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“Tesoro, sei stupenda. E non prenderla come una frase fatta perché lo sei davvero”.

Rosa rivolse un sorriso alla truccatrice per ringraziarla del complimento e poi chiese, gentilmente, di essere lasciata da sola per qualche minuto. Quando la donna se ne andò, richiudendo la porta della stanza dietro di sé, la giovane si alzò e si avvicinò allo specchio per ammirare l’opera finale.
Non aveva mai avuto una grande considerazione di sé stessa, non c’era mai stata una sola volta in ventiquattro anni di vita in cui si era guardata ad uno specchio e le era piaciuta l’immagine che vi aveva vista riflessa, ma quel giorno quella donna era riuscita a compiere un vero e proprio miracolo. Le aveva chiesto un trucco sobrio e lei aveva eseguito e soddisfatto la sua richiesta: un lieve strato di fondotinta, del mascara per volumizzare le ciglia, un tocco di colore sulle palpebre per mettere in risalto gli occhi ed un semplice rossetto rosso per le labbra carnose. La parrucchiera che era venuta prima di lei le aveva arricciato i capelli e li aveva raccolti in cima alla testa, lasciando due ciuffi a ricadere lungo le guance, e tutto l’insieme poteva essere descritto con un unico aggettivo: perfetto.

Anche l’abito che indossava era perfetto, ed era stato amore a prima vista. Era andata da sola a sceglierlo, perché non aveva né un’amica né una madre a cui chiedere di essere accompagnata, ed era stato il primo su cui aveva posato lo sguardo una volta entrata nella boutique: era bianco, con un lungo strascico, le maniche lunghe, il collo alto di raso e le spalline a sbuffo; anche il velo abbinato era di raso bianco. Le ricordava tantissimo un abito simile che aveva visto in una telenovela quand’era piccola, e quando lo aveva indossato e si era vista allo specchio aveva solo avuto la conferma definitiva di non dover cercare altro. Austin le aveva dato un budget illimitato, e così quell’abito che sembrava uscito direttamente da un sogno era diventato suo dopo qualche piccola modifica in sartoria.

Lo sguardo di Rosa era fisso sul riflesso a cui non riusciva a credere: cinque anni prima era una ragazza che non conosceva né il proprio nome né il proprio passato, che si drogava e vendeva il proprio corpo per sopravvivere, ed ora era una giovanissima donna di ventiquattro anni in procinto di sposare un giovane uomo che proveniva da una delle famiglie più ricche dell’intero Stato.

Quando Austin, un anno prima, le aveva mostrato un anello all’interno di una scatolina e le aveva chiesto di sposarlo, dopo un attimo di esitazione gli aveva risposto di sì, annuendo con la testa, dicendogli che anche lei desiderava trascorrere una vita affianco a lui. Perché era l’unico che desiderava. Avevano iniziato fin da subito con i preparativi, ma con essi erano iniziati fin da subito anche i problemi.

La giovane lasciò perdere lo specchio ed il proprio riflesso, e si avvicinò alla finestra della camera che si affacciava sul giardino frontale della villetta. Era stata una scelta sua organizzare la cerimonia lì, nel giardino di casa loro, perché per il proprio passato non si sarebbe sentita a proprio agio all’interno di una chiesa, e tutti gl’invitati provenivano dalla parte del suo futuro marito, ma erano pochissimi. Nessuno dei suoi famigliari più stretti sarebbe stato presente perché nessuno di loro approvava e supportava la loro storia, ed il motivo era tanto semplice quanto banale: Austin aveva raccontato ai suoi genitori la verità su come si erano conosciuti, e loro erano scesi alle loro conclusioni personali. Ricordava ancora molto bene la conversazione tra loro tre che aveva origliato, soprattutto gli aggettivi che le avevano conferito, e da quel giorno, dopo una cena disastrosa, lui non aveva ancora ripreso a rivolger loro la parola.
La loro nuova vita insieme non era iniziata esattamente col piede giusto.

Rosa girò il viso in direzione della porta che si era appena aperta ed incontrò lo sguardo del giovane uomo ormai prossimo a diventare suo marito.

“Non dovresti essere qui. Dicono che porti sfortuna se lo sposo vede la sposa prima del suo arrivo all’altare”

“Sì, solo se una persona è così stupida da credere a certe sciocchezze” rispose lui, entrando nella camera e richiudendo la porta alle proprie spalle, il tutto senza mai staccare gli occhi dalla figura della giovane “sei splendida, Rosa”

“Non è vero, il merito è solo della parrucchiera e della truccatrice che sono riuscite a compiere un miracolo”

“Ti sminuisci sempre troppo. Sei bellissima anche quando non hai né il trucco né i capelli acconciati, ma oggi non ci sono parole per descriverti”

“Grazie, anche tu non sei niente male” rispose la ragazza, lasciandosi andare ad una risata imbarazzata, passando in rassegna il suo promesso sposo con lo sguardo. Indossava un classico completo nero con camicia bianca, nulla di originale o stravagante, ma gli stava maledettamente bene. Spesso, quando uscivano insieme, le era capitato d’intercettare diverse occhiate femminili rivolte a lui “mi sono persa qualcosa? Ero rimasta ferma che fosse la sposa a raggiungere lo sposo all’altare, e non il contrario nella loro camera da letto mentre la sposa non è ancora pronta”

“Sono solo venuto a controllare che fosse tutto apposto e che nel frattempo non avessi cambiato idea” disse Austin con un mezzo sorriso “in realtà sono qui perché volevo dirti che gl’invitati ci sono tutti e che possiamo iniziare se tu sei pronta”

“Tutti?” la giovane inarcò il sopracciglio destro e tornò a fissare il giardino “ci saranno sì e no una decina di persone, forse appena qualcuna in più. Nulla a confronto degli inviti che abbiamo mandato”

“Siamo in piena estate, Rosa. Non è un buon periodo per celebrare un matrimonio, sono tutti in vacanza”

“Ma gl’inviti sono stati spediti un anno fa, mi sembra abbastanza tempo per organizzare di conseguenza le proprie vacanze, non ti pare?” chiese lei per poi emettere un sospiro “apprezzo quello che stai facendo, ma non serve perché ho già capito tutto da sola. Nessuno vuole venire perché, come i tuoi genitori, non hanno una buona immagine di me”

“Beh, che vadano a quel paese tutti quanti allora, no? Non ti hanno mai conosciuta, chi sono loro per dare dei giudizi così affrettati?”

“Ma è così che funziona, lo so io e lo sai benissimo anche tu. Noi due veniamo da due realtà troppo differenti perché non ci fosse alcun problema di questo tipo. Guarda i tuoi genitori, per esempio… Da un giorno all’altro scoprono che il loro perfetto figlio frequenta ed è intenzionato a sposare non la brava ragazza dei quartieri alti che si sono sempre immaginati per lui, ma una ragazza che ha passato la maggior parte della propria vita a battere i marciapiedi, che era una tossicodipendente e che è andata in psicanalisi per riuscire ad affrontare il proprio passato… C’erano tutti i presupposti perché la cena in cui me li hai presentati si trasformasse in un enorme disastro”

“Su questo hai ragione: per i miei genitori la mia vita era già scritta, peccato che non hanno minimamente considerato l’ipotesi che potessi pensarla in modo diverso da loro. E quindi? Che m’importa, è la mia vita, non la loro. Ed io voglio stare insieme alla persona che mi fa stare bene. Pensi che le ragazze dei quartieri alti siano così brave e perfette? O pensi forse che nell’ambiente in cui sono nato e cresciuto nessuno faccia uso di droga? Il tuo mondo ed il mio non sono così diversi, Rosa, anzi. Resteresti sorpresa se sapessi quante cose hanno in comune”

“Però, al di là di tutto, non è giusto che tu abbia smesso di parlare con i tuoi genitori” continuò la giovane, con un altro sospiro, stringendosi nelle spalle esili “Austin, la famiglia è la famiglia. Non sai mai per quanto tempo potrai averla. Non sai mai quando sarà l’ultimo giorno in cui la vedrai. Non dimenticarlo mai”

“Lo so. E so anche che per te si tratta di un argomento delicato, ma non ho alcuna intenzione di fare un passo indietro fino a quando non cambieranno idea. Tu sei la persona con cui voglio trascorrere insieme il resto della mia vita, e loro devono accettarlo. E devono anche fare il primo passo e scusarsi” ribatté lui, dimostrando di non essere intenzionato a muovere nessun passo indietro. La sua espressione seria si trasformò in un sorriso “basta parlare di questo adesso. Basta argomenti tristi: oggi è un giorno di festa. Dobbiamo pensare solo al matrimonio ed a nient’altro. Lascia perdere i miei genitori e gl’invitati che hanno deciso di non presentarsi, e pensa alla sorpresa che ho organizzato per te”

“Quale sorpresa?”

“Ahh, e se te lo dicessi che sorpresa sarebbe?” disse Austin con una risata, portandosi poi l’indice destro sulle labbra “sei pronta, Rosa?”

