Capitolo 29


Pov Susy...

La festa è finita ho messo a dormire Benny e decido di andare a farmi un bagno in piscina, prendo l'asciugamano e il babyfone.
Mi piace farmi il bagno di notte immersa nel silenzio della notte, appoggio tutto su una sdraio e mi tuffo l'acqua è calda e la faccio scivolare sul mio corpo nuotando, pensando a quello che è successo oggi, niente di che...

Ma se sto sbagliando tutto?
Riaffiora tutta la mia insicurezza, vorrei tanto sapere il futuro in questo momento per non dover più sbagliare e avere sempre le risposte pronte. Ma non funziona così...

Comunque pensare non risolve niente, devo solo decidere cosa voglio fare o come devo comportarmi.
Vedo una figura fuori dalla piscina e mi fermo sul bordo. - Non stavi dormendo. -  chiedo James mentre si siede.
- E tu non riesci a dormire? -
- No, ho troppo caldo. -
- A me sembri preoccupata, pensierosa... -
- Non sbagli. James sono a un bivio. -
- Non sei a un bivio hai solo paura, vi ho osservato oggi e non vi siete dimenticati. -
- Io non l'ho mai detto! -
- Cerca di capire cosa è meglio per te Susy, io vado a dormire che jus ha tentato di ubriacarmi stasera, buona notte. - se ne torna nella dependance.

Rimango ancora un po' a bagno nella piscina e guardo il cielo stellato provando a leggerlo o, a scovare un segreto ma non lo trovo.

Galleggio e muovo le braccia come una farfalla ma di solito le farfalle guardano davanti a sé o in terra non il cielo.
Sento la bambina che muguola, segno che potrebbe svegliarsi da un momento all'altro, così decido di uscire e andare da lei prima che si svegli del tutto, mi asciugo il meglio possibile prendo il babyfone e torno dentro a dormire...

Pov Clark...

" Oddio che mal di testa " massaggio la testa mentre vado in cucina, ho bisogno di un caffè bello forte, un succo, un aspirina e tanta acqua.

In cucina non c'è nessuno chissà dove sono finiti tutti? Guardo l'orologio vintage appeso sopra la portafinestra,        " Cavoli sono le undici e trenta. " Prendo la tazza e mi faccio il caffè per fortuna la macchina del caffè è automatica l'unica cosa che però  mi da fastidio in questo momento e il rumore per macinare i chicchi, infatti metto le mani sul l'orecchie proprio come i bambini quando sentono un rumore forte. Cazzo!

- Ti sei svegliato? - è Isa.
- Ho un tremendo mal di testa. - rispondo
- Chi non l'avrebbe, con tutto quello che ti sei bevuto ieri sera! - dannato jus non devo più sedermi vicino a lui.

Passo le mani sul viso, più che altro lo stropiccio sembra che lo sto sistemando, modellando.

- Ti scongiuro dimmi che in casa hai un'aspirina... - la mia voce è dolorante.
- Vado a guardare in bagno aspettami qua. - esce di corsa.

Mentre aspetto Isa finisco il mio caffè ed entra Susy che mi guarda strano.

- Ehi, tutto bene!? - chiede in punta di piedi, la guardo, sembra preoccupata.
- Ho solo un forte mal di testa... -
- Ho l'aspirina in dependance te la vado a prendere?- è  premurosa e dolce come sempre ma lei è occupata e incinta devo levarmela dalla testa.

- Isa è andata a vedere se ne ha una in bagno, dovrebbe tornare. - infatti si presenta in cucina però è a mani vuote.
- Mi dispiace non ne ho. - è dispiaciuta.
- Le ho io, vado a prenderle e torno. - esce subito dalla cucina.
- Allora Dio esiste... -
- Clark capisco che non vuoi parlare di Susy ma ti sei fatto un'idea sbagliata su di lei, in tutti i sensi. - Non capisco cosa intende Isa, infatti la guardo stralunato.

- Scusa Isa, non capisco cosa dici in questo momento. -
Isa non dice più nulla perché Susy è tornata con la scatola.
- Le ho trovate, tieni! - le appoggia sul tavolo e va a prendermi anche un bicchiere d'acqua.

- Grazie! -
- Di nulla, ora vado dai bambini. - se ne va lasciando la scia del suo profumo di more.

- Sei innamorato di lei? - domanda.
- Isa sinceramente non lo so ma so che i miei pensieri sono rivolti esclusivamente a lei. -

- Se la vuoi devi solo prenderla. - le rido in faccia.
- E come se è incinta di un'altra persona. -
- Io credo che voi due dovete parlare, seriamente. Da soli. -
- Perché? - domando.

- Non devi parlarne con me io sono un ambasciatore non porto pena. - cantilena.
- Mi farai impazzire con tutti questi proverbi. -
- Sono antichi ma efficaci e veri. - Ride.
- Non ridere. -
- La smetto, la smetto! Clark, sai che ti voglio bene promettimi che le parlerai. - annuisco.
- Te lo prometto solo se mi fai un massaggio al collo. -
- Scemo... - mi da un coppino scappando in giardino.

Cosa voleva dirmi Isa? Perché devo parlare con lei, guardala è sempre appiccicata a quel James e ridono come due cretini.
Eppure con me non si è sbilanciata più di tanto, perché con lui lo fa, cosa ha in più di me, è pure brutto e troppo pompato. Donne chi le capisce...

- Ti sei ripreso? - Entrano Matt, jus e max.

- Sto carburando. - rispondo a Matt.
- Sbrigati che adesso dobbiamo grigliare e poi ti vogliamo in forma. -
- Credo che vomiterò. -
- Non trovare scuse, vuoi una birra? - chiede quel disgraziato di jus.
- Vuoi rovinarmi anche oggi? - ride.
- Che cazzo ridi! - mi metto a ridere anch'io e nel frattempo pianto un rutto senza volerlo.
- Salute. - dice ironico max, tirando fuori i vassoi di carne e verdure tagliate pronte per essere cucinate.
- Andiamo? - mi chiedono tutti, io mi alzo e le seguo fuori.
- Scusate non volevo. -
- Si che volevi, porcellino. - lo dice ridendo e scappando...

















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