9. IL DESTINO DI GUENDA.
Ormai erano passate già alcune settimane da quel giorno, quattro lunghissime settimane da quando la madre le aveva fatto una ramanzina durata più di un'ora.
Quel giorno Susy non doveva andare al negozio, così si sedette in cucina a guardare un po' di televisione, poiché il fratello aveva preso possesso, con alcuni suoi amici, del salotto di casa.
Erano le quattro del pomeriggio e Susy si annoiava continuando a cambiare i canali della televisione. In quel momento un'auto frenò nel vialetto e dopo poco il campanello suonò.
- Vado io!- rispose la ragazza.
Si avvicinò alla porta e, mentre la madre carica di vestiti da lavare si dirigeva verso il bagno, l'aprì; davanti a lei c'erano due uomini vestiti con camicie che sorreggevano un terzo al centro.
- Papà!- urlò la figlia.
Il padre sorrise, la madre uscì di corsa dal bagno e si avventò sul marito.
- Ma che hai alla gamba papà?- chiese la figlia.
Il padre saltellava.
- Un piccolo incidente, la mia sbadataggine non ho messo il freno a mano, la macchina era in salita. Avevo un piede dentro e uno fuori e così...- spiegò sorridendo.
La madre ascoltava rapita con le mani davanti alla bocca e guardava continuamente il gesso.
Susy si soffermò qualche istante, stava per dire qualche cosa, poi però ci ripensò.
Il padre era molto entusiasta di essere ritornato a casa. La sera a cena raccontò tutto quello che aveva fatto, i posti che aveva visitato e il mangiare che aveva assaggiato.
Verso le nove del sabato sera Susy si alzò dal divano sbadigliando:
- Mamma, vado a letto. Sono stanchissima!-.
Mike era già a letto da un'ora. La ragazza chiuse la porta e finalmente, con il cuore ancora un po' spaventato per il padre, si addormentò.
La mattina arrivò in fretta. Le nuvole nere erano gigantesche, si accorse di essersi addormentata vestita, prese la bacchetta che aveva lasciato sulla scrivania e si cambiò.
Scese le scale e trovò il padre in cucina.
- Ciao papà. Come va?- Susy osservò la gamba e si preoccupò.
- Meglio. Tua madre è preoccupata...- replicò osservando il giornale.
C'era qualche cosa che non quadrava, quella scena l'aveva già vista, afferrò lo zaino ed esclamò:
- Torno più tardi! Ora esco!-.
Arrivò di corsa al negozio e si catapultò dentro.
- Ma ti senti bene? Mi hai spaventata!- esclamò Guenda dopo un leggero sobbalzo.
- Sto benissimo... Ehm... hai visto Linda?- chiese.
- Sono qui, cara. Che succede?- domandò la strega.
- Linda! Mio padre è ingessato! Il sogno!- riuscì a dire.
- Lo so cara, me lo hai detto tu proprio ieri, quando sono passata a trovarti a casa- rispose non curante la strega.
- Ah... Hai ragione- disse ricordandosi.
- Però ora che ci penso hai ragione, il sogno potrebbe avverarsi oggi- pensò la strega.
Susy mise lo zaino per terra e si cambiò; la lezione stava per iniziare. Impararono come muovere la bacchetta durante gli incantesimi in cui si trasfigurava un oggetto. Ad un certo punto entrò Magaret,che guardò la ragazza sorridente:
- Come va, cara? Guarda che tempaccio! Sicuramente oggi non avremo clienti!- annunciò.
La ragazza guardò fuori dalla finestra, in effetti si era annuvolato e non prometteva niente di buono.
- Meglio se torno a casa non ho neppure l'ombrello!- esclamò Susy.
Tutti acconsentirono, Linda e Guenda si offrirono di accompagnarla. Come misero piede fuori dal locale cominciò a piovere, così dovettero arrivare a casa della ragazza correndo.
La madre aspettava Susy in giardino:
- Susy! Muoviti sta diluviando! Corri!- urlò.