“Lasciami solo qualche minuto. Scendo subito”

“Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma senza fare scherzi. Non voglio ritrovarmi ad essere uno di quegli sposi abbandonati sull’altare, verrei preso in giro a vita”

“Di questo non devi preoccuparti” disse la giovane con un sorriso, per poi tornare di nuovo seria una volta lasciata ancora da sola. Si allontanò dalla finestra e, facendo attenzione a non calpestare e rovinare il bellissimo abito bianco, ritornò davanti allo specchio a cui si era ammirata poco prima. Ancora non riusciva a credere di essere lei quella nello specchio, ancora non riusciva a credere di indossare un abito da sposa e di essere in procinto di unirsi in matrimonio con l’uomo dei suoi sogni.

Nel silenzio che regnava nella stanza, Rosa sentì una risata riecheggiare nella propria testa ed in automatico il sangue si gelò nelle vene.

“No, ti prego, no” la giovane parlò a sé stessa ad alta voce per la prima volta, perché attorno a lei non c’era nessuno che potesse sentirla e scambiarla per una pazza. Le poche persone presenti nella villa erano tutte radunate in giardino, personale adetto al catering compreso “non oggi. Non ti permetto di rovinare un giorno come questo. È il mio matrimonio”

‘Il tuo matrimonio? Ed ora cos’altro vorresti farmi credere, che magari si tratta perfino di un matrimonio d’amore?’ prese a parlare la voce, senza alcuna pietà per lei ‘vuoi farmi credere che hai accettato la proposta di matrimonio di Austin perché provi dei sentimenti per lui ed il tuo più grande desiderio è trascorrere il resto della tua vita a suo fianco?’

“Io ed Austin siamo una coppia da cinque anni, credo che questo dica già tutto. Non avrei mai potuto accettare la sua proposta se anche per me non fosse stato lo stesso”

‘Al mondo ci sono migliaia e migliaia di persone che accettano una proposta di matrimonio per uno scopo personale che non ha nulla a che fare con l’amore, e tu, mi dispiace deludere le tue convinzioni, rientri appieno in questa categoria. Il fatto che tu e lui siate una coppia da cinque anni non vuol dire assolutamente nulla. Hai accettato la sua proposta di matrimonio per lo stesso motivo per cui cinque anni fa lo hai chiamato e gli hai chiesto di raggiungerti in ospedale: perché non avevi un’alternativa. Se non avessi Austin, ti ritroveresti in mezzo alla strada, al punto di partenza. Stare con lui, invece, ti permette di vivere una vita da favola con nessuna preoccupazione, in cambio non devi fare altro che compiacerlo, recitare la parte della fidanzata felice ed innamorata ed andare a letto con lui. Niente di così diverso da quello che facevi in passato. E non biasimi né i suoi familiari né la maggior parte dei suoi amici che oggi non è qui perché sai che hanno già capito come stanno le cose

“Non li biasimo non perché è così, ma perché probabilmente al posto loro avrei reagito anch’io allo stesso modo, per preoccupazione. Secondo il tuo ragionamento, io non starei facendo altro che continuare a prostituirmi, ma non potresti sbagliarti più di così. Ho chiuso completamente con quella vita, ed il rapporto che ho oggi con Austin non ha nulla a che vedere con quello che avevo quand’era un mio cliente. Prima non me ne rendevo conto a causa della droga, ma adesso so che lui è la persona perfetta per stare a mio fianco. È vero, non mi fa mancare nulla dal punto di vista economico e materiale, ma è anche molto attento e premuroso. È sempre presente e mi è stato sempre affianco. Non mi ha mai lasciata sola e so per certo che se mi dice che non lo farà mai sarà proprio così”
‘E perché, se davvero i tuoi sentimenti sono altrettanto sinceri come vuoi farmi credere, dopo cinque anni ed una proposta di matrimonio accettata non gli hai mai detto un ‘ti amo’?’

“Perché sono due parole come tante altre. L’amore si può dimostrare in tanti modi diversi e più efficaci, come coi piccoli gesti”

E quali sarebbero i piccoli gesti d’amore che gli riservi quotidianamente? Preparargli la cena? Come quando gli hai fatto quella sorpresa solo perché dovevi dirgli che il giorno seguente eri intenzionata a partecipare all’udienza finale, che lui fosse o meno d’accordo?’

“Non ho alcuna intenzione di permettere ad una voce che esiste solo nella mia testa di rovinare quello che deve essere il giorno più bello della mia vita. Ho parlato di te alla mia dottoressa, una delle ultime volta che ci siamo viste prima di concludere il mio percorso di psicoterapia. Secondo lei, tu non rappresenti altro che i sensi di colpa che ancora mi porto appresso, legati al mio passato. I sensi di colpa per quello che ho fatto e per quello che non sono riuscita ad evitare che mi venisse fatto. Ha detto che sono io ad avere in mano il potere di metterti a tacere una volta per tutte, quindi basta. Smettila di darmi il tormento, perché tanto non funziona più. Non ho più alcuna intenzione di vivere nel rimorso di quello che avrei potuto fare e che non ho fatto, perché ormai non posso cambiare in alcun modo quello che è stato. Il passato è il passato, e va lasciato come tale. Sono stanca di portarmi sempre appresso gli strascichi”

‘Balle, i sensi di colpa non c’entrano un bel niente. La tua dottoressa ti ha dato una risposta in base alle bugie che tu le hai raccontato. Io sto solo cercando di farti aprire gli occhi sulla verità, ma tu continui ad andare dritta per la tua strada ed a fare l’esatto opposto. Ma se davvero sei convinta di essere in procinto di raggiungere all’altare l’uomo dei tuoi sogni, il tuo principe azzurro perfetto, a cui non hai mai detto un ‘ti amo’ perché tanto dimostri il tuo amore nei suoi confronti in mille altri modi diversi, come reagirai quando ti dirà che è intenzionato a creare una famiglia insieme a te? Che cosa farai in quel caso?’.

Rosa scostò lo sguardo dal proprio riflesso allo specchio e si rifiutò di continuare la discussione con la voce nella propria testa, prese in mano il piccolo bouquet di fiori bianchi posato sopra un mobile ed uscì dalla camera da letto sua e di Austin. Lo avrebbe raggiunto sotto l’arco di fiori allestito in giardino completamente da sola, senza nessuna figura femminile a proprio fianco, e quando lui le aveva chiesto se era sicura della sua scelta, lei gli aveva risposto in modo affermativo e sicuro. Era stata sola per tutta la vita, per cui non era un problema se avrebbe raggiunto l’altare nello stesso modo; provava solo un vago e lontano senso di tristezza perché quella era solo l’ennesima tappa personale a cui i suoi genitori biologici non potevano partecipare e di cui non avrebbero mai potuto sapere nulla.












Se la scelta dell’abito era stata immediata, dettata da un amore a prima vista, lo stesso non era valso per quella del bouquet. Rosa non amava i fiori in modo particolare, non aveva la minima idea di come volesse un dettaglio simile, ed alla fine aveva lasciato carta bianca alla fiorista, con l’unica richiesta che fosse qualcosa di semplice, senza fronzoli.

Aveva raggiunto l’arco di fiori che fungeva d’altare con in mano un semplicissimo bouquet di rose bianche, lo stesso che ora stava fissando, seduta su uno degli scalini che portavano all’ingresso principale della villetta. I fiori bianchi simboleggiavano la gentilezza, l’innocenza e la purezza e lei sentiva di non rispecchiare nessuna delle tre caratteristiche, soprattutto l’ultima. Anche l’abito da sposa, per quanto fosse bello e lo adorasse, in parte la faceva sentire a disagio, come se non meritasse l’indossarlo.

La cerimonia era andata bene, era stata semplice e veloce. Quando aveva visto Austin aveva sorriso in risposta al suo sorriso, si erano scambiati le promesse reciproche, avevano detto entrambi sì, si erano dati un dolce bacio sulle labbra, ma poi, quando erano iniziati i festeggiamenti, si era subito ritirata in disparte, prendendo posto su quello scalino, lasciando che fosse suo marito a scatenarsi per entrambi. Non aveva scambiato una sola parola con i pochi amici presenti di Austin, alcuni di loro erano gli stessi che l’avevano portata da lui quando si erano conosciuti e sarebbe stato troppo imbarazzante, preferendo restare da sola con i propri pensieri, come aveva sempre fatto per la maggior parte della propria vita.

La verità era che per quanto fossero già trascorsi cinque anni, non si era ancora ambientata del tutto nel mondo di Austin e vederlo in compagnia delle persone con cui era cresciuto e che erano come lui, le faceva solo capire quanto sarebbe stata sempre in parte un’estranea.

La giovane allungò la mano destra, strappò il petalo di una rosa e lo lasciò volteggiare nell’aria e cadere.

“Rosa”.

Rosa non prestò molta attenzione quando si sentì chiamare per nome per la prima volta da una voce femminile, ma quando accadde per la seconda volta sollevò lo sguardo dal mazzo di fiori ed incrociò quello di una giovane donna ferma davanti a lei. Il panico l’assalì all’istante perché non aveva alcuna intenzione d’interagire con gli amici di Austin, non sapeva nemmeno di che cosa parlare insieme a loro.

“Sì?” si limitò, dunque, a dire in tono incerto, interrogativo, in attesa che l’altra parlasse, con la speranza che volesse solo congratularsi in modo sbrigativo per poi lasciarla di nuovo da sola con sé stessa. La giovane donna sorrise, e Rosa lo trovò uno strano sorriso.

