-Perché?-
-Quello che dice Nicaya è vero. Solo uno sarà il vincitore , e non lo sarà senza aver compiuto omicidi. Non voglio essere io ad uccidervi , e non voglio morire per mano vostra. E poi , la calma non sarà eterna. Credo che abbiamo goduto di questi due giorni tranquilli perché i Favoriti hanno passato il tempo ad uccidere i tributi ancora rimasti nel bosco , e a quest'ora avranno già finito. Se non li avremo alle calcagna , gli Strateghi inventeranno qualcosa per movimentare la situazione , e non sarà piacevole.-
Jamine annuí in silenzio , osservando lentamente il sole scomparire.
-Mi dispiace che sia toccato a te venire qui Jamy.- le disse all'improvviso. Lei si voltó sorpresa.
-Si.. insomma , andavo a scuola con tuo fratello...-
-E hai anche picchiato il suo migliore amico.-
Kyle scoppió a ridere , e Jamine si lasció sfuggire un sorriso.
-Non me ne pento affatto! Se lo è meritato.-
-Non avrebbe dovuto farlo.-
-Già!-
Rimasero per qualche istante seduti , osservando gli ultimi raggi scomparire all'orizzonte. Poi Kyle si rialzó e si scrolló la sabbia dai pantaloni.
-Vieni , dobbiamo preparare i turni di guardia.-
Jamine lo seguì e tutti insieme , seduti in cerchio , organizzarono i turni.
Nicaya si offrì per il primo turno , e Jamy la imitó. Aveva il terrore di addormentarsi , soprattutto all'idea di quanto sarebbe potuto accadere l'indomani. Kyle e Ben si sistemarono nella tenda , mentre Jamine e Nicaya si piazzarono all'esterno.
Stranamente , il sigillo di Capitol City non era ancora comparso , ed era già notte inoltrata.
-Perché non compare il sigillo?- domandò a Nicaya , seduta con la spada in pugno. La ragazza aggrottó la fronte e scosse la testa.
-Sono due giorni che non compare , ed é davvero strano.-
Due giorni... ho davvero camminato per due giorni? si chiese , incredula. Il suo cervello aveva quasi smesso di ragionare a causa della mancanza d'acqua , tanto che non si era accorta delle ore che passavano.
-Ora che ci penso , hai ragione..- borbottó Jamy , sorpresa. Quando soffriva la disidratazione non aveva fatto caso alla mancanza del sigillo in cielo , ma doveva ammettere che era strano. E inquietante.
-Cosa pensi possa significare?-
-Credo che sia loro intenzione non mostrarci i volti dei morti , e non era mai accaduto prima.-
Jamy ebbe un brivido.
-Temi che stiano macchinando qualcosa?-
-Bambina , siamo agli Hunger Games , qui nulla accade per caso!- ridacchió cupamente Nicaya , gli occhi brillanti di una luce strana.
-Non possiamo fare altro che giocare a questo gioco , ora che ci siamo dentro. Ne tu ne io lo abbiamo scelto , ma siamo tenute ad andare sino in fondo. E io voglio giocare bene , voglio arrivare a vincere. Tu come vuoi giocare Jamine?-
Istintivamente , Jamine si scostó un poco dalla ragazza del Distretto 7; qualcosa le diceva che Nicaya l'avrebbe volentieri uccisa , ed era sicura che non avrebbe avuto rimorsi nel farlo. Restarono in silenzio fino alla fine del loro turno , quando videro gli occhi scuri di Kyle aprirsi per prendere il loro posto. Ben era rimasto a dormire su ordine di Kyle. Sarebbe stato inutile anche da sveglio , meglio quindi che rimanesse a dormire. Jamine entró nella tenda e si stese al lato opposto di Ben; il ragazzo dormiva russando pesantemente , un vago sorriso sulle labbra. Forse sognava il suo Distretto. Anche Nicaya si stese accanto a lei , in silenzio. Jamine sfiló dalla cintura il coltello che aveva recuperato , tenendolo stretto nella mano destra.
Anche lei voleva giocare bene.
Quando Jamine aprí gli occhi , era rimasta sola nella tenda. Il suo cuore si riempí di terrore e si precipitò all'esterno. Kyle e Ben sedevano in cerchio , masticando mezza galletta ciascuno e bevendo sorsi microscopici d'acqua dalla borraccia di Ben. Erano già vestiti , e i loro zaini già preparati. Jamine si lasció sfuggire un sospiro di sollievo mentre si sedeva accanto a loro.
