57. NON TUTTE LE SPERANZE SONO PERDUTE

<<Ma si può sapere cosa ti è passato per la testa?>>
Jack la contemplò con muta incredulità; spalancò gli occhi, puntò l'amica con stupore e quindi disse: <<io? Ma ti senti quando parli?>> l'accusò di rimando <<a te cosa ti è saltato in quella mente da folle! Ti rendi conto che sei scappata e hai rischiato la vita per salvare il più grande bugiardo di tutti i tempi, non per altro, il più pericoloso farabutto sulla faccia della terra?!>>
<<Non sono affari tuoi... non avresti dovuto seguirmi>> rispose piccata, malgrado fosse consapevole degli errori, le costava parecchia fatica ammetterli. <<So quel che faccio. E poi avevo un piano. Comunque io avevo intenzione di salvare Cristian e non quell'essere mostruoso.>>
<<Sì,sì, come no. Sveglia Meg! Quell'essere è Cristian! E sentiamo, qual era il piano? Farti sbranare da migliaia di Oscuri e poi mandarci una cartolina per i saluti finali?>>
Jack camminò a cerchio per la stanza mantenendo la testa tra le mani stretta fra i capelli.
Si guardò attorno. Studiò le pareti imbellite da quadri antichi, il letto in ferro battuto, la tappezzeria a rivestire l'intonaco e i tanti ninnoli ad occupare i ripiani di mobili attempati, ma ugualmente sofisticati.
Fissò ancora il soffitto e tutti gli angoli. Era sicuramente alla ricerca di qualcosa.

<<Ed ora, secondo te, è una cosa normale che ci tengano rinchiusi in questa stanza?>> indicò l'ambiente elegante e confortevole. <<Non pensi che sia tutta una tattica? Sicuramente ci stanno ascoltando in questo momento. Vorranno sentirci dire qualcosa che ci incastri; Cristian sarà alla ricerca di una buona scusa per farmi fuori prima del tempo>> non interruppe il discorso, ma posò l'indice sulla bocca intimando la ragazza di stare in silenzio. Nel frattempo, si avvicinò fingendo di continuare a sbraitare senza sosta. <<Ma noi, ahimè, non possediamo neppure la più stupida delle tattiche per svignarcela da qui...>> infilò le mani nei jeans, fingendo una posizione casuale, ma che di fortuito aveva poco e niente. Quando infatti la ricacciò, in un pugno, la ninfa, vide stringere qualcosa.
Jack si guardò nuovamente attorno alla ricerca del solito qualcosa, probabilmente telecamere nascoste, e poi avvicinandosi alla fanciulla, l'abbracciò con trasporto stringendola forte a sé.
<<Lo vuoi capire? Moriremo in questo squallido covo d'Oscuri. Io di sicuro. Almeno che qualcuno non ci trovi per pura fortuna...>> la voce però non raccontava lo stesso tormento delle parole. Si scansò velocemente tornando a percorrere lo stesso cerchio di passi convulsi. <<Se solo ci fosse qualcosa che gridasse al mondo la nostra presenza e riuscisse a farci rintracciare.>> Scrollò la testa con fare teatrale.

Megan aveva sentito chiaramente un oggetto scivolarle nella tasca anteriore dei pantaloni. Ma attese che lui si fosse allontanato per saziare la propria curiosità. Toccò il tessuto rialzato e seguì i contorni di un oggetto. Non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Non alzò i lembi della tasca per vederlo con i propri occhi, perché non fu necessario, oltre che rischioso, in quanto, se i sospetti del Templare erano azzeccati, qualcuno li stava tenendo d'occhio.
Le pietre di smeraldo del bracciale, apparvero nitide e perfette nella sua mente, malgrado non le avesse viste. Spalancò gli occhi ed un sorriso dapprima accennato, accrebbe velocemente. Lui la fissò con severità, intimandola nel non dar nell'occhio.
<<Sicuramente ora ci divideranno. Io sarò incatenato e probabilmente mi ispezioneranno e Dio sa solo cos'altro>> continuò, stavolta davvero sconfortato. <<Non potrò difenderti. Non potrò impedire che quell'individuo ti faccia del male.>> Si accasciò esausto sul divano di velluto blu sistemato in un angolo e studiò l'amica con triste rammarico.

