59. TRISTE VERITÀ

<<Sta lontano da me, mostro!>> lo minacciò con tono altisonante. Il volto era divenuto lo specchio del terrore.
E sul viso di lui si susseguirono espressioni varie e contraddittorie. Cristian si sedette all'angolo più lontano del letto e la contemplò serio.
<<Hai paura di me, Megan? Sai, non dovresti. Ho promesso di non farti del male.>>
<<E questo cos'è secondo te? Non credi di avermi già fatto abbastanza male? Non esiste solo il dolore fisico, mio signore>> per l'ultima parola utilizzò una nota derisoria. <<Non mi imbrogli più!>> strillò con gli occhi lucidi. <<Un anno di finzione penso sia abbastanza pure per te>> ripeté le parole di lui, sentite poco prima nella sala.

<<Finzione? Sono sempre stato io nel modo d'essere, piccola Megan. Non ho mai finto di odiare gli Elfi e Templari. Di non voler essere scocciato, o di non sopportare la gente. Ho sempre mostrato il mio lato oscuro, se così vogliamo chiamarlo. È colpa vostra, fiorellino. Voi umani siete alla continua ricerca del buono nelle persone. Ed è proprio questa grande pecca che vi frega, dolcezza.
Sempre pronti ad accorrere, aiutare e consolare lo sfortunato orfanello.
Ma ti rivelo un segreto... in me non c'è nulla da salvare, Megan. Io sto bene così come sono>> sorrise, e quelle labbra belle raccontarono verità.
<<Ho unicamente omesso di dirvi chi sono realmente... ma se solo non vi fosse fatti comandare dalla bontà, l'avreste capito.>>

<<Solo?!>> lo interruppe la ninfa con ironica frenesia.
<<Sì, solo. Se non sbaglio, ti avevo detto di starmi lontano; ma sei stata tu ad insistere. Non hai voluto cedere con me.>>
<<Ah sì? Di starti lontano? Ma fammi il piacere! Ed ora mi dirai che sono stata anche io a baciarti!>>
<<Beh in un certo senso...>>
<<Basta!>> gridò esacerbata. <<Basta raccontarmi fesserie. Non ci casco più! Ho capito tutto!>>
<<E cosa avresti capito dolcezza?>>
Poggiò il peso su di un braccio e i muscoli in tensione si gonfiarono sotto la nuova camicia; il bianco del tessuto profumava di pulito e freschezza, una purezza che stonava profondamente coll'oscurità ad indossarla.
Megan stette a fissare per alcuni secondi i contorni attraenti di quel corpo, e i sentimenti non affatto spariti, la mortificarono deprimendola. Se avesse potuto si sarebbe schiaffeggiata da sola.
<<Ho capito il tuo sporco gioco! So perché hai insistito nel farmi lasciare con Jack, perché non hai mai voluto che io incontrassi un altro ragazzo del quale infatuarmi, perché ti sei tanto prodigato nel piacermi.>>
<<Io mi sarei prodigato nel piacerti?>> chiese lui, tentando di celare la risata appena accennata ad incurvargli la bocca.

<<Sì, Don Giovanni, ti saresti prodigato. Perché all'inizio, sappilo, a me tu non piacevi per niente! Sì beh, a parte il tuo bell'aspetto, che è una cosa innegabile. Ma il tuo modo di fare mi faceva schifo! Ed ora ho capito perché!>> sbraitò con enfasi saltando giù dal letto dalla parte opposta a quella di lui. L'Oscuro seguì con interesse lo spostarsi nella stanza.
<<E cos'è che ti avrebbe fatto cambiare idea, fiorellino? Sappi, però, che non mi sono mai sforzato nel mostrarmi diverso da ciò che realmente sono. Se ti sono piaciuto devi pure convincerti che ti ha conquistato la stessa persona che ora hai dinanzi.>>
<<Non ti sei mai mostrato diverso? E allora quella scia di bontà che ho percepito in te?>>
Inarcò un sopracciglio, quell'affermazione lo colpì; Cristian non comprese esattamente dove volesse arrivare, ma la lasciò continuare, troppo curioso di sapere.
<<Nel profondo, credevo tu fossi davvero diverso da quello che mostravi al di fuori. E me l'hai fatto davvero credere... tutti quei discorsi, le tante premure avute nei miei confronti, i gesti d'altruismo, il fare da eroe... solo ora capisco perché!>> passò sui residue del vaso e i minuscoli triangolino crocchiarono sotto il peso delle suole.
<<Che stupida sono stata. Tu!>> lo accusò con l'indice puntato a mo' di pistola. <<Tu hai solo preservato e protetto la mia purezza. Dì la verità ora, e non fingere ancora. Ti servivo intatta>> apostrofò la parola con sdegno tra due virgolette mimate con le dita, <<per raggiungere il tuo squallido scopo ti servivo pura. E solo innamorandomi di te avresti impedito ad altri di rubare ciò che più ti interessava...>>