Aveva temuto che Nicaya avesse approfittato della notte per uccidere tutti.
-Buongiorno a tutti!- esclamó , cercando di sorridere.
Invece , notò che c'era qualcosa di sbagliato; Ben giocherellava con la chiusura lampo della giacca di tela , gli occhi bassi. Kyle , con la fronte aggrottata , sbocconcellava lentamente la sua galletta.
-Che succede?- chiese.
-Se ne è andata.- rispose Kyle , senza degnarla di uno sguardo. Jamine trasalí.
-Nicaya...-
-Se ne è andata prima dell'alba , prendendosi la sua borraccia e il suo zaino. E quasi metà della razione di gallette di Ben.-
-Come... perché non aspettare questa mattina? Era negli accordi separarci al lago!-
-Lo sa solamente lei il perché! Ci ha traditi , ha rubato delle scorte non sue!- gridó Kyle , furioso. Jamine non sapeva cosa rispondere. Era sconcertata , ma purtroppo se lo sarebbe aspettata: Nicaya non era una ragazza con troppi scrupoli.
-Però... il piano resta lo stesso?- chiese.
Kyle annuí lentamente. Ben gli mise una mano sulla spalla.
-Non..non ti preoccupare Kyle. Le...le gallette sono abbastanza per vivere.-
Kyle gli rivolse uno sguardo quasi paterno. Jamine percepí quanto si fosse affezionato a quel triste ragazzino , grasso e ingenuo , una creatura terribilmente fragile. Pensó che fosse troppo crudele mandare al macello una persona così buona , solo per lo spettacolo di altri. Ecco cosa intendeva Kyle la sera prima , quando diceva di non volerli uccidere. Non voleva in alcun modo uccidere Ben , o vederlo morire.
Kyle si riscosse all'improvviso e si alzó , prendendo il suo zaino.
-Muoviamoci , è arrivato il momento di uscire allo scoperto.- Gli altri due lo seguirono e lo aiutarono a smontare la tenda. Poi , si incamminarono nel deserto. Ci vollero quasi tre ore di camminata per arrivare in vista del lago, e il caldo soffocante non aiutava. Jamine dovette trattenersi molto dal chiedere da bere ai suoi compagni. Quando videro la superficie chiara dell'acqua, quasi gridarono di gioia. Tutti e tre si misero a correre per arrivare più in fretta e ,quando raggiunsero il lago, si tuffarono dopo aver gettato gli zaini di lato. Jamine si immerse completamente, incurante dei vestiti e di ogni altra cosa. Tutta la sabbia che avevano addosso si perse nell'acqua, ma loro bevvero avidamente. Dopo essersi scatenati per qualche minuto, uscirono tutti dal lago, gocciolanti. Jamine si sedette sulla sabbia, mettendo un braccio attorno alle spalle di Ben. -Sei stato grande a trovare questo luogo! - esclamó.
- Si..si trova propio al centro della costellazione dell'Orsa Minore sai? Propio al centro. -
Kyle si sedette insieme a loro, interrogativo. Ben sorrise e inizió a raccontare.
- Un giorno, una delle compagne di Artemide, Callisto, perse la sua verginità con Zeus, che si era avvicinato sotto le mentite spoglie della stessa Artemide. Arrabbiata, Artemide la trasformò in un'orsa. Il figlio di Callisto, Arcas, quasi uccise la madre mentre stava cacciando, ma Zeus e Artemide lo fermarono e posero Callisto e Arcas in cielo, come l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore. Era però non fu contenta del fatto che fossero stati assunti in cielo, e perciò chiese aiuto a Teti. Questa, essendo una dea marina, rivolse alle costellazioni una maledizione affinché fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo , senza mai incontrarsi nella volta celeste. -
-È una storia molto triste...- disse Jamine , abbassando lo sguardo. Il sorriso sulle labbra di Ben si spense lentamente.
- Si ,lo è..-
Ben sputó un fiotto di sangue scuro e si accasció lentamente. Jamine lo afferró subito, e quasi gridó. Dalla schiena di Ben sporgeva l'asta di legno di una lancia. Kyle balzó in piedi con un lungo pugnale in mano. Due ragazzi ridevano allegramente.