“Noi due non ci siamo mai viste prima d’ora, ma credo che tu mi conosca ugualmente” disse, e le sue parole servirono solo per confondere ulteriormente la giovane “sono la ex ragazza di Austin”

“Ohh!” esclamò l’altra giovane, presa totalmente alla sprovvista. Nonostante tutte le esperienze passate, ancora era capace di sorprendersi di come una situazione riuscisse ad andare di male in peggio “ascolta, prima che tu possa dire qualunque cosa, lascia parlare me: non so cosa ti sia messa in testa, ma lascia stare fin da subito tutto quanto. Questo è il mio giorno, ne ho passate già abbastanza e non voglio altri casini nella mia vita. Potevi pensarci meglio prima di tradire il tuo ragazzo con il suo migliore amico, adesso è troppo tardi. E fammi il favore di andartene prima di dare inizio ad una sceneggiata”.

Rosa girò il viso dall’altra parte per sancire la fine della conversazione, ma con la coda dell’occhio vide la giovane donna avvicinarsi ulteriormanete e prendere posto affianco a lei sullo stesso scalino, e ciò la spinse a rigirare il viso ed a cambiare atteggiamento.

“Che cosa non hai capito di quello che ho appena detto? Non ho alcuna intenzione di farmi trascinare nel tuo piano, ma se non mi dai altra scelta…”

“Guarda che hai frainteso tutto quanto” la bloccò lei, prima che potesse terminare la minaccia “non sono qui per rovinare il tuo matrimonio,voglio solo parlare. E quando avrai finito di ascoltare, me ne andrò”

“Parlare?” chiese perplessa Cora, per poi lanciare un’occhiata in direzione degli invitati non molto lontani da loro. Cercò con lo sguardo la chioma bionda di Austin facilmente identificabile, ma non riuscì a trovarla “e di cosa potremo mai avere di che parlare noi due?”

“Non ti ruberò molto tempo, voglio solo che mi ascolti. Lui che cosa ti ha raccontato di noi due?”

“Non molto, in realtà, perché ovviamente non ne aveva alcuna voglia. So solo lo stretto necessario, ovvero che tu e lui eravate insieme da un po’ di tempo e che la vostra storia è finita il momento in cui ti ha sorpresa a letto con quello che credeva essere il suo migliore amico, e questo spiega alla perfezione perché non abbia mai avuto alcuna voglia di raccontarmi qualcosa in più a riguardo. Era a pezzi quando ci siamo conosciuti. Completamente”

“Quindi ti ha raccontato come è finita, ma non quello che si nasconde dietro la rottura. Proprio quello che immaginavo” commentò la giovane donna, annuendo con la testa “io ed Austin ci conosciamo da tantissimo tempo, in pratica siamo cresciuti insieme. Eravamo fidanzati a tutti gli effetti quando è successo quell’episodio, mancavano solo l’anello e la proposta… Scommetto che con te si dimostra il ragazzo perfetto, vero?”

“Da quando la nostra storia è iniziata, non mi ha mai fatto mancare nulla” mormorò la giovane, perplessa e diffidente “e mi è stato vicino in un momento molto delicato della mia vita. Ha dimostrato una pazienza che non so in quanti altri abbiano”

“Già… Già, anche con me era così all’inizio. Sembrava il perfetto principe azzurro delle fiabe, sia fisicamente che caratterialmente, finché non è scoccata la mezzanotte e l’incanto è finito. Dopo i primi tempi in cui eravamo una coppia  ed era tutto perfetto, fin troppo perfetto, ha buttato via la maschera che indossava ed ha rivelato il suo vero volto”

“Che vuoi dire?” chiese Rosa, confusa, perché la conversazione tra lei e l’ex ragazza di Austin aveva assunto una piega completamente diversa da quella che aveva immaginato.

“Voglio dire che non è affatto il principe azzurro perfetto che vuole far credere così disperatamente. Voglio dire che quella che all’inizio scambiavo per premura, e quelle che all’inizio scambiavo per attenzioni e preoccupazione un po’ eccessive, si sono rivelate insicurezza e mania di controllo. Mi controllava sempre, qualunque cosa facessi, era ossessivo e mi riempiva di domande in continuazione. Credo che ad un certo punto si fosse convinto che lo tradissi con qualcuno, anche se non era ancora così, ed il culmine è stato quando ha messo un investigatore privato sulle mie tracce. Era tormentato dall’idea di perdermi, ed alla fine è stato proprio lui a spingermi tra le braccia di un altro uomo”

“Non ti credo” affermò immediatamente Rosa, dopo aver ascoltato in silenzio la risposta della giovane donna “sei la sua ex ragazza, e ti sei presentata il giorno del nosto matrimonio solo per mettermi in guardia su quello che dovrebbe essere il suo vero carattere. Come puoi pretendere che ti creda?”

“Hai ragione, ma se davvero stessi facendo tutto questo per riaverlo tra le mie braccia, non pensi che sarei apparsa prima? Invece sono trascorsi cinque anni senza che tu avessi alcuna notizia su di me, o sbaglio?” continuò la giovane donna, riducendo al silenzio la più piccola “non sono così stupida da pretendere che tu mi creda. Capisco molto bene la tua posizione, e con ogni probabilità se fossi al posto tuo reagirei nello stesso identico modo, ma voglio solo avvisarti. Austin non è la persona perfetta che vuole far credere a tutti e se restarai con lui, presto o tardi te ne renderai conto anche tu. Mi auguro solo che non sia troppo tardi. Il giorno in cui ha scoperto che lo tradivo, quando ho visto il suo sguardo, non ho mai provato così tanta paura in vita mia. C’è stato un momento in cui ho temuto davvero che tirasse fuori dai pantaloni una pistola od un coltello”

“Se dicendo questo speri di aver reso il tuo discorso ancora più convincente, sappi che hai ottenuto il risultato opposto. Adesso sono ancora più convinta che sei venuta qui solo per rovinare il nostro matrimonio perché lo rivuoi indietro, perché la persona che hai appena descritto è tutta l’opposto di quella con cui sto insieme e che ho appena sposato. Sono cinque anni che io e lui siamo una coppia, se davvero c’è qualcosa che non va avrei già avuto qualche segno”

“Magari li hai avuti, ma non sei stata capace di coglierli”

“Senti, vaffanculo. Non ho alcuna intenzione di permettere a qualcuno di rovinare quello che deve essere il giorno più bello della mia vita. E adesso vattene prima che informi mio marito della tua presenza” disse la giovane stizzita; avrebbe voluto restare seduta sullo scalino, tranquilla e lontana dagli altri, ma si ritrovò costretta ad alzarsi ed allontanarsi. La sua intenzione era quella di trovare un altro posto altrettanto calmo dove attendere la fine della festa e per non essere nuovamente raggiunta dalla giovane donna si rifugiò all’interno della villa, in cucina. Non appena chiuse la porta alle proprie spalle, tutti i rumori sparirono, trasformandosi in un brusìo relegato all’esterno. C’era così tanto silenzio all’interno dell’abitazione, che il rumore dei tacchi delle scarpe che indossava rimbombò tutt’attorno.

Per prima cosa, Rosa si tolse proprio le scarpe che le stavano maciullando i poveri piedi, perché erano tanto belle quanto scomode. Le lasciò vicino alla porta d’entrata e si spostò in cucina, mentre in giardino i festeggiamenti per il matrimonio proseguivano tra musica, risate ed urla. Alcuni degli invitati si erano perfino tuffati in piscina, e secondo lei la causa era d’attribuire all’alcol che avevano in corpo.
Anche lei sentiva il bisogno di bagnarsi la gola, ma preferì optare per una lattina di soda. Gli alcolici le riportavano sempre alla mente il passato, ed anche se il suo percorso psicoterapeutico si era concluso, preferiva tenerli a debita distanza da sé. Non aveva bevuto nemmeno un piccolo sorso di champagne durante il brindisi od al momento del taglio della torta.

Aprì il frigorifero, prese una lattina e mandò giù un breve sorso dopo averla aperta; mentre giocherellava con la linguetta di alluminio lanciò uno sguardo in direzione delle finestre che si affacciavano sulla festa in corso. Guardò i pochi invitati che si stavano divertendo, che non si erano accorti della sua improvvisa sparizione, e si sentì ancora più lontana da tutti loro. Un’estranea che non sarebbe mai riuscita ad integrarsi del tutto, e le differenze sociali c’entravano solo in parte. Aveva capito da tempo che Austin era una persona a cui piaceva molto divertirsi e partecipare alle feste mentre lei preferiva il silenzio e la tranquillità. La solitudine.

La porta d’ingresso si aprì all’improvviso, portando con sé tutti i rumori che provenivano dall’esterno, ed entrò proprio il giovane sposo. Stava ancora ridendo, probabilmente per la battuta di uno dei suoi amici, ed il completo elegante che indossava era inzuppato d’acqua. Anche i capelli biondi erano fradici e gli stavano incollati alla testa ed alla fronte. Quell’immagine rispecchiava alla perfezione quanto le loro personalità fossero l’una l’opposto dell’altra.

“Eccoti qui, non sai da quanto ti sto cercando. Ci stavamo chiedendo tutti quanti che fine avessi fatto”

“E per essere sicuro di non saltare qualche posto hai scandagliato anche il fondo della piscina?” chiese Rosa, inarcando le sopracciglia, facendo nuovamente scoppiare a ridere Austin.

