56. PERCHÈ ANCHE TU
"No anche Jack. Perché? Come hanno fatto a prendere anche lui?"
E come se Cristian le avesse letto nel pensiero, si apprestò a rispondere.
<<L'hanno trovato i mei uomini. Il cagnolino ti stava seguendo. Assurdo come a volte la fortuna ti riservi le sorprese su di un piatto d'argento>> la grossa risata si unì a quella degli altri Oscuri.
<<Megan!>> gridò Jack riuscendo a liberarsi dalla stretta e correrle incontro, con la difficoltà di chi ha le catene strette attorno alle caviglia. Non fece in tempo a raggiungerla, però. Cristian anticipò l'azione frapponendosi tra i due.
<<Non così presto, zerbino.>>
<<Tu!>> lo divorò con gli occhi. <<Tu, bastardo schifoso, feccia del mondo. Tu, squallido reietto della società!>> il Templare tentò di sputargli in faccia, ma l'altro scansò il getto.
<<Bada bene alle parole che usi caro mio, non sei nella posizione più adatta per dar sfoggio al tuo repertorio di ingiurie.>>
<<Non me ne frega un cavolo dei tuoi avvertimenti, farabutto schifoso!>> tentò di colpirlo, ma le catene tirarono contro di lui dal lato opposto. <<Ti uccido! L'ho promesso così tante volte e prima o poi ci riuscirò! Ti ucciderò! Ho sempre saputo che eri un infimo demone, ma nessuno mi ha mai creduto.>>
Un semplice colpetto con la mano, una debole spinta sul petto, e Cristian scaraventò Jack a terra; quest'ultimo strisciò per diversi metri prima di arrestarsi.
La forza dell'Oscuro, ormai, non ammetteva confronti.
Il coro d'ilarità si fece contagioso.
La ninfa corse dal Templare, e stavolta non ci fu nessuno ad impedirglielo.
<<Bene, ed ora che la coppia felice si è finalmente congiunta, vediamo di dare un taglio alle sdolcinate esternazioni... perché un anno penso sia già una punizione abbastanza penosa per me>> si incamminò dando loro le spalle. Fece cenno con la mano a un paio dei sui scagnozzi di agire, e dunque Megan e Jack furono divisi malgrado le proteste di entrambi.
<<Megan>> la richiamò sedendosi su di un trono fatto di scuro legno di ciliegio ed oro giallo. La spalliera alta sovrastava di una spanna abbondante il capo, e in larghezza, almeno di due le spalle dell'uomo. <<Dato che avete decantato il vostro amore fino all'ultimo giorno>> disse, riferendosi alle frasi usate da Jack la notte precedente, prima dello scontro tra di loro. <<Vediamo fino a che punto questo grande sentimento ti spingerà ad agire. Se è proprio vero che non ci sarà mai nulla e nessuno in grado di dividere il vostro amore, non smentirti, fiorellino, e non permettere neppure alla morte di farlo. Ricorda, però, non ci sarà alcun risvolto miracoloso, stavolta il tuo amichetto non si alzerà in piedi spezzando le catene. Morirà per davvero se io lo vorrò.>>
E questo Megan lo sapeva bene. Sapeva anche che Cristian non avrebbe accettato ancora per molto le grida d'odio lanciate a gran voce dal Templare. Il giovane sbraitava invasato; la sua indole iraconda non gli avrebbe garantito una permanenza piacevole e lunga in quel luogo.
Probabilmente l'unica cosa vera, mostrata in quell'anno da parte dell'Oscuro, era proprio l'astio provato nei confronti dei ragazzi della casa. E ciò peggiorava drasticamente le cose. Megan vide Cristian ascoltare le urla del Templare e poi portare una mano sulla faccia esasperato. Non avrebbe sopportato ancora a lungo.
Ma cosa avrebbe potuto fare lei? Nuovamente si ritrovò di fronte ad un bivio con un'unica direzione concessa. Non avrebbe donato il proprio sangue, né i poteri dell'aria. Jack allora sarebbe morto e lei pure.
<<Non posso>> decisa, rimase con le mani ferme lungo i fianchi e lo sguardo ormai privo di lacrime a fissare l'amico.
<<Come non puoi?! Non penserai veramente che acconsenta nuovamente ad un tuo capriccio? Ricordi il mio vecchio me? Bene, dimenticalo per sempre. Il me che hai conosciuto non è mai esistito. Io sono l'unico vero Cristian, e non scherzo mai quando si tratta di queste cose. Dunque fa quel che ti ho detto>> si sporse sul davanti indicando il giovane con la punta del pugnale. <<Giuro che Jack verrà liberato.>>
<<Giuri? Davvero?>> Megan si lasciò andare ad una risata isterica. <<Scusami tanto, ma capirai se mi risulta difficile crederti ora. Fino a qualche giorno fa avevi fatto delle promesse che rincorrevano ben altri giuramenti.>>
<<Hai ragione, ma ti ripeto, sono di parola. E credimi, mai ho promesso una cosa senza crederci per davvero.>>
<<Ah sì? E quando mi promettevi che mai nulla e nessuno mi avrebbe fatto del male? Che tu mi avresti protetto fino a quando saresti stato in vita?>>
<<Tecnicamente io sono morto, fiorellino, ma sì, anche in quel caso dicevo sul serio.>>
<<Bene, dato che nessuno può farmi del male e tra questi rientri pure tu, io mi astengo dal seguire l'ordine>> incrociò le braccia al petto e sfidò con convinzione il suo interlocutore.
