7. UN MUTAMENTO IMPROVVISO, UN SOGNO E LA VERITA'
La domenica mattina il padre la svegliò presto.
- Ciao Susy, come va?-
- Ciao papy, sto bene-
Rispose mettendosi a sedere ancora assonnata.
- Mi domandavo, dov'è che vai così spesso? Insomma torni sempre molto tardi-
- Oh, in centro. Un po' qui, un po' là-
Il padre sorrise.
- Vado anche oggi, mi piace questa città!- sorrise.
Il padre uscì fiero dalla stanza e non le fece più domande.
Susy si alzò e si rifece il letto.
Si guardò allo specchio e poi cercò un vestito.
- Ma qui non c'è niente?- si lamentò.
Poi le venne in mente un'idea.
Pensò intensamente e puntandosi contro la bacchetta disse:
- vesti -.
Si guardò allo specchio, indossava dei jeans con una camicia bianca e un maglione particolarmente lavorato. In testa aveva un cappello invernale.
Fiera mise la bacchetta nella tasca, prese il libro e dopo averlo trasfigurato in un normale libro di lettura, per precauzione, scese di sotto e uscì di casa salutando.
In fretta raggiunse il centro ed entrò nel negozio.
- Ciao a tutti!- esclamò felice.
- Ciao a te, cara- rispose serena Margaret.
Guenda la salutò con un cenno poiché stava mangiando e Linda alzò gli occhi sorridenti poi tornò a scrivere.
- Che libro hai lì?- domandò incuriosita Margaret.
- Oh questo? Niente. Aboleo – pronunciò puntando la bacchetta.
Il libro tornò normale e Linda la guardò stupita.
- Dove l'hai letto?-
- Io... su questo libro, ci sono degli incantesimi appuntati alla fine...-.
Il libro scivolò dalle mani della ragazza, o almeno così credette, infatti l'oggetto volò verso Linda.
Aprì l'ultima pagina e lesse.
- Quali hai utilizzato?!- chiese seria.
- Io... pochi, quello di annullamento, quello per ingrandire una stanza e quello per i vestiti...-
- Nessun altro? Sei sicura? È importante!-
- Nessuno. Perché?-
- Uno di questi incantesimi è pericolosissimo. Ancora di più se eseguito da un'apprendista. Ed è quello che riguarda la perdita di memoria-.
Margaret sobbalzò.
- Che succede?- domandò Guenda vedendo la tensione.
- Margaret ha provato uno di questi incantesimi, quello di memoria, su Brenda e...- spiegò Linda.
- Ma mi avevate detto che aveva fatto una trasfigurazione male!-.
- Dovevamo dirti così! Non potevamo fare altro. Purtroppo non conosciamo il contro incantesimo. Perché questi sono stati inventati dalla Suprema in persona-.
Tutti ammutolirono.
- Bene credo che sia più saggio strappare questa pagina e ti prego di non provare questo incantesimo. Vedo però che quello dell'abito ha funzionato- concluse.
Fece per strappare la pagina, ma il libro le volò via dalle mani e finì fra le braccia di Susy.
- Dammi quel libro, cara. Poi ti prometto che te lo restituirò- cercò di convincerla Linda.
Tutti erano immobili. Susy non accennava a muoversi.
Puntò la bacchetta su se stessa e si cambiò d'abito indossando quello da strega.
Margaret rimase suggestionata dall'espressione uguale a quella della Suprema e si nascose dietro ad un tavolo.
- Susy, ti prego, dammi quel libro- disse decisa Linda.
Per risposta la ragazza lo strinse di più.
- Susy, ti ordino di darmi quel libro, o lo prenderò da sola- avvertì Linda.
La ragazza non si mosse, rimase seria con il libro stretto nella mano e la bacchetta serrata nell'altra.
- Molto bene- sospirò Linda.
Si alzò, prese la bacchetta che era appoggiata sul tavolo e richiamò il libro.
Susy sentì il libro andare via e strinse di più. Linda continuò decisa.
La ragazza non ce la faceva più, sollevò la bacchetta e cercando di puntare sulla strega pronunciò:
- Vulnero-.
