42. Not Another Song About Love

Scappato.

Quel vigliacco era scappato di nuovo.

<<Ahh>> ringhiò Max, battendo con forza la mano contro il muro ed ignorando il bruciore che ne conseguì. <<Accidenti, avrei dovuto ammazzarlo>> borbottò, lanciando poi un'occhiata veloce a Maggie.

La ragazza se ne stava seduta sul divano, lo sguardo perso nel vuoto, con la giacca del pilota finalmente sulle spalle. Si era rivestita lentamente, con l'aiuto di Selene, e da allora non aveva pronunciato neanche una parola.

Il cuore gli si spezzò nel vederla così.

Aveva preferito...

Aveva preferito concedersi a quel bastardo di Lucas piuttosto che mettere in pericolo lui e Selene.

Come poteva perdonarsi una cosa del genere?

Si scambiò un'occhiata con la corvina, che aveva gli occhi lucidi e non fiatava. Era la prima volta da quando la conosceva in cui la vedeva rimanere in silenzio, gli fece davvero un effetto strano. Strano e terribile.

Respirando profondamente, si sedette accanto alla sua ragazza.

Poteva ancora considerarla tale?

Lei si irrigidì e subito le sue iridi azzurre si riempirono di preoccupazione. Sembrava che stessero gridando qualcosa, qualcosa che suonava come un "Non di nuovo, vi prego". Max cercò di mascherare con tutte le sue forze la pietà che stava provando, sapeva quanto odiasse essere vista in quel modo.

Aprì la bocca per dirle qualcosa, per confortarla, ma quali parole avrebbe dovuto scegliere? Qual era il modo migliore per approcciarsi a lei senza distruggere il suo precario equilibrio?

<<Meisje>>

Eccolo il modo.

Essendo sé stesso.

Essendo la persona di cui si era innamorata.

La reazione della ragazza un tempo l'avrebbe distrutto, perché un tempo era ignaro di tutto. Ora però sapeva tutta la storia, ora però aveva visto tutto con i suoi occhi - ora non aveva paura di mandare il suo cuore in battaglia.

Max odiava perdere. Eppure... eppure contro Maggie Soler avrebbe perso ogni gara senza provare mai rimorso.

Lei valeva ogni cosa.

Ma soprattutto, ne valeva la pena.

Ignorò il tremore che le scuoteva le mani, ignorò la rigidità del suo corpo, ignorò quello sguardo carico di terrore.

Coraggio Max, riportala da te.

<<Va tutto bene>> le sussurrò, sorridendole dolcemente. <<Non ti farà mai più del male>>

Selene annuì. <<Sei al sicuro, tesoro>>

La povera ragazza però si strinse nella giacca di Max ed abbassò la nuca, le guance scavate dalle lacrime versate. Si sentiva tremendamente in imbarazzo, vergognandosi per tutto ciò che aveva fatto.

<<Mags...>>

<<Non è colpa tua>> incoraggiò Max. <<Hai sentito? Non è colpa tua>> ripeté. Il tono di voce era il più gentile che Maggie gli avesse mai sentito usare.

A quelle parole, lei alzò leggermente il capo. Deglutì più volte prima di riuscire a spiccicare parola. <<In-invece sì>>

<<No, meisje, non è mai stata e non sarà mai colpa tua>>

L'olandese la osservò rabbrividire. La sensazione di impotenza era terribile: gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando suo padre faceva del male a sua madre e lui non poteva far nulla per aiutarla, quando Victoria finiva in mezzo a quella storia e suo fratello si prendeva le botte per lei, quando continuava a desiderare di poter fuggire da quella realtà.

E Maggie probabilmente pensava la stessa cosa.

