41. Exile


I think I've seen this film before

And I didn't like the ending

C'era una volta una principessa bellissima che viveva in un palazzo costituito da gioia ed allegria. Un giorno, però, un drago malvagio attaccò il suo castello, mandandolo in fiamme e creandovi intorno terra bruciata. La principessa allora fu costretta ad abbandonare la sua casa, non potendovi fare ritorno. E nessuno visse mai più felice e contento.

Se Maggie Soler avesse dovuto raccontare la storia della sua vita, queste parole sarebbero state quelle che lei stessa avrebbe usato. Non c'era modo migliore per raccontare ciò che era stata e ciò che non era più.

I can go anywhere I want, anywhere I want, just not home, cantava Taylor Swift in my tears ricochet. E mai come allora sentiva quella canzone più vicina: non poteva tornare a casa. Non poteva tornare da Max e Selene.

Il suo palazzo e la sua terra bruciata erano la sé stessa del passato, quella che aveva patito tanto dolore da smettere di lottare, quella che aveva rischiato di morire più di una volta. Quella che aveva quasi ingerito un barattolo intero di medicine pur di non soffrire più.

Era quella la Maggie che tentava di sopprimere con così tanta violenza. Quella che le ricordava del mostro che era diventata.

Come si può amare qualcuno che ti farà sicuramente soffrire?

Come può valerne la pena?

Scuotendo il capo, Maggie tornò a concentrarsi sul video che stava vedendo, uno spezzone di una delle sue ultime sfilate. Qualcuno l'aveva caricato su YouTube di recente, soltanto un mese prima, e la piattaforma aveva ben pensato di inserirlo tra i consigliati in quel momento.

Che bello scherzo del destino, vero?

Si osservò mentre sfilava sulla passerella. Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui si era sentita così sicura, specialmente di fronte ad altra gente. Un po' le mancava, doveva ammetterlo.

Margaret Soler, la modella, era totalmente diversa da Maggie Soler, la zoppa. L'unica cosa che ancora avevano in comune era la gentilezza, caratteristica che la ragazza aveva fin da quando era piccola.

Selene spesso, per prenderla in giro, quando erano piccole la chiamava "Nostra signora suprema della bontà" e poi aggiungeva, in un impeto, "e della stupidità", criticando l'estrema facilità con cui si fidava delle persone.

Se soltanto le avesse dato ascolto, per una volta...

Un'altra giornata si era aggiunta alla lista di quelle passate in solitudine, era il suo quinto giorno lì. Ciò significava che era quasi una settimana che aveva lasciato Monaco, eppure sembrava passato molto più tempo.

Le ore trascorrevano lente, tediose. Quasi come a volerle costantemente mostrare l'eternità della solitudine.

L'unico magro conforto che aveva era nascosto nella cover del suo cellulare, dove giaceva un post-it blu spiegazzato. Glielo aveva dato Max qualche tempo prima, l'aveva scritto improvvisando qualche parola, eppure per lei rimaneva un tesoro prezioso.

Je bent mijn favoriete kleine Swiftie <3, le aveva scritto. "Sei la mia piccola Swiftie preferita".

Quel foglietto era la sola cosa che aveva portato con sé del ragazzo. Aveva lasciato a Monaco il vinile di Folklore, che amava ascoltare alla follia, e poi beh, anche il suo bastone. Era tornata infatti ad utilizzare quello vecchio e logoro.

Sospirando, e mettendo in pausa il video di sé stessa, si accorse del rumore provocato dal campanello. Aveva ordinato da mangiare una ventina di minuti prima, possibile che fosse già arrivato però?

Senza star troppo a riflettere, balzò in piedi dal divano e, per una volta senza bastone, agguantò la maniglia della porta. Quando aprì, tuttavia, esattamente come pochi giorni prima, si rese conto che non c'era un fattorino ad attenderla.

C'era Lucas.

Ghignando come al solito. Fissandola vittorioso ancora ed ancora.