Linda rimase stupita, poi un filo verde uscì dalla bacchetta di Susy e la colpì in pancia facendola schiantare contro uno scaffale.
Guenda era impietrita, fissò Linda e poi Susy terrorizzata. Margaret era nascosta sotto al tavolo e osservava la scena in silenzio.
Susy si raddrizzò e dopo aver fatto un sorriso malvagio si accasciò al suolo.
Una figura misteriosa si muoveva nell'ombra e seguiva Susy che stava avanzando con la bacchetta in mano.
La ragazza si trovava in un posto lugubre con degli alberi distrutti e dei rovi.
Intanto la figura si fece sentire e Susy, terrorizzata, cominciò ad attraversare i rovi di corsa.
Il mantello le rimaneva impigliato nelle spine e lei perdeva tempo a risistemarlo.
Ormai la figura era sempre più vicina, poteva sentirla correrle dietro.
Poi i rovi finirono e l'apprendista si trovò in una radura.
Davanti a lei su un fuoco vi era un calderone nero. La ragazza si domandò cosa bollisse dentro.
Poi la figura le si materializzò davanti. Susy arretrò spaventata, bacchetta saldamente in mano.
La figura indossava un abito nero e un cappuccio le copriva il volto.
Poteva solo intravedere un sorriso malvagio e due occhi verdi.
- Chi sei? Non ti riconosco!- urlò spaventata la ragazza.
- Strano. Dovresti averlo già capito!-.
E con una risata fredda si sfilò il cappuccio.
Susy urlò.
L'urlo diventò più forte e la ragazza riuscì a percepire una voce.
- Susy! Stai calma, sono io, Linda. Svegliati, cara-.
La ragazza aprì gli occhi, era sudata.
Linda era inginocchiata accanto a lei, Margaret era lì in piedi, pronta a scappare e Guenda fissava Susy preoccupata.
- cosa... Cosa è successo?- domandò.
- Niente, cara. Tu piuttosto, hai sognato? Cosa hai visto?-
- Un sogno confuso, sembrava reale. Ma che ti è successo?- chiese ancora.
Linda aveva il mantello sporco di polvere e qualche strano liquido.
- Ecco, sei stata tu-cominciò Guenda.
- Io? Io ricordo solo Linda voleva strappare il libro, poi ho sentito qualche cosa dentro di me e dopo... Più niente-.
- Tu hai ripreso il libro e non glielo volevi più ridare, poi lei ha cercato di riprenderselo e tu l'hai lanciata contro quello scaffale- concluse Guenda.
Susy aveva la bocca spalancata.
- Stai scherzando? Io non volevo- la ragazza guardò il libro.
- Forse... è meglio se strappo subito quella pagina- annunciò piano Linda.
Susy afferrò il libro e glielo porse, così la strega procedette.
- Che cosa hai visto nel sogno? Eri molto agitata- si informò Linda.
Susy raccontò il sogno e quando arrivò alla parte in cui la strega toglieva il cappuccio Linda si intromise:
- E chi era? È importante, cara!-
- La Suprema-.
Susy non ricordò con precisione cosa successe dopo, probabilmente Linda le restituì il libro e la fece cambiare, poi la rimandò a casa verso mezzogiorno.
Mentre camminava per la strada, la ragazza pensava all'accaduto e stringeva, di tanto in tanto la bacchetta.
Raggiunse casa sua in mezz'ora, a dire il vero era un tempo eccessivo, ma non se ne accorse.
Aprì il cancello del viale e sentì qualche cosa bagnarle il naso, era una goccia, sollevò lo sguardo e in quel preciso istante cominciò a piovere.
- Perfetto! Credo proprio che peggio di così non possa andare!-.
Chiuse il cancello e si avviò di corsa alla porta.
Quando entrò nell'atrio la madre si affacciò sul corridoio:
- Ciao Susy, non dovevi stare via tutto il giorno?-.
- Cambio di programma... Sai che piove?-.
- Sì tesoro, comunque sei arrivata in tempo per il pranzo- la invitò la madre.
