Quarta Prova

-Lottie! Su scendi , il nonno è già in macchina!- urlò mio padre dal piano di sotto , fastidioso come al solito. Saranno dieci minuti che mi chiama , nonostante gli avessi detto che sarei scesa appena fossi stata pronta. E , invece , continua a nevrotizzarmi. Ah , già , voi non conoscete la mia storia. Ebbene , mi presento. Mi chiamo Charlotte , e ho diciassette anni. Mia madre morì alla mia nascita , e ho sempre vissuto con mio padre , un agente di borsa terribilmente impegnato e perennemente in viaggio. Per questo , è stata mia nonna a farmi da mamma , e mio nonno a fare le veci di mio padre. Quindi , si può dire che non sono mai sola. Anche se , a volte , vorrei esserlo. Non fraintendetemi , amo la mia famiglia , ma a volte mi sento fuori posto con loro , quasi... come dire.. isolata. Ecco , isolata è la parola giusta. Sarà il fatto della scuola. Non vado a scuola con i ragazzi della mia età , ma in un istituto speciale , per ragazzi con problemi di dislessia e disturbi dell'attenzione. Mio padre ci ha messo un pó a metabolizzare la cosa , mia nonna ancora meno; avrebbe tanto voluto mandarmi ad Harvard , o a università del genere. Risparmiava addirittura i soldi del college , già da quando era molto piccola. Ma le sue speranza sono state deluse molto presto dai miei scadenti risultati scolastici. Mio nonno , invece , crede che io sia solo una scolara svogliata e annoiata , e ritiene pure sciocchezze tutte le diagnosi di dislessia dei dottori.
L'unica cosa di cui sono realmente orgogliosa è il mio aspetto; sono alta un metro e settantacinque , ho gli occhi azzurri e i capelli biondi , sempre lucenti. Questa cosa mi ha sempre incuriosita; mai un brufolo , o qualche lentiggine. Sempre il viso liscio , candido e perfetto come porcellana cinese. Ho i denti dritti e bianchi come madreperla , gambe lunghe e affusolate , camminata leggiadra e voce suadente. Non so da chi abbia preso tutte queste cose. Papà è piuttosto basso e tarchiato , con i capelli grigi e gli occhi scuri , anche se in gioventù era molto più carino. Molti ragazzi , per strada , mi guardando di sottecchi e chiedono di me agli amici , ma poi quando scoprono che sono una sorta di "pazza" si tirano indietro. Insomma , la mia non è propio una vita facile.
Scesi rapidamente le scale e uscii nel cortile; la macchina ha già il motore acceso , e mio padre è al posto di guida. Appena mi vede tira un sospiro di sollievo.
-La principessa ha deciso di concederci l'onore di vederla!- esclama , sarcastico. Mia nonna ridacchia dal sedile posteriore , i capelli bianchi coperti da un fazzoletto a fiori.
-Ah.Ah.Ah , sei davvero simpatico. - ribatto , aprendo la portiera e sedendomi accanto alla nonna. Oggi si va in campeggio nel bosco , una delle attività che mio padre inventa nei week end liberi dal lavoro per riunire la famiglia. E ovviamente , anche io sono inclusa , nonostante non sia affatto un mio desiderio.
Il viaggio dura quasi due ore , e per tutto questo tempo l'unica compagnia proviene dalla radio accesa , con la sua voce atona e fintamente allegra. Quando arriviamo , lascio mio padre e mio nonno a montare la tenda e vado a dare un'occhiata in giro.
La natura , il silenzio , l'assoluta mancanza di comodità; è tutto assolutamente deprimente. Faccio fatica a camminare nel sottobosco intricato , e il mio abbigliamento non aiuta. Ho indossato i miei jeans stretti , una maglietta di cotone nera e gli stivali alti , come se dovessi semplicemente passeggiare con un'amica. L'abbigliamento tecnico che ha acquistato mio padre per me è talmente orribile che ho dovuto nasconderlo in fondo all'armadio.