<<Tesoro, ho promesso di non far del male a te, ma non ad altri.>>
Megan spalancò la bocca per dire la sua, ma nulla di convincente riuscì a formulare. Digrignò i denti e sbattè il piede a terra. Non poteva darsi per sconfitta.
<<Megan non lo fare!>>gridò Jack. <<Non mi importa se morirò, ma fino a quando non gli darai ciò che vuole, lui non potrà farti niente. Cosa pensi se ne farà di te una volta ottenuto i tuoi poteri?>> E il significato poco celato esasperò ancora di più Cristian. Ci sarebbe voluto poco, e poi l'avrebbe fatto fuori con le proprie mani direttamente lì.
<<Stai zitto tu>> lo minacciò, mantenendo una calma che il corpo mal celava.
<<Megan ti ripeto, non farlo. Per me non c'è più nulla da fare oramai...>>
<<Stai zitto>> ripeté l'Oscuro con meno stabilità. Si mosse sul trono scoprendo una scomodità improvvisa.
Ma le proteste di Jack non si placarono.
E allora Cristian perse la calma, stupendo se stesso e chi lo conosceva bene. <<Shut up!>> l'intera sala tuonò. I pochi metri a dividerli si accorciarono annullandosi in pochi millesimi di secondo. Cristian lo alzò tirandolo dal maglione sul petto. Lo strattonò in aria e le catene tintinnarono a ritmo.
Il sangue in circolo si congelò, Megan tremò di terrore. Lo sconforto di credere di vedere a breve il suo amico fare la stessa fine di Giovanni la fece inorridire. Si lanciò verso i due, ma la solita mano la bloccò. Argo le parlò con calma, scoraggiandola: <<vedrai, ora si calma, ma se dovessi intervenire pure tu, dubito riuscirà a farlo.>>
Respirava con affanno; Cristian studiò il proprio stato e l'odiò ancora di più. Jack era bravo a fargli perdere le staffe. Persino lui si sorprese quanto facile fosse per il Templare stuzzicarlo. C'era qualcos'altro di inafferrabile in tutto quello; più del comprensibile lavorava contro il saldo autocontrollo del re degli Oscuri.
Lo sguardo di sfida da parte dell'altro perdurò; nonostante l'evidente posizione svantaggiata, il Templare non cedette nello sfidarlo. Inconsciamente desiderava vederlo perdere definitivamente il controllo e poi poter dire alla ninfa un bel "te l'avevo detto", ma ravvedendosi, capì giusto in tempo di non dover abusare oltre, altrimenti nulla sarebbe uscito da quelle labbra, se non l'ultimo alito di vita. Malgrado la consapevolezza, non cedette nello sfidarlo cautamente, qualcosa negli occhi dell'altro suggeriva che l'avrebbe fatta franca; Cristian non avrebbe agito dinanzi alla ninfa.
E così accadde.
L'Oscuro lo rispedì malamente sul freddo pavimento.
<<Vediamo se l'inglese lo capisci meglio. Dì ancora qualcosa e ti faccio fuori, zerbino.>>
<<Non posso!>> sbraitò frustrata, con l'intento di attirare su di sé l'attenzione.
<<Bene, allora lui morirà>> concluse Cristian con estrema naturalezza. Indicando Jack, disse: <<uccidetelo, ma non qui, non dinanzi a lei.>>
<<No! Aspetta! Non farlo.>>
<<Mi dispiace fiorellino, ma non mi lasci molte scelte. E poi lo zerbino mi ha visto in volto e a meno che tu non mi dia il tuo potere, non posso farlo tornare dai Templari lasciandogli raccontare tutto.>> Alzò le spalle, atteggiando il viso con fare impertinente.
<<No aspetta. Non ho detto che non voglio, ma che non posso>> si apprestò a dire la ninfa. Una mezza verità. <<Ho esaurito l'energia in questi giorni. Sei entrato nella mia stanza l'altra notte>>, fece eco al ricordo della pantera, <<ed io ho utilizzato gran parte dei miei poteri in quell'occasione. E poco fa li ho esauriti del tutto...>> non continuò, guardò invece il bestione che poco tempo prima credeva Stevan. Ricordò il pugno d'aria e il sangue bagnargli la bocca. <<Per poter ricaricarmi ci vorrà tempo, soprattutto qui sotto, sotto terra intendo, senza la natura a circondarmi. Dovranno passare giorni. Una volta riconquistate le forze, giuro che farò ciò che mi chiedi. Ma nel frattempo non dovrai far del male a Jack.>>
Cristian sghignazzò con spasso.
<<Tu veramente pensi di fregarmi? Credi davvero che io sia vissuto quasi un millennio solo per poter arrivare al punto d'essere imbrogliato da una stupida ragazzina?>>
E l'appellativo la mortificò, ma non si diede per vinta.
<<Non ti sto ingannando>> mentì invece spudoratamente. Aveva agito per recuperare del tempo, dei giorni forse, o ancora meglio qualche settimana, con la speranza che qualcuno riuscisse a trovarli e salvarli. La speranza era l'ultima a morire, e lei sperò fino alla fine.
<<Va bene. Farò finta di crederti>> scrollò la testa. <<E quanto tempo pensi possa bastare?>>
<<Non saprei. Non ho mai utilizzato tanta energia in vita mia. Forse giorni o magari settimane.>>
<<Ti concederò una settimana. Dopo di che lui morirà. Ed ora portateli via.>>
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