“Sono stati i ragazzi” rispose quando riuscì a parlare di nuovo, riferendosi ai suoi amici più stretti “sai… Le tipiche cazzate che si fanno ad un matrimonio. Non è un problema, col caldo che fa tra poco i vestiti saranno di nuovo asciutti”

“Mh-mh, ed anche loro rientrano nelle persone preoccupate per la mia scomparsa?” continuò la giovane, rivolgendo di nuovo lo sguardo alla finestra “stanno controllando di nuovo la piscina per fugare ogni possibile dubbio?”

“Ohh, andiamo, non dire così”

“No, tranquillo, era solo una battuta. Li capisco, loro e tutti gli altri. Non sanno nulla di me, sono apparsa all’improvviso, e per di più mi drogavo e facevo la prostituta. È comprensibile che siano imbarazzati e che non abbiano la minima idea di come approcciarsi a me… Ed è ancora più imbarazzante se ci soffermiamo a pensare che sono stati proprio loro a farci conoscere. Quella sera uno di loro mi ha perfino dato uno schiaffo sul sedere prima di uscire dalla stanza, ma non sono sicura riguardo a chi sia stato” disse Rosa, scrollando le spalle e sedendosi sul bordo del bancone “al posto loro, sarei la prima a non avere alcuna voglia d’interagire con me stessa”

“Sì, beh, è una situazione un po’ particolare, ma se mi considerano davvero loro amico allora devono trattarti nello stesso modo in cui trattano me. Tu da oggi sei mia moglie, ed è l’unica cosa su cui devono soffermarsi. E questo ne è la prova” Austin sollevò la mano sinistra, su cui spiccava la fede nuziale dorata, con un sorriso. Lei sorrise a sua volta ed abbassò lo sguardo sull’anello identico che portava all’anulare della mano sinistra. Lo sfiorò appena con l’indice destro “perché sei qui?”

“Volevo un po’ di tranquillità”

“La festa non ti sta piacendo o è perché ti senti esclusa?”

“No, volevo solo restare un po’ da sola”

“Spero che non significhi che stai avendo dei ripensamenti sulla risposta che mi hai dato”

“No, nessun ripensamento, stai tranquillo” mormorò la ragazza, con un sorriso, per rassicurare il marito “è solo che non credo di essere fatta per questo. Ho trascorso i miei primi diciannove anni di vita nella solitudine più totale, senza amici né uscite, ero libera solo per andare a scuola od in biblioteca per studiare, quindi adesso è tutto strano e nuovo per me. E anche se da cinque anni la mia vita è diventata tutto l’opposto di quello che era prima, ci sono cose a cui faccio ancora fatica ad abituarmi. Socializzare, per esempio, è una di queste”

“Ma non c’è stato quel ragazzo con cui uscivi insieme?”

“Sì, e di cui non ricordo ancora quasi nulla. Ricordo che lo incontravo di nascosto, ma questo non c’entra nulla col discorso che ho appena fatto. Un paio di mesi non sono nulla a confronto di diciannove anni di vita. Non sono mai uscita con un gruppo di amiche, non sono mai andata a fare shopping insieme in un centro commerciale, non ho mai partecipato ad un campo estivo od a un pigiama party… Per me non c’è mai stato neppure il ballo scolastico dell’ultimo anno. A quel tempo ero già scappata e vivevo per strada”

“Se ti può essere di consolazione in qualche modo, sappi che non ti sei persa nulla di eccitante. I balli scolastici nella realtà non hanno nulla a che vedere con quelli che vengono descritti nei film”

“Non m’importa. Anche se fosse un totale schifo, avrei voluto viverlo lo stesso, invece ci saranno sempre tantissime cose che non ho mai provato a differenza delle altre ragazze della mia età. Sono cresciuta sola, me la sono cavata da sola per diverso tempo, non sono in grado di socializzare”

“Da quando hai iniziato il percorso con la dottoressa hai sempre compiuto degli enormi passi avanti, devi smetterla di darti colpe che non hai. Riuscirai in tutti quanti i tuoi obiettivi, devi solo lasciare tempo al tempo. Sono sicuro che nell’arco di un paio di anni avrai anche tu la tua compagnia di amiche con cui potrai recuperare tutto quello che non sei mai riuscita a fare quando eri una ragazzina, e non ti sentirai più completa a metà… Nel frattempo, se questa festa non è di tuo gradimento e preferiresti andartene, possiamo benissimo farlo. Nessuno ci costringe a restare qui”

“No, certo, a parte un piccolissimo particolare: la festa in corso è proprio per noi, e siamo noi ad abitare qui”

“Sì, ma oggi è il tuo giorno speciale e devi essere felice, e se questa festa non ti rende felice allora nemmeno per me ha più senso continuarla”

“E cosa vuoi fare? Mandare i tuoi amici a casa, così poi mi odieranno ancora di più?”

“Nessuno ti odia, Rosa, e nessuno si offende mai quando è amico di una persona che ha a propria disposizione un capitale da far girare la testa. Voglio bene ai miei amici, ma non so quanti di loro resterebbero al mio fianco se domani dovessi perdere tutto in un battito di ciglia” rispose il giovane scrollando le spalle, per poi avvicinarsi alla ragazza; le allargò leggermente le gambe, si posizionò tra esse e l’attirò a sé. Attraverso la stoffa del proprio vestito e di quella dei pantaloni suoi, Rosa sentì che era eccitato “se vuoi che la festa finisca, basta solo che me lo dici e diamo inizio alla sorpresa che ho organizzato per te”

“Veramente?”

“Rosa, questa è la tua giornata, puoi chiedere tutto quello che desideri. E se il tuo desiderio è quello che le persone lì fuori spariscano all’istante, allora così sarà”

“E allora visto che non c’è il rischio che qualcuno dei tuoi amici si offenda, sì. Voglio che spariscano tutti per passare subito alla sorpresa che hai organizzato”

“Perfetto, perché è quello che voglio anche io” rispose lui con un sorriso compiaciuto, per poi avvicinare le labbra all’orecchio destro della sua giovane sposa “ma devi avere un po’ di pazienza per la sorpresa in sé, perché non è qui. Nel frattempo vai di sopra, indossa qualcosa di più comodo e prepara la valigia. Metti dentro costumi da bagno e tutto quello che può servire per una meta molto calda”

“Stiamo per partire per un viaggio?”

“Certo, Rosa” rispose Austin con una risata divertita “dove l’hai mai visto un matrimonio senza luna di miele?”.

La ragazza rispose con un sorriso raggiante, scese dal bancone e salì al piano di sopra reggendo l’orlo della lunga gonna per non inciampare; entrò nella camera da letto che condivideva con Austin e si sfilò subito il vestito da sposa bellissimo, ma per nulla comodo, e lo posò sopra il letto. Andò in bagno a farsi una doccia e, dopo aver indossato una maglietta ed un paio di pantaloncini, tornò in camera per preparare la valigia, come le aveva detto di fare suo marito. Seguì le sue istruzioni col sorriso sulle labbra, canticchiando a bassa voce, senza mai essere disturbata dalla voce, e quando tornò al piano terra insieme ad una valigia da viaggio e ad un beautycase, non c’era più alcuna traccia della festa e delle persone che vi avevano partecipato fino a poco prima. In casa c’era solo Austin: anche lui si era cambiato, ma aveva ancora i capelli umidi.

“Sono tutti letteralmente spariti” commentò la giovane impressionata “d’accordo che oggi ogni mio desiderio è un ordine, ma non immaginavo che mi avresti presa così alla lettera. E quei vestiti da dove vengono? Non sei entrato in camera”

“La mia valigia è già in macchina, li ho presi da lì. Te l’ho detto che è già tutto organizzato” rispose lui, con un altro sorriso, per poi mostrare le chiavi della sua auto sportiva preferita “andiamo?”.

Rosa annuì entusiasta in risposta e si affrettò a seguire Austin all’esterno della villetta; lui prese in mano le due valige, che caricò nel bagagliaio della macchina, e lei occupò il sedile anteriore destro del passeggero. Si sentiva euforica come una bambina ed era ansiosa di sapere qual’era il posto in cui erano diretti.

“Lo vedrai al tuo arrivo, altrimenti di che sorpresa si tratta?” disse Austin quando Rosa provò a chiedergli qualcosa in più riguardo al viaggio di nozze che li attendeva “ma vedrai che ti piacerà. È impossibile il contrario”

“Non puoi proprio darmi un indizio in più? Nemmeno uno piccolo piccolo?”

“Vediamo…” mormorò il giovane, fingendo di pensarci “posso solo dirti che per arrivare alla nostra destinazione dobbiamo prendere l’aereo”.












Rosa non aveva mai preso l’aereo in ventiquattro anni di vita, e quando Austin lo aveva menzionato, aveva subito pensato ad un volo di linea. Rimase a bocca aperta, di conseguenza, quando lui la portò ad una pista privata in cui c’era un jet privato che li stava attendendo, anche se avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa di simile.

“È nostro?” chiese ad Austin mentre scendeva “è… Siamo noi due gli unici passeggeri?”

“Sì, Rosa, è così che funziona un jet privato. Vieni. Ai nostri bagagli ci pensa chi di dovere. Attenta agli scalini”.