Mi sono allontanata di circa cinquecento metri dalla mia famiglia , su una sorta di collinetta rialzata e coperta di pini secolari. Mi giro e vedo mio padre e mio nonno ancora impegnati con la tenda , mentre mia nonna ha già tirato fuori la brandina e si è sdraiata a prendere il sole , anche se i rami sono talmente fitti che impediscono il passaggio di qualsiasi radiazione solare , UV e non. E io , come al solito , sono abbastanza inutile.
-Charlie , tesoro , perché non raccogli qualche bel rametto per il fuoco? - cinguetta la nonna , con la sua voce stridula. Siamo gli unici in questo bosco , e la sua voce risuona ancora di più.
-Sì nonna!- esclamo controvoglia. Finalmente , un buon motivo per andarmene di qui.
Inizio a scalare la piccola collina coperta di alberi , maledicendo gli stivali che ho insistito a mettere. Mi sento addosso quei maledetti aghi di pino , soprattutto nei capelli. Odio questo posto quasi quanto odio la mia famiglia. Mentre cammino per la montagna , c'é qualcosa di strano. Improvvisamente, non sento più il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti. Mi giro e non vedo più la mia famiglia; mi sono allontanata molto e in breve tempo. Vorrei non averlo mai fatto , tanta è la paura che inizia a riempirmi il cuore. Sto per tornare indietro , quando succede qualcosa di assurdo , totalmente fuori logica;
In cima ad un albero , un essere orribile mi guarda con occhi rossi come sangue. Sembra un mostro delle favole , anzi , non di favole , ma un mostro dei poemi epici. Chissà come deve essersi sentito Ulisse di fronte a quegli esseri schifosi delle Arpie?
Gli artigli acuminati affondano nel tronco , e il orribile volto di vecchia mi guarda con odio.
-Odore di Mezzosangue..- dice , con una voce che assomiglia di più allo stridio di un'unghia su una lavagna che ad un suono umano.
-Dovresti comprarti una buona crema per la pelle.- ribatto , assolutamente disgustata. L'essere grida rabbioso e si slancia dal ramo , spiegando le ali da pipistrello. Forse non è il momento giusto per parlare di creme.
Inizio a correre con tutta la forza che ho , con tutto il fiato che ho. Non sono mai stata una grande estimatrice della ginnastica , ma stavolta è questione di vita o di morte. Il cuore mi batte all'impazzata , e gli artigli del mostro mi artigliano la schiena; gli sfuggo per un pelo , ma il tessuto della maglietta di cotone è totalmente strappato. Non avevo mai creduto che la mia morte sarebbe stata così , per mezzo di un essere mitologico che credevo inesistente. E adesso , puff!
Basta rallentare di pochissimo , per essere la sua cena. Improvvisamente , vedo qualcosa sfrecciarmi al lato della testa , e un urlo disumano rischia di rompermi i timpani. Mi volto e vedo l'Arpia crollare a terra , una freccia sporgente dal suo collo. Qualcuno l'ha uccisa , ma chi? Mi giro di nuovo , e davanti a me... beh , non so come definirlo. Il viso , le spalle , il torace appartengono ad un uomo di mezza età , dai lunghi capelli castani e barba del medesimo colore. Al posto di quelle che sarebbero dovute essere gambe , aveva lunghe zampe muscolose , quattro per la precisione , che terminavano in zoccoli. Era un uomo cavallo; un uomo cavallo con un arco e una faretra di frecce a tracolla. Un uomo cavallo vivo di fronte a me. In genere , questo è il momento in cui mi sveglio , ma ancora non succede niente. Devo essere particolarmente sveglia , ma il mio deficit dell'attenzione deve essersi trasformato in qualcosa di decisamente più grave. E il bello è che non riesco più a muovermi. -Ehm...ok , hai ucciso quella cosa?-
È l'unica frase che riesco a dire , ed è terribilmente stupida. L'uomo cavallo fa un sorriso strano , incrociando le braccia al petto.
-Non sei minimamente sorpresa che un'Arpia ti stesse inseguendo? E nemmeno leggermente scioccata dalla presenza di un Centauro?-
Ah , è questo il suo nome quindi. Un po sorpresa lo sono , questo è vero , ora che mi ci fa pensare.
Sono assolutamente imbarazzata e senza parole. E infatti resto in silenzio.
