24. La Vigilia di Natale
La vigilia di Natale, da tre anni a quella parte, era il giorno dell'anno che più terrorizzava Maggie Soler, il giorno in cui ogni piccolo spiraglio di gioia la abbandonava completamente, rilegandola ad una condizione miserabile e dolorosa.
La vigilia di Natale era il giorno in cui tutto era finito per lei.
Il ciclo terreste 2021 avrebbe segnato il terzo anniversario dal momento in cui la sua vita era stata minata, spezzata. Dal momento in cui l'oscurità aveva preso il posto della sua luce, obbligandola ad una sofferenza infinita ed indelebile.
In quell'occasione era tutto diverso. Già da alcune lune la spagnola si trovava in Olanda assieme ai Verstappen, nella villetta dove i fratelli più pazzi che conosceva erano cresciuti.
Lei e Max erano arrivati lì da neanche una settimana e subito si era mostrata per la ragazza generosa e tenera che era. Si era fatta amare da chiunque, nessuno escluso.
La cosa che le era piaciuta subito dei Paesi Bassi era la discrezione, era quello stare in silenzio ed evitare alla propria curiosità di prendere il sopravvento. Nessuno, e ripeteva NESSUNO, le aveva fatto domande sul perché camminasse con un bastone, sul perché si irrigidisse ogni volta che qualcuno le stava vicino: l'aveva adorato!
Aveva conosciuto la famiglia di Max e Victoria e si era innamorata di quell'angelo di Blue Jaye. La bambina, che aveva soltanto sette anni, era l'amore più amoroso del mondo!
Addirittura, una mattina le aveva proposto, in olandese ovviamente, se volesse giocare con lei a fare la parrucchiera. Maggie non aveva saputo dir di no, quella nanetta era troppo cucciola!!
Così, si era accomodata su uno sgabellino, faticando non poco a causa dei suoi dolori da osteonecrosi, ed aveva lasciato che la bambina sfogasse la propria creatività sui suoi capelli. Il risultato, doveva ammetterlo, non era stato nemmeno tanto male: le aveva fatto una treccia un po' scomposta, che lei aveva continuato a portare con orgoglio per il resto della giornata e che non si era tolta fino al momento di andare a dormire, in segno di rispetto.
Certo, la patatina non parlava inglese, visto che era ancora piccola, e Maggie doveva sempre avere qualcuno vicino pronto a tradurre, eppure erano diventate inseparabili. Dovunque la spagnola andasse, l'altra era con lei a tenerle la mano.
Qualche volta, aveva voluto persino dormire insieme, per farle compagnia e per giocare tutta la sera. Jos si era lamentato affinché la lasciasse in pace, ma era stata la rossa stessa ad accettare. Dopotutto la presenza della bimba non le dava fastidio, anzi, le piaceva tantissimo avere una compagnia costante!
Per Blue Jaye il discorso doveva evidentemente essere lo stesso, visto che si illuminava ogni volta che Maggie apriva bocca anche solo per lasciarsi scappare un colpo di tosse. Sembrava quasi che per la piccola la ragazza fosse una specie di nuova sorella, di nuova figura alla quale voleva tanto bene.
La figlia minore di Jos non ci aveva nemmeno messo molto a capire che Max fosse innamorato perso di Maggie. Era stato piuttosto semplice da realizzare, ripensandoci, considerando il fatto che lui la osservava 24/7 come se fosse una specie di divinità di fronte alla quale bisognava inchinarsi per venerarla. Agli occhi del pilota, la giovane spagnola era quella boccata di aria fresca che riusciva a restituirgli il senso di equilibrio dopo una vertigine.
Era la sua meisje, Maggie.
Era il suo tonto, lui.
Che poi, ad essere sinceri, stupido Max non lo era per niente. Poteva essere fastidioso, a volte malizioso, addirittura esagerato, ma era una persona meravigliosa e su quello lei non aveva nemmeno un dubbio.
Maggie, però, ne ebbe la conferma precisa quel giorno, per l'appunto la vigilia di Natale.
Si era svegliata da pochissimi minuti e la sua gamba le aveva già provocato dolori lancinanti. Al contrario delle altre volte, in quel dì persino il cuore le faceva male. La voce nella sua testa non aveva smesso neppure per un istante, dalla sera precedente, di ricordarle che, dopotutto, era anche l'anniversario dell'ultima volta in cui aveva camminato sulla passerella.
Erano passati tre anni, tre lunghi anni da quando aveva dovuto rinunciare al proprio sogno, alla cosa che le dava più gioia in assoluto. Quasi non riusciva a crederci.
La necessità di andare in bagno si fece ben presto viva in lei, ma sapeva che non sarebbe mai riuscita ad alzarsi da sola, nonostante il bastone appoggiato al comodino vicino al suo letto. Ci provò, fallendo miseramente e percependo una scossa attraversarle il ginocchio.
Recuperò il suo cellulare, i nomi dei fratelli Verstappen troneggiavano nella categoria Preferiti, accanto al numero di Selene, che recitava Fengàri 🦋🌙. Prese un respiro profondo, decidendo chi chiamare.