- Sei stato grande !Lo hai preso propio al centro! - ridacchió la ragazza. Il suo compagno sorrise. -Non è stato così difficile , era così grasso da essere impossibile da mancare! - Jamine era rimasta impietrita, il corpo esanime di Ben fra le braccia. Kyle era furioso.
- Siete disgustosi...-
La ragazza si avvicinó al compagno e gli sussurró
-Lascia che mi occupi io della ragazzina. Sarà un bello spettacolo sentirla urlare. - Il ragazzo annuí lentamente, leccandosi le labbra. Jamine sentí un brivido lungo la schiena; il sangue di Ben le aveva inzuppato i pantaloni, ma lei non si mosse.
- Non dovresti preoccuparti di quel cadavere.- disse la ragazza , sorridendo beffarda.
Jamine prese ad accarezzargli i capelli .Lo sentí improvvisamente rantolare. Era ancora vivo.
- Ben... Ben sei vivo... non preoccuparti, abbiamo... avremo sponsor che ti manderanno qualcosa per guarire, tornerai a Capitol City, e vivrai...-
Kyle era accanto a lei, in silenzio. Il ragazzo armeggiava furioso con l'arco. Evidentemente non riusciva a incordarlo. La ragazza prese ad affilare lentamente la lama d'acciaio della spada con una pietra. Il rumore dell'affilatura le rimbombava nelle orecchie. Sentiva la morte incombente su di sé. La ragazza si avvicinó lentamente , la spada in pugno. Kyle le sfioró la mano , alzó il sopracciglio destro e mosse un poco la testa. Indicava il ragazzo che aveva piantato la lancia nella schiena di Ben. Era ancora intento ad incordare l'arco. Evidentemente non era la sua arma preferita. In un lampo, Jamine intuì l'intenzione di Kyle. Certamente ,lui l'aveva vista lanciare coltelli in addestramento e sapeva che ,anche se non fosse riuscita ad ucciderlo, lo avrebbe perlomeno rallentato. Jamine gli fece cenno di aver capito. Spostó delicatamente il corpo di Ben e slacció la custodia del coltello. La ragazza non si era accorta di nulla.
Si era avvicinata a Kyle , sorridendo malignamente
- Preferisci essere ucciso prima o dopo la ragazzina? -
Kyle non si scompose e rispose al sorriso.
- E tu preferiresti morire prima o dopo avermi visto aprire la pancia del tuo amico? -
La ragazza aggrottó le sopracciglia, furiosa.
-Vedo che vuoi affrontarmi... va bene.. Mike non preoccuparti , mi occupo io di questo moscerino.-
Kyle si mise in posizione, la lama d'acciaio del pugnale brillante al sole del primo pomeriggio. La ragazza mise di fronte a sé la spada, il viso concentrato. Jamine non staccava gli occhi dal ragazzo Favorito , che continuava a tentare di incordare l'arco. Aspettava il momento giusto. Improvvisamente, il ragazzo gettó via l'arco, furioso.
-Mi sono stancato!-
Si giró e Jamine capí che era giunto il momento. Senza pensare , si alzó e scagliò il coltello. Quel coltello dalla lama robusta e inutile , fece bene il suo lavoro. Il coltello centró il ragazzo al petto, poco sotto il collo. Mentre gridava, Kyle non perse tempo; la ragazza era rimasta impietrita , e Kyle le afferró il braccio , girandoglielo dietro la schiena. La spada le cadde di mano e Kyle, fulmineo, le aprí la gola da orecchio a orecchio. Il gorgoglio del sangue dalla trachea aperta fece venire i brividi a Jamine, rimasta impietrita. La ragazza cadde in ginocchio, morta già prima di toccare terra. Il ragazzo Favorito gridó disperato. Kyle afferró la spada caduta dalla mano della ragazza e gliela puntò al collo. Il ragazzo era terrorizzato.
- Ti... ti prego, lasciami vivere. Ho sponsor che possono aiutarci, uccideremo tutti quelli che restano..-
-No.- rispose Kyle.
-Hai ucciso un mio amico, e non posso perdonati. Addio.- Prima che il ragazzo potesse dire altro, Kyle lo finì piantandogli nel cuore la spada che era appartenuta alla sua compagna. Jamine era rimasta bloccata , il cuore martellante. Kyle si rialzó e l'abbracció. Piangevano entrambi, e Jamine si lasció accarezzare i capelli. Improvvisamente, sentirono Ben rantolare. I due si sciolsero immediatamente dall'abbraccio e corsero accanto al ragazzo. Ben aveva la pelle bianca come il marmo. Era incredibile che fosse ancora vivo, ma se lo era non doveva mancare molto al momento in cui avrebbe lasciato l'Arena a bordo di un hovercraft. Avrebbe presto fatto ritorno al Distretto 3.
