Capitolo 4
Mi risveglia al pomeriggio con teneri baci, sorrido prima di stringerlo a me. - Buongiorno! - sono così felice, sembra di essere in un sogno: abbracciata a un ragazzo stupendo!
- Buongiorno. - rispondo io.
S'avventa su di me ma lo respingo - Ti sei già stufata di me? - mi chiede con un sopracciglio alzato.
- Giammai. -
- Allora vuoi giocare ancora... sei una briconcella. - mi fa il solletico, facciamo di nuovo l'amore fino a quando non ci sentiamo stanchi.
È arrivata sera e con lei l'ora di separarci, il che per me è difficile, lo voglio qui con me, sempre.
- Susy, forse è meglio che per il momento non parliamo di noi. - Indica a vicenda prima a me poi lui con il dito, ecco mi pareva che fosse tutto bello.
- Ok! - dico con disappunto.
- Ehi, ehi! Cos'è quel musino. - dice scoprendo il mio viso dai capelli.
- Nulla. - scaccio la sua mano in malo modo.
- Non sembrerebbe. -
- Certo perché non lo è, se pensi che io sono qui solo per soddisfare i tuoi bisogni e aspettarti hai sbagliato di grosso, Carter. -
- Non è così, mi piaci sul serio Susy ma dammi il tempo di sistemare delle cose personali e poi sarò tutto tuo. -
Non gli credo, mi nasconde qualcosa, lo capisco da come mi guarda, il suo viso è contratto e stringe i denti.
- Quanto dovrei aspettare, dimmi? - incrocio le braccia al petto.
- Qualche mese non di più. -
- Qualche mese quanto? -
- Due o tre mesi al massimo, credimi! Devo aggiustare degli affari di mio padre e quando sarò libero da questo inferno sarò tutto per te.- si avvicina a me baciandomi.
- Mica hai pensato che avevo un'altra? - continua.
Al dire il vero, sì, avevo pensato che avesse un altra o altre o che voleva avere il terreno libero per spassarsela, lo so che non posso pretendere nulla da lui per una notte passata insieme, ma mi ha innervosito e ho risposto d'istinto.
- N...no. - balbetto.
- Stupidina... comunque ci vedremo spesso non ti lascerò andare via facilmente. - mi bacia lasciandomi sola.
Mi preparo qualcosa da mangiare, ma non ho molta fame, la mia mente ritorna a quello che ho fatto stanotte, ma devo mangiare per stare in piedi, di energie ne ho sprecate, così decido di farmi un toast.
Mangio sull'isolotto con la TV accesa, sono presa dai i miei pensieri non tanto belli, c'è qualcosa che mi turba.
Finito di mangiare, pulisco il bancone e lavo il bicchiere che ho usato, per poi andare in camera a cambiare le lenzuola sporche di noi.
Apro le finestre, per fare entrare l'aria fresca, prendo le lenzuola e le butto nella cesta della biancheria sporca e metto le lenzuola pulite che ho comprato in Texas. La scorsa settimana mi sono arrivati i pacchi con tutta la biancheria e i vestiti, ci hanno messo un po', pensavo che mia madre avesse bloccato la spedizione per mettermi i bastoni tra le ruote, invece non è stato così, per mia fortuna.
Rifaccio per bene il letto metto anche un piumino perché inizia a fare freddo di notte e tiro fuori la roba pulita, vado a farmi una doccia, lavando i capelli che sono sudici, stanotte abbiamo sudato molto.
Appena mi sento fresca esco dalla doccia asciugandomi per bene, prendo il phon e con la spazzola tiro una ciocca per volta rendendoli perfettamente liscia, mi vesto con malavoglia e nel frattempo il mio cellulare si illumina.
Volgo l'attenzione a questo, sperando che sia Carter, ma invece è un messaggio di James.
Decido di chiamarlo, non ho voglia di scrivere, clicco sulla cornetta e invio la chiamata.
- Ciao scusa se non ti ho risposto prima è che ero sotto la doccia sa,i ogni tanto mi lavo anch'io. - ride dall'altra parte della cornetta.
- Ciao Susy, ti chiamavo per chiederti se hai da fare stasera, c'è una festa al campus, ti va di venire? -
Ci penso un attimo, in fondo cosa mi costa? Poi domani è domenica quindi posso dormire, poi se no mi piace posso tornarmene a casa quando voglio.
- Ok, passi da me? -
- Affare fatto tra cinque minuti sono da te. -
Chiudo la chiamata è corro in bagno a darmi una sistemata sul viso, un po' di fard e lucidalabbra, poi opto per un outfit di jeans con una camicetta semplice, non voglio sembrare una che dice: sono qui per una botta e via. Quattro minuti e mezzo, guardo l'ora, bene! Sono in orario, ora mancano scarpe cappotto e una borsa piccola a tracolla.
Prendo tutto il necessario indossandolo, non lo sapete, ma James è tipo puntale e odia aspettare.
Così per non sentire le sue paranoie mi faccio sempre trovare pronta, non sapete quanto è petulante, sfido qualsiasi persona a stare con lui, sempre perfetto, nulla fuori posto, sembra un militare.
Suona il campanello e raggiungo la porta, James mi sorride e mi porge il braccio, così camminiamo a braccetto.
- Pensavo di doverti aspettare. - dice sarcastico.
- Avresti potuto. La prossima volta dammi più tempo, non posso prepararmi in cinque minuti. - lo riprendo.
- Ma ce l'hai fatta. - ricalca la frase.
- Senti, sono una donna e ho bisogno dei miei tempi, per questa volta ti è andata bene, la prossima non so, quindi ritieniti fortunato. - lo spintono.
Lui fa lo stesso, ma con più forza e, a momenti mi scaraventa a terra meno male che c'era il muro, mi rimetto diritta e mi spazzolo il cappotto con le mani dandomi un contegno.
- Stronzo! - Ride e come ride.
- Vieni qui. - mi tira verso di sé passando le sue nocche sulla mia testa facendomi male ma rido svincolando il suo attacco.
- La smetti troglodita? Non vedi che sono la metà di te?! - gli faccio notare.
- Ti voglio bene Susy, andiamo! -
Facciamo così per tutto il tragitto facendoci i dispetti a vicenda...
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