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Natale.
Che festività inutile.
Trovo che festeggiare annualmente la nascita di un Dio che,molto probabilmente nemmeno esiste,non sia molto logico. Anche perché più che festa,siamo costretti dal mondo post industriale che ci circonda a riempire carrelli di spesa inutile che,non mangeremo mentre mezzo mondo sta andando a puttane fra malattie e povertà.

Comunque nonostante questo pensiero, ho accettato di passare questa festività che,ribadisco sia inutile,con Anna.

Tradizionalista,mi ha invitato a casa dei suoi. Sottolineando come io non sono nessuno se non un amico perché sono quasi coetaneo di sua madre.

L'appartamento è abbastanza grande,niente di particolare per una Monza innevata e glaciale.

"Prego,lei è il signor Fanti,il professore di mia figlia,giusto?"

"Esatto. Buonasera signora...ho portato del vino,lambrusco"

"Sempre ben accetto. Si accomodi pure,Anna le farà strada"

"Certo mamma,stai serena"

La giovane dinanzi me,mi prende per mano e mi fa girare tutta la casa.

Come già detto prima,non è così grande quindi in meno di dieci minuti siamo di nuovo nel salone principale.

Ma io non voglio stare qui,dentro questa camicia,questa cravatta e questa società.

Io voglio stare dentro lei,che indossa questo completo rosso che mi fa impazzire ad ogni movimento.

"Mi fai vedere camera tua?"

Chiedo,mentre con una mano le stringo il sedere.

"Smettila,ci sono i miei"

Sussurra terrorizzata. Io ghigno,bastardo.

"Da quando ordini tu,mh?"

Cerca di rimanere impassibile,mentre porta alla bocca il calice con del prosecco fresco.

"Dai,fammi vedere camera tua...qui sembra di essere in una casa di riposo"

Mi lamento:capriccioso.

"Hanno tutti più o meno la tua età..."

Scontrosa oggi. Stronza.

"Anna...se non mi porti in camera tua,capita un macello davanti ai tuoi cari e casti parenti"

Minacciata da un senso di colpa e paura letali,mi trascina con sé in camera sua.

Una cameretta semispoglia senza quadri o lucine particolari. Una foto di lei con un cane sulla scrivania è l'unico soprammobile sopravissuto al suo minimalismo.

"Il minimalismo aveva già preso accordi con la tua mente vedo..."

"Ormai, non riesco più a farne a meno"

Controllo la libreria:dischi in vinile.

"Uh...gli Aerosmith. Signorina mi sorprende..."

Sorrido mentre tiro fuori il vinile dalla custode colorata.

Poso il disco sul giradischi e in meno di due secondi parte la mia canzone preferita.
Sweet emotions.

Alzo il volume più che posso,mentre chiudo a chiave la porta e la guardo come se dovessi divorarla.

"Non qui...non ora...ci sono i miei di la..."

"E la cosa ti piace,mh?"

Chiedo mentre una mia mano trova il suo cammino,sbottonando il pantalone ed entrando in contatto con la sua parte più morbida.

"Ti prego..."

Sì. Eccola qua,la mia bambolina.

"Mi stai pregando di andare avanti Anna?"

Chiedo mentre,le sue mani si aggrappano alle mie braccia per non crollare sulle sue gambe.

"Non abbiamo tempo..."

Mormora,mentre io la spingo sul materasso singolo.

"Cinque minuti bastano per vivere l'eterno"

Sussurro direttamente sulla sua pelle.

Si spoglia velocemente,rimanendo con solo il reggiseno a balconcino addosso che la rende ancora più sensuale ai miei occhi.

Prova a spogliarmi ma la fermo:mi guarda interrogativa.

"Voglio dedicarmi solo a te...abbiamo poco tempo e poi,non l'ho mai fatto. Chiedimi quello che vuoi Anna,lo farò"

Non mi sono mai sottomesso così tanto con una donna nell'ambito sessuale. Non ho mai concesso sconti solo perché era natale o ballate varie.
Solo con lei,riesco persino a concederle qualcosa.

I suoi occhi brillano,mentre tira su la testa per avvicinare le sue labbra alle mie.
Mi bacia delicata,passionale,elegante.

