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Cinque anni.
Sono passati cinque anni dalla prima volta che l'ho vista in università.
Oggi è il suo ultimo giorno da universitaria.
È cresciuta,maturata,cambiata al mio fianco.
Ed io sono consapevole di aver collaborato positivamente a questo suo miglioramento.
E inconsapevolmente ha cambiato anche me:non sono mai stato attratto così tanto da una ragazzina più piccola di me.
Siamo qui,davanti alla sede universitaria.
Lei bella,in un completo verde speranza,i capelli biondi perché ha cambiato colore,voleva cambiare,togliersi via quel nero. Ha fatto un piercing al naso,due buchi alle orecchie in più. Un tatuaggio nuovo,dietro il collo,un sole.
È bella,bella fuori,dentro,ovunque.

"Congratulazioni tesoro!"

I genitori la stringono,mentre un'amica le scatta varie fotografie.
Con un bouquet di fiori in mano,sorride.
Sorrido,in disparte.
Nessuno sa di noi,forse nessuno lo saprà mai.
Rimarremmo nascosti,come quelle storie rimaste incastrate fra i vicoli di una Milano,Roma,Firenze.
Il nostro amore segreto farà sognare tante ragazzine come lei. Piene di ferite ma con all'interno un Eden.

"Grazie...vi amo. Grazie, grazie perché mi avete permesso di completare i miei studi...io,io vi amo"

Si commuove mentre stringe forte a se la madre.
In un abbraccio che mi fa commuovere.

Dopo aver festeggiato fuori dalla sede,come nostro solito,ci troviamo nel parcheggio sul retro.
Non appena mi vede corre,mi salta in braccio con la corona d'alloro in testa che traballa. Persino la poesia davanti a noi vacilla.

"Ci sono riuscitaaaaaa!"

"Occhio che mi spezzi la schiena!"

"Scusa,scusa,sono troppo feliceeeee"

"Tu sei fusa bambolina,oggi ancora di più"

Ridiamo mentre mi lascia un bacio sulla guancia, un'altro sul naso. L'ultimo sulle labbra.
Leggero, impercettibile.
Oggi è diverso,me lo sento.

Mi sono svegliato con una malinconia addosso che non saprei descrivere in nessun modo.
Mi sono svegliato piangendo,non ricordo nemmeno cosa ho sognato. Ma nonostante io abbia fatto di tutto,questa maledetta tristezza di dosso non si stacca.
E lei lo sente.
Perché mi guarda e si rintana in un abbraccio,in silenzio.

Andiamo a casa sua.
Due mesi fa ha traslocato e ora vive in un monolocale sui Navigli,saranno appena cinquanta metri quadrati ma,la vista dalla finestrella della cucina è stupenda.
Specialmente al tramonto.

Ma oggi non vuole farlo,oggi mi abbraccia,oggi mi bacia.
Oggi è donna.

"Devo chiederti una cosa..."

Mormora mentre posa le chiavi di casa sul tavolino di legno nell'entrata.
Io annuisco.

"Ti ricordi...quando...un po' di tempo fa ti chiesi una cosa particolare?"

"Me ne hai chieste in cinque anni...persino oltre la mia immaginazione"

"Io...ti chiesi di fare l'amore"

Deglutisce.
Mi guarda con le lacrime agli occhi.
Dio,perché? Che fastidio.

"Anna..."

Sospiro mentre mi passo una mano sul viso.

"Ti prego...so che oggi finirà tutto ciò che siamo..."inizia a piangere,ed è una tragedia vedere questi occhi pieni di tristezza"...io...ti prego..."non riesce a finire la frase perché si posa sul mio petto e accartoccia con le mani la mia camicia.

Io le accarezzo i capelli,le lascio un bacio sulla tempia.
Con le mani le sollevo il viso e le lascio un bacio sulla fronte.

"Grazie per avermi regalato cinque anni della tua vita"

E inizio a baciarla piano.
Faccio tutto con una lentezza,una malinconia infinita.
Mi spoglia e mi accarezza ogni centimetro di pelle,come se volesse memorizzarlo per sempre.
Mi bacia sempre,non riesce nemmeno a guardarmi in viso,non regge tutto questo dolore.

Finiamo per fare l'amore fra delle lenzuola scure,profumate di cuore in frantumi e vaniglia.
Mi accarezza,mi bacia.
Mi stringe,mi venera.
Si scusa,si dispera.

Finiamo.
Io mi sento una merda:come se avessi bevuto tutto l'alcol del mondo e non potessi vomitare.
Lei mi guarda e crolla in un pianto disperato.
Sul mio petto, riversa lacrime di un sentimento che in cinque anni non ho mai contemplato,riconosciuto.

"Ti amo"

"Ti ringrazio"

"Mi dispiace"

"È colpa mia"

"Non doveva andare così"

"Non dimenticarmi ti prego"

Mentre lei ripete queste frasi come una preghiera io mi accendo una sigaretta che fumare al gusto di lacrime fa veramente schifo.
Lei si gira a pancia in su,osserva per qualche istante il quadro di Manet che ho appeso di fronte al letto.
Sorrido.
Sorride.
Mi lascia un bacio sulla fronte.
Si asciuga le lacrime,si riveste.

"Non voglio che sia un addio...io,io quando ho bisogno posso chiamarti? Anche solo per chiederti come si pagano le bollette..."

"No Anna...non...quello lo fanno le coppie"

"Ok...però,però almeno a fine anno posso chiamarti e farti gli auguri?"

"Certo gioia. Aspetterò la tua telefonata"

Mi alzo dal letto,la accompagno alla porta.
Mi bacia,un'ultima volta.
E questa azione mi trapassa da parte a parte il cuore.
Con il suo solito cuore gonfio,esce da casa mia e inizia a vivere con un amore eterno nella cassa toracica.










The end

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