- No, grazie. Non mi sento troppo bene- rifiutò la ragazza.
Salì i gradini lentamente ed entrò nella sua stanza. Qualche cosa era diverso, ma non i sforzava di capire cosa.
Si sdraiò pesantemente sul letto ed osservò per un po' il soffitto bianco.
Decise di cambiarsi d'abito e di fare sparire quello che aveva creato la mattina, poi si mise a riflettere.
Possibile che fosse impazzita di colpo? Cosa voleva dire quella specie di sogno? Ma soprattutto, perché assomigliava così tanto alla Suprema?
Non scoprì cosa c'era in più nella stanza fino a quando non cercò il libro magico.
Decise di sedersi alla scrivania per sfogliarlo quando si accorse che c'era qualche cosa in più: un computer nuovo!
- Mamma! Puoi venire un secondo?- chiese stordita.
Si affrettò a trasformare il libro in un libro di latino e a lasciarlo sulla scrivania.
- Ah finalmente lo hai notato! Tuo padre l'ha comprato stamattina e te lo ha subito messo a posto, ha detto che è tutto installato-.
- Ah, grazie...- commentò perplessa la ragazza.
- Ah! Sul monitor c'è l'indirizzo e-mail di Erika, magari ti farà piacere scriverle- aggiunse la madre e poi uscì dalla stanza.
La ragazza osservò il computer, sollevò la bacchetta sulla porta e disse:
- Serra-
Poi ritrasformò il libro e cominciò a sfogliarlo.
Dopo mezz'ora si scoprì ad osservare l'immagine della Suprema. La strega era di bell'aspetto, ma aveva quel sorriso crudele.
Si guardò allo specchio e confrontò più volte la fotografia della strega con la sua immagine: erano identiche.
Sbruffando lanciò il libro sul letto, stava quasi per alzarsi quando sentì una voce.
- Non dovresti trattare così i tuoi libri, ragazzina-.
- Chi ha parlato?- chiese Susy scattando in piedi.
- Ma sono io, naturalmente- rispose la voce.
- Senti mostrati o io... O io... Vedrai!- cercò di incoraggiarsi Susy.
Afferrò la bacchetta e la puntò su vari oggetti, ma non scorse niente.
All'improvviso vide il libro rigirarsi e volare verso di lei.
- Ecco, ora mi vedi? Sono io!-
- Il libro? Ma non essere ridicolo! I libri non parlano!- disse.
- Ah noi non parliamo? Come non esistevano neppure le streghe? E abbassa quella bacchetta, mica ti voglio uccidere-.
La ragazza abbassò la bacchetta, ma rimase all'erta.
- Ecco brava, io ti posso insegnare tante cose, sai?-
- Davvero? E cosa? Tutto quello che devo sapere me lo stanno già spiegando e...-.
- Sì ma non tutta la storia della magia!- la interruppe l'oggetto.
La ragazza si sedette, era curiosa e decise di non interrompere l'oggetto.
Il libro si aprì alla pagina della Suprema:
- Scommetto ti interesserebbe sapere tutta la sua storia, vero?-.
Susy non rispose ma fissò avida l'immagine.
Il libro cominciò a sfogliare pagine che Susy non aveva mai visto:
- Strane vero? Riconosci quella ragazza seduta dietro a quel banco di scuola umana? Quanti anni avrà?-
- Avrà la mia età, ma non so chi sia!-
- Sicura? Capelli rossi, lentiggini e due occhi verdi innocenti che successivamente sarebbero diventati perfidi. La Suprema!-.
- Ma è impossibile... Quindi lei... Era un'umana!-
Il libro continuò a sfogliare pagine immaginarie. Nella foto successiva la Suprema aveva una bacchetta nera in mano e un vestito bianco e candido.
- Ma qui è vestita di bianco non di nero-
- Era ancora un'apprendista. Non era ancora dalla parte del male-.
- Ma come mai è diventata una strega oscura?-.
- Ci sono migliaia di racconti su questo... ma solo io so la verità...-.
- Allora?! Che aspetti? Racconta?-.
- No, sarebbe impossibile- rispose impassibile il libro.