Austin lasciò che fosse lei la prima a salire la scaletta e ad entrare nel jet, ed una volta all’interno la giovane rimase di nuovo a bocca socchiusa. Pur non avendo mai visto l’interno di un aereo di linea, era certa che non si avvicinasse nemmeno lontanamente a quello del jet privato che aveva davanti ai propri occhi: l’intero arredamento era estremamente lussuoso, ed i sedili erano delle vere e proprie poltroncine in pelle, color avorio.

“Ohh… Mio…”

“Qui dentro c’è tutto quello di cui puoi avere bisogno nel corso di un lungo viaggio. È dotato di un bagno, ovviamente, di un angolo bar e dietro quella tenda laggiù c’è anche una piccola postazione cucina in cui sono pronti a prepararti tutto quello che vuoi. Le poltroncine sono reclinabili e ti assicuro che sono anche molto comode. Non ti faranno sentire la mancanza di un letto vero e proprio, se dovesse accadere di viaggiare l’intera notte. Che te ne pare? Niente male, vero?”

“Credo che non riuscirò mai ad abituarmi veramente a tutto questo”

“Lo spero, mi piace troppo l’espressione che fai in occasioni come questa, quando vedi per la prima volta qualcosa che a te è completamente nuovo. Mi fa impazzire. Prego” Austin indicò alla giovane la poltroncina su cui si poteva sedere e lui occupò quella di fronte; lei si sedette a sua volta, lanciò uno sguardo al di là dell’oblò e vide tutti gli ultimi preparativi prima del decollo.

“E noi due dobbiamo affrontare un viaggio per tutta la notte?”

“No, questa volta no”

“Posso sapere quante ore ci aspettano di viaggio od anche questo è un segreto?”

“No, questo te lo posso dire perché è irrilevante. Non capiresti mai dove siamo diretti. Ci aspettano cinque ore e mezza di viaggio prima di arrivare quasi a destinazione”

“Quasi?”

“Sì, dopo l’atterraggio ci aspetta un altro piccolo tratto di strada, e poi saremo finalmente arrivati a destinazione. Domani mattina ti sveglierai in un vero e proprio paradiso terrestre, nel frattempo se sei stanca ti consiglio di chiudere gli occhi. Ricordati che ci aspettano cinque ore e mezza prima di arrivare”

“Questa è la mia prima volta in un aereo”

“Sei agitata?”

“No, sono con te” rispose la giovane con un sorriso, per poi diventare seria. Le era tornato in mente l’incontro avuto con la sua ex ragazza alla festa, di cui non gli aveva fatto alcun accenno, ed ora che erano da soli e dovevano affrontare un lungo viaggio non sapeva se era giusto informarlo o se era meglio tenerselo per sé “Austin… Prima, durante i festeggiamenti, è successa una cosa di cui non ti ho parlato. Non so se sia meglio farlo o no… Non so nemmeno se è successa davvero…”

“Cioè?”

“Ho parlato con una persona alla festa, poco prima di entrare in cucina” rispose la giovane, per poi fare una piccola pausa in cui si mangiucchiò l’unghia dell’indice destro “e mi ha detto di essere la tua ex ragazza. Sto parlando di quella che avevi prima d’incontrare me… La stessa di cui mi hai accennato la sera in cui ci siamo conosciuti”

“Emma?”

“Non mi ha detto il suo nome, ma sì, credo fosse lei. Capelli biondi… Occhi scuri… Non ho prestato molta attenzione ad altri dettagli, ero più concentrata su quello che diceva”

“Sì, credo proprio sia lei. E cosa ti ha detto?”

“Ha subito precisato che non era venuta per rovinare il matrimonio, ma per mettermi in guardia da quello che sarebbe il tuo vero volto. Mi ha chiesto se sapevo com’erano andate le cose tra voi due e quando le ho detto di no, mi ha spiegato che sarebbero stati dei tuoi presunti comportamenti a spingerla a tradirti… Senza mezzi termini, mi ha detto che quella del bravo ragazzo è solo una maschera di facciata che ti piace indossare, e che in realtà il tuo vero carattere è un altro… Che eri ossessivo e controllante nei suoi confronti, e sono stati i tuoi comportamenti a spingerla al limite”

“E tu cosa le hai risposto? Cosa le hai detto quando lei ti ha detto questo?”

“Che non credo ad una sua singola parola, ovviamente” rispose lei, senza la minima esitazione, continuando a mangiucchiarsi l’unghia “ma vorrei comunque conoscere la tua versione dei fatti”

“Speravo di non dover mai più parlare di questa storia” commentò lui con un sospiro, stropicciandosi gli occhi con la mano destra “la mia versione? Non c’è molto da dire a riguardo. Per me non esiste più da quando l’ho sorpresa a letto con il mio ex migliore amico, pensavo che non potesse esistere qualcos altro peggiore di questo, ma invece è riuscita a superare sé stessa… Non le è bastato rovinare la nostra storia, ha dovuto anche inventare delle bugie sul mio conto e raccontartele proprio il giorno del nostro matrimonio… Quello che ti ha detto Emma non è vero. Non sono mai stato ossessivo e controllante nei suoi confronti, ma ho iniziato a pormi molte domande quando mi sono reso conto che in lei c’era qualcosa di diverso. Ha sentito il bisogno di screditarmi solo perché non vuole accettare il fatto concreto che lei è l’unica e sola responsabile della fine della nostra storia, ma le persone vicine a me, quelle che mi conoscono davvero, sanno come sono fatto. E sanno che non sarei mai in grado di fare nulla del genere”

“Mi avrà detto quelle cose per farmi cambiare idea… Forse sperava che mi convincessero ad abbandonarti sull’altare”

“E così lei avrebbe avuto campo libero per farsi avanti? Sarebbe davvero una completa stupida se pensasse di avere qualche possibilità dopo il modo in cui è finita la nostra storia. Io con lei ho chiuso completamente, non voglio né vederla né sentire mai più il suo nome, e non mi manca. Anzi, forse dovrei ringraziarla per quello che ha fatto, perché se non mi avesse spinto a chiudere il nostro rapporto non avrei mai conosciuto te: la persona che ho sposato e con cui desidero passare insieme il resto della mia vita, l’unica che voglio davvero a mio fianco” Austin sorrise, si sporse in avanti e prese la mano destra di Rosa tra le proprie “non hai nulla da temere riguardo a lei, cancella completamente la conversazione che avete avuto, come se non fosse mai esistita. E se mai dovesse farsi viva ancora, dimmelo subito la prossima volta”

“Confido che non sia necessario”

“Tu non credi a quello che ti ha detto, vero?”

“No, Austin, non ho creduto a nessuna delle sue parole nemmeno per un solo istante. Chi mai crederebbe alle parole della ex della persona che stai per sposare? Sono cinque anni che stiamo insieme, non cinque mesi. Se in te ci fosse stato qualcosa di preoccupante come quello che mi ha raccontato, me ne sarei già accorta e lo avrei già visto… Purtroppo ho fin troppa esperienza in questo settore… Ma non le conviene che ci sia una prossima volta, altrimenti dovrà vedersela con me e le mie unghie. Non mollerò la presa fino a quando non sarò riuscita a strappare qualche ciocca di capelli” rispose la giovane per poi scoppiare a ridere, facendo ridere a sua volta anche il marito. Cancellò all’istante lo sgradevole incontro che aveva avuto con Hannah proprio perché non nutriva alcun dubbio nei suoi confronti. Se in quel momento aveva una certezza nella propria vita, era costituita da Austin e dalla totale fiducia che poteva riporre nei suoi confronti.

Lui non l’avrebbe mai né tradita né maltrattata.












L’aereo atterrò in tarda serata, dopo un volo sereno e senza turbolenze. Rosa scese la scaletta metallica senza avere la minima idea di dove si trovasse, e non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi attorno perché Austin le indicò una macchina che li stava già aspettando per l’ultima parte del viaggio.

La ragazza pensò che la vettura li avrebbe portati finalmente a destinazione, invece quando si fermò si rese conto che non era così perché si trovavano nei pressi di un molo; l’unica imbarcazione in acqua in quel momento era un motoscafo che non riusciva a vedere bene a causa della scarca illuminazione.

“Dobbiamo prendere questo?” chiese sorpresa. Come non era mai salita su un aereo, lo stesso valeva per la barca “e chi lo guida?”

“Io” rispose prontamente il giovane, mentre l’autista della macchina si occupava di caricare i diversi bagagli sul motoscafo; le sopracciglia di Rosa si alzarono.

“Tu? Lo sai guidare sul serio?”

“Sì, sul serio”

“Quante altre cose mi nascondi?”.

Il giovane scoppiò in una risata divertita; salì a bordo della piccola imbarcazione ed aiutò galantemente la moglie a fare lo stesso, non senza qualche difficoltà.
“Nulla di preoccupante, te l’assicuro. E ti prometto che dopo quest’ultimo tratto saremo finalmente arrivati”

“Lo spero, perché sono distrutta” mormorò Rosa, guardandosi attorno e stringendosi nelle spalle “non mi è mai piaciuto l’oceano di notte. L’acqua sembra diventare nera e mi mette i brividi. Mi da l’impressione che da un momento all’altro stiano per emergere i tentacoli di un mostro marino”

“Aspetta, quello che vedrai tra poco ti farà dimenticare completamente questa tua paura” disse Austin, strizzando l’occhio destro; Rosa si ritrovò a dargli ragione poco dopo, quando in lontananza, nell’acqua nera, vide delle piccole luci tremolanti. A mano a mano che si avvicinavano capì che si trattava della terraferma, del posto in cui erano diretti, e vide anche delle luci ancora più piccoline fare capolino.