<<C-come avete fatto?>> sussurrò. <<A trovarmi. Come avete fatto?>>

<<Io e Max abbiamo fatto una mega ricerca su tutte le proprietà della tua famiglia>> spiegò Selene, attirando l'attenzione della sua migliore amica. <<E quando ci siamo ritrovati con niente in mano, perché magari una casa aveva un pendio troppo ripido o troppe scale perché tu potessi farcela, gli ho chiesto di ascoltare la chiavetta che gli hai lasciato>>

<<È stato geniale da parte tua, Mags, sul serio>> confermò Max, incrociando le braccia al petto e sorridendo.

Ed in effetti, geniale lo era stato davvero. Alternando canzoni affinché non fosse troppo ovvio, aveva scritto Toledo con le iniziali dei titoli. Incominciando con 'tis the damn season e terminando con Only The Young. In mezzo aveva buttato di tutto, Enchanted, Shattered, Iris, Atlantis, Falling Apart...

Ma quella che Maggie preferiva, quella che descriveva più di tutti la sua storia con Max era una. Not Another Song About Love degli Hollywood Ending. Raccontava di una relazione incominciata come enemies e finita come lovers, un po' come loro, e soprattutto...

Soprattutto anche quando quegli enemies si odiavano, erano comunque lovers.

I hate your lips

I hate how bad I wanna steal your kiss.

<<Non pensavo l'avreste capito>>

<<Infatti ci abbiamo messo una settimana>> Selene si concesse di scherzare, abbozzando un sorriso. <<Poi Max mi ha fatto notare una cosa. Era troppo strano che ci fossero così poche canzoni di Taylor, massimo sei su oltre cinquanta. Non era da te una cosa del genere e così ho pensato... e se in qualche modo quella donna fosse coinvolta?>>

<<E così avete capito che le iniziali delle canzoni di Taylor componessero la parola Toledo...>> concluse Maggie per lei, schiarendosi poi la voce. Sembrava essersi leggermente calmata ora, anche se non accennava minimamente a smettere di tremare.

<<Esatto. Anche se, beh, per trovare questa casa ci abbiamo messo ancora di più. Alla fine abbiamo dovuto chiedere aiuto a tua madre>>

<<Mia madre?>>

<<Sì>> Max annuì. <<Le abbiamo detto che un giorno avremmo voluto farti una sorpresa e organizzare una piccola festa in Spagna. Sapevamo del tuo amore per Toledo e quindi volevamo sapere se aveste o meno una casa qui. Quando ci ha risposto di sì, sapevamo già cosa fare>>

<<Ora capisco>> Maggie curvò leggermente le labbra verso l'alto. <<Non credevo vi sareste accorti di questo dettaglio. Ho voluto giocare, ma a quanto pare ho perso la partita>>

Subito, Selene scosse il capo. <<Invece no. Non hai perso>>

<<Che vuoi dire?>>

<<Che il fatto che tu abbia lasciato quell'indizio significa che dopotutto speravi che lo cogliessimo, che ti trovassimo. Che speravi non ti lasciassimo. E così non è stato, Maggie. Noi siamo qui. E odiamo che tu abbia pensato saremmo stati meglio senza di te. Non funziona così, non puoi dimenticare una persona schioccando le dita!>>

<<I-io... io credevo che...>>

Max le prese la mano tra le sue, portandosela alle labbra e stampandovi un delicato bacio. <<Credevi che ci avresti fatto un favore, ma non è così, piccola. Noi vogliamo starti vicino!>>

<<Perché?>> la voce le si spezzò, pronunciando quell'unica parola.

<<Eh?>>

<<Perché?>> ripeté. <<Perché ci tenete così tanto a farvi male?>>

<<Perché ti amiamo, Maggie>> esclamarono insieme, senza nemmeno accorgersene. Quando invece lo notarono, si scambiarono un piccolo sorriso. <<È così, tonta, non fare quella faccia!>> aggiunse Selene.