<<Ciao Margaret>>

Non appena gli occhi azzurri di Maggie si posarono su di lui, seppe che era finita. Che se a Monaco Selene aveva potuto proteggerla, adesso era tutto perduto. Non c'era nessuno disposto a salvarla.

Eppure... eppure non riusciva ad esserne triste. Perché se avere Lucas davanti significava che quel maledetto bastardo non si trovava nel Principato da Max e Selene, allora il suo piano aveva avuto successo.

<<Pensavi di sfuggirmi, piccola?>>

<<Pensavo di poter evitare la tua faccia da lurido bastardo>> rispose, gelidamente. <<A quanto pare mi sbagliavo>>

<<A quanto pare sì>> Lucas sorrise. <<Non mi chiedi che cosa ci faccio qui?>>

<<Mi hai già risposto una volta. Non credo che il tuo fantastico piano sia cambiato, non è vero?>>

<<Direi di no. È un peccato che tu abbia lasciato Monaco così in fretta, piccola, sono venuto a cercarti. Ma c'era soltanto Selene. Da sola>>

<<Se le hai fatto qualcosa, io ti giuro che...>>

<<Ohh, eccolo il vero motivo. Lo immaginavo già, ma volevo che me lo dicessi tu. Te ne sei andata per paura che facessi qualcosa ai tuoi preziosi amici, divertente!>> le scoppiò a ridere in faccia e la schiena le si riempì di brividi.

<<È così sbagliato proteggere qualcuno?>>

<<Sì, se è inutile, piccola Margaret>>

<<Lasciali in pace, Lucas. Sono io quella con cui hai una questione in sospeso, non loro>> sentenziò. <<Prenditela con me, hai capito? Non toccare Selene e Max, se hai me davanti!>>

<<E chi ti dice che non possa divertirmi con tutti e tre? Sarà divertente prendere in giro la tua amata migliore amica, ci tiene così tanto a te che non vedo l'ora di trovarmela davanti!>>

<<No!>> esclamò subito la spagnola, scattando tesa. <<Prenditela con me, Lucas>>

<<Passiamo alle offerte, Margaret?>>

<<Sì>> rispose. <<La mia offerta è semplice...>> sussurrò, le lacrime minacciavano di risalire. <<Fa quello che devi fare con me, ma lascia in pace loro due. Non dirò una parola al riguardo...>>

Gli occhi dell'altro si sgranarono per lo sgomento. L'aveva colto di sorpresa, allora.

<<Accidenti, Margaret...>>

<<Promettimi che non alzerai un dito contro di loro>> sibilò, seria più di quanto non fosse mai stata. <<Promettimelo e giuro che non dirò una parola>>

Lucas sorrise maliziosamente. <<Te lo prometto>>

Ti prometto che non ti lascerò mai più da sola, meisje.

Le parole di Max le risuonarono nella testa, sempre più forti man mano che Lucas avanzava.

Quando la agguantò, sapeva già cosa fare.

Space out, si diceva in inglese.

Distanziarsi.

Distanziare la mente. Distaccarla dalla realtà, permetterle di viaggiare in un universo parallelo ricco di amore e felicità. Un universo che non fosse quella Terra, colma di sofferenze, ma piuttosto un paradiso luminoso e puro. Un posto sempre solare, con l'aria che profumava di fiori e lei che, distesa sul prato verde e rigoglioso, ascoltava la sua amata Taylor con le cuffiette.

Quello sì che sarebbe stato un vero e proprio sogno.

Cercò di portare avanti quella fantasia il più possibile, aggiungendo caratteristiche accattivanti ogni volta che il suo corpo percepiva una sensazione nuova, distraendosi e rischiando di tornare alla dura realtà.

Le mani di Lucas vagavano su di lei, squarciandole l'anima ogni secondo di più, ma non le importava. Perché per proteggere Max e Selene avrebbe patito qualsiasi dolore.

Perché li amava immensamente e sapeva che, in una situazione invertita, loro avrebbero fatto esattamente la stessa cosa per lei.