“Ohh, mio dio, ho capito! È un’isola!” la giovane si lasciò scappare uno strillo quando ormai erano a poca distanza dal molo in cui dovevano ormeggiare il motoscafo; si voltò a guardare stupefatta Austin perché non poteva credere ai propri occhi “quella è proprio un’isola e quella laggiù è una casa che si affaccia sulla spiaggia!”

“Una villa, non una casa” precisò subito lui, con un mezzo sorriso divertito “ed è ancora meglio di quella che abbiamo noi, fidati. Questa è un vero e proprio hotel. È la residenza della mia famiglia per le vacanze estive, ci sono venuto da quando ne ho memoria”

“Ohh” mormorò Rosa, ed il suo entusiasmo si smorzò “sei sicuro che possiamo usarla?”

“Stai scherzando, vero? Questo posto è mio tanto quanto dei miei genitori e dei miei fratelli, e se adesso vorrebbero impedirmi di usarlo non sarebbe il modo miglior per ricucire i contatti… E poi, nessuno di loro ci viene mai in questo periodo dell’anno. Sentiti libera di esplorarla da cima a fondo, perché questo posto sarà la nostra casa per il prossimo mese”

“Il prossimo mese?” chiese la ragazza, letteralmente senza fiato.

“Rosa, passo la maggior parte di tutti i miei giorni a lavoro, ed a malapena ci vediamo nel weekend. Mi sembra il minimo che il mio viaggio di nozze duri un mese, così finalmente avremo la possibilità di recuperare una buona parte del tempo perduto” Austin strizzò di nuovo l’occhio destro e l’aiutò a scendere dal motoscafo. Rosa attraversò la passerella in legno e, come le aveva suggerito il marito, si diresse verso la maestosa abitazione senza aspettarlo.

Già dall’esterno poteva ammirare i lussuosi interni perché la parete principale era costituita da porte finestra. Là dentro era tutto così bello e perfetto da far girare la testa; in un angolo del salotto c’era perfino un bancone bar, fornito di qualunque bottiglia di alcolici che lei non avrebbe mai assaggiato. Gli occhi scuri della ragazza si posarono sulle scale che conducevano al primo piano e si chiese che cos’altro potesse esserci là sopra.

“Qui dentro ci potrebbe vivere un esercito di persone ed ancora ci sarebbe spazio per altre” commentò quando sentì la presenza di Austin alle proprie spalle, subito confermata da una sua risata divertita “no, dico sul serio, Austin. Guarda. A che servono quelle scale che portano ad piano di sopra, quando puoi già vivere direttamente qui, al pianoterra? C’è la cucina, c’è il bancone bar, ci sarà di sicuro anche un bagno e quel divano è così grande e profondo che può fungere benissimo da letto”

“Di sopra c’è la zona notte, e ti posso assicurare che la camera da letto è molto più comoda del divano”

“Quale camera da letto? Dubito che ce ne sia solo una”

“I miei genitori hanno sempre avuto la più grande e la più bella… Potremo usare quella”

“Usare la loro camera quando sai benissimo che vengono ancora qui? È una proposta perversa, lo sai?”

“Lo so, ma non dirmi che non hai voglia di prenderti una piccola vendetta nei loro confronti visto come si stanno comportando nei tuoi”

“Se lo facessimo, non credo che acquisterei qualche punto a mio vantaggio. È più probabile che provrebbero ancora più risentimento nei miei confronti”

“O si arrendono in qualche modo all’inevitabile o trascorreremo il resto delle nostre vite senza più rivolgerci la parola, perché io ho fatto la mia scelta e non ho alcuna intenzione di fare un passo indietro. Hai fame?”

“No”

“Nemmeno io” mormorò Austin, lasciando cadere la conversazione nel silenzio. Quella era la loro prima notte di nozze, e Rosa sapeva molto bene che cosa significava. Si lasciò prendere il viso tra le mani di quello che ora era a tutti gli effetti suo marito, chiuse gli occhi e si lasciò baciare dolcemente. Austin si allontanò per primo e, dopo aver sorriso, le posò un bacio sulla fronte “piano di sopra, ultima porta infondo a sinistra. Tranquilla, non è la camera da letto dei miei genitori. Loro si sono presi la più grande, ma di sicuro non quella con la vista più bella”

“Prima dovrei usare il bagno”

“Seconda porta a destra, credi di ricordarti tutto?”

“Sì, ma se tra un po’ non mi vedi arrivare è meglio se vieni a cercarmi. Questo posto è peggio di un labirinto” rispose la giovane con un sorriso timido, per poi prendere in mano il beautycase e salire lungo le scale che portavano al primo piano della villa. Intravide un’altra scala che portava ad un altro piano superiore e si chiese che cosa potesse mai esserci lassù.

Il bagno era come il resto dell’abitazione, così bello da togliere il fiato. Era interamente ricoperto di piastrelle rosa pastello, le rifiniture dei mobili e della vasca erano dorate e qua e là c’erano dei vasi di fiori. Non aveva mai visto dei vasi di fiori all’interno di un bagno, lo trovò un particolare stravagante e pensò che probabilmente lo era anche la madre di Austin, perché era evidente che lì dentro c’era uno zampino femminile.

La ragazza chiuse la porta e girò due volte la chiave nella serratura, si avvicinò al lavandino, posò il beautycase sul bordo e si sciacquò il viso con dell’acqua fresca; dopo averlo asciugato sollevò lo sguardo sul proprio riflesso nello specchio. Benché lei ed Austin avessero già fatto l’amore numerose volte, all’improvviso si sentiva stranamente tesa e nervosa.

Chiuse gli occhi, prese una serie di lunghi e profondi respiri e poi risollevò le palpebre. Non era un sogno: si trovava ancora all’interno del bagno di una bellissima villa su un’isola tropicale, ed il profumo dei fiori sistemati lì dentro iniziava ad essere così forte da stordirla. Per quanto ancora ci fossero momenti in cui faceva fatica a crederci, con tutto quello che aveva passato, quella che stava vivendo era la realtà. La seconda possibilità più bella che potesse mai capitarle.

Hai presente quando ti chiedono dove ti vedi tra dieci anni? Ecco, io mi vedo esattamente lì: su quell’isola tropicale, pieno di soldi, a bere drink ed a divertirmi”.

Il sorriso sulle labbra di Rosa si spense rapidamente, lo vide lei stessa sul proprio riflesso allo specchio. Il suo momento di pura felicità era stato rovinato da un ricordo che le era tornato in mente all’improvviso, a tradimento, scappato dall’angolo in cui lo aveva confinato insieme a molti altri, così vivido che per un attimo aveva avuto l’impressione di sentire quella voce provenire dalla stanza e non dentro la propria testa, ed ora stava pensando a lui. A Rich. Dopo quasi un anno da quando lo aveva rivisto in aula, e cinque da quando avevano parlato per l’ultima volta.

Quelle erano parole sue, e ricordava molto bene l’occasione in cui le aveva pronunciate: in una vasca ad idromassaggio, nell’attico di uno dei suoi clienti più facoltosi. Avevano parlato per un po’ del più e del meno, e quando la conversazione si era spostata sui piani che riguardavano il futuro, lui aveva risposto in quel modo; le aveva detto che non aveva alcuna intenzione di restare ancora per molto nello squallido appartamento che dividevano perché era intenzionato a trascorrere il resto della propria vita in una villa su un’isola tropicale,a sorseggiare drink ed a divertirsi. Le aveva detto che in una decina di anni ci sarebbe riuscito, e lei aveva pensato tra sé e sé che se avesse continuato su quella strada, ad iniettarsi cocaina in vena, era più probabile che si sarebbe ritrovato in obitorio. Ora, coi sviluppi che c’erano stati, quella dell’obitorio era destinata a trasformarsi in una solida realtà perché avrebbero fatto di tutto per spedirlo nella camera a gas il prima possibile, ed era certa che ci sarebbero riusciti. Tutti non aspettavano altro.

Rosa non voleva più pensare a quella notte, ma i ricordi continuavano a passare davanti agli occhi senza che potesse fare nulla per impedirlo, ed abbassare le palpebre non cambiava niente.

Mentre erano nella vasca ad idromassaggio, gli aveva chiesto, supplicandolo, di avere un rapporto normale per una volta, senza uso di droghe e fantasie spinte, e lui stranamente l’aveva accontentata. L’aveva presa in braccio e l’aveva portata in camera da letto. L’aveva fatta sdraiare sul materasso matrimoniale e l’aveva baciata ed accarezzata, le aveva perfino mormorato qualcosa all’orecchio che però non ricordava. Per una volta avevano fatto sesso normale come una qualunque coppia di fidanzati, con le uniche eccezioni che loro due non erano mai stati una coppia, e che le mani che l’avevano accarezzata e dato piacere erano le stesse che avevano massacrato senza alcuna pietà più di tredici persone innocenti.