Le speranze della ragazza svanirono all'istante e con esse anche buona parte della sua curiosità, ma si rifece ben presto viva quando il libro parlò di nuovo:
- Però posso mostrarti quello che accadde-.
La ragazza osservò attentamente il libro aprirsi in una pagina bianca dove apparse la scritta: 6 giugno.
Susy osservò una macchia rossa e fece per toccarla, divenne tutto buio e un forte rumore assordò la ragazza.
Un botto, un urlo e un forte dolore... fu questo che accadde a Susy, la quale si ritrovò stesa su un pavimento di fredda pietra.
Si alzò all'istante, aveva il braccio dolorante poiché vi era atterrata sopra, così se lo massaggio osservando le pareti che la circondavano.
La pietra era asciutta, ma il luogo era piuttosto tetro.
"devo trovarmi in una cantina".
Cercò di chiamare il libro, ma si accorse con immenso stupore che la sua voce non usciva dalla bocca, la ragazza era muta!
Allora si guardò intorno, la stanza era circolare e molto stretta, su un lato c'era uno scaffale con scatoloni e libri vari, sulla destra una grossa porta in legno troneggiava. In fondo c'era solo una piccola finestra e, sotto di essa, Susy notò qualche cosa muoversi: un mantello bianco.
Dalla polvere una figura mingherlina si alzò stringendo un libro. Aveva udito un passo, ma non quello di Susy che nel frattempo si era avvicinata, ma quello di qualcuno che veniva da fuori. Anche Susy lo aveva sentito e si bloccò.
La pesante porta si spalancò e la ragazzina nascose il libro.
- Susanna! Ma che ci fai qui? Fra poco diventerai una strega! Muoviti che dobbiamo andare!-.
La bambina si alzò e osservò la strega, i suoi occhi verdi rifletterono una scintilla.
- La Suprema- cercò di urlare la ragazza, ma non ci riuscì, sembrava di vivere in un film.
Tuttavia la strega osservò l'apprendista e disse scocciata:
- Forza dammi quel libro... Sai che non devi prenderlo!-.
La giovane apprendista lo tirò fuori dal mantello e lo lanciò, il libro si diresse verso Susy che si trovava fra le due e lei si preparò a prenderlo, ma non lo afferrò anzi successe una cosa stranissima:
Susy cercò di prenderlo ma una mano l'attraversò e afferrò il libro che nel frattempo l'aveva trapassata senza provocarle dolore.
La ragazza cadde in ginocchio spaventata.
- Che succede?- chiese la Suprema osservando la faccia della strega.
- Niente. Credo che uno spirito mi abbia appena attraversata. Ma ora andiamo-.
Aprirono la porta e Susy si alzò cercando di scattare verso la porta, stava per passare quando si richiuse e, con somma sorpresa della ragazza, l'attraversò.
Salì una grande scalinata e si trovò fuori da una bottega.
Il cielo era terso, come se si preannunciasse cosa sarebbe accaduto di lì a poco, la strada era deserta, forse a causa della pioggia che cominciava a scendere. Le botteghe, tutte chiuse, troneggiavano ai lati della strada. Persa nel paesaggio Susy non sentì la pioggia, poi scorse la Suprema e la strega che si riparavano sotto i mantelli, fece per proteggersi dalla pioggia, ma si accorse ben presto che anch'essa l'attraversava completamente senza bagnarla.
Si accinse a seguire le due streghe camminando frettolosamente sulla strada di pietra liscia e scivolosa.
Dopo dieci minuti raggiunsero un luogo familiare: il palazzo del Gran Consiglio.
Entrarono tutte e tre e cominciarono a salire la rampa. Quando raggiunsero la stanza che aveva visto anche Susy non trovarono la strega dagli occhi azzurri, ma una strega molto anziana.
Si inchinarono.
- Dunque Susanna è arrivato il momento di decidere, il bene... o il male. A te la scelta.
Susanna si alzò, gli occhi lucidi, si guardò intorno e poi fissò il punto in cui stava Susy. Alla ragazza parve di essere scorta, ma nessuno si accorse di niente.