<<Dunque ti sei realmente innamorata di me?>> domandò lui vincente, lasciando credere avesse seguito solo parte del discorso.
La ninfa si bloccò; interdetta, lo fissò come se avesse detto più del concesso e poi, con l'aiuto dello sdegno, le riuscì facile mentire.
<<No!>> strillò esacerbata, scocciata che lui si fosse soffermato solo sul quel dettaglio per nulla importante al fine del discorso. E dunque continuò: <<ancora non l'hai capito? Strano. Eppure dicevi cose così intelligenti che mi fa strano scoprirti tanto stupido.>>
Cristian accusò il colpo. Si irrigidì nella postura, ma non reagì, malgrado in altre circostanze sarebbe stato impensabile non farlo. Nessuno, mai, osava spingersi a tanto con lui.

<<Eppure non mi torna una cosa...>> continuò la fanciulla incrociando le braccia al petto. <<Come hai fatto a venire a conoscenza della profezia. Sì, insomma, le pagine del Libro Dei Tre Mondi sono a discrezione per le sole ninfe che possiedono la vista. Tu non avresti potuto leggerle.>>
<<Ma come? Tutto questo discorso arguto, tanta logica, e poi mi scadi sul punto più banale?!>> il ghigno divertiti nato sul volto di lui fece provare sensazione completamente opposte nella pancia di lei. Per la prima volta lo odiò dal profondo dell'anima.
<<Ancora non l'hai capito? Strano. Eppure dicevi cose così intelligenti che mi fa strano scoprirti tanto stupida>> ripeté lui, facendo eco alle parole pronunciate poco prima dalla ninfa. <<Sono il principe degli Oscuri, fiorellino, pensi che qualche mura o pavimento possano impedire al mio udito di udire ciò che viene detto?>>
E allora le guance le si imporporarono di rosso. Lui aveva da sempre sentito ogni minima conversazione, frase o respiro della casa di Trastevere. Vide la propria privacy venire schiaffeggiata senza ritegno di fronte una platea di sconosciuti, e ciò la infuocò di risentimento.

<<Dunque sai tutto>> confermò sconfitta. <<Insistevi così tanto nell'accompagnarmi agli incontri con Elias, non per proteggermi, ma per scoprire cosa raccontavano le scritture>> ammise tristemente.
<<Certo, Iris Della Rosa. So tutto>> svelò l'Oscuro chiamandola col suo vero nome, confermando solo parte dei presupposti di lei.
<<Bene, allora ci siamo chiariti... anch'io so tutto adesso>> Megan si lasciò scivolare sul divano, le forze l'avevano abbandonata. <<Ed ora vorrei stare sola se me lo permetti.>>
<<Megan...>> la richiamò lui, e in quel nome la fanciulla ritrovò per qualche istante il calore di sempre. Socchiude gli occhi e con tutte le forze tentò di non lasciarsi abbindolare ancora. Quando li riaprì sapeva che Cristian non ci sarebbe riuscito. Lo ascoltò da molto lontano, con una partecipazione assente e disillusa.
<<La verità, anche se sconvolgente a volte, non è la fine di tutto... magari, anche se può sembrare impossibile e fare male, può essere un nuovo punto di partenza. Bisogna solo avere il coraggio di accettarla.>>
Lei non rispose. Non credette ad una sola parola. Quelle parole tanto dolci nascondevano il fiele del veleno.

Ci furono secondi interminabili dominati dal silenzio più assordante a ingombrare pesantemente l'aria in quella stanza, poi lo sentì alzarsi. Contò sei passi prima di udire la porta spalancarsi. Anche in quel caso dovettero passare alcuni istanti prima che il flebile schiocco della serratura giungesse a salvarla dall'imbarazzante disagio. Non l'aveva visto allontanarsi. Non sapeva come e se lui l'avesse fissata a lungo prima di sparire, ma poco le importò in quel momento. E proprio come aveva detto Cristian, le verità di quel giorno avevano aperto le porte ad un nuovo mondo. Ma tutto sembrava quel buio mondo fuorché un punto di partenza.
Le sgradevoli sorprese di quell'anno non erano affatto finite; e la più deprimente fra tutte, era appena giunta a darle il benvenuta dinanzi alle porte dell'inferno.

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