50. Addicted to you

Max sospirò, rivolgendo un'occhiata di soppiatto alla fotografia sul suo cellulare, rappresentante lui e Maggie. Erano tornati dalla Spagna due giorni prima e da quel momento la ragazza era sempre stata persa nei suoi pensieri, come se ci fosse un problema ad attanagliarla e stesse cercando in tutti i modi di risolverlo da sé.

Lucas poteva escludersi dalla lista dei sospettati. Era stato finalmente arrestato dalla polizia ed ora si attendeva unicamente il processo, quindi fortunatamente lui non c'entrava con quella storia.

C'era una questione di fondo, a quanto sembrava. E Max decise che l'avrebbe scoperta.

Era bravo a ficcanasare da ogni parte, per quelle cose aveva l'olfatto di un cane da tartufo - okay, forse quello sarebbe stato meglio non dirlo ad alta voce, non avrebbe spontaneamente fornito delle idee a Selene per prenderlo in giro.

Beh, non che la corvina ne avesse bisogno, effettivamente. L'ultima volta l'aveva definito un colibrì morto, schiacciato da una scarpa con la suola di gomma, ma una gomma non normale, no, quella sciolta dal calore della citronella quando ci pesti sopra perché sei tonto. Una perifrasi lunga trenta parola che per lei "riassumeva l'intero concetto della sua esistenza".

Tornando al vero discorso, però. Max cercò di rilassarsi il più possibile - non sapeva dirle, lui, le bugie: si agitava troppo per riuscire ad essere convincente. Per questo, si auto-convinse che in realtà non stesse mentendo, che piuttosto stesse cercando di scoprire la verità tramite un piccolissimo e minuscolo imbroglio.

Ma alla fine non ne ebbe più di tanto bisogno.

Non ne ebbe bisogno perché fu Maggie, di sua spontanea volontà, a parlargli.

Si trovava nel suo appartamento quando il suo cellulare squillò. Il nickname che aveva affidato alla sua ragazza comparve al centro dello schermo, la loro fotografia a fargli da sfondo. <<Hey meisje>>

<<Hey. Senti...>> la voce le tremolava un po'. <<Sei a casa? Perché sto venendo lì, devo parlarti>>

<<Sì, sì, sono a casa. Solo... va tutto bene?>>

<<C-certo>>

<<Meisje...>>

<<Ora ti spiego tutto, però tu... tu per favore, aspettami>>

<<È ovvio che ti aspetterò Mags. Ti aspetterò per tutta la vita, lo sai meglio di me>>

Un piccolo sorriso dall'altro capo del telefono bastò per riempirgli lo stomaco di farfalle.

<<Grazie, Max>>

<<Di nulla, tesoro. Ma potevi dirmelo, ti sarei venuto a prendere, o avremmo potuto parlare a casa tua!>>

<<Eh, beh, oddio. Ci sono Sam e Sel a casa, direi che non vogliamo parlare lì>>

<<Perché non... OH, OH NO>>

<<Oh sì!>>

<<Hai fatto bene a venire qui>> le rispose, funerario. <<Ti prego, mi hai messo l'immagine nella testa, non vedrò mai più Sam senza pensare a quella tonta della zusje che gli fa un...>>

<<MAX>>

<<Ah giusto, scusa!>>

<<Aprimi la porta, va, tonto numero uno. Sono qui sotto>>

<<Subito>> prima di attaccare, schioccò un bacio contro il microfono e si precipitò alla porta. Schiavò la serratura nel momento esatto in cui Maggie salì l'ultimo gradino. Non appena i loro occhi si incrociarono, entrambi i loro cuori si alleggerirono di qualsiasi peso.

La ragazza subito gli si gettò tra le braccia, venendo stretta nella presa calda ed accogliente dell'olandese. Max sorrise, infilando il naso tra i capelli rossi di lei e percependo il dolce profumo del suo shampoo.

<<Sai di fiori>> le bisbigliò all'orecchio.

Era incredibile, sul serio: ogni volta che le era accanto, il suo cervello impazziva. Smetteva di funzionare per conto suo, diventando dipendente dalla meravigliosa creatura che aveva davanti. Maggie Soler avrebbe potuto ordinargli persino di gettarsi da un palazzo e lui l'avrebbe fatto.