Il Centauro scrolla la testa e mi fa cenno di seguirlo.
-Non è il caso di rimanere qui dove qualche altro mostro potrebbe tentare di farti fuori.- dice , come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ma cosa succede?- riesco finalmente a dire. Il Centauro si volta e sorride.
-Seguimi e lo vedrai.-
Andarsene in giro per un bosco con un uomo cavallo rientra in quelle situazioni che mio padre disapproverebbe? Non sono molto sicura sul dettaglio uomo cavallo , ma per il resto direi di sì. Sono ancora riluttante , quando lo vedo allontanarsi fra gli alberi , e così mi affretto a seguirlo.
-Come ti chiami? - mi chiede improvvisamente , interrompendo il silenzio del bosco.
-Charlotte.- rispondo , sorpresa per questa domanda.
-Perché quella cosa voleva uccidermi?- chiedo.
-Ha sentito il tuo odore.- mi risponde lui , senza voltarsi. Wow , credevo di avere un odore abbastanza buono.
-L'odore di un Mezzosangue.- precisa il Centauro , voltandosi a guardarmi.
-Un cosa?-
Non riesco a capirci nulla di tutto ciò , e questo mi spaventa.
-Cosa vuol dire essere mezzosangue? - chiedo.
Nel frattempo , senza accorgermene, stiamo scalando una sorta di collina , priva di alberi. Mi volto e vedo il bosco dietro di me , e ancora oltre la mia famiglia , coperta da metri e metri di alberi. Chissà se si sono accorti che sono via da un bel pó. Il Centauro è arrivato in cima alla collina , e ora si è voltato per aspettarmi. Inizio a correre , e lo raggiungo , ai piedi di un grosso pino dal tronco rugoso. Il sorriso dell'uomo cavallo è rassicurante , mentre mi indica con un braccio la radura sotto la collina. Mi sporgo anche io , e ciò che vedo è strabiliante; edifici dell'Antica Grecia , anfiteatri , campi di allenamento , piccole case riempiono tutta la valle sottostante. È incredibile , assolutamente incredibile.
-Benvenuta al Campo Mezzosangue , Charlotte.-

Il Campo è affollato di ragazzi , alcuni in armatura , altri con una maglietta arancione con la scritta Campo Mezzosangue che si allenano , corrono , combattono con la spada in mano. Io non smetto di guardarmi attorno , mentre ascolto la spiegazione dell'uomo cavallo accanto a me.
-Le storie degli antichi miti greci sono tutte vere. Gli dei esistono , così come tutte le creature mitologiche che popolano i poemi epici. Io sono Chirone , e per secoli ho istruito i giovani semidei per farne grandi eroi. Ho istruito Achille e molti altri ancora , e le loro gesta verranno ricordare nei secoli dei secoli.-
Lo guardo con tanto d'occhi , tanta è la sorpresa. Non avevo mai pensato che tutto ciò esistesse davvero , che fosse reale. -E perché gli esseri umani non conoscono tutto ciò?- chiedo , curiosa. Di fronte a noi è in corso un combattimento con le spade , e Chirone li osserva mentre parla.
-Gli esseri umani vedono tutto questo in maniera differente , vedono solo ciò a cui possono credere. Noi diciamo che la loro vista è offuscata dalla Foschia.-
Il clangore delle spade fa da sottofondo al nostro discorso , ma mille domande affollano la mia testa.
-E perché io riesco a vedere tutto ciò? -
Chirone sospira e mi guarda negli occhi.
-Gli dei dell'Olimpo molto spesso hanno delle... diciamo "relazioni" con i mortali , e a volte da queste storie nascono dei bambini. Bambini con poteri speciali , che derivano dal loro genitore divino , che trasmette loro anche la possibilità di vedere oltre la Foschia.-
Mia madre è morta alla mia nascita , così mi è sempre stato raccontato. Non ho mai visto sue foto , e non ho mai udito racconti su di lei. Ogni volta che provavo ad iniziare un discorso su di lei , mio padre arrossiva e parlava di altro , o mi ordinava di andare a fare i compiti. E non lo avevo mai trovato strano , perché pensavo che per lui fosse troppo doloroso , ma ora tutto ciò mi sembra...sospetto.