- Ra..ragazzi..-
-Ben...Ti prego non parlare..-gli sussurró Jamine. Il ragazzo scosse piano la testa.
-Io... ora torno a casa...ma...uno di voi..voi due...deve vincere...ricordate... di guardare il cielo...-
Kyle e Jamine annuirono all'unisono, ed entrambi stringevano una mano di Ben. Lentamente , il ragazzo del Distretto 3 chiuse gli occhi , e la sua stretta diventava sempre più debole. La natura innalzava il suo inno funebre a Ben , il vento che scuoteva gli abiti e i cuori.
Jamine era stesa all'interno della tenda , mentre fuori il vento continuava a seguirli. Kyle aveva insistito per ottenere il turno di guardia , insistendo che lei riposasse. Della separazione non se ne era più parlato. Jamine aveva provato a chiudere gli occhi, ma ogni volta che le palpebre calavano il sipario sul mondo le ritornavano alla mente le orribili immagini della carneficina; il sorriso spento sulle labbra di Ben, colpito a morte dalla lancia, le suppliche disperate del Favorito che lei aveva colpito con il coltello, l'orribile, raccapricciante rumore del sangue dalla gola aperta della ragazza Favorita. Tutto si mescolava nella sua mente, senza che lei riuscisse a scacciarli. Nemmeno Kyle voleva dormire , e lo aveva ampiamente dimostrato restando sveglio per la guardia. Dopo che avevano lasciato il luogo della strage , avevano ripreso a camminare fino a quando le prime stelle erano comparse in cielo. Avevano deciso di aprire la tenda e sistemarsi lí per la notte , ma Jamine sapeva che non sarebbe riuscita a dormire. Improvvisamente, Kyle entró nella tenda e si sedette accanto a lei, le ginocchia strette fra le braccia.
-Non riesci a dormire, vero?- chiese. Jamine scosse la testa , abbassando lo sguardo.
-Sai... ho provato ad osservare il cielo con quel tubo pieghevole che usava Ben... È fantastico , riesci a vedere da vicino anche gli oggetti più lontani! Vuoi provarci?- chiese.
Jamine capí che lo faceva per distrarla , e gli fece un piccolo sorriso.
-Wow.. ok fammi provare.-
Uscirono dalla tenda con il tubo sottobraccio. L'Orsa Minore , la costellazione di cui gli aveva parlato Ben , tracciava il suo disegno nel cielo. Al suo apice aveva una stella più grande, più brillante di tutte.
-Mi piace pensare che Ben sia arrivato in quella stella, che sia lí per guidarci. - sussurró Kyle.
-Spero che sia tornato a casa... Meritava di tornarci. - gli sussurró Jamine di rimando. Quel ragazzo increbilmente intelligente e dal cuore d'oro non lo avrebbero mai dimenticato. Kyle allungò il tubo d'ottone e lo porse a Jamine.
-Appena ho visto Ben tirarlo fuori , gli ho chiesto a cosa potesse essere utile quel tubo in un'Arena. Lui ha sorriso e mi ha detto che si chiamava cannocchiale , e che serviva per scrutare l'orizzonte e le stelle. Era rimasto nel suo zaino.-
Jamine annuí e mise la lente più larga sull'occhio.
-Ah! Ma non si vede niente!- esclamó. Kyle scoppió a ridere e glielo prese dalle mani.
-Devi metterlo in questo modo.- disse , girandolo dall'estremitá più stretta. Jamine lo mise sull'occhio destro , chiudendo la palpebra sinistra. Riusciva a vedere l'orizzonte lontano , cosí chiaramente da lasciarla senza fiato. Poi , lo puntò al cielo. Fu uno spettacolo talmente magnifico da farla sospirare; le stelle non erano affatto poche , ma erano almeno un centinaio. Mille piccole splendide luci che illuminavano la volta celeste , e la stella che costituiva l'estremità dell'Orsa Minore era la più brillante. La stella che era Ben.