La ragazza abbozzò un sorriso, sciogliendo la loro stretta. <<Posso entrare?>> domandò, piano. <<Vorrei davvero parlarti>>

<<Sì, certo. Scusa, vieni pure>>

Facendole spazio per lasciarla passare, Max richiuse la porta alle sue spalle e si voltò verso la sua ragazza, che nel frattempo si era tolta la giacca dalle spalle. La calda aria di maggio stava ormai facendo il suo effetto.

<<Aspetta, sediamoci>> afferrandole la mano, l'olandese la trascinò fino al divano, dove si accomodarono uno accanto all'altra. Solo una volta assicuratosi che Maggie fosse leggermente più tranquilla riprese a parlare. <<Hey, vuoi dirmi cosa c'è?>>

<<Eh? Ah sì, certo... ecco, io...>>

<<Mags? Sta calma, meisje, non ti preoccupare, puoi dirmi tutto, lo sai>>

<<Sì, lo so, è che... non è facile da dire>>

<<Non vuoi lasciarmi, vero?>>

<<Cosa? Oh no, no, no, no! Assolutamente no, anzi, è tutto il contrario!>> all'espressione confusa di Max, Maggie sentiva di dover rispondere al meglio, eppure le parole sembravano morirle in gola.

Prese un respiro profondo, ignorando il cuore che le martellava incessantemente nel petto. <<Ik wil dat u het bent>> recitò, nel miglior olandese che sapeva pronunciare. La mimica facciale di Max non mentiva, era sorpreso.

<<Vuoi che sia io?>> ripeté lui, le sopracciglia alzate dall'incredulità. <<Mags, di che stai...?>>

<<Voglio che sia tu... la mia prima volta, Max. Voglio che sia tu>>

Il corpo del ragazzo si fece rigido.

Voleva che fosse lui.

Il solo pensiero bastò per mandarlo nel panico più totale. La sua testa si riempì di mille domande, sempre più difficili da rispondere man mano che si aggiungevano.

<<Maggie, io...>>

<<Lo so, è una richiesta importante e so che probabilmente stai pensando che io non lo voglia veramente, ma non è così. E...>>

<<Mag, Mag, Mag>> la interruppe giusto in tempo, altrimenti sarebbe partita con la sua solita parlantina a sproloquio. Intrecciò le dita alle sue, guardandola fermamente negli occhi. <<Ascoltami...>>

Qualcosa nei suoi occhi gli fece capire che stava dicendo la verità, la spagnola ci credeva veramente alla proposta che aveva fatto.

<<Piccola, sul serio, non c'è bisogno di...>>

<<No, Max. Stai sicuramente pensando che io voglia farlo per... per questa relazione, perché pensi che io sia convinta che senza il sesso non si possa andare avanti, ma ti giuro, ti giuro sull'amore che provo per te, che non è così. Ci sto pensando a quando siamo tornati dal Gran Premio e...>>

<<Ecco cos'era che ti stava attanagliando allora!>> esclamò, quasi sollevato. Notando la faccia che Maggie aveva fatto, iniziò a spiegarle. <<Avevo fatto caso al modo in cui ti stavi comportando in questi giorni, eri strana e non ne capivo il motivo, pensavo sul serio che volessi lasciarmi>>

<<Non ho mai voluto farlo, Max. E non ne avrò mai l'intenzione>> dichiarò, il tono più serio che possedeva. <<Ti amo troppo per lasciarti andare, non voglio passare un solo giorno della mia vita senza averti accanto. E questo... questo è solo un passo avanti nella storia della nostra relazione>>

<<Lo sai che non è importante, amore. Se non sei pronta, se non sei sicura, non è un problema. Te l'ho già detto, ma voglio ripeterlo ancora, non voglio niente da te che non sia il tuo amore>>

Maggie curvò leggermente le labbra verso l'alto, trattenendo le lacrime, commossa dalle parole che le erano appena state dette. <<Lo so, lo so che... non è importante. Ma io voglio che lo sia, Max, perché ho bisogno di sentirmi normale. Non sto dicendo che la nostra relazione com'è ora non mi vada bene, anzi, è solo che voglio fare un passo avanti. Questo è... il mio processo di guarigione, e mi fido di te più che di chiunque altro. Per questo voglio che sia tu, Max, perché ti amo>>

Gli occhi del pilota si fecero stranamente rossi e pur di nasconderli si gettò in avanti, avvolgendo la ragazza in un abbraccio. Odiava che le persone lo vedessero piangere, era una cosa che aveva fin da bambino, così si limitò a stringere Maggie a sé, giovando del calore che lo scontro dei loro corpi aveva provocato.