-Mia madre è morta alla mia nascita.- dico , guardando Chirone.
-Devo dedurre che non sia così , vero?- continuo , aggrottando le sopracciglia.
Chirone sospira e mi stringe le spalle.
-Non sempre la verità è quella che ci appare Charlotte , lo imparerai col tempo. Ma non sempre ciò che scopriamo è grave o dannoso. Certamente non è facile , a volte sarà persino pericoloso , ma è sempre meglio di una bella menzogna , non trovi?-
Mi sforzo di annuire , e Chirone indica con il braccio i ragazzi di fronte a noi , tutti impegnati nel combattimento o immersi in qualche libro.
-Loro sono tutti come te. Hanno genitori che sono dei dell'Olimpo , e sono mezzosangue che vengono qui. Imparano ciò che serve loro per diventare degli eroi , offrono sacrifici ai loro genitori , vengono protetti dalle nostre barriere.-
-Non sono brava nemmeno a scuola , come posso diventare un eroe?- dico , abbassando lo sguardo.
-È per la dislessia che non andavi bene alla scuola dei mortali?- mi chiede. Lo guardo allarmata.
-Come fa a saperlo? Mi ha per caso spiata? -
Chirone sorride e scuote la testa.
-Non riuscivi a leggere la lingua mortale perché il tuo cervello è in grado di comprendere solo il greco antico , come tutti i mezzosangue. Qui andrai alla grande.
Sospiro , continuando a guardare il combattimento in corso di fronte a me.
-Potrai restare qui per tutta l'estate.- dice Chirone , anche lui osservando il combattimento.
-E mio padre? E i miei nonni?- dico , preoccupata.
-Tuo padre lo sapeva , e sa anche che ora sei qui. Non deve averti detto niente per paura di dover affrontare con te la menzogna a cui ti ha sottoposto per tutti questi anni. Stavo per venirti a prendere , quando l'Arpia ti ha trovata. Sai , loro odiano i mezzosangue.
Me lo immagino già , mio padre che mi trascina con l'inganno in un bosco per portarmi in un campeggio per figli di semidei , senza il coraggio di guardarmi negli occhi e dirmi la verità. Chirone sembra leggermi nel pensiero.
-Non giudicare troppo duramente tuo padre. Non è facile crescere il figlio di un dio , e affrontare tutti i pericoli legato ad esso. Tuo padre è stato molto coraggioso , e sono sicuro che ti voglia molto bene.
Gli sorrido senza troppa convinzione; sono molto arrabbiata con mio padre per non avermi detto niente , ma anche con mia madre. Perché non mi ha mai cercato? Perché non si è mai preoccupata per me? Uno dei ragazzi del combattimento è finito per terra , e l'avversario gli punta la spada al collo.
Chirone mi fa cenno di seguirlo.
-È ora di farti conoscere un pó questo posto , ti porterò anche a conoscere il direttore del campo.

Mentre passeggiamo per il campo , Chirone mi indica tutti i posti dove passiamo. Il terreno per gli allenamenti con la spada , l'anfiteatro , le varie capanne dove alloggiano i ragazzi... un pó tutto quello che sarà la mia estate lì.
Nel retro di quella che pare una sorta di fattoria , si estende un portico di legno con un tavolo al di sotto. Seduto al tavolo un uomo dall'aspetto invecchiato , con una sgargiante camicia colorata , sta facendo un solitario con le carte , tenendosi il volto con una mano.
-Quello laggiù è il Signor D , ed è il direttore del Campo Mezzosangue. Vieni , gli diremo che sei arrivata.-
Il Signor D é uno di quei uomini che si possono incontrare nei centri anziani della Florida , intento a sorseggiare un cocktail super alcolico. O almeno , è l'impressione che dà. Appena ci sediamo al tavolo ( o almeno , io mi siedo , visto che il didietro equino di Chirone gli impedisce di accomodarsi sulle sedie normali) , alza lo sguardo iniettato di sangue e mi guarda , sospettoso.
-E tu saresti?-
-Lei è Charlotte.- interviene Chirone , sorridendo.