Il lago si trova propio al centro dell'Orsa Minore le aveva detto , è sembrava essere successo mille anni prima. Ora erano lontani dal lago , ma si immaginava già l'occhio azzurro in mezzo a quel quadrato di stelle. Le rivennero alla mente le ultime parole del suo amico.
Io ora torno a casa, ma uno di voi deve vincere. No , non aveva detto solo questo. Aveva aggiunto un'altra cosa , prima di chiudere gli occhi.
Guardate il cielo. Si , aveva detto così. A Jamine vennero in mente altre parole , di un'altra persona.
E sai una cosa? La coda puntava verso l'esterno, verso il deserto! aveva detto Nicaya , la prima volta che l'aveva incontrata. Infatti erano dovuti andare nel deserto , e avevano trovato l'acqua. Però , qualcosa non quadrava. A parte i due Favoriti , non avevano incontrato nessuno , il che era strano. E nemmeno quando era morto Ben aveva suonato il cannone , e il suo volto non era comparso in cielo. La stella più luminosa sembrava ammiccarle , fiduciosa.
Non sono capace a risolvere questo enigma... Ben.. Lui era intelligente , sarebbe stato in grado pensava , continuando a guardare dal cannocchiale. Kyle era rimasto in silenzio accanto a lei , ma guardava nella sua stessa direzione. Improvvisamente , Jamine inizió a correre. Ignoró il grido di Kyle e continuó a correre , iniziando a scalare velocemente la duna che si ergeva di fronte a lei. Non si fermó finché non raggiunse la cima. Da lì , vide il bosco in lontananza , quello da cui era scappati. Come previsto , non si erano allontanati troppo dal bosco. Kyle la raggiunse e la strattonó.
-Ehy che ti prende? Perché sei corsa via?-
Jamine , finalmente , vide la soluzione. Il suo volto si rabbuió , e cadde in ginocchio nella sabbia. Kyle le strinse le spalle , preoccupato.
-Cosa succede? Cosa hai visto Jamy? -
-La stella di Ben... l'Arena...io..-
-Cosa intendi dire?-
Jamine gli prese il viso fra le mani , le lacrime che già si affacciavano sul suo volto.
-È inutile rimanere qui , e presto ci spingeranno indietro. Ben aveva capito tutto.-
-Non capisco.-
-Ci ha detto di guardare il cielo ricordi? Sapeva che avremmo tenuto il suo zaino e il suo cannocchiale , e voleva che lo usassimo. La punta dell'Orsa Minore... punta... verso il bosco.-
Kyle la guardó incredula e afferró il cannocchiale che le era caduto nella sabbia , puntandolo nella direzione della stella di Ben. Anche lui vide la stessa cosa che aveva visto Jamine , e quando ripose il cannocchiale aveva un'espressione sconvolta.
-La stella...-
-Punta al bosco , molto probabilmente alla Cornucopia.- completò lei. Kyle si sedette sulla sabbia e lei lo imitó.
-Cosa significa? -domandò. Jamine scosse la testa.
-Non lo sapremo mai se non andiamo lí.-
- Ma è troppo pericoloso..-
-Non più che rimanere qui. Cosa faremo , continueremo a vagare in questo deserto sconfinato?-
Kyle abbassó lo sguardo , il cannocchiale ancora stretto in mano.
-Dovremo uscire fuori prima o poi , e io ne ho abbastanza di questo gioco. Voglio arrivare alla fine , in un modo o nell'altro.-
Kyle la guardó e vide la determinazione nei suoi occhi.
-Hai ragione , non ci resta altro. Domani andremo al bosco , e vedremo cosa accadrà.-
Improvvisamente , Jamine gli buttò le braccia al collo.
-Grazie... - gli sussurró. Kyle non seppe cosa rispondere , ma speró che il buio nascondesse il rossore delle sue guance.
L'indomani , prima ancora che il sole sorgesse del tutto dall'orizzonte, Jamine e Kyle percorrevano a ritroso la strada verso il bosco. Avevano richiuso gli zaini e avevano mangiato quasi tutte le loro scorte. Ci sarebbe voluta almeno mezza giornata di cammino per arrivare nel bosco , e avrebbero avuto bisogno di tutte le loro forze. Mentre camminavano , Jamine strinse la farfalla di vetro attraverso il tessuto della tasca dei pantaloni; pensava alla sua famiglia , cosí dannatamente lontana. Sperava che la vedessero ora , in quel momento , viva.