Una sola lacrima gli scivolò per la guancia, infrangendosi contro l'unico frammento di pelle scoperta lasciata dalla maglia della ragazza. La sensazione della goccia che le attraversava la spalla fece stringere il cuore a Maggie, che si staccò a malincuore dalla stretta.

Si allungò, asciugando con i polpastrelli la zona che Selene chiamava sempre il covo delle rughe perioculari, ossia la parte dell'occhiaia, e accennò un piccolo sorriso.

<<Va tutto bene, amore mio>> mormorò, portandosi la mano del ragazzo al petto, all'altezza del cuore. <<Lo senti, Max? Lo senti come batte per te?>>

<<Che strano...>> borbottò lui, in risposta. <<Mesi fa ero io a dirtelo. A quanto pare si sono invertite le posizioni>>

<<Hai visto? Mi hai cambiato la vita, Max. Mi hai permesso di guarire e di crescere... sei la persona che mi ha salvata e questo non potrei mai, mai dimenticarlo>>

<<Grazie, Mags...>> bisbigliò l'olandese, annuendo piano. <<Grazie per tutto quello che stai dicendo>>

<<Non voglio fare sesso con te, non è il mio obiettivo. So solo che voglio svegliarmi accanto a te ogni mattina, voglio che tu sia la prima persona che veda non appena aperti gli occhi, voglio che le prime parole che mi vengano dette al mattino siano ti amo, non mi importa in quale lingua, voglio stare con te in ogni modo possibile. Voglio essere amata>>

<<E ti prometto che ti amerò, mijn kleine ster. Per cui, se questo è quello che vuoi veramente, sarò la tua prima volta, ma ad una sola condizione...>>

<<Quale?>>

Max si alzò in piedi, portando anche Maggie a farlo, e le sfiorò le labbra con le proprie. <<Voglio essere anche l'ultima>>

La spagnola arrossì di colpo, non potendo smettere di sorridere. <<Sarai la mia prima ed ultima volta in tante cose, Max Verstappen>>

<<Non avrei potuto sperare di meglio>>

<<Allora... quando?>>

<<Ah non lo so, decidi tu>>

<<Sì, ma dopo magari tu non hai voglia!>>

<<Beh che teoricamente non dovremmo metterci d'accordo>> scherzò lui, sfregando la punta del proprio naso contro quello di Maggie, facendola sorridere istintivamente. <<Non è propriamente convenzionale>> rise.

<<Quando mai io e te siamo stati convenzionali?>>

<<Anche questo è vero! Facciamo una cosa, piccolina, usciamo a cena insieme, mangiamo, ci divertiamo, ci comportiamo nel modo che più ci piace e poi... poi si vedrà, okay?>>

<<Okay>>

Le schioccò un bacio sulla fronte. <<Ti amo, lo sai, no?>>

<<Sì, lo so. E ti amo anche io>>


La sera della cena venne soltanto due giorni dopo. Quella settimana ci sarebbe stato anche il Gran Premio di Monaco, quindi non avevano molto tempo a disposizione, considerando la famosa regola imposta ai piloti - niente appuntamenti speciali prima di una gara.

Max era più agitato di Maggie, se possibile. Gli tremavano le mani così tanto che quando si mise al volante per andare a prendere a casa la ragazza per poco non si schiantò contro il primo muro.

L'unica cosa positiva fu l'aver beccato Daniel per puro caso a passeggio con Heidi. Quasi sollevato di fronte a quella vista, aveva accostato, fermandosi a parlare. <<Hey ragazzi>>

<<Hey bello>> l'aveva salutato l'amico. <<Vai dalla Cutiepie?>>

<<Sì, abbiamo un appuntamento, ma... beh, sono leggermente nervoso>>

<<Babe, mi vai a prendere una bottiglietta d'acqua? Devo parlare con Max>> aveva domandato l'australiano alla compagna, sorridendole gentilmente. Una volta fatto, si era accomodato nel sedile passeggero della vettura del collega e gli aveva fatto fare un respiro profondo. <<Coraggio, brutto rincoglionito, parla. Stai bene?>>

<<Maggie vuole che io sia la sua prima volta>> aveva sputato subito, così velocemente che per poco Daniel non l'aveva sentito.