Max...
Lui avrebbe capito, giusto?
Avrebbe capito il perché del suo rifiuto?
Avrebbe capito perché quel giorno non voleva che le stessero vicino?
Scelse Victoria, Maggie.
La bionda le rispose immediatamente. <<Ciao bella, che mi dici?>>
<<Oi, posso chiederti di aiutarmi? Non riesco ad alzarmi, mi fa male la gamba, e devo andare in bagno. Ti dispiace farmi questo favore?>>
<<Certo che no! Ma perché hai chiamato me? Ti spedisco M...>>
<<No!>> le scappò come un grido, che riuscì a frantumarle il cuore in centinaia di pezzetti diversi. <<N-no>> si affrettò ad aggiungere. <<È che... mi... mi manca Selene, Vic. Volevo... sai...>>
<<Oh sì, sì, certo>> affermò l'altra, la voce sempre gentile e delicata. <<Finisco di cambiare il pannolino a Lio e arrivo, dammi massimo due minuti!>>
<<Grazie Vic!>>
<<Di nulla! Ik hou van je!>>
Maggie non fece nemmeno in tempo a chiederglielo che l'olandese attaccò la chiamata. Lo digitò in fretta su Google. Ti voglio bene. Istintivamente il gelo che la congelava si sciolse, intenerito di fronte a quelle parole.
Cosa aveva fatto, lei, di così speciale per meritarsi persone come Selene, Victoria e Max?
Già... cosa aveva fatto per meritarsi Max, che non voleva vedere per un motivo che lui non sapeva neanche? Per un qualcosa che non aveva osato confidargli? Lui che le stava sempre accanto, che la faceva ridere, che la stuzzicava.
Che le ricordava quanto fosse bello sentirsi vivi.
Victoria fece capolino dalla porta poco dopo e subito la aiutò a rimettersi in piedi. Faticarono non poco a mantenere l'equilibrio ma la bionda non la lasciò neanche per un secondo. Arrivarono in bagno piano ma ce la fecero e quello era l'importante.
L'amica ebbe la pazienza necessaria di aspettarla e, una volta finito ciò che doveva fare, la venne a riprendere. La aiutò a sollevarsi dal water e poi, con tutto l'affetto che era in grado di darle, la riaccompagnò con accortezza nella sua stanza.
Arrivate ad un certo punto, però, la gamba di Maggie, stesa per evitarle dolore, ebbe un fremito e la ragazza gridò, scaricando troppo peso su Victoria, che inciampò e finì per terra. La spagnola sbatté contro la parete alla sua destra, accasciandosi.
Probabilmente sentendo il rumore di non uno ma due tonfi, Max si precipitò nella stanza dell'amica. Quando vide la scena, non seppe se ridere per la posizione in cui sua sorella era finita o preoccuparsi per l'espressione sofferente di Maggie.
Victoria riuscì a rialzarsi e subito fu accanto alla loro ospite, che aveva il viso inondato di lacrime. A quanto sembrava, i suoi dolori erano peggiorati notevolmente.
Rendendosi conto della gravità della situazione, il pilota si buttò per terra ed affiancò Maggie, che però pareva aver perso completamente la ragione. I suoi occhi erano spenti, vuoti, coperti da quel velo lucido di pianto. Le sue labbra tremavano, mentre sussurrava qualcosa.
Max riuscì a capire soltanto due parole.
<<No, ti prego>>
Victoria, invece, altre cinque.
<<Per favore... non farmi questo>>
I fratelli si scambiarono un'occhiata confusa. Di che stava parlando Maggie?
<<Maggie, hey...>> la minore dei Verstappen provò a parlarle, provò a poggiarle la mano sulla spalla, ma quando la toccò si accorse con orrore di quanto fosse tesa, di quanto il suo corpo si fosse irrigidito.
Al contatto con l'olandese, la rossa ebbe un sussulto ed altre lacrime scivolarono copiose lungo le sue guance. Non parlava, immobile, persa in quel giorno cupo.
Perché il colpo che aveva preso le aveva innescato i ricordi della vigilia di Natale di tre anni prima. Perché il colpo l'aveva costretta a rivivere ciò che per tanto tempo aveva tentato di dimenticare, di rilegare nell'angolo più polveroso e nascosto della sua mente.
Ci aveva provato a cancellare quel giorno.
Ma purtroppo ricordava tutto.
Un'altra lacrima sfuggì dal suo occhio sinistro. Altre parole sussurrate.
<<Mi fidavo di te>>
Max deglutì, mentre una sensazione di freddo si fece viva nelle sue ossa, riuscendo a congelarne ogni singolo frammento.
Di chi stava parlando, maledizione?
Che significava che si fidava? Che cos'era successo che la portava a stare così?
<<Maggie>> la chiamò allora, afferrandola per le spalle e scuotendola. Non poteva lasciare che rimanesse in quella posizione, dolorante. Doveva tirarla fuori da quel blocco, doveva fare in modo che riprendesse a respirare.