-È una semidea , ovviamente. Suo padre l'ha affidata a noi per istruirla.-
Il Signor D torna a posare i suoi occhi su di me , squadrandomi per bene.
-La ragazzina mi ricorda qualcuno...- dice , accarezzandosi il pizzetto scuro. Quel suo sguardo è abbastanza disgustoso , ma resto in silenzio.
-Probabilmente ti ricorda sua madre , anche se non sappiamo ancora chi sia.-
-Mio padre non glielo ha detto?- chiedo , voltandomi verso il Centauro. Lui scuote la testa , rammaricato. Il Signor D continua a osservarmi per un pó , prima di tornare ad occuparsi del suo solitario.
-Oh... grande donna tua madre!- esclama , sognante. Io sobbalzo.
-Sa chi è mia madre?-
Anche Chirone è piuttosto sorpreso.
-Hai capito chi è il suo genitore divino?- chiede.
Il Signor D ha gli occhi lucidi (più lucidi di prima , in verità) e ha smesso di fare il suo solitario.
-Terribilmente affascinante. Ma cattiva , molto perfida. Ma io non sapevo dirle di no!
-Può dirmi chi è mia madre?- chiedo , spazientita.
-La dolce Afrodite , la più bella delle dee! - esclama , e in quell'istante , come a conferma delle sue parole , una luce delicata colpisce il portico , illuminandomi i capelli. Chirone resta con la bocca spalancata , e il Signor D scoppia a ridere.
-Vedete? Io non sbaglio mai.- dice , continuando il suo solitario. La mano di Chirone mi sfiora la spalla.
-Andiamo Charlotte , così potrai prendere posto nella cabina di Afrodite.- dice. Mi alzo , e il Signor D , ancora con gli occhi sognati , mi raccomanda di dire a mia madre , qualora l'avessi rivista , che lui l'amava ancora. Mentre ci allontaniamo , Chirone sembra a disagio.
-Non dare troppo peso al Signor D. Lui e tua madre hanno avuto una...una storiella diciamo. E anche qualche figlio.-
E così , sono figlia della dea della bellezza. Ecco spiegato il fatto che non ho mai brufoli , mai alcun difetto fisico , sempre perfetta. Ora , almeno , è tutto più chiaro.
Ci allontaniamo dal portico del Signor D e arriviamo di fronte ad alcune grandi capanne , precisamente dodici. Chirone si ferma e me le indica.
-Queste sono le cabine dove alloggiano i semidei al campo. Siete sistemati insieme agli altri figli dei vostri genitori; Zeus , Era , Ares e così via. La cabina di Afrodite è la numero dieci.-
Mi volto e vedo la mia nuova casa. Ha le pareti color rosa confetto , mentre le finestre hanno telai bianchi e sono coperte da tendine di pizzo celesti e verde pastello. Un posto assolutamente delizioso; assomiglia alla mia vecchia camera da letto. Chirone sorride vedendo la mia espressione.
-Ti piace molto , immagino.-
-Sì , è davvero graziosa.- esclamo , non vedendo letteralmente l'ora di entrare. Chirone mi da un buffetto sulla schiena.
-Va a conoscere i tuoi compagni di cabina allora.-
Mi affretto ad ubbidirgli , quando mi volto e gli sorrido.
-Grazie di tutto. - esclamo.
Mi sorride e mi esorta ad entrare. Non me lo faccio ripetere due volte.

L'interno della cabina è quasi più bello dell'esterno , se possibile. I lati maschili e femminili sono separati da una tenda , e i letti sono candidi e imbottiti di piume delicate. Ai piedi di ogni letto c'è un baule di legno , con incisi sopra i nomi dei proprietari. Sto osservando tutti i bauli , quando ne vedo uno con l'elegante iscrizione Charlotte sul coperchio. Sono al settimo cielo , è esattamente il posto elegante e chic che avevo sempre sognato.
-Nuova arrivata?-
Mi giro e una ragazza dai lunghi capelli neri mi sorride. È bellissima , indossa un paio di shorts di jeans e la maglietta Campo Mezzosangue elegantemente arrotolata in vita.
