Quinta Prova
Il sole le accecó gli occhi , le scaldó la pelle fredda. Il groviglio di capelli neri , intricato come un cespuglio di rovi , le ricadeva in morbide ciocche sul volto , ma lei non si mosse affatto. La prima cosa di cui ebbe davvero coscienza fu la sua mente. Vuota , nera e confusa come una nebulosa , assolutamente priva di informazioni. Tabula rasa. Solo un nome le ronzava nella testa , incessantemente.
Lydia.
Lydia poteva essere il suo nome. Lydia era il suo nome.
E poi , più nulla.
La grossa gabbia metallica salì con un cigolio inquietante , e dopo qualche secondo , fu completamente fuori. Lydia aveva i muscoli delle gambe completamente intorpiditi , come se in tutta la sua vita non avesse mai mosso un passo. E quello che vide intorno a sé fu addirittura più sconcertante della sua memoria vuota; uno spiazzo di terra secca , frastagliata da qualche chiazza d'erba marrone , circondata completamente da altissimi bastioni di cemento , scuriti dal vento e dalle intemperie. Erano così alti e lisci da essere impossibili da scalare , era evidente anche da quella lontananza. Lydia provò ad alzarsi per uscire dalla gabbia metallica , ma dovette accontentarsi di strisciare fuori , sporcandosi i vestiti di polvere. Tutto intorno a lei , il vuoto.
Qualche edificio scrostato occupava l'orizzonte , ma niente aveva la maestosità delle alte pareti che chiudevano quel luogo. Ci volle qualche minuto perché le gambe di Lydia potessero di nuovo reggere il suo peso , ma appena poté la ragazza si alzò dal punto dal quale era uscita. E fu in quel momento che vide di fronte a sé due ragazzi; avevano vestiti sporchi e stracciati , le guance scure. Prima che potessero dirle qualcosa , Lydia si alzò in piedi e cominciò a camminare. Le voci dei due le udì a malapena , ovattate come se li udisse sott'acqua.
Le sue gambe aumentarono la velocità , e in un attimo stava già correndo. I due ragazzi dietro di lei la inseguivano , ma lei era più veloce. Il mondo le sfrecciava accanto , come le alte barriere scolorite. Che erano sempre più vicine. Le grida dei suoi inseguitori si fecero sempre più acute , ma lei non rallentó; aveva il fiato grosso , i muscoli le bruciavano come tizzoni ardenti , e sentiva che non avrebbe retto per molto.
Qualcuno le afferrò il braccio , costringendola a fermarsi. Si voltò e vide uno dei ragazzi che la inseguivano. Era sporco quasi quanto lei e aveva gli occhi verde smeraldo , spalancati per la rabbia.
-Dove diavolo stai correndo?- le gridò , stringendole il braccio. Lydia non rispose , osservandolo con altrettanta rabbia; non sapeva dove volesse andare , ma era certa di non voler rimanere lì.
-Io...devo andare.- ebbe la forza di dire , alzando e abbassando il petto , cercando di riprendere fiato. Il ragazzo fece un sorrisetto triste , scrollando la testa.
-Non puoi andartene da qui. Nessuno se ne va.
Lydia spalancò gli occhi.
-Cosa?
-Mike ha ragione. Chi entra non se ne va da qui.
L'altro ragazzo , un tizio allampanato con lunghe braccia e gambe , arrivò da loro , asciugandosi la fronte con il dorso della mano destra. La guardò dalla testa ai piedi , dando una gomitata sulle costole del suo amico.
-Ehy Mike , questa ha la stoffa dei Velocisti.- disse , ridacchiando. Lydia era sempre più furiosa.
-Cosa significa che nessuno se ne va?- gridò , strattonando il ragazzo con gli occhi verdi , Mike. Lui non si scompose , e continuò a guardarla negli occhi.
-Hai capito. Quando qualcuno esce dalla Scatola entra nella Radura e non esce più. A meno che non ci dia un aiuto fantastico per uscire dal Labirinto.
La ragazza non aveva capito assolutamente nulla.
L'amico scoppiò a ridere.
-La ragazza non ha capito niente. Dovresti essere più chiaro.
Lydia aggrottó le sopracciglia , furiosa.
-Potete spiegarmi cos'è questo luogo? Che ci stiamo a fare qui? Perché non possiamo uscire?
I due si guardarono in silenzio; sembravano indecisi se parlare oppure no , ma l'unica cosa che Lydia voleva sentire era la verità. Mike dovette capirlo , perché scrolló di nuovo le spalle , rassegnato.
-Devi sapere soltanto che questa è la Radura. Qui ci siamo noi , e quelle mura ci difendono da ciò che c'è all'esterno. Punto- disse il ragazzo alto , abbassandosi le maniche della maglietta logora , troppo corta per lui.
-Solo questo?
Lydia era allibita. Non poteva essere tutto , no. Il suo cervello si rifiutava di crederci.
Mike sembrava spazientito.
-Senti , ne tu ne io siamo qui per nostro volere. Ma siamo qui , e dobbiamo sopravviverci. Per cui , ti conviene imparare subito quello che c'è da sapere , ancora più in fretta se prima di venire qui avevi tutto ciò che volevi.
Lydia abbassò lo sguardo , ferita.
-Non ricordo niente della mia vita precedente. - sussurrò. Mike socchiuse gli occhi.
-Nemmeno noi ricordiamo qualcosa di come fosse prima la nostra vita.- rispose , lo sguardo triste
Mike e Jack , il suo compagno , le mostrarono le desolanti strutture della Radura , e descrissero le altrettanto desolanti attività che si svolgevano.
-Qui ognuno ha un compito. Si tratta solo di capire qual'è il tuo.- stava dicendo Mike.