Malediceva la sua poca prontezza, se solo fosse stato più attento la mattina, a quell'ora entrambi avrebbero potuto dormire sogni sereni. Quella notte invece avrebbe portato solo incubi e tutti ad occhi aperti, non ci sarebbe stato bisogno di dormire per aver paura.
<<Stai tranquillo, Cristian non oserà farci del male, almeno fino a quando non gli darò ciò che vuole.>>
<<E cos'è che cerca, Meg? Davvero vuole solo il tuo sangue?>>
<<E i miei poteri...>>
<<Lo so!>> La interruppe lui, strillando. <<Ma non vorrà solo questo! Pensi davvero che uno squallido Oscuro si terrà fermo sulla parola data? Che non ci metterà poi tanto a lasciarsi trasportare dagli istinti da bestia qual è? Non possiede una morale, né una coscienza. Farà del male a me e anche a te.>>
Gettò la testa tra le mani, continuando a borbottare sottovoce.
<<Se solo fossero state queste le sue intenzioni, l'avrebbe fatto in tutti questi mesi, non credi? E invece non mi ha sfiorata neppure con un dito.>>
<<Ma che fai, ora lo difendi pure?!>>
<<No, è solo che... non riesco a crederci che...>>
<<Megan, scordatelo, Cristian non è il ragazzo di cui ti sei innamorata!>> disse lui spiazzandola, <<non esiste quel Templare. Io l'ho sempre visto col suo vero volto, ma voi eravate troppo impegnate a farvi abbindolare dal suo bel faccino. È un mostro, Meg, e i mostri non sono buoni. I mostri portano solo sciagure e morte.>>

<<La confessione è terminata>> Argo fece irruzione nella camera. <<Vi ho concesso qualche minuto per dirvi addio. Dubito ne avrete altri prima dello scadere della settimana. Cristian non ne sa nulla, perciò farete bene a tenere la bocca chiusa.>>
<<No Jack!>> Megan gli corse incontro abbracciandolo. <<Non voglio lasciarti.>>
E per la prima volta quelle parole mostrarono la paura per qualcun altro e non solo per se stessa. Temeva unicamente per lui, perché sapeva che nessuno le avrebbe fatto del male.

<<Tranquilla Giulietta>> la voce odiosa e poco rassicurante di Vanesse si fece largo prima di lei. <<Al tuo bell'amichetto ci penso io. Non gli accadrà nulla di spiacevole in questi sette giorni... proprio nulla di spiacevole...>> Lo divorò con fare lascivo, mordendosi poi il labbro inferiore. Un gesto allusivo che fece divampare in Megan la miccia dell'ira.
<<Non ti azzardare a toccarlo. Squallida gatta morta!>>
<<Megan stai calma, non aizzarla>> Argo le strinse il polso tirandola indietro. E quando l'attenzione di lei fu catturata dagli occhi dell'Oscuro, allora quest'ultimo aggiunse: <<Vanessa non è conosciuta per la sua larga pazienza, e neppure per il rispetto delle regole.>>
<<Bravo Arghetto!>> batté le mani la bionda. <<Tienila al guinzaglio perché a me non interessa cosa ha da dire Cristian. Io non ci metto neppure due secondi a farti fuori>> la minacciò con voce di colpo dura. Arricciò le labbra con fare schifato. <<Non capisco cosa ci abbia trovato in te. Per fortuna conosco il mio Cristian. Dopo aver assaggiato il frutto proibito si stanca in fretta. Così è stato da sempre e così è stato con te.>> Lasciò intendere chissà cosa. E lo sguardo di Jack raccontò quanto si sentisse triste e disgustato, inducendo Megan a capire di colpo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top