Kyle camminava in silenzio , e di tanto in tanto scrutava i dintorni con il cannocchiale , ma non aveva ancora avvistato nessuno. C'era un silenzio irreale , solo due piccole figure con il numero 10 stampato sulla schiena per chilometri e chilometri.
Jamy aveva il terrore di essersi sbagliata , magari trascinando entrambi in una trappola mortale. E poi , non aveva ancora avvistato nessuno. Che fossero tutti morti? In quel caso , per tornare a casa vivi , uno dei due doveva uccidere l'altro. Le venne un brivido; non sarebbe mai stata capace di uccidere Kyle , mai.
Finalmente arrivarono in vista dei primi alberi del bosco. Non era il punto da cui era uscita per sfuggire agli ibridi , ma era una sorta di entrata principale. Gli alberi curvavano i loro rami in una sorta di arco , assolutamente innaturale. Ora Jamine era sicura della sua intuizione.
Lei e Kyle entrarono nel bosco , dando l'addio al deserto. In qualsiasi modo fosse finito tutto questo , non sarebbero mai tornati lí. Nel bosco regnava il terribile silenzio che li aveva accompagnati nel deserto; non c'era nessuno , nemmeno degli animaletti , degli uccelli , nessun ronzio di insetti. Era una calma irreale , nervrotizzante , quel genere di silenzio che fa impazzire. Jamine aveva i nervi a fior di pelle , e continuava a guardarsi intorno. Kyle , il pugnale lungo in mano , era nervoso quasi quanto la sua compagna di Distretto.
- Credi che siano morti tutti? -
La voce di Jamine risuonava in maniera inquietante, in mezzo a quel silenzio.
-Non ci hanno mai fatto sapere né il numero né i nomi dei morti per fare in modo che nessuno di noi potesse conoscere i suoi avversari per la sfida finale. Non sappiamo nulla , e non ci resta che andare nell'unico posto che potrebbe essere considerato come punto di incontro. - rispose Kyle.
-La Cornucopia..- completò Jamine , assorta. Il ragazzo annuí. Si fermarono per una breve pausa , terminarono le loro scorte di gallette e bevvero finalmente a sufficienza. Non credevano che le provviste sarebbero servite ancora a lungo. Mentre si incamminarono di nuovo , videro parecchie fonti e piccoli ruscelli; erano quelli che contenevano l'acqua avvelenata , il motivo principale della loro lunga escursione nel deserto. Jamine ricordava ancora la prima giornata nell'Arena , quasi mille vite fa. Era incredibile come il mondo esterno passasse in secondo piano quando si varcavano le porte dell'Arena , quanto quel luogo apparisse come il mondo reale , come una sorta di regno secondario. Non esistavano più il Distretto 10 , Capitol City o Panem; nascevano , vivevano e morivano in quell'universo distopico che era l'Arena. Jamine era nata il primo giorno , e la sua vita aveva attraversato come un arco tutti quei giorni , per morire entro quel tramonto. Era vecchia , terribilmente vecchia , e il peso di quei giorni era mutato in anni. Era arrivata anche lei alla fine del gioco , e speró di aver dato il meglio di sé.
Accanto a lei , Kyle guardava oltre gli alberi , le mani strette a pugno. Si guardarono negli occhi un'ultima volta. Erano arrivati alla radura dove tutto era iniziato , e vedevano la struttura metallica della Cornucopia. Si abbracciarono un'ultima volta e si separarono , ognuno in una direzione differente. Era arrivata la fine.
Nella radura della Cornucopia regnava il silenzio come nel resto del bosco. Jamine si guardó intorno , ma non vide nessuno. Kyle si era allontanato molto da lei , e si era fermato dall'altro lato della Cornucopia. Che fossero costretti ad uccidersi a vicenda? Jamine continuava a sperare di no.
Improvvisamente , due figure uscirono dal bosco. Il ragazzo del Distretto 1 , le spalle larghe quanto un armadio , e una ragazza alta e flessuosa , corti capelli neri , il numero 1 stampato sulla giacca. Erano compagni di Distretto , come lei e Kyle. Jamine si voltó a guardarlo e lo vide osservare la Cornucopia , a circa 500 metri da lei. La ragazza posò i suoi occhi neri su di lei e fece un sorrisetto , molto simile alla ragazza che avevano già ucciso. Erano due contro due , Favoriti del Distretto 1 contro i tributi del 10. Jamine non udiva altro che il battito accelerato del suo cuore , fino a quando non sentí il suono del gong. Era un'altro bagno di sangue , un nuovo inizio. In un attimo , la ragazza del Distretto 1 aveva iniziato a correre verso di lei. Ebbe solamente il tempo di prendere il coltello e alzarlo sopra la testa; la ragazza dell'1 aveva già tentato di piantarle la spada nel cranio. Un' altro fendente , un'altro ancora; Jamine li paró tutti a fatica. Aveva un misero coltello , non sarebbe mai potuta sopravvivere ai colpi di spada della ragazza del Distretto 1.