Solo...

Solo era maledettamente difficile quando i ricordi di quel 24 dicembre stavano tornando a galla, riemergendo e lasciando trasparire la loro essenza brutale e devastante.

Seppur la sua mente fosse altrove, non fu difficile individuare il momento in cui i suoi pantaloni vennero calati, raggiungendo il terreno. Seguì una sensazione purtroppo familiare in mezzo alle gambe doloranti.

Avrebbe voluto gridare, ma nella sua mente comparve un nuovo personaggio.

Comparve Max, che la guardava fermamente negli occhi mentre le diceva che l'amava, che le sorrideva dopo averla vista arrossire. Max, che le prometteva che un giorno l'avrebbe portata a fare un giro sulla pista a tutto gas, pestando sull'acceleratore con tutta la forza che la macchina aveva; Max, che le giurava che tutto sarebbe finito.

<<Devi solo essere forte, meisje>>

<<Ci provo ad esserlo, ma fa tanto tanto male>>

<<Lo so, amore mio, ma passerà anche questo>>

La verità era che quella storia per lei non si sarebbe mai conclusa. Sarebbe stata sempre una pagina bianca accanto all'epilogo della sua vita, pronta ad essere compilata alla prima occasione.

Lucas non avrebbe mai smesso di tormentarla, almeno fino a quando avrebbe continuato a respirare e ad esistere. Avrebbe preferito ucciderla piuttosto che lasciarla andare e lei di quello ne era più che certa.

Le labbra di quel mostro caddero su di lei, trascinandosi lungo tutto il suo collo. Il ribrezzo le scorreva nelle vene, insieme a tutto il disgusto e alla paura.

Finirà.

Ha promesso, ricordatelo.

Non farà male alle persone che ami.

Devi soltanto resistere.

Alla sua coscienza sembrava facile, però. Dopotutto, si trattava soltanto di parole. Quello che lei stava vivendo, invece, erano fatti. Fatti reali, fatti che difficilmente sarebbero stati strappati dalla sua mente e dal suo animo.

Un'altra macchia nera aveva sporcato il suo candore, infettandola di un veleno permanente e doloroso. Nessuno sarebbe mai stato in grado di rimuoverlo, forse nemmeno Max. Era radicato troppo in profondità ormai.

Troppo impegnata a non provare nessuna sensazione, Maggie commise l'errore fatale della distrazione. La sua mente ritornò sulla Terra, in quel salotto che ora le sembrava l'inferno stesso. I suoi occhi ricaddero su Lucas che, dopo averla torturata ancora e ancora, aveva infilato le mani nei pantaloni per masturbarsi.

Gemeva il suo nome, facendole desiderare di non essere mai nata pur di non sentirsi gravare addosso il peso di quelle molteplici lettere che componevano Margaret.

Una sola lacrima le scivolò per la guancia e, nonostante tutto il dolore, non fiatò neppure una volta. Aveva giurato a sé stessa che non gli avrebbe dato anche quella soddisfazione, per cui serrò la bocca e la tenne più stretta possibile.

La gamba destra le bruciava dal dolore, e minacciava di crollare da un momento all'altro, ma lei non avrebbe potuto fare niente al riguardo. Non aveva potere, non aveva nemmeno un brandello di controllo in quella tremenda situazione.

Con le mani sporche, Lucas le agguantò il seno, lasciandovi delle tracce di liquido seminale e quasi obbligandola ad urlare per supplicarlo di smetterla. Resistette ancora.

Riusciva quasi a sentire la voce di Selene oltre il muro contro il quale stava cozzando ripetutamente. Le sembrava un sogno. E promise a sé stessa che, se avesse resistito, si sarebbe concessa il lusso di guardare uno dei video della sua galleria con l'amica come protagonista.

