19. SVELATO L'ARCANO
<<Capitano!>> esclamò il giovane portandosi sull'attenti; rimase nella posizione di comando per svariati secondi, ma una volta accortosi che nessuno era presente nei dintorni, si afflosciò su se stesso esalando un sospiro. Il timore che il Templare, dal rango più alto, potesse sorprenderlo a far male il proprio lavoro, nonostante nulla da obiettare quel giorno, lo atterriva.
<<Scusami ancora>> ammise Megan coprendosi la bocca con la mano. Fu difficile trattenersi, troppo esilarante la scena alla quale aveva assistito per poter rimanere impassibile.
Ma fu la consapevolezza di quanto aveva appena scoperto a farla ritornare seria.
Cosa voleva dire tutto quello?
Perché il nome di Cristian? E perché a Stevan interessava farglielo arrivare a quel modo?
Tutto sembrava essere senza senso.
"E se..."
E se l'Oscuro avesse compreso quanto il Templare stesse a cuore alla ninfa?
"Impossibile" si disse poca convinta.
"Neppure io sapevo di amarlo fino a pochi giorni fa".
Il corpo iniziò a tremare, una spiacevole sensazione cominciò ad insinuarsi in lei. Qualcosa di brutto sarebbe successo, ne era certa.
Ripensò all'amico e la paura di perderlo la raggelò. I sentimenti nei confronti di quest'ultimo si intensificarono, presero a respirare e ad illuminarsi proprio come carboni ardenti ravvivati dall'ossigeno.
Il passo si fece più celere.
Lì sotto il cellulare non aveva campo, doveva assolutamente tornare in superficie e chiamare Cristian, accertarsi che stesse bene e condividere con lui la scoperta.
Quando finalmente raggiunsero la porta d'acciaio contrassegnata col numero cinquanta scritto in numeri romani, Megan la spalancò fiondandosi per le scale, senza attendere il suo accompagnatore che dovette anch'esso mettersi a correre per non perderla di vista.
<<Signorina Viola non correte per piacere, chissà cosa potrebbero pensare di sopra. Ed io non le ho fatto nulla per scappare in quel modo.>>
<<Sei o no un Templari? Ebbene tieni il passo>> lo canzonò. <<Ovvio che non mi hai fatto niente, ma ho necessità di accertarmi di qualcosa... di sentire qualcuno...>> aggiunse sottovoce.
Digitò più volte sullo schermo del cellulare il numero di Cristian, ma mai ricevette una risposta.
Arrivò al piano dell'appartamento col fiatone e priva di forze. Nessuno c'era a sorvegliare l'ingresso.
Delle grida confuse da musica alta provenivano dall'interno; la ninfa armeggiò con la chiave nella serratura tentando di azzeccare la fessura divenuta improvvisamente minuscola. Un compito che risultò parecchio difficile dato il continuo tremare della mano.
La scena che le si parò dinanzi la lasciò interdetta.
Tutti i presenti, seduti a gambe incrociate sul grande tappeto della sala, si voltarono per accogliere la nuova arrivata, e quando si accorsero di lei, la spronarono nel farsi avanti ed unirsi al gioco.
Un cerchio di teste attratte come calamita da una bottiglia centrale.
<<Ecco Megan!>> urlò con ovvietà Amanda, la voce di chi ha leggermente abbondato con l'alcol. La fanciulla portò in alto il bicchiere come fosse la bandierina di una guida e incitò l'amica nel prender posto accanto a lei.
Ai fianchi di quest'ultima rispettivamente Jack e Melita; i due alzarono timidamente la mano per salutarla. Probabilmente si vergognavano nell'avere un ruolo in un gioco tanto infantile.
Quelle che sembravano non disdegnare affatto il passatempo furono Jessica ed Astrid.
Oltre loro Megan contò Adrian e Christofer. L'ultimo, alla vista della ninfa, palesò un perfetto sorriso splendente.
<<Allora cosa aspetti? Ti unisci a noi o no?>> la incitò Jessica. <<Tocca a me la prossima mano... e non vedo l'ora>> sghignazzò perfidamente, lo sguardo della bella rossa indicò un'unica direzione e Megan finalmente lo notò.
Con grande gioia avvistò il folto ciuffo color liquirizia spuntare oltre lo schienale del divano nel salotto e il peso sul petto si alleggerì di parecchio consentendo ai polmoni la libertà di funzionare con facilità.
<<Sì, sì, arrivo subito>> senza prestare altra attenzione, liquidò frettolosamente i presenti.
Cristian sfogliava le pagine di un libro e sembrava non essersi accorto della nuova presenza. Con una gamba piegata e l'altra distesa sul divano, sostava sulla schiena col volume poggiato sul petto. Non appena la fanciulla le si parò dinanzi, il Templare l'accolse alzando le sopracciglia in una muta domanda.