- Allora cara, scegli- la incitò ancora la strega.
Susanna si slacciò il mantello bianco e fradicio, adagiandolo a terra, poi i suoi occhi verdi rifletterono una nota di paura, ma con voce quasi ferma annunciò:
- Il male!-.
La strega che l'aveva accompagnata sobbalzò, e così fecero anche altri stregoni che erano vicini alla strega anziana, la quale non si allarmò.
- Molto bene. Se è questo quello che vuoi...-.
Ma non finì una frase che una saetta la colpì in pieno petto, Susy si voltò verso Susanna, la quale impugnava la bacchetta.
- Susanna ma che fai?- esclamò la strega che probabilmente l'aveva addestrata.
Susy riusciva appena a capire cosa fosse successo, la Suprema sembrava una strega normale, e invece si era dimostrata un'autentica traditrice.
Un lampo improvviso invase la sala, un manico di scopa comparse dal nulla, Susanna lo prese, si coprì al meglio e volò via.
Tutto attorno a Susy si fece buio, la ragazza cercò di muoversi nel buio e improvviso il terreno le mancò da sotto i piedi, cercò di afferrare qualche cosa, il nulla, poi cadde urlando.
Si risvegliò improvvisamente, era sdraiata sul pavimento della sua stanza. Si mise a sedere sconvolta, quello a cui aveva assistito era straordinario.
Le girava la testa e le doleva il braccio su cui era probabilmente atterrata, quando si mise in piedi scoprì anche che le tremavano le gambe.
Si mise a sedere sul letto massaggiandosi la testa, continuava a vedere un vortice nero stampato nella sua immaginazione.
Aprì gli occhi e vide il suo libro per terra, sembrava intatto, con molta attenzione e indecisione lo raccolse e ne ammirò la copertina. Sembrava normale, lo aprì con cautela e si accorse che era tornato tutto alla normalità.
- Libro? Mi senti?- provò a domandare.
Nessuna risposta, il libro rimase esattamente dove si trovava e come si trovava.
Delusa lo chiuse e lo ripose sul letto, in quell'istante sentì qualcuno toccare la porta della stanza:
- Susy? Che fai? Apri la porta! Susy!- era la madre.
La ragazza nascose il libro e la bacchetta, dopodichè aprì la porta con la chiave.
La donna entrò e si guardò intorno, la stanza era in ordine.
- Cosa combinavi, tesoro?- chiese curiosa.
- Niente mamma, perché?- ribattè la figlia.
- Ma, stavo lavando i piatti e ho sentito un botto improvviso... Tesoro che hai fatto al braccio?-.
La madre aveva notato che la figlia continuava a massaggiarsi il gomito e aveva anche visto che era molto rosso e stava diventando violaceo.
- Oh... Questo... Niente, sono solo caduta mamma- mentì Susy.
La madre la squadrò seria
- Sarà meglio mettere del ghiaccio comunque, okay? Vado a prenderlo-
Susy osservò la madre scendere le scale, poi si affrettò nascondere la bacchetta e il libro nello zaino e mise quest'ultimo sotto al letto.
- Ecco, tienilo sopra un po' e fai attenzione la prossima volta. Ora devo andare a fare una telefonata- e la madre si dileguò.
Susy sospirò, si chiuse la porta alle spalle e si sedette davanti al computer, lo accese e comparse la schermata iniziale. Entrò in internet e riuscì ad accedere alla propria posta elettronica, trovò una e-mail: era di Erika.
Ciao Susy!!!
Tuo padre mi ha dato questo indirizzo e-mail, così ho deciso di scriverti via internet,
sai quanto odio scrivere, vero?
Comunque ho ricevuto la tua lettera e mi ha fatto piacere, allora:
io sto bene e mi manchi davvero tanto! Pensa che non esco quasi mai di casa.
Mi dispiace che tu ti senta triste, vedrai che ti ci abituerai, e poi penso di riuscire a fare un salto lì questa estate.
I compagni delle medie li vedo di rado, anche perché frequentando anche io un liceo ho pochissimo tempo libero da dedicare agli amici.