Perché era stata così stupida e cieca da non cogliere i segnali di pericolo, quando aveva perfino assistito di persona a due omicidi?

C’erano dei resti umani sepelliti fuori città che non erano ancora stati ritrovati e chissà se mai lo sarebbero stati, e lei conosceva benissimo la loro ubicazione. Anche ora, a distanza di anni, sarebbe stata in grado d’indicare il punto esatto in cui si trovava quello che restava della prostituta dai capelli rossi e del suo ex cliente; ma dare una degna sepoltura a quei resti equivaleva a disegnare una croce sulla propria testa. Se tutti avessero saputo che lui aveva avuto una complice, a propria insaputa, anche nel suo caso nessuno si sarebbe accontentato dell’ergastolo. L’avrebbero condannata a sua volta alla pena capitale.

“Ohh, dio…” mormorò la giovane, posando i gomiti sul bordo del lavandino e le mani ai lati della testa. Nella mente continuava a vedere i ricordi di quella sera, mischiati a tanti altri ed a quando si erano rivisti poco meno di un anno prima “…dio… Perché? Perché adesso, perché in questo momento? Perché non te ne vuoi andare?”.

Ormai la faccenda della polaroid e della collana nella scatolina non aveva più alcuna importanza. Rosa si sentiva profondamente tradita e delusa, perché per più di due mesi aveva convissuto con una persona che non conosceva minimante, che le aveva mentito fin dal primo istante in cui si erano incontrati. E chissà se nel corso di tutte quelle settimane non era mai stato tentato dall’idea di trasformarla in una delle sue tante vittime, magari anche mentre erano a letto insieme. E la parte peggiore non erano nemmeno i rapporti sessuali che avevano avuto, ma i sentimenti che aveva creduto d’iniziare a sentire per lui.

Tu lo sai benissimo perché non se ne va dalla tua testa. Sai benissimo perché per quanto ti sforzi ogni giorno di tenere tutto quanto rinchiuso in un angolo lontano della mente, prima o poi tornerà sempre a darti il tormento come sta succedendo ora. Ed i sensi di colpa non c’entrano nulla, come non c’entra nulla quello che hai scoperto su di lui. Vuoi che lo dica io? Vuoi continuare a prenderti in giro e che sia qualcun altro a sbatterti in faccia la realtà?’

“Taci, maledizione. Taci

‘La verità, Rosa, è che Austin non è la persona che avresti voluto vedere sotto quell’arco di fiori’

“Ohh, ma per favore. Smettila. Questo non è assolutamente vero” rispose la giovane a denti stretti ed a bassa voce “non è assolutamente vero. È un pensiero deviato alla luce di tutto quello che è stato accusato di aver fatto”

‘Più deviato di quello che hai fatto con lui? O più deviato di quello che faresti ancora con lui? Smettila tu. Se adesso fosse qui davanti a te e ti ordinasse di tirargli giù i pantaloni e di succhiargli il cazzo, tu lo faresti senza la minima esitazione. E poi ti faresti sbattere da lui. Perché? Perché è quello che vuoi’

“Ora basta. Non m’importa se Austin mi ha detto che è una pessima idea, io mi fido della mia dottoressa. So che è una professionista, so che non tradirebbe mai la fiducia di un paziente, e quando tornerò dal viaggio di nozze andrò da lei e le racconterò tutta la verità su di lui. Così mi aiuterà a superare anche questo ed a liberarmi di te una volta per tutte. Non posso vivere il resto della mia vita con una voce in testa che mi dà il tormento in continuazione”

Fallo, allora, e finirai per commettere il peggior errore della tua vita. Con quello che ha da guadagnarci dalla stampa, non terrà conto del segreto professionale, come ti ha avvisata Austin. E nel caso dovesse essere davvero corretta nei tuoi confronti, che risultato pensi di ottenere? Le sedute con lei finiranno per farti scendere alla stessa conclusione che ora non vuoi accettare, ovvero che il tuo non è stato un matrimonio d’amore, ma d’interesse. Hai sposato Austin perché era la tua unica alternativa, altrimenti saresti finita di nuovo in mezzo ad una strada, senza casa, senza soldi, ed avresti ricominciato di nuovo a drogarti e prostituirti senza qualcuno pronto a coprirti le spalle. Quanto tempo saresti resistita in condizioni simili? E lo hai sposato perché con lui puoi fare la bella vita, quella che non hai mai potuto fare prima e che pensi di meritare. Ti è andata bene, in fin dei conti, perché è giovane, bello, e ti tiene sul palmo della mano, ma non ne sei innamorata. Gli sei riconoscente, ma non provi nulla per lui, ed a questo punto ritorniamo alla domanda di prima, alla quale non hai risposto: quale sarà la tua risposta quando ti dirà che vuole avere una famiglia con te? Gli darai dei figli che non vuoi avere solo per continuare ad avere la vita dei tuoi sogni?’

Vaffanculo” Rosa distolse lo sguardo dallo specchio ed uscì dal bagno; una volta in corridoio si fermò e prese di nuovo qualche respiro profondo per calmarsi, ad occhi chiusi. Non aveva la minima intenzione di lasciarsi suggestionare da una voce che sentiva nella propria testa e che diceva solo bugie su bugie allo scopo di confonderla, perché quello che diceva non era altro che quello: una lunga serie di bugie. Non aveva sentito nessun trasporto per Austin all’inizio, ma quella era una faccenda di cinque anni prima, adesso era tutto diverso, era tutto cambiato e lo era anche quello che sentiva per lui. Gli era profondamente riconoscente, stare con lui le consentiva di vivere una vita lussuosa e senza pensieri, ma non si trattava solo di quello, altrimenti non avrebbe mai accettato la sua proposta di matrimonio. Non era così meschina.

Rosa riaprì gli occhi una volta riacquistate la calma e la lucidità, si lasciò alle spalle la discussione con la voce ed i ricordi che erano tornati in mente in bagno e seguì le indicazioni che suo marito le aveva dato per raggiungere la loro camera da letto. Le aveva detto che si trovava dietro l’ultima porta a sinistra e lei aprì quella. Scoprì subito di non avere sbagliato perché oltre a vedere Austin seduto sul bordo del letto matrimoniale, i suoi occhi si posarono subito sulle numerose candele accese disposte per tutta la stanza e sui petali di rosa, sparsi sia sul pavimento che sulle lenzuola. Dall’altra parte della stanza, a completare il tutto, c’era un’enorme vetrata che si affacciava sull’oceano calmo illuminato dai raggi della luna. La giovane era così stupefatta da non sapere con esattezza su che cosa dovesse concentrarsi. La camera come tutto il resto sembrava uscita da un film.

“Ti piace?” non riusciva a vedere il viso di Austin a causa della penombra, ma sentì una nota di preoccupazione nella sua voce “volevo che tutto fosse perfetto, spero di non avere esagerato”

“È… Tutto perfetto, vuoi scherzare? A quale ragazza non piacerebbe trovare uno spettacolo simile ad attenderla? Se lo avessi saputo prima mi sarei presentata con qualcosa di più adatto all’atmosfera addosso, invece indosso ancora la maglietta ed i pantaloni con cui sono partita da casa”

“Tu non hai bisogno d’indossare qualcosa di provocante per essere sexy. Lo sei con un vestito corto, ovviamente, ma ai miei occhi lo sei comunque anche con una semplice maglietta ed un paio di jeans. Ti sottovaluti troppo, Rosa, vorrei che potessi vederti come ti vedo io”

“Non… Non so cosa dire, nessuno mi ha mai detto frasi simili prima d’ora. Tu sei il primo ed unico” mormorò lei, sentendo improvvisamente caldo all’altezza delle guance; in contemporanea, lui si alzò dal bordo del letto e si avvicinò “devo ammettere che anche tu non sei niente male”

“Niente male?” domandò Austin, posizionandosi davanti a Rosa, inarcando le sopracciglia “tutto qui?”

“Beh… Forse, tutto sommato, un pochino in più di niente male” rispose la giovane, per poi scoppiare a ridere, imitata dal marito. Lui la prese per mano, la condusse verso il letto matrimoniale e scostò dei petali prima di farle cenno di sedersi. Lei obbedì e poi gli rivolse un sorriso tirato “anche tu sei nervosa, vero? È stranissimo. Non è la nostra prima volta, ma mi sento esattamente come se lo fosse. Anzi. Mi sento nervoso come se fosse la mia prima volta e basta. Colpa del viaggio di nozze”

“Avevo capito che non dai nessuna importanza a certe tradizioni legate al matrimonio. Com’è stata la tua prima volta?”

“Tremenda, lascia perdere. Con una mia compagna di classe dopo il ballo scolastico. Non so chi di noi due fosse più nervoso ed è stato tutto tranne che un’esperienza eccitante e da ricordare. Quando si tratta della prima volta, noi maschi abbiamo sempre paura di fare cilecca” disse Austin con una smorfia, per poi fare un mezzo sorriso “e se te lo stai chiedendo, no: in quell’occasione non ho fatto cilecca, ma in compenso sono stato terribilmente impacciato”

“A me sembra tutto il contrario, invece. Penso che qualunque ragazza vorrebbe che la propria serata del ballo scolastico andasse in questo modo. Avrei voluto viverla anch’io”

“Possiamo prendere dei vestiti eleganti da sera e trasformare il salotto in una pista da ballo. Posso organizzare una serata a tema per il tuo prossimo compleanno, ed il tema potrebbe essere proprio il ballo di fine anno scolastico… E per rendere il tutto ancora più verosimile, dopo il party possiamo prendere la camera di un albergo e trascorrere là la notte”

“Sarebbe una follia” commentò la ragazza con una risata divertita.