-Prima avete detto che ho la stoffa per i Velocisti. Chi sono?- chiese Lydia , curiosa.
-I Velocisti sono gli unici che possono entrare nel Labirinto. Lo esplorano ogni giorno , nel tentativo di trovare una via d'uscita.
Lydia si illuminó; con loro sarebbe stato più facile trovare l'uscita. Jack si accorse della sua espressione.
-Non esaltarti ragazza. È molto difficile che il Custode dei Velocisti prenda nuove reclute. Soprattutto se si tratta di gente come te.- disse , sghignazzando. Lydia era sempre più furiosa.
-Diventerò un Velocista!- esclamò , stringendo i pugni.
-Oh , scommetto di no!- ribatté.
-Invece sí!
Jack diede un rapido sguardo a Mike , rimasto in silenzio per tutto il tempo. Quello sguardo non sfuggì alla ragazza.
-Tu sei il Custode dei Velocisti!- esclamò , indicando Mike. Jack scoppiò a ridere.
-Ehy amico , la ragazza è sveglia!
-Mi chiamo Lydia.
Mike si voltò a guardarla , gli occhi smeraldini accesi di una luce determinata.
-Essere Velocisti non è affatto facile Lydia. Restiamo fuori nel Labirinto tutto il giorno , rischiamo la vita ogni giorno. Per cui , prima di voler diventare una di noi , dovresti imparare almeno cosa significa essere un Raduraio. Sei qui da nemmeno un giorno.
Lydia non demorse.
-Non dovremmo uscire tutti insieme? Così potremmo trovare l'uscita molto prima , no?
-Qui c'è un'ordine , delle regole. Se non ci fossero state ci saremmo estinti già da anni.- ribatté Mike , continuando a camminare. Jack annuiva ad ogni singola parola , contribuendo a far sembrare Lydia un'idiota.
Lei non seppe cosa dire , ma era furiosa.
Il resto del discorso di Mike le passò attraverso come acqua corrente.
Alla fine del pomeriggio , Mike scrutava le porte aperte del Labirinto , seduto sui fili d'erba secca. Lydia lo guardava da lontano , mentre passeggiava per la Radura. Le avevano spiegato ogni cosa , e aveva anche saputo che Jack , a differenza di Mike , non era un Velocista , ma si occupava di servire il cibo. Insomma , non aveva molto potere , ma per Lydia l'essere amico di Mike contava abbastanza. Il Custode dei Velocisti aspettava con impazienza il ritorni della sua squadra , fuori da quella mattina. Al tramonto , infatti , le porte del Labirinto chiudevano , e chi vi rimaneva intrappolato era da considerarsi morto. Nessuno , infatti , era mai sopravvissuto ad una notte nel Labirinto. Questa era l'unica cosa che avesse afferrato di tutto il discorso di Mike. Notte nel Labirinto uguale morte. Punto. Come avrebbe detto Jack.
Passarono molte ore , e ormai il tramonto era vicino. Mike era sempre più inquieto. Anche Lydia , che lo osservava da lontano , riusciva a percepirlo.
Dopo altre due ore il cielo si era oscurato visibilmente , e la squadra non era ancora tornata. Jack aveva finito il suo lavoro , e si era avvicinato a Mike con una scodella di minestra non troppo invitante. Mike aveva rifiutato , continuando imperterrito a guardare le porte ancora aperte del Labirinto. Improvvisamente , il ragazzo si alzò , borbottando qualcosa a Jack. Lui urlò , furioso.
-Come sarebbe a dire "vado a vedere"? È tardi , le porte chiederanno da un momento all'altro!
-Non posso lasciarli lì dentro!- urlò Mike di rimando. Jack scosse la testa , prendendo l'altro per le spalle. Lydia si avvicinò a loro , curiosa. Jack non la degnó di uno sguardo al contrario di Mike che , invece , le fece un sorriso triste.
-Và a letto , Novellina. Non è un bello spettacolo.
Lydia lo ignoró.
-Stai per entrare lì dentro.- disse. E non era affatto una domanda.
-Non entrerá lì dentro , tranquilla. Lui resta qui.- sentenzió Jack , continuando a trattenerlo.
-Non puoi decidere per me.
-Non ti lascerò morire.- ribatté lui , di rimando.
-Io verrò con te.
Stavolta , fu Lydia a parlare. Entrambi si voltarono a guardarla; Jack rise tristemente , mente Mike non perse una goccia della sua serietà.
-Non essere sciocca.- disse solamente. Lydia era sempre più convinta.
-Verrò con te.-
-Smettila , io...-
Mike stava per ribattere , quando un rumore sinistro e raschiante lo interruppe; le porte del Labirinto si stavano chiudendo. Mike si sbalzó in avanti e iniziò a correre , prima che Jack riuscisse a fermarlo. Il Velocista era appena partito , quando anche Lydia lo seguì. Corse come quella mattina , decisa a raggiungerlo. Non pensò ad altro. Le urla di Jack erano solo deboli grida al vento , che loro non udirono.
Mike entrò nel Labirinto , le porte a metà della loro chiusura. Con un ultimo , disperato scatto che le bruciò ogni singola fibra dei muscoli , anche Lydia scivolò dentro.
Le porte , con un'ultimo cigolio , si chiusero dietro le sue spalle.
Lydia guardava tutto intorno a sé ,voltandosi come in un'inquietante girotondo. Il sole sembrava già essere sceso , e le pareti del Labirinto incombevano minacciose , chiudendo ogni speranza. Mike , accanto a lei , la guardò con occhi vacui come vetro.
-Spero ti piacciano i giochi Lydia.- disse , la voce atona e tremante.
-Perché quello a cui giocheremo non sarà troppo bello...-
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