<<Davvero?! Wow! Che bello, sono contentissimo per voi, ragazzi!>>

<<Sì... beh...>>

<<Qual è il problema, nano da giardino?>>

<<Il problema? È che non so se sto facendo la cosa giusta, non so nemmeno come fare. Voglio dire, non sono stato la prima volta di nessuna delle ragazze con cui sono uscito, non ho idea di come comportarmi, specie se con una situazione come la sua!>>

<<Vuoi un consiglio?>>

<<Sì, per favore>>

<<Sii gentile>> aveva sussurrato il pilota McLaren. <<Maggie ha subito un trauma immenso, quindi sicuramente il suo corpo avrà una reazione involontaria, è normale. Devi cercare di supportarla il più possibile, di essere paziente, devi mostrarle che la ami. Credo che lei sappia già che non vuoi solo portartela a letto, visto che spero che tu gliel'abbia detto, ma ogni tuo gesto deve parlare, deve ricordarglielo. E soprattutto... trattala come una regina, va bene?>>

<<Va bene, grazie Dan>>

<<Sono qui per questo, dopotutto sono il tuo testimone di nozze!>>

<<Ancora?!>>

<<Certo! Credevi che mi sarei dimenticato di questa cosa, fratello? Non ci pensare nemmeno!>>

Max allora aveva sorriso, molto più calmo di prima, e aveva allungato la mano verso l'amico, battendogli il pugno. <<Grazie>> aveva ripetuto. <<Grazie davvero>>

<<È questo che fanno gli amici. Ora va e dimostra a quella ragazza che non c'è niente di cui aver paura! E poi...>>

<<E poi cosa?>>

<<Se sta con te, deve essere davvero impavida!>> e così dicendo, era scivolato fuori dalla macchina, appoggiandosi al finestrino aperto e osservando Heidi tornare da loro. <<A parte gli scherzi, non ti preoccupare, sta tranquillo e vedrai che andrà tutto bene!>>

<<Hai ragione>>

<<Ah, un'ultima cosa! Non ti preoccupare dei problemi tecnici, comunque. È normale, se è un po' che non ti fai nessuno, che non ti si alz...>>

<<DANIEL>>

L'australiano allora era scoppiato a ridere, facendo voltare addirittura qualche passante nella loro direzione. <<Scusa, dovevo>>

<<Heidi, dagli una sberla per favore>>

<<Subito!>>

<<Come subito?>>

Divertiti, erano rimasti a chiacchierare per un altro paio di minuti, ma poi Max si era accorto dell'orario ed era dovuto ripartire, non prima di essersi scambiato un'occhiata complice con il suo amico. Con il suo migliore amico, a dire il vero.

E così si arrivava a quel momento.

Era fermo, sotto l'appartamento delle sue due spagnole preferite, ad attendere l'uscita di Maggie. Ci vollero altri tre minuti prima di vedere anima viva, ma ne valse la pena.

La sua meisje era stupenda, ancora più del solito. Splendeva come quel sole primaverile che tanto amava.

<<Ciao>> lo salutò timidamente, dall'alto del suo pianerottolo.

Selene le comparve accanto in un nano secondo, ancora prima che lui potesse rispondere, un ghigno maligno in volto. <<Hey Max>> gli urlò. <<Mi ha scritto Daniel>>

<<Oddio...>>

Non voleva sapere come facessero a conoscersi quei due!

<<Mi ha chiesto se avessi delle pillole di viagra da darti! Cos'è, povero cucciolo, non ti si alza?>>

<<SELENE>>

<<Buona cena!>> fu l'ultima cosa che la corvina disse, prima di rientrare nell'appartamento. <<Oh, e anche... buona scop...>>

<<ZITTA>>

Max non poté evitare di ridere, mentre Maggie scendeva le scale rossa in viso per la vergogna. Si buttò letteralmente dentro la vettura, nascondendo la faccia.