“Sì, ma io sarei pronto a compiere qualunque follia per te. Voglio darti tutto quello che non hai mai avuto e molto altro. Voglio che tu sia la mia principessa, e che non ti manchi mai nulla. Voglio sempre vederti felice e sorridente” il giovane avvicinò le labbra all’orecchio destro di Rosa “e adesso ho una voglia terribile di fare l’amore con te come se fosse la nostra prima volta”

“Anch’io lo voglio” mormorò Rosa con un filo di voce, e lasciò che Austin le prendesse il viso tra le mani per baciarla sulle labbra. Era sempre gentile e premuroso a letto, tanto quanto lo era nella vita di tutti i giorni, e metteva sempre i suoi bisogni in primo posto rispetto ai propri. Il sesso che faceva con lui non aveva nulla a che fare con i rapporti che aveva sempre consumato con i propri clienti. Non aveva nulla a che fare con quelli consumati con Rich.

Austin non aveva mai chiesto di fare qualcosa che fosse di natura sadomaso, non aveva mai proposto alcun gioco di ruolo perverso ed estremo, e non l’aveva mai spinta contro il materasso di pancia perché voleva fare sempre e solo sesso anale. Lui era per il sesso classico e romantico, per il fare l’amore. E gli piaceva che fosse lei a stare sopra di lui, a cavalcioni, e Rosa aveva scoperto di adorare quella posizione di comando. L’unica volta in cui glielo aveva proposto a Rich, timidamente, per provare qualcosa di nuovo, lui era scoppiato a ridere e poi le aveva ordinato di mettersi in ginocchio. Si era rifiutato categoricamente perché doveva essere lui ad avere il controllo della situazione, e lei non gliel’aveva mai più chiesto.

Rosa si lasciò spogliare sotto il tocco delle carezze e dei baci di Austin; lui le sfilò prima la maglietta, poi il reggiseno, poi i pantaloni ed infine il paio di slip, l’ultima cosa che le era rimasta addosso. A quel punto toccò a lei fare lo stesso con lui: gli tolse tutti gl’indumenti che indossava, e quando gli sfilò il paio di boxer vide che era già completamente eccitato.

“Lo vedi? Solo tu mi fai questo effetto. Vieni qui” sussurrò, invitandola ad avvicinarsi mentre si sdraiava “voglio che ti siedi a cavalcioni su di me”

“Non stai dimenticando qualcosa?” chiese la ragazza, anziché avvicinarsi, notando che mancava un passaggio che eseguiva sempre quando andavano a letto insieme. Anziché una risposta immediata, ottenne il silenzio. E quel silenzio non le piaceva affatto. Sentiva che era il preambolo a qualcosa che avrebbe potenzialmente rovinato l’intero momento.

“No, non ho dimenticato nulla perché non ho portato nulla del genere in valigia” mormorò Austin, giocherellando con le dita della mano destra di Rosa, senza guardarla negli occhi. Anche quello era un particolare che non le piaceva affatto , ed iniziava a sentire una morsa all’altezza dello stomaco “vorrei… Provare senza preservativo”

“Mi stai dicendo che preferisci che prenda la pillola del giorno dopo perché senza preservativo è meglio?”

“No, non proprio. Ti sto dicendo che vorrei fare l’amore senza alcun genere di precauzione”.

La morsa allo stomaco si strinse un pochino.

“Ma… Ma avere un rapporto sessuale senza alcun genere di precauzione significa che c’è la possibilità…”

“Lo so, è per questo che te l’ho chiesto” rispose Austin, senza lasciarle il tempo di terminare la frase “a te non piacerebbe? Rosa, sono cinque anni che stiamo insieme, ci siamo sposati e dici in continuazione che abitiamo in una casa che è fin troppo grande per due persone soltanto. Io sono cresciuto in una famiglia numerosa e mi piacerebbe che anche la mia lo fosse… A te no?”.

Improvvisamente faceva freddo all’interno della camera da letto, così freddo che la giovane sentì un brivido percorrere in lunghezza tutta la spina dorsale; si sforzò di sorridere in modo naturale ed annuì lentamente con la testa mentre lui la guardava con un’espressione ansiosa.

“Possiamo provare già stasera” rispose alla fine in un sussurro “e vediamo come va”.

L’espressione ansiosa di Austin si trasformò in una di pura gioia, nella penombra che regnava nella stanza non si era accorto di quella impressa sul viso di Rosa, e non se ne accorse nemmeno quando l’attirò a sé per baciarla con passione sulle labbra. Lui era semplicemente euforico mentre lei era scesa in uno stato confusionale e catatonico dal quale non riusciva a tirarsi fuori. Fece l’amore senza alcun entusiasmo, con la mente altrove, senza nemmeno riuscire a raggiungere l’orgasmo. Continuava a vedere quello che era il sogno di Austin, la grande famiglia con lei che tanto desiderava: vide sé stessa a casa, mentre lui trascorreva la maggior parte delle sue giornate lontano in ufficio, badare da sola ad un piccolo gruppo di bambini, alcun maschi altri femmine, alcuni con i capelli neri altri con i capelli biondi. Bloccata in una routine che si ripeteva giorno dopo giorno, sempre nello stesso modo.

Austin non aveva la minima idea dei pensieri che stavano attraversando la mente di Rosa; aveva gli occhi chiusi e sul suo volto era impressa un’espressione di puro piacere, e quando raggiunse l’orgasmo, dopo non essere riuscito a trattenere un gemito, attirò a sé la sua giovane sposa, la baciò di nuovo con passione e quando si sdraiarono le passò il braccio destro attorno ai fianchi, stringendola contro il proprio petto.

“Quando sono con te, mi rendi la persona più felice sulla Terra” le sussurrò a poca distanza dall’orecchio destro “e so che continuerà ad essere così”

“Lo stesso vale per me” mormorò Rosa, con gli occhi fissi su un punto indefinito della stanza; sentì il marito baciarla tra i capelli e poi posare la testa sul cuscino. Aspettò pazientemente, sempre ad occhi spalancati, che il suo respiro diventasse lento, profondo e regolare, e dopo essersi accertata che si fosse addormentato, cercando di non fare alcun rumore sgusciò fuori dal letto e recuperò gli slip e la maglietta a maniche corte. Ripercorse di nuovo il corridoio e di nuovo si chiuse all’interno del bagno, ed una volta dentro, dopo ave acceso la luce, prese un profondo respiro.

Ora non trovava affatto gradevole il profumo dei numerosi fiori che la madre di Austin aveva sistemato là dentro, le davano quasi la nausea.

Aprì l’anta di un armadietto posizionato alla destra dello specchio sopra il lavandino, poi un’altra, e trovò dei bicchieri di plastica monouso; ne prese in mano uno e lo riempì con dell’acqua fresca. Lo posò sopra il bordo in marmo del lavandino ed aprì la cerniera del beautycase con le mani che tremavano. I suoi occhi si posarono in automatico su una scatolina che portava sempre con sé e che non mancava mai da quando era entrata nella fase adolescenziale.

Era una scatola di contraccettivi, la pillola del giorno dopo.

Aveva sempre con sé una confezione come quella perché l’ultima cosa che le sarebbe servita era d’incappare in un incidente di percorso. La maggior parte dei suoi vecchi clienti non usava mai il preservativo; nemmeno durante tutti i rapporti avuti con Rich, lui lo aveva mai usato. In effetti poteva considerarsi estremamente fortunata di non avere mai contratto nessun tipo di malattia nel corso degli anni in cui aveva venduto il proprio corpo.

La procedura era sempre la stessa, e non poteva essere più semplice, perfino una stupida come lei riusciva a seguirla senza alcun problema: era sufficiente mandare giù intera una di quelle piccole pillole bianche e rotonde, aiutandosi con un goccio d’acqua, e problema risolto. Nessun incidente di percorso. Ma questa volta, per la prima volta, non era affatto così semplice perché aveva l’impressione di giocare sporco: Austin le aveva chiesto la mano perché voleva creare insieme una splendida famiglia, e lei era in procinto di fare di tutto per evitare che accadesse.
Rosa ripensò all’immagine che aveva avuto in mente per tutto il tempo in cui lei ed il marito avevano fatto sesso senza precauzioni, a sé stessa intenta ad occuparsi di un piccolo gruppo di bambini. Ne aveva quattro, nello specifico. Che madre sarebbe stata col passato e con gli esempi che aveva avuto? Come poteva crescere dei figli quando a lei per prima erano mancate delle vere figure genitoriali? Come poteva crescere dei figli se non provava alcun interesse nell’averli?

‘Direi che alla fine la risposta te la sei data, eccome’.

La giovane ignorò il commento inopportuno della voce nella propria testa e, senza alcun indugio, cacciò in bocca la pillola e mandò giù l’intero bicchiere di acqua fresca.

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