<<Cristian posso parlarti?>>
Il ragazzo si alzò senza dire nemmeno una parola e quindi la seguì oltre l'uscio.
<<Ho risolto l'enigma di Stevan.>>
E lo spigolo delle labbra di Cristian si impennò.
<<Brava fiorellino, e dimmi, l'hai risolto tutto da sola?>> domandò davvero soddisfatto di lei, sul volto nemmeno l'ombra della sorpresa.
<<Ma come, tu già lo sapevi?>>offesa e delusa per non esser stata messa al corrente.
<<Mi è stato ordinato di non farne parola. E comunque non te l'avrei detto ugualmente>> ammise con un'alzata di spalle. <<Non era molto difficile da scoprire; avevo in mano la soluzione già da parecchio, si capiva anche senza l'arrivo della chiave.>>
<<E non te ne preoccupi?>> domandò ancora lei attraversata da una scintilla di stizza.
<<Assolutamente no>> affermò risoluto. <<Sono convinto che questo sia solo un depistaggio. Non è me che vogliono. Credo che l'enigma riporti il mio nome solo per far cadere su di me l'attenzione, o che ne so... magari per mettermi in cattiva luce>> aggiunse convinto. <<In ogni caso mi è stato vietato di andare in giro, per mia sfortuna>> le confidò ridendo, <<esagerati...>> aggiunse tra le risate.
E allora Megan fu rapita dalla collera. Non era possibile che il Templare prendesse tutto per scherzo.
<<Non c'è nulla da scherzare!>> lo rimproverò urlando. <<Sei un cretino se prendi sottogamba una cosa del genere. Se fossi in te non mi comporterei da sconsiderato...>>
<<Ehi, ehi>> Cristian le afferrò la mano e solo allora si accorse di quanto questa stesse tremando. <<Stai calma>> disse serio. <<Nessuno mi farà del male. Anche gli Anziani la pensano come me.
Ti assicuro che non prendo la cosa sottogamba, ma mi risulta difficile credere che io possa essere il fulcro dell'interesse di Stevan. In ogni caso tengo anch'io alla mia pelle, ed è per questo che da un po' di giorni limito le uscite e frequento per lo più ambienti circondati da cenere antivampiricus... a parte la notte scorsa...>> lasciò intendere senza spiegare. <<Non mi accadrà nulla di grave, stanne certa>> le sorrise con dolcezza.
Ed il calore di quel sorriso arrivò dritto al petto di lei, riscaldandola.
<<E allora ci tieni a me?! Hai paura che possa accadere qualcosa al tuo Primo Custode>> la stuzzicò lui facendola ribollire di vergogna. <<Temi per me? Dì la verità!>> infierì ancora.
Megan si voltò dandogli le spalle, ed impettita, tornò all'interno dell'appartamento borbottando sottovoce. Era stata scoperta in flagrante. Ancor più fastidioso era stato il modo di fare di lui; farglielo notare senza peli sulla lingua. Il giovane agiva ogni qual volta nel modo più sfacciato possibile, con l'unico obiettivo di farla cadere in imbarazzo. Il Templare la seguì sghignazzando divertito come non mai.
Sapevano entrambi che gli Elfi, dall'interno, avevano partecipato involontariamente a tutta la conversazione e, di fatto, l'occhiata preoccupata del principe ne fu una prova. Anche Christofer si soffermò sulla coppia più del dovuto, come se avesse compreso qualcosa che agli altri fin da sempre era sfuggito.
E fu proprio quest'ultimo a richiamare la ninfa: <<Megan, unisciti a noi.>> All'espressione poco convinta della fanciulla, l'Elfo insistette. <<Hai forse paura di disobbedire agli ordini di qualcuno?>>
E alla provocazione Megan rispose di slancio: <<assolutamente no.>>
Quindi il ragazzo si esibì in un sorriso birichino; e spostandosi di lato lasciò dello spazio libero alla sua sinistra.
<<Non avrai mica intenzione di giocare a quello stupido gioco?!>> la riprese Cristian infastidito dai continui inviti dell'Elfo.
Il divieto celato fu il giusto sprono per unirsi al cerchio. E così Megan non se lo fece ripetere due volte. Sfilò il cappotto lanciandolo sul divano più vicino e dunque prese posto accanto all'Elfo; poi puntò Cristian che a denti stretti assistette a tutta la scena; quindi lo sfidò.
<<E tu che fai? Non giochi?>>
Fu Jessica a rispondere per lui: <<è inutile Meg. Ci abbiamo già provato. Di solito è più simpatico di così, ma in questi giorni è diventato proprio un bacchettone guastafeste.>>
Con un'alzata di spalle Cristian cedette. Un ghigno diabolico e, come se avesse già in mente un modo per fargliela pagare, si unì al gioco.
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