Lei lo aveva aiutato quando lui ne aveva avuto bisogno.
Ora doveva ricambiare.
<<Margaret! Ascoltami!>> la chiamò ancora ed in un riflesso involontario ruotò la testa, appoggiata contro il muro, in direzione del ragazzo. I loro sguardi si incrociarono e quello spento di lei gli penetrò l'anima.
La voce flebile di Maggie si sentì ancora. <<Perché mi hai fatto questo?>>
<<Maggie! Hey, sono io, sono Max! Mi senti? Riesci a sentirmi? Sono io, sono qui!>>
<<Io mi fidavo di te>> ripeté debolmente. <<Come hai potuto?>>
Max non sapeva cosa fare, il panico lo aveva assalito, e Victoria invece osservava la scena con la mano ferma sul cuore, sembrava intenta a pregare qualsiasi divinità affinché Maggie potesse riprendersi.
<<Accidenti>> borbottò il campione del mondo, stringendo i pugni. Doveva fare qualcosa, maledizione!
In uno scatto, afferrò il viso di Maggie tra le mani e fece scivolare le labbra fino al suo orecchio. Le scansò alcune chiocche di capelli e poi parlò. Nonostante la voce gli tremasse, sapeva che quella era la sua occasione e non se la sarebbe fatta sfuggire per nessun motivo.
<<Meisje>> le mormorò e riuscì chiaramente a percepire il brivido che la attraversò. Abbassò il tono, in modo che soltanto lei potesse sentire ciò che stava dicendo. <<Sono io, sono Max, sono il tuo tonto preferito. Devi ascoltarmi, Mags, devi reagire. Devi combattere. Ho bisogno che tu torni da me, ho bisogno di parlarti, di ridere insieme. Hai sentito? Ti sto aspettando, Margaret>> il cuore gli batteva forte nel petto. <<Sono qui e lo sarò per sempre, meisje. Perché se speri di liberarti di me allora sei fottuta! Combatti, tira fuori le unghie. Sorpassa qualsiasi ostacolo ti faccia stare male. E sappi che in qualsiasi istante sarò qui a tirarti fuori dai guai>>
Il momento in cui le dita sottili di Maggie si aggrapparono al suo maglione Max se lo sarebbe ricordato per tutta la vita come l'attimo in cui era tornato a vivere.
<<Torna da me, meisje, ti prego>> aggiunse, chiudendo gli occhi.
Piegato sopra di lei, teneva la mano aperta poggiata contro il muro con le dita incrociate. L'ansia lo stava divorando, impedendogli di pensare correttamente. Eppure, quando Maggie gli parlò gli sembrò di non essere mai stato tanto lucido.
<<Grazie>>
Lui tirò un sospiro di sollievo.
<<Grazie per avermi aspettata>>
<<Di niente, ragazzina rompicoglioni>> le rispose in un sussurro, gettandosi indietro e finendo a sedere per terra. Il viso di Victoria pareva aver ripreso colore, ferma accanto al fratello. Cielo, che spavento che si erano presi!
<<Maggie...>> la chiamò quest'ultima, con timore. <<Cos'è successo?>> si azzardò a domandare, seppur titubante. Non avrebbe voluto parlare ma era necessario. La paura la stava uccidendo!
<<Ecco io...>> lo sguardo di Maggie si incupì ancora.
Il pilota non poteva permetterlo. Non voleva sentire nulla! Consapevole che parlarne non avrebbe fatto altro che peggiorare la già presente ferita, scosse il capo. <<Meisje, che ne dici piuttosto di andare a fare colazione?>> propose, interrompendola. <<Mamma ha preparato degli ottimi pancake e credo ti piaceranno!>>
<<Max, ma...>>
<<Allora, andiamo a mangiare?>>
<<Fratellino, sei...>>
<<Affamato? Oh sì, tanto! Forza meisje!>> e così dicendo fece passare le braccia intorno al busto di Maggie, sollevandola per rimetterla in piedi. <<Sbrighiamoci, o tutti ci fregheranno i pancake migliori! Vic, valli a prenotare!>>
<<Ma...>>
<<Vic>> sibilò Max, fulminando la sorella. <<Vai. Ora>>
Capendo le sue intenzioni, Victoria sparì veloce come un fulmine, lasciandolo soli i suoi Sorstappen, la ship del cuore.
Certo che la sorella non potesse più ascoltare, Max chiese: <<Stai bene?>> e nel mentre allungò una mano per giocherellare con i meravigliosi capelli rossi di Maggie. <<Mi hai fatto prendere un colpo, meisje, sappilo>>
<<Sì, sto...>> sussurrò l'altra. <<Sto bene... è solo che... è un giorno brutto oggi>>
<<Vuoi parlarne?>>
<<N-no, voglio... voglio solo un abbraccio>> deglutì. <<Posso?>>
<<Puoi chiedere tutti quelli che vuoi, rompicoglioni, lo sai>>
E quando la avvolse tra le sue braccia, il freddo ormai era sparito.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top