Franco? Già il nome dice tutto! Non dargli retta!
La tua casa sembra essere davvero magnifica! Poi vicino al centro, che fortuna!
Un negozio abbandonato? La cosa è interessante, allora mi terrai aggiornata su tutti i cambiamenti? Appena ti arriva questa e-mail ti prego di rispondere!
Qui comunque niente di particolare, sempre tutto uguale.
Ieri ho incontrato la professoressa d'italiano, te la ricordi?
Ha chiesto di te e le ho raccontato che ti sei trasferita. Ha detto che ha sentito parlare del tuo
liceo classico e ha detto che è molto duro...
ora devo andare perché sono le dieci di sera e io dovrei già essere a letto.
Ciao, un bacione
Erika.
La ragazza sorrise, finalmente una notizia decente.
Osservò la pagina Web e scelse l'opzione "Rispondi", comparve una pagina con un grosso spazio bianco per scrivere e Susy spostò il cursore lì.
Carissima Erika,
ho appena letto la tua e-mail e devo dire che mi ha fatto piacere sentire che tu stai bene.
Mi dispiace che non ti senti più con i nostri vecchi compagni delle medie.
Comunque se li vedi salutali da parte mia.
Bè cosa dire? Il negozio? Ah... alla fine era abbandonato veramente.
Mi ero sbagliata.
Sono distrutta, la scuola e pesante, perciò credo che ora mi metterò un po' a dormire.
Ciao e ricambio il bacio!
Susy.
Sul pezzo del negozio ci aveva pensato un po' su. Non sapeva se aggiornare la sua migliore amica. Ma se le avesse detto di essere un'apprendista strega di sicuro l'avrebbe presa per pazza.
Inviò la mail e spense il computer. Rimase qualche secondo a contemplare il monitor con sguardo vuoto.
Poi si alzò e si coricò nel letto, faccia sul cuscino e occhi spalancati, a poco a poco si chiusero e Susy si addormentò.
Non fece sogni particolari, solo un orologio che continuava a ticchettare e lei sola davanti alla strega del Consiglio. Poi mentre i suoi occhi si stavano illuminando di verde si svegliò di soprassalto.
Cercò un po' di luce agitata e la trovò accendendo la lampada accanto al letto.
La stanza era la sua, nessun luogo circolare, nessuna strega. Solo lei e le sue cose.
Guardò fuori dalla finestra era buio. Si decise ad affacciarsi ma una voce da bambino la richiamò.
- Susy è pronta la cena! Muoviti!- era il fratello.
La ragazza aprì la porta e il piccolo provò a sbirciare dentro, ma la ragazza la richiuse a chiave.
- Cosa nascondi?- domandò curioso.
- Niente ficcanaso. Forza a tavola!- rispose la sorella.
La cena fu silenziosa, il padre non era rientrato per lavoro e doveva stare fuori tutta la notte.
La madre sparecchiò quando anche il piccolo ebbe finito quello che aveva nel piatto e fu corso nella sua stanza.
- Susy, tutto bene?- domandò la madre.
- Sì, perché?-
- Ma è da quando ci siamo trasferiti che sei un po' strana, successo qualche cosa di nuovo?-
Per un attimo la ragazza pensò che la madre sapesse tutto, ma poi lasciò stare.
- No, niente tutto a posto. Mi sono appena svegliata- rispose noncurante la figlia.
- Bene allora avrai sonno. Buona notte tesoro- le annunciò la madre.
- Buona notte-.
La ragazza salì nella sua stanza, si mise il pigiama e si sdraiò nel letto. Poi guardò il soffitto.
Un'idea le balenò in mente, e si alzò di scatto. Prese un cuscino e lo mise sotto alle coperte, poi si cambiò in fretta e rimase ad ascoltare.
Sentì dei passi provenire dalle scale, era la madre. Dalla sua finestra vide una luce nella stanza vicino, quella dei genitori, poi una serratura. Si avvicinò alla finestra e continuò a fissare la luce.
Dopo qualche secondo la luce si spense e la ragazza rimase sola al buio. Prese la bacchetta e il suo zaino con il libro magico. Stette un po' lì, circa mezz'ora e poi si voltò verso la porta e pronunciò:
- Serra-.