<<Non sto facendo nessuna faccia...>> mormorò, titubante. <<Ascoltate, tornate a Monaco, è meglio per voi!>>

<<Ma non per te!>>

<<Io starò bene!>>

A quell'affermazione Max scosse il capo. E parlò più seccamente di quanto avrebbe voluto. <<Non puoi dire sul serio una cosa del genere!>>

La spagnola rabbrividì sul colpo. Provò a difendere la sua opinione ma l'olandese la zittì ancora prima che potesse aprire bocca.

<<No, Maggie, non mi sta bene questa cosa! Un conto era stare da sola in un posto protetto. Qui non lo eri! Lo abbiamo visto cosa stava succedendo quando siamo arrivati, e lo sai perfettamente anche tu. Come puoi chiederci di fare finta di nulla?>>

<<I-io...>>

Selene ne approfittò, gettandosi sul divano accanto alla sua migliore amica. Le posò gentilmente la mano sulla spalla, attirandone l'attenzione. <<Quello che questo stupido stava tentando di dire, magari in maniera più carina di come gli è veramente uscito, è che... non hai bisogno di preoccuparti per noi, Maggie>>

<<Non voglio che soffriate!>>

<<Soffriamo non standoti vicino, querida. Vogliamo solo esserti accanto, niente di più!>>

<<Ma... Lucas...>>

<<Lucas non controlla i nostri sentimenti nei tuoi confronti, tesoro. Max ti ama, lo si vede lontano un chilometro. Gli brillano gli occhi quando ti vede, Mags. Non c'è verso che possa essere felice senza di te! E io... pensavo di averti detto abbastanza che sei mia sorella, ma a quanto pare no. Allora te lo ripeterò all'infinito. Sei la mia persona, Margaret Soler, e se pensi che mollerò la presa solo perché hai paura, non hai capito niente!>>

Fu in quel preciso istante che Maggie lasciò cadere la sua barriera, che aveva creato pur di non scoppiare a piangere davanti a loro una seconda volta. Le lacrime incominciarono a scorrerle per le guance, mentre lei singhiozzava e veniva scossa da tremori.

Il suo trauma veniva fuori una volta ancora, con la stessa potenza di un uragano che aveva ormai spazzato via tutto ciò che gli era capitato a tiro. In quel caso, la luce di Maggie Soler.

Ai bambini, quando non sanno come raccontare qualcosa, dicono "Dillo a parole tue, come se lo stessi raccontando a qualcuno più piccolo che non sa di cosa tu stia parlando!", ma...

Come puoi spiegare a qualcuno cosa sia uno stupro, senza tirare in mezzo soltanto la violenza fisica?

Lo stupro è devastazione, dolore, sofferenza. Lo stupro è delusione, è una sconfitta cocente che ti brucia nell'animo, consumandoti dall'interno. Lo stupro è distruzione, poiché ti logora come una candela.

Lo stupro è anche violenza psicologica. È l'incominciare a credere che tutto ciò che sei stato prima di esso fosse vano. Se il tuo vecchio io non ti ha salvato da supplizi simili, allora... allora perché il nuovo dovrebbe cambiare le cose?

Maggie avrebbe tanto voluto essere in grado di esprimere a parole ciò che stava provando, eppure sapeva che se anche ci avesse provato avrebbe fallito miseramente. Nessuno di loro due ci avrebbe capito qualcosa, forse troppo confusi dal suo discorso insensato ed illogico.

Ma è anche questo, lo stupro.

È fotterti il cervello fino a quando non decidi di smettere di ascoltarlo, preferendo patire altre pene piuttosto che sentire la verità una volta per tutte, piuttosto che ammettere di star soffrendo.

Lo stupro è vivere nel presente terrorizzati dai fantasmi del passato, perché la spada di Damocle grava tremenda su quello che un tempo siamo stati.

Non c'è verso di fermare i pensieri, tantomeno di racchiuderli in una scatola e confinarli in un angolo. La nostra unica speranza di salvezza allora resta l'amore, quel sentimento tanto puro e forte in grado di risollevarci da tutte le preoccupazioni.