"Toccami...toccami forte...non l'hai mai fatto"

Mormora mentre il suo respiro aumenta:i suoi fianchi si alzano d'istinto per facilitare il mio lavoro.

Ma seppur io conceda qualcosa,le redini del gioco le mantengo sempre io ben salde.

"Apri la bocca...ecco,così..."

La musica è a palla,i vetri della finestra tremano ma,conoscendo il soggetto,le mutandine in bocca affievoliranno le urla di piacere.

Piano,inizio accarezzando le cosce:molto spesso non si pensa che la sensibilità dell'intimità arrivi anche dalla parte esterna che la incornicia.

Ogni tanto lascio qualche bacio sulle anche che sporgono,spigoli.

Porto alle mie labbra,l'indice ed il medio e li immergo totalmente nella mia saliva.

Lei annuisce,mentre spinge nuovamente i fianchi verso di me.

Le mie dita,bagnate,entrano in contatto con quel mare aperto che lei trattiene fra le sue gambe.

Prima dall'esterno,per farla dannare,per farla partire,per farla godere di più dopo.

Poi cauto,mi immergo totalmente:quanto vorrei avere più tempo ed essere a casa mia,per sostituirmi al mio arto.

Non appena inizio a lavorare con le dita,inclina la schiena verso di me.

Io colgo l'occasione per baciarle il collo,rude,maniaco,perverso.

Spingo più a fondo: sento che quel mare,si sta trasformando in una tempesta d'amore puntata totalmente all'orgasmo.

Lo capisco anche dai suoi movimenti più spasmodici e veloci.

Le mutandine le cadono dalla bocca,dalla quale fuoriescono solo gemiti di piacere.

"Oh...oh ti prego continua..."

Uno schiaffo sulla natica:freddo,voluto.

"Shh...ci sentiranno..."

Mentre porta le sue gambe più vicine,segno che è quasi all'apice,io bagno il pollice della mano libera con la mia saliva e lo posiziono sulla parte più sensibile della sua infinita marea.

Ed inizia a non capire più niente:le mani affondando nelle lenzuola,cercano un appiglio a questa tempesta infinita.

Le gambe si muovono veloci,il corpo di spinge ancora di più verso la mia mano.

L'orgasmo la travolge:potente e deciso.
Vacilla qualche istante ma poi chiude gli occhi di nuovo.

"Oh...ci sono di nuovo...oh mio Dio..."

Le sue gambe tremano,trema lei.
Appagata e scossa da un piacere che non penso abbia mai provato con le dita di nessun altro.
Mentre il suo corpo si calma,io come in un vasetto di miele,raccolgo con le dita il suo nettare e lo assaggio.

"Sei così..."inspiro eccitato"... dolce..oh Anna..."cerco di raccogliere ancora un po' di passione che, nonostante siano passati alcuni minuti,continua a lasciarle scosse elettriche"...appena finisce questa fottuta cena vieni da me:voglio che tu sia il mio dessert"

Lei sorride,passandosi una mano sulla fronte.

"Va bene..."sorride,si tira su sui gomiti,mi lascia qualche bacio sulle labbra.

Il mio pollice scorre sul suo labbro inferiore,lo abbassa.
Lei tira fuori la lingua e come sa,inizia a leccare continuando a guardarmi.
I miei occhi non si staccano nemmeno un secondo dai suoi,mentre il dito esce dalle sue labbra, una mia mano le accarezza il collo ornato da quella orribile collanina di perle.

"Qualcuno ti aveva mai toccata così?"

"No...non ero mai riuscita a..."

Lascia in sospeso la frase. Si vergogna. Ma la mia lingua biforcuta no.

"Non avevi mai avuto un orgasmo così?"

"N...no"

Io sorrido,orgoglioso come un bambino viziato.

"Bambolina...ormai la canzone è finita da cinque minuti e ci conviene sistemarci, altrimenti se i tuoi scoprono la tua perversione,ci umiliano con l'acqua santa"

"Vuoi rivestirmi tu?"

"Proposta allettante ma,altrimenti ricominciamo tutto dall'inizio"

"Filippo"

"Sì?"


"Grazie per questo regalo. Buon natale"

"Anche a te bambolina"

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