<<Quella pazza scatenata è la letterale definizione di entro, spacco, esco, ciao!>> esclamò lui.

<<Zitto pure tu, ti prego, sto morendo. Ti prego, andiamo!>>

<<Subito ahah!>>


La cena fu un successo strepitoso. Cercando di non pensare all'enorme imbarazzo provocato da Selene, i due passarono l'intera durata del loro pasto a chiacchierare e raccontarsi gossip su gossip.

<<Sapevi che sono comparsa nella pagina delle WAGS?>>

<<Seriamente? E che dicono?>>

<<Non ho letto nulla di ciò, però so che mi hanno paragonata per gentilezza ad Elena. Dovrebbe essere la ragazza di Esteban, giusto?>>

<<Sì, lei è una delle preferite. Quindi sentiti onorata, ma belle, sei ufficialmente una delle WAGS più amate!>>

<<Oh, ma sono contenta infatti! Però... però sono più contenta di stare con te che di essere in cima ad una classifica>>

Max le sorrise. <<Concordo>>

<<Paghiamo il conto? Abbiamo un'esperienza da fare>>

<<Sono improvvisamente diventato un villaggio turistico? Little Max, hai sentito? Siamo un villaggio vacanze!>>

<<E tu hai iniziato a passare troppo tempo con Selene...>>

<<Sempre detto che è una stregaccia!>>


Quando Max e Maggie raggiunsero l'appartamento di quest'ultima, dell'altra spagnola non c'era traccia. Si scambiarono uno sguardo leggermente nervoso, deglutendo. Si presero per mano, risalendo per le scale uno accanto all'altra.

Si fermarono di fronte alla porta, le chiavi penzolanti dalla mano tremolante della rossa.

<<Vogliamo farlo, quindi?>>

<<Solo se tu sei ancora sicura, amore>>

<<Ne sono più che sicura>>

<<E allora sì, facciamolo>>

Il bastone di Maggie cozzò contro il pavimento altre trenta volte - trenta passi esatti - prima di raggiungere la sua camera da letto. Lo appoggiò contro il muro, affidandosi soltanto alle sue gambe e ai riflessi sempre pronti di Max, avvicinandosi al suo comodino.

Gli occhi dei due si incastonarono, azzurro contro azzurro, profondo contro profondo. E la mano della ragazza raggiunse il bordo della sua maglia, trascinandola fino a togliersela. Rimase così, di fronte al suo amato querido, immobile, in attesa di un suo gesto.

Max replicò gli stessi movimenti. <<Uno alla volta, okay?>> le chiese, pian piano.

<<Uno alla volta>>

E fecero sul serio un passo alla volta, perché lui non avrebbe fatto nemmeno una mossa senza prima essere sicuro che a Maggie andasse bene. Avrebbe preferito correre in giro per Monaco nudo piuttosto che provocarle anche solo il minimo fastidio.

Le si avvicinò, prendendole il viso tra le mani e baciandola con tutta la delicatezza che sapeva dare. Lentamente, scivolò giù lungo il suo collo, fermandosi ogni volta per regalarle una carezza.

<<Sei sicura?>> domandò ancora, la voce più roca.

<<Mai stata più sicura di qualcosa in vita mia>> replicò lei, sedendosi lungo il bordo del letto. Si lasciò cadere con attenzione, in modo da non farsi male alla gamba, e invitò Max a seguirla. <<Paura, Verstappen?>> recitò, semi-citando Harry Potter.

<<Ti piacerebbe>>

La baciò di nuovo, scivolando sopra di lei e sentendo le mani della ragazza vagare lungo la sua schiena. Un brivido gli attraversò la colonna vertebrale ed una leggera risata da parte di lei gli vibrò nel cuore.

Dio, se la amava.

Dio, se voleva passarle il resto della sua vita accanto.

Quando fu il momento giusto, proseguì con la sua scia di baci, sostituendoli gradualmente con il proprio corpo.

Sarebbe bello andare oltre nel narrare, tuttavia non lo farò, perché i dettagli del loro amore, così puro e così vero, sono troppo intimi e privati per essere raccontati. L'unica cosa che bisogna aggiungere è che per la prima volta da anni Maggie Soler si sentì libera.