-Ti farò a pezzi , 10.- grugní la sua avversaria , non dandole tregua nemmeno per un istante. All'improvviso , le diede una spinta e Jamine cadde rovinosamente a terra , sbattendo forte la schiena. La ragazza rise e le puntò la spada alla gola. Eccolo finalmente , il momento della sua morte. Ci aveva pensato innumerevoli volte , ma mai avrebbe creduto di poter morire così , propio alla fine. Sarebbe morta come la ragazza Favorita sgozzata da Kyle , solo che ora le parti erano invertite. Un cannone sparò. Uno fra Kyle e il ragazzo dell'1 era morto. Il prossimo cannone a sparare sarebbe stato il suo. Chiuse gli occhi fra le lacrime , sperando di morire subito. Una goccia le cadde su una guancia , la stessa su cui giorni prima era caduta l'acqua dai capelli di Kyle. Un'altra ancora sul naso. Pioveva. Jamine ebbe il coraggio di aprire gli occhi. Pioveva sangue. Dal collo della Favorita sporgeva il pugnale di Kyle , quello con cui aveva già ucciso due persone. La ragazza le crollò addosso , e il cannone sparò per lei. Jamine spostó il suo cadavere e si rialzó a fatica. Qualche metro più in là , Kyle , con un braccio insanguinato. Il corpo del ragazzo del Distretto 1 era a terra , in un lago di sangue. Era la fine , erano rimasti in due. Jamine e Kyle si avvicinarono , e Kyle le porse la spada del Favorito dalla parte dell'elsa.
-Fallo.- disse , guardandola negli occhi. Jamine scosse violentemente la testa.
-No.-
-Devi farlo. Uno di noi deve vincere , lo abbiamo promesso a Ben.-
-Si , e sarai tu.- ribatté Jamine. Non le importava più niente della sua vita , di quello che era stata. Non sarebbe potuta vivere con il dolore di averlo ucciso. Non era sicura di poter vivere senza di lui. Perché , in quei giorni , si era accorta di quanto fosse indispensabile averlo al suo fianco. Le lacrime le solcavano le guance.
-Non puoi chiedermi di farlo Kyle. Non posso..-
-Nemmeno io posso , lo capisci Jamy?- gridó lui , gli occhi lucidi. Le prese le mani.
-Non posso vivere sapendo di averti ucciso.-
La abbracció stretta , come non aveva mai fatto prima. Senza che Jamine potesse opporre resistenza , lui le aveva preso il viso fra le mani e aveva appoggiato le labbra sulle sue. Jamine rispose al suo bacio , senza smettere di piangere. Il corpo insanguinato di Kyle era caldo contro il suo , e le loro labbra combaciavano alla perfezione.
Jamine si chiedeva perché tutto questo era così dolce , ma al contempo così terribile. E mentre si baciavano non le importó che quel momento fosse inevitabilmente destinato a finire , che mai avrebbero potuto tornare a casa insieme , essere felici. Era il dolore più terribile che avesse mai provato , e allo stesso tempo la sua gioia più grande. Il ragazzo ebbe un brivido contro di lei , e la sua stretta divenne meno vigorosa. Jamine si staccó dalle sue labbra e , quando lo fece , sentí il suo cuore spezzarsi definitivamente. Dal suo collo sporgeva un coltello da lancio. Uno di quelli che lei avrebbe saputo maneggiare benissimo , dall'impugnatura nera. Kyle si accasció a terra e lei lo strinse fra le braccia , gridando il suo nome. Dietro di lui , svettava Nicaya. La ragazza del Distretto 7 aveva allacciato la cintura di coltelli da lancio che era appartenuta al ragazzo del Distretto 1. Era sempre stata lí , ben nascosta per poter approfittare della situazione appena si fosse fatta vantaggiosa. Il suo sorriso di denti bianchi sembrava volerla prendere in giro.