-Sì , sono arrivata oggi. Mi chiamo Charlotte.-
-Wow! Che stivali assolutamente fantastici! Ho sempre desiderato averne un paio del genere!- dice , indicando i miei bellissimi stivali di pelle. Sono felice che finalmente sia arrivato qualcuno con un minimo senso della moda. -Mi chiamo Katie , sono qui da un anno.- dice , stringendomi la mano.
Con Katie andiamo al lago , dove gli altri semidei si allenano con le canoe. Katie si siede sul bordo del lago , osservando il suo viso bellissimo.
-Adoro questo posto. Niente riflette meglio la bellezza come un lago.-
-Concordo. - esclamo , osservando anche il mio , di volto. Katie osserva sprezzante gli altri ragazzi vogare e faticare. -È terribile dover allenarsi di continuo. Mi rovinerei le unghie.- dice , sospirando. Mi scosto i boccoli biondi dal viso e le sorrido.
-Hai davvero ragione! È assurdo sforzarsi a quel modo.-
-È fantastico che tu sia qui Charlotte! Sento che diventeremo grandi , grandi amiche!- dice , abbracciandomi calorosamente.

Sono passati quasi tre giorni , e qui al Campo va tutto meravigliosamente bene. Sospetto che Katie parli male di me alle mie spalle , prendendo in giro i miei capelli e i miei occhi , a suo dire strabici. Dovrebbe stare zitta , quando lei stessa cammina come un'oca ubriaca! Sono diventata molto brava a cavalcare i Pegasi , certamente più brava di quella smorfiosa di Katie. Sono certamente la più bella lì , ma lei non sopporta la mia superiorità. Che illusa!
Finalmente , posso stare un pó sola. È notte , e sono seduta sulla sponda del laghetto del campo. La maglietta del campo è l'unica luce , visto il suo colore arancione brillante illuminato dalla luna. Guardo il mio riflesso sul lago , e appoggio il viso sulle mani , evitando di bagnare le ciocche bionde. La luna e le stelle si specchiano nello stesso modo , e così come il volto dietro di me. Sobbalzo e giro la testa; accanto a me c'è una donna alta e bellissima , la più bella che io abbia mai visto. Indossa un vestito corto color prugna , e troneggiava sui suoi tacchi a spillo neri. I capelli scuri le coprivano le spalle , e le sue ciglia lunghe ombreggiavano sulle sue guance rotonde.
-Tu... mamma?- dico , sorpresa. Lei è qui davvero? La donna sorride , svelando una fila perfetta di denti bianchi come perle.
-Ce l'hai fatta Charlotte. Sei bella quasi quanto tua madre sai?- dice , ridacchiando. Mi alzo dalla pietra e mi avvicino; mi sembra incredibile.
-Sei venuta qui.-
-Certamente. Sei mia figlia , non credi anche tu? Hai dei capelli bellissimi.-
Sorrido , compiaciuta. Mia madre , Afrodite , si siede sulla roccia del lago e io mi sistemo accanto a lei. Mi stringe la mano , sorridendo.
-Mi dispiace non essermi fatta viva in tutti questi anni , ma tra me e tuo padre era finita e...sai , non ho un gran senso materno.-
-Non preoccuparti. Lo capisco...credo. L'importante è sapere che non sei morta.- dico , guardandola ancora sorpresa.
-Ha fatto bene tuo padre a mandarti qui. È stato un mio desiderio. Qui sarai con i tuoi simili , con i tuoi fratelli , al sicuro. Ed è questo l'importante , no?-
Improvvisamente la abbraccio , e lei mi accarezza piano la testa , prima di farmi alzare.
-Ora va a dormire. Molto sonno fa bene alla pelle.-
Annuisco e mi alzo dalla roccia , imitata da mia madre. Mi dedica un'altro , splendido sorriso.
-Ci vedremo presto Charlotte. Ti guarderò dall'Olimpo!-
Sorrido e agito la mano , mentre il suo corpo flessuoso scomparire lentamente. Quando di lei non è rimasto niente sbadiglio , all'improvviso colta dal sonno. Torno a letto e mi addormento , con ancora il sorriso sulle labbra. In fondo , mamma , il sonno fa bene anche a tutto il resto , no?

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