La ragazza indugiò osservando la quercia, poi fece per raggiungerla e notò la strega ed il muoversi del grande albero.
- La Suprema!- esclamò Linda prendendo la bacchetta.
- Attenzione!- urlò Guenda.
La quercia traballò, la madre di Susy si voltò a guardare l'albero che le stava cadendo addosso.
La ragazzina senza pensarci estrasse la bacchetta e urlò:
- Ferma!-.
Il tempo si fermò all'istante, Linda aveva la bacchetta in mano, Guenda si copriva il viso con la mano e la strana figura incappucciata aveva la bacchetta alzata verso l'albero.
Susy aveva la tentazione di intrappolare in quell'istante la Suprema, ma si ricordò che l'incantesimo sarebbe svanito quasi subito, così arrivò di corsa dalla madre pietrificata nel tempo e fece per spostarla; mentre la ragazza saltava addosso alla madre per toglierla dalla traiettoria dell'albero quest'ultimo cadde.
Fu un grosso tonfo che levò moltissima polvere. Tutti osservavano preoccupati. Ad un certo punto Susy si alzò, sua madre era ancora viva, ma era svenuta.
Sentì un grido rabbioso, un grido femminile e si voltò. La figura incappucciata la stava guardando; si tolse il cappuccio e rivelò una folta chioma rossa. Era proprio lei, con le sue lentiggini e i suoi occhi crudeli. La strega si voltò verso Linda e due secondi dopo la strega bianca era immobile senza riuscire a muoversi e Guenda era per terra, che si nascondeva.
La Suprema guardò Susy e sorrise, un sorriso gelido e crudele; levò la bacchetta e pronunciò qualche parola che, come nel sogno, fu coperta dal fulmine.
Accadde tutto in un istante e Susy per la seconda volta non ci capì niente: un lampo nero uscì dalla bacchetta della strega diretto spietatamente verso Susy, ma qualcuno si buttò davanti alla ragazza.
Quando la ragazza si rese conto di quello che era successo osservò la Suprema, ma era scomparsa.
Linda correva verso di lei urlando:
- Guenda! No, Guenda!-.
La ragazza osservò il corpo davanti a lei, sembrava senza vita. Lo voltò: era Guenda.
Susy non capiva ancora quello che era successo, osservava il corpo dell'amica apprendista senza vita accasciato per terra.
Aveva dovuto prevederlo che sarebbe successo, non era giusto perché a Guenda? Cercava di rispondere a questa domanda ma quando ci riusciva ne trovava altre.
Linda si era chinata ad osservare il corpo della ragazzina e con gesti veloci controllava il battito del cuore. Dopo poco si alzò triste.
- Mi dispiace Linda! Dimmi che ce la farà!- urlò spaventata Susy.
Linda la osservò, una lacrime le scese dal viso e tutto fu chiaro, non avrebbe mai rivisto Guenda. Dopo un colpo di bacchetta Linda e Guenda scomparvero lasciando la ragazza sola con il corpo svenuto della madre.
Dopo alcuni istanti una figura uscì dalla porta a fatica:
- Susy! Che è successo? tua madre che ci fa per terra?- domandò preoccupata.
La ragazza si alzò tirando su la madre.
- È svenuta ti spiego dopo-.
La sera la madre non aveva cucinato, era ancora troppo scossa, ma fortunatamente ricordava solo la quercia che era caduta.
Verso le otto di sera la cena ordinata in pizzeria era arrivata e la madre salì di sopra per chiamare Susy che era nella sua stanza.
Bussò alla porta, dopo pochi minuti una voce rispose.
- Avanti- era triste.
- Cara, è pronta la cena; vieni a mangiare-
- Non ho fame mamma, voglio solo andare a letto, domani ho scuola- replicò.
La madre chiuse la porta pensierosa e tornò di sotto.
Susy era sdraiata a pancia in giù con la testa verso il muro, le lacrime le solcavano il volto aspettando che il sole sorgesse.
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