-Sei sempre stata qui...-
Io voglio giocare bene. E tu , come vuoi giocare Jamine?
Aveva giocato bene fino all'ultimo , ogni mossa calcolata a mente fredda , a partire da ogni singola parola , ogni sorriso , ogni movimento studiato fino ai minimi dettagli. E poi , la sua mossa finale , il suo scacco matto che metteva fine alla partita. Avevano perso tutti.
-Già. E adesso è finita. Hai perso Jamine , ma in fondo lo hai sempre saputo no? Non avresti mai vinto. Peccato per il tuo ragazzo , non è vissuto abbastanza per vedere la fine della sua dolce metà.-
Il sangue le ribolliva nelle vene , la rabbia che la divorava. Nicaya gettó indietro la testa e scoppió a ridere. Jamine era sempre fuggita. A scuola , dal giardino del sindaco Goodman , dalla Cornucopia dopo il gong iniziale. Era sempre fuggita.
Ma quella volta , non fuggì.
Afferró la spada che aveva stretto la ragazza Favorita e inizió a correre. Nicaya le lanció un coltello , ma lei scartó di lato e non si fece prendere. Un altro le sfioró il fianco , e lei lo ignoró. Non rallentó la sua corsa. Appena si avvicinó , Nicaya snudó una spada corta e paró il colpo. Jamine affondó una volta , due volte , tre volte , ma Nicaya paró sempre. Ma Jamine non perdeva un colpo , e subito era pronta a restituire. Le fece un profondo taglio al braccio , e Nicaya la colpì di lato al collo , ma erano alla pari. Improvvisamente , Nicaya le ferí la mano destra , e per il dolore Jamine lasció la presa sulla spada. Crollata di nuovo a terra , Jamine si ritrovò la spada di Nicaya alla gola.
-È finita Jamine. Spero solo di non farti troppo male.-
Il suo sorriso beffardo la umilió profondamente. Ma , un tintinnio attiró la sua attenzione. La corda con l'unicino si era sciolta durante il combattimento , e ora pendeva inerte sul prato. D'istinto , la prese e la sbattè sulle gambe di Nicaya con tutta la forza che aveva in corpo. La ragazza urló dal dolore , e Jamine ne approfittò per rialzarsi. La gettó a terra e si sedette su di lei. Le suppliche di Nicaya non le udì nemmeno. Scatenò tutta la sua rabbia sul tributo femmina del Distretto 7. L'uncino metallico si riempí di sangue , e le braccia le facevano malissimo , ma la rabbia che provava le aveva completamente annebbiato il cervello. Si fermó solamente quando udì il colpo di cannone. Quando vide ciò che aveva fatto , Jamine si rialzó in fretta e ricadde qualche metro più in là. I conati di vomito le stringevano la gola , e non si fermó finché non ebbe svuotato lo stomaco. Non udiva ancora la voce del presentatore. Forse un'altro tributo si nascondeva nel bosco. Jamine prese l'uncino insanguinato , pronta a difendersi. Ma non c'era nessuno. E capí. Gettó via l'uncino e corse da Kyle. Era ancora vivo , e appena lei lo prese fra le braccia le sorrise dolcemente.
-Jamine...- sussurró , il sangue che gli colava dalla bocca. La vista del pugnale che gli spuntava dal collo le strinse il cuore
-Ti amo Kyle..- singhiozzó Jamine , baciandolo. Il suo sangue le sporcó le labbra , ma non se ne curò.
-A..anche io...- rispose lui , stringendole la mano. Jamine lo strinse a sé ,le lacrime che le inondavano le guance , e lui chiuse gli occhi. Il cannone sparò per lui. Jamine non riusciva a separarsi da lui , non voleva capacitarsi che non lo avrebbe piú visto sorridere , che non lo avrebbe piu visto correre o maneggiare una spada. Che non avrebbe più udito le sue parole di conforto , che non l'avrebbe più stretta fra le sue braccia , che non l'avrebbe più protetta. Il calore delle sue labbra ancora la riscaldava , ma dopo che anche quella sensazione fosse scomparsa , non le sarebbe rimasto più nulla. Strappó i fili d'erba e urló tutto il suo immenso, straziante dolore.
Nel medesimo istante , una voce amplificata dagli altoparlanti trasmetteva il suo messaggio.
Signori e signore , ecco a voi il vincitore dei Sessantaquattresimi Hunger Games.
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