Con calma aprì la finestra e si sporse.
Non era alto, era solo il secondo piano e c'era anche una rete attaccata al bordo della casa, dove crescevano delle piante rampicanti.
Si mise lo zaino in spalla e la bacchetta in tasca, poi mise un piede fuori dalla finestra e si immobilizzò.
Quando si rese conto di non aver fatto il minimo rumore mise anche l'altro piede e si trovò su una specie di cornicione.
Fece per girarsi ma scivolò giù. Allungò una mano e afferrò la rete, era penzoloni con le gambe che dondolavano e una mano attaccata alla rete. Si attaccò anche con l'altra rimase in ascolto.
Nessuna luce si accese e dopo aver preso saldamente la rete anche con i piedi scese fino a terra.
Il prato era fresco, ma la ragazza non rimase molto a contemplarlo.
Fece il giro della casa esaminando ogni finestra, ma non c'era nessuna luce accesa.
Il cielo era terso e c'era la luna piena. Cominciò a dirigersi verso il centro della città.
In strada non incontrò nessuno e ciò le mise addosso un po' di paura, ma continuò ad avanzare imperterrita.
Quando si trovò davanti al negozio oltrepassò senza problemi la barriera e si catapultò nel vecchio locale.
Era tutto buio e la ragazza si guardò attorno un po' impaurita.
- Via!- sentì urlare.
E si abbassò appena in tempo per evitare un getto rosso indirizzato contro di lei. Aveva riconosciuto la voce era Margaret.
- Ferma Margaret, sono io!- cercò di spiegarsi.
- Non mi freghi brutta strega dei miei stivali! E come fai a conoscere il mio nome?- chiese dubbiosa.
Pronunciò qualche luce e un lampo illuminò per pochissimi istanti il volto di Susy.
- La Suprema! Aiuto! Linda c'è la Suprema!- urlò terrorizzata la strega.
- Ma no Margaret che dici?- cominciò l'apprendista.
- Cosa succede qui?- chiese una voce, era Linda.
La luce si accese improvvisamente e comparve Linda con la bacchetta sfoderata puntata sotto al mento di Susy.
- Oh, cara! Scusa davvero...- si scusò – Quella strega imbranata pensava di aver di fronte la Suprema-.
Si voltò per cercare Margaret che era nascosta sotto al tavolo.
- Margaret? È Susy, non la Suprema!-
- Ma i capelli, gli occhi verdi...- balbettò la strega.
- Sì le lentiggini e quattordici anni!- concluse Linda sarcastica.
- Scusa Linda... Potrei chiederti un favore?- domandò l'apprendista.
- Certo, dimmi-.
- Potresti togliere la bacchetta dal mio collo?- chiese gentilmente la ragazza.
Solo allora la strega si accorse che l'apprendista aveva alzato le mani come un prigioniero con la pistola puntata addosso.
- Sì, scusami ancora-.
Margaret uscì dal tavolo e si pulì il mantello.
- Allora Susy, cosa volevi? Poi a quest'ora?-
La ragazza si tolse lo zaino e rabbrividì.
- Ma... La tua giacca?- chiese Margaret.
- L'ho dimenticata a casa... Ero di fretta, stavo scendendo dalla finestra...-
- Dalla finestra? Tua madre non sa che sei qui?- chiese interessata Linda.
- No... Sono dovuta uscire dalla finestra e arrampicarmi dalla rete-.
- Ma non hai freddo?- chiese ancora Margaret che sembrava più interessata alla giacca che ad altro.
La ragazza scosse la testa, ma mentì. Stava gelando.
- Allora come mai sei venuta qui di nascosto?- domandò ancora Linda.
- Mi è successa una cosa e volevo parlarvene- rispose pronta Susy.
- Solo questo? Potevi benissimo parlarcene domani, no? Coraggio ora vai a casa, è tardi e abbiamo tutti sonno-.
Linda la spingeva verso la porta e la ragazza cercava di capire come fermarla. Poi ci arrivò.