<<Ma che cazzo stai facendo?>> borbottò una voce pianissimo, così tanto che la spagnola stessa si stupì di averla sentita. <<Dobbiamo entrare, non distruggere tutto>>

<<Ma perché non stai zitto?>>

E se solo non si fosse trovata in quella condizione di sofferenza estrema, Maggie avrebbe quasi pensato che si trattasse della sua migliore amica e del ragazzo che amava. Ma loro due non potevano essere lì, non sapevano nemmeno dell'esistenza di quella casa, era impossibile.

Era sicuramente soltanto una proiezione della sua mente, un altro di quegli orribili scherzi che le popolavano la testa fin dagli ultimi giorni di dicembre 2018, non c'era altra spiegazione.

Eppure...

Eppure quel borbottio si fece sempre più vicino, tanto che anche Lucas riuscì a sentire il rumore. Fece per staccarsi da Maggie ed andare a controllare, ma la ragazza lo trattenne nel solo modo che conosceva: lasciandosi cadere.

Non poteva essere una coincidenza che quelle voci...

<<Non cadermi mai più addosso, puttana>>

Lucas la spinse con forza contro il muro, una scossa risuonò per la sua intera colonna vertebrale, facendole girare la testa. La trattenne con la mano alla gola, stringendo più forte che poteva.

<<Prima o poi ti ammazzo>> le sussurrò all'orecchio, minacciandola. Si zittì per qualche secondo, poi riprese. <<Sai quanto sarebbe bello? Scoparti mentre stai morendo>>

<<Sai quanto sarebbe bello invece ora spaccarti la faccia?>>

Al suono di quella voce, sia Lucas che Maggie si irrigidirono... sì, ma per due motivi differenti.

Il primo per lo spavento presosi.

Lei per la gioia.

Perché di fronte a loro, più infuriati che mai, se ne stavano Selene e... Max.

Max, che non sembrava neppure lui per la rabbia che gli incupiva il viso.

Il solo vederlo riuscì a restituire vigore al cuore di Maggie, che si permise qualche lacrima in più. Un accenno di sorriso spontaneo le comparve sulle labbra, mentre gli occhi le si chiudevano per la stanchezza.

<<Vedi di lasciarla andare, figlio di puttana>> avanzò la corvina, reggendo in mano il bastone di Maggie. <<O questa volta giuro su quello che ho di più caro che ti ammazzo>>

<<Oh ma non posso...>> ghignò lui, di nuovo profondamente divertito. <<Ha promesso che si sarebbe concessa a me>> annunciò, agguantando l'ex modella per le spalle e costringendola davanti a sé.

<<Cosa?>>

<<Diglielo, coraggio piccola Margaret, di' ai tuoi amici del nostro patto...>>

Deglutendo, la ragazza ciondolò, non riuscendo a reggersi nemmeno in piedi. <<Ho promesso...>> incominciò, gli occhi bassi. <<...ho promesso che avrei fatto ciò che voleva se... se vi avesse lasciati in pace>>

Ma mentre Selene ringhiava e sputava parole di odio, Max se ne stava fermo, a pugni stretti. L'unica cosa che voleva fare in quel momento era togliersi la giacca dalle spalle per poterla poggiare su quelle di Maggie, che tremava sia per il panico che per il freddo.

Riuscì a non concentrarsi sulle curve della sua ragazza, lasciate completamente scoperte. Chissà che cosa le aveva fatto quel mostro che loro non erano riusciti a fermare in tempo!

Capendo che da lì non ne sarebbe uscito intero, Lucas decise di compiere un passo indietro. Maledetto codardo. <<Mia bella Margaret...>>

Subito venne interrotto dal: <<Non è tua>> sibilato del pilota olandese, che lo fece scoppiare a ridere.

<<Certo, certo... dicevo, mia bella Margaret... tornatene con loro a Montecarlo, tranquilla>> fece, le mani ben infilate nelle tasche, rivolto verso la ragazza, che nel frattempo stava cercando di coprirsi il più possibile. <<Io e te ci rivedremo presto>>

Si incamminò verso l'uscita ma Max fu più veloce.

Fu più veloce.

E scagliò il primo pugno.

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