Si sentì padrona di sé stessa, delle sue sensazioni, del modo in cui il suo corpo rispondeva alle dolci coccole che Max le faceva. E seppe di non esser mai stata tanto felice.

Quando furono entrambi stanchi, assonnati, provati da quella passione che li travolgeva, si sdraiarono abbracciati, stretti l'uno all'altra. Il braccio del ragazzo si avvolse intorno alla vita di Maggie e le sue dita iniziarono a tracciare piccoli cerchi sulla sua pelle nuda, mentre le sussurrava frasi in olandese.

<<Dimmi qualcosa di bello, per favore>> gli chiese, in un singolo respiro. In lei c'era una tranquillità incredibile, come se tutti i suoi demoni avessero finalmente deciso di assopirsi una volta per tutte.

<<Come desideri, piccola>> ci pensò su per un secondo e poi iniziò a parlare. <<Je bent het beste wat er ooit met mij is gebeurd. Ik hou zo van je>> (Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo tantissimo)

<<Che cosa hai detto?>>

<<Che sei un troll>> mormorò, lasciandole un bacio sulla punta del naso e scompigliandole delicatamente i capelli. <<E che sei il mio troll preferito nel mondo>>

<<¡Te sorprenderá saber que he descargado Duolingo para empezar a estudiar holandés!>> (Ti sorprenderà sapere che ho scaricato Duolingo per iniziare a studiare l'olandese)

<<Che? Ho capito solo Duolingo>>

<<Ti ho chiamato troll anche io>>

<<Ah ah, non penso proprio!>>

<<Non sarei così sicura, Maxie!>>

<<Non scommettere con me, piccolo troll>>

<<Pff, io le vinco sempre le scommesse>>

<<Beh sai che cosa si dice...>> Max le bisbigliò all'orecchio, facendole venire i brividi. <<... di chi si diverte particolarmente a fare scommesse?>>

<<Che cosa?>>

<<Che finiranno per perdere prima o poi. E vuoi sapere qual è la scommessa che tu hai perso?>>

<<Fammi indovinare...>>

<<Sono io quella scommessa, Maggie Soler>> sentenziò. <<Perché la prima volta che mi hai visto hai scommesso con te stessa che sarei finito nel dimenticatoio come gli altri, ed invece sono qui, accanto a te, e abbiamo una relazione stabile, e siamo felici, e...>>

<<E così è come dovrebbe essere>> completò lei, le lacrime agli occhi. <<Hai ragione>> confidò, a bassa voce. <<Hai ragione, perché sei davvero la mia scommessa. Ho studiato filosofia con Selene per anni, e... Pascal scommetteva su Dio, diceva che in caso di vincita il premio sarebbe stato immenso, non pensavo che potesse essere davvero così. Ho puntato tutto su di te e hai saputo restituirmi pezzetti di me che non sapevo di aver perso, quindi grazie... grazie per avermi fatto vincere, Max>>

L'olandese la strinse forte a sé, stampandole un bacio sulla tempia. <<Grazie a te per avermi concesso di giocare, è stata la miglior partita che potessi mai fare>>

<<Ti amo, tantissimo>>

<<Anche io... ti amo anche io>>

E continuò a ripeterglielo, per tutta la notte, fino al sorgere del sole, tenendola tra le braccia e osservandola dormire, ammirandola mentre si fidava di lui, ascoltando il suono armonico dei suoi respiri, percependo il calore dei loro corpi.

<<Ti amo>>

Fu la prima cosa che le disse appena sveglia.

<<Ti amo>>

Fu la sola cosa che le ripeté ogni giorno, incondizionatamente, per il resto delle loro vite.

<<Ti amo>>

Fu l'ultima cosa che le disse, prima di chiudere gli occhi una volta per tutte.

<<Ti amo>>

Fu la prima cosa che le disse quando questi occhi li riaprì in un luogo nuovo.

Semplicemente ti amo.

L'inno ad un amore destinato a rimanere nelle stelle.

Ad un amore destinato ad essere ricordato.

Ad un amore bello.

Ad un amore puro.

Solo Meisje e Tonto.

Solo Maggie e Max.

Solo due innamorati.

Sempre e per sempre.

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