I brutti ricordi di allora prima o poi svaniranno, dissolvendosi nel tempo, e ciò che resterà sarà soltanto un flebile mucchietto di polvere, pronto ad essere spazzato via dalla più leggera delle brezze del cuore.

Se quella povera ragazza avesse avuto un centesimo per ogni volta in cui aveva subito una delusione, a quell'ora sarebbe stata più ricca dei suoi amici combinati, eppure sopravviveva. A fatica, certo, ma andava avanti.

Ed era talmente coraggiosa che era un peccato che non se ne accorgesse.

<<Ascolta, Mags...>> Max le fece un occhiolino, osservandola provare a sorridergli. <<Te la ricordi la prima volta che io e te abbiamo parlato veramente? Quella volta in mare con Vic e Tom...>>

<<S-sì, certo c-che me la ricordo>>

<<Ti ricordi anche qual è stata la prima cosa che mi hai detto?>>

<<Sei presuntuoso>> recitò la ragazza, asciugandosi una lacrima. <<Perché ti stavi giocando il mondiale e stavi dicendo che avresti vinto>>

<<Quella è stata anche la volta in cui mi hai detto che mi odiavi>>

<<Non ti ho detto che ti odiavo, ma che semplicemente non mi piacevi!>>

<<Aka lo odiavi>> tradusse Selene, ridacchiando. <<Ma ora sono curiosa, dove vuoi andare a parare, Verstappen?>>

<<Sulla canzone che hai messo nella tua chiavetta, quella che mi hai lasciato e che ho continuato ad ascoltare per tutto il percorso fino a qui, Not Another Song About Love. Non l'avevo mai sentita prima, eppure al primo colpo già avevo capito fosse perfetta per me e te...>>

<<Vero?>> bisbigliò la rossa, piano. <<Dal primo secondo... l'ho intuito dal primo secondo>>

<<Ohhh>> la corvina si aprì in un ghigno malizioso. <<Tu sì che sei un grande leccaculo, Maxie>>

<<Non ho detto nulla, zusje!>> scuotendo il capo, Max tornò a prestare attenzione alla sua ragazza. <<Quello che intendevo veramente dirti, Mags, è che... non mi importa quanto lontani ci ritroveremo uno dall'altra, tornerò sempre indietro a cercarti>>

<<Max...>>

<<So che quello che stai vivendo in questo momento è atroce, che il dolore che senti pensi che non sparirà mai più, ma non è così. E ho intenzione di fartelo capire, il quando non mi importa. Riuscirò a tirarti fuori dalle tue catene, Margaret, fosse l'ultima cosa che faccio in vita mia!>>

<<Pensavo che volessi diventare un dieci volte campione del mondo!>> contestò Selene, beccandosi una fulminata da parte dell'amico.

<<Wow, riesci sempre a rovinare ogni cosa, Len! Eppure non ho la più pallida idea di come tu faccia. Sei incredibile nel distruggere i bei momenti!>>

<<Amore bello, ma non è perché sei un babbuino con i pollici opponibili che hai il diritto di proferire parola, te l'hanno mai spiegato?>>

<<E a te nessuno ha mai detto che il troppo criticare fa venire le rughe? Io ti suggerirei di tacere, sotto gli occhi hai delle zampe di gallina così grandi che probabilmente un pollo ti è passato in faccia sul serio!>>

<<Ma stai zitto!>>

<<Ma stai zitta tu!>>

Non fecero in tempo nemmeno a continuare la loro discussione che la risata cristallina di Maggie li interruppe sul colpo. Era passato troppo tempo ormai dall'ultima volta in cui l'avevano vista in quel modo, così libera, così aperta con qualcuno.

E i loro animi si riempirono di gioia.

<<Ti abbiamo fatto ridere? Wow! Siamo fortissimi allora!!>>

<<>> aggiunse lei, a bassa voce. <<Siete fortissimi>>

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