- Ma riguarda Susanna!-
Linda si bloccò.
- Come fai tu a sapere il vero nome della Suprema?- chiese severa.
- La Suprema? Susanna? Ma di che parla?- si immischiò Margaret.
- Margaret lasciaci sole per favore-.
La strega se ne andò borbottando.
- Allora...-
- Aspetta!- la ammonì Linda.
Si voltò e chiuse tutte le porte della stanza, poi pronunciò qualche incantesimo.
- Solo noi due sappiamo quello che verrà detto qui. Ho reso la stanza isolata- spiegò la strega.
Susy ammirò la strega dalla testa ai piedi.
- Allora ora mi devi spiegare come...-
- Con il libro- interruppe Susy- il libro che mi hai dato proprio tu-.
Prese il libro magico dallo zaino e lo mostrò.
La strega lo sfogliò velocemente.
- Non è scritto lì- l'aiutò Susy.
- E dove allora?-
- Il libro ha parlato-
- Cosa? Il libro? Questo?- la strega sembrava preoccupata.
- Cì perché?-
- Ha solo parlato?- non sembrava più dare retta alle domande della ragazza.
- No... Si è aperto e mi ha mostrato delle cose- rispose frettolosa.
- Cosa? Cosa hai visto?- Linda era stranamente insistente, troppo.
- Non ricordo- mentì Susy.
La ragazza provò di nuovo quella sensazione, come se Linda potesse leggerle la mente.
- Sforzati. È davvero importante per te- insistette ancora.
- Mi ha fatto vedere quando Susanna ha deciso di scegliere il male- cercò di spiegare Susy.
Linda le venne incontro:
- Sembrava un filmato? Tu eri dentro ma gli altri non ti vedevano? Non eri solida, ma trasparente?-
- Esatto, cosa significa? Perché insisti tanto?- domandò decisa Susy.
- Non è un buon segno. Devo parlarne con il Consiglio-.
- Perché? Ogni volta non mi spieghi mai tutto! Perché?- urlò la ragazza.
- Fin dall'antichità, nel nostro mondo, non è mai un buon segno se i libri ti mostrano qualche cosa. È segnale di pericolo e a volte... Di morte-.
Susy rimase impietrita, osservò spaventata Linda:
- Ma... Perché il libro me lo ha mostrato?-
- Non lo so... Ma ci deve essere qualche cosa d'importante- lo sguardo d Linda era turbato.
Susy si sedette su una sedia e rimase ad osservare la strega. Ripensò a quando l'aveva vista la prima volta, aveva uno sguardo turbato, pensava di essere stata scoperta. Ma nessuno sguardo batteva quello che aveva adesso. La ragazza ebbe un solo pensiero: la situazione era davvero grave e lei era in pericolo.
Ripensò alla scenetta e allo sguardo di Linda.
- Bene credo che ora sia inutile stare qui. Torna a casa tua madre ti starà cercando-
"frase di circostanza" pensò Susy.
- D'accordo... Potreste solo... Insomma è tutto buio...- cercò di spiegare la ragazza.
- Oh si, hai ragione-.
Dopo aver spiegato a Margaret un po' la situazione, Linda, accompagnò a casa la ragazza.
- Dunque, sei sicura di riuscire a risalire?- domandò.
- Sì certo. O almeno spero-.
- Bene allora a domani-.
Linda schioccò le dita e scomparve.
" questa la voglio imparare pure io".
La ragazza osservò sconcertata la rete che aveva districato, era accartocciata e staccata in alto.
Posò lo zaino a terra e si mise a pensare:
" che idea, mi pare di averlo letto in uno dei libri di incantesimi... Mi devo solo ricordare la formula"
- Reficio!- sussurrò.
La rete si mosse lentamente, si scrollò e si sistemò sul muro della casa dolcemente. La ragazza provò ad aggrapparsi; era sicura.
Dopo una breve scalata raggiunse la finestra rimasta aperta ed entrò. Accese la lampada e si cambiò rapidamente.
Si affacciò alla finestra per vedere se era stata vista e poi se la richiuse alle spalle.
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