14. Il discorso di Maggie

Mancava pochissimo alla fine del mondiale di Formula 1, erano rimaste soltanto due gare e Max era più nervoso che mai.

Ogni volta che Maggie lo guardava, lo trovava perso nei suoi pensieri a rimuginare e a sognare di avere quella coppa splendida tra le mani.

Campione del mondo, quanto sarebbe stato bello?

La spagnola sapeva cosa vincere significasse per il ragazzo, eppure non poteva fare niente se non dirgli che poteva riuscirci, che poteva finalmente stare sul tetto del mondo. La prima volta che lo aveva esclamato, Max l'aveva addirittura guardata in modo strano, stupito che quelle parole provenissero proprio da lei.

Eppure ne era stato felice.

Maggie raramente si lasciava andare, raramente concedeva alle proprie barriere di abbassarsi, ed il fatto che lo facesse proprio con lui lo faceva sentire bene, gli provocava il batticuore. Quella ragazza era diventata pian piano sempre più importante, a partire da quel giorno di settembre in cui Victoria si era scontrata con lei fino ad arrivare a quello di fine novembre in cui lui l'aveva abbracciata.

C'era qualcosa di speciale negli occhi azzurri di Maggie Soler, qualcosa che Max Verstappen avrebbe continuato a cercare per il resto della sua vita, senza mai fermarsi, senza mai cedere. Solo per lei.

Perché lei ne valeva la pena.

Max afferrò il suo cellulare, sbloccandolo velocemente e recuperando la chat di Whatsapp con la spagnola, che aveva rinominato "klein meisje 🐝", e le inviò un selfie mentre faceva la linguaccia e le mostrava il dito medio. Aggiunse la descrizione: "Se ti pago, mi uccidi?"

La risposta della ragazza non tardò ad arrivare.

Anche gratis, volendo, tonto 🖕😂

Apprezzo, meisje, sul serio

Che vuoi, baka? Non hai niente di meglio da fare che rompere le palle a me?

Ammettilo che in realtà lo apprezzi, Margaret!

Preferirei sbattermi il bastone sulla testa ripetutamente 💖

Divertente. Che stai facendo? Perdi tempo come al solito?

Fisioterapia, in realtà. Ma se vuoi chiamarla 'perdere tempo', fa pure 😂

Ah, scusa se ti ho disturbato allora 💀

No problem, mi annoio. E mi fa parecchio male oggi

C'è anche Selene?

No, oggi no. Mi ha accompagnata e poi è partita subito. Doveva tornare in Spagna, "doveri" di famiglia, a quanto pare

E come ci torni a casa, tu?

A piedi. Come devo fare, striscio?

Ti passo a prendere io. Tra quanto hai fatto?

No, assolutamente no

Oh, non rompere i coglioni, meisje. Tra quanto hai fatto?

Boh, 20 minuti credo

Ci vediamo tra 20 minuti allora

Sei un rompipalle 🙄

Tu una rompicoglioni 🤍

Max si rese conto di aver inviato quell'ultimo messaggio istintivamente, senza pensarci due volte, senza dare al suo cervello l'attimo di processare il movimento. Aveva scritto ed inviato, ed era successo così velocemente da non aver notato di aver aggiunto quel cuore bianco.

Un cuore.

Lui non li mandava mai i cuori quando scriveva, mai. Era rarissimo, era successo solo un paio di volte con sua sorella. E basta.

Beh, e con Maggie.

La spagnola non gli rispose ed uscì da Whatsapp, probabilmente tornando a concentrarsi sulla sua fisioterapia. Max non poté fare a meno di pensare che non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto ricevere un altro messaggio dalla rossa, anche solo un dito medio.

Lanciò un'occhiata veloce allo sfondo della sua schermata home, che continuava a mostrare la foto che aveva scattato insieme a Maggie, e sospirò. Le iridi azzurre percorsero ripetutamente il perimetro del viso tenero della ragazza, portandolo a pensare ancora una volta a quanto fosse maledettamente bella.

I suoi pensieri si focalizzarono di nuovo sulla sensazione che aveva provato quando qualche giorno prima l'aveva abbracciata, quando aveva potuto stringerla e sussurrarle che sarebbe andato tutto bene, che ce l'avrebbe fatta, che si sarebbe salvata. Che si sarebbe rialzata da tutto.

Aveva un unico rimpianto, però.

Non averle detto chiaramente che lui sarebbe stato lì a prenderla da ogni caduta.

Dopo qualche minuto, quasi terrorizzato dalla piega che il suo flusso di coscienza aveva preso, si alzò dal divano del soggiorno per andare a darsi una sistemata. Avrebbe accompagnato Maggie a casa e poi sarebbe tornato lì, visto che quel pomeriggio sarebbero passate a trovarlo sua mamma, sua zia e sua cugina, una ragazzina di soli 15 anni.

La sua meisje preferita sarebbe stata lo stacco perfetto da quella visita, a cui non era per niente interessato. Gli avrebbe fatto passare dieci minuti di pace, pieni di risate e di divertimento, ed era tutto ciò di cui lui aveva bisogno.

Salendo in macchina, guidò fino al centro dove Maggie faceva la fisioterapia, per provare a ritardare gli effetti della sua osteonecrosi, e parcheggiò lì davanti. Arrivò giusto in tempo per vederla uscire, con il bastone che sbatteva per terra con più forza e lei che tentennava, evidentemente affaticata dopo i vari esercizi.

Max si sporse dal finestrino della sua auto, tirato completamente giù, ed una folata di vento gelido lo fece rabbrividire. Nonostante questo, rimase in quella posizione ed allungò la mano davanti a sé per attirare l'attenzione della rossa.

<<Hey, meisje!>> strillò, osservandola alzare lo sguardo da terra e forzare un sorriso. Era ovvio che stesse fingendo, come faceva di solito, ma non si azzardò a commentare. Le fece cenno con il capo di accomodarsi sul sedile dell'Aston Martin e lei annuì.

Con il passo più pesante rispetto al solito, la spagnola raggiunse il lato passeggero e si infilò dentro la vettura, sospirando ed appoggiandosi il bastone tra le gambe. Si sfregò le mani, soffiandoci dentro per scacciare il freddo.

Fu un altro riflesso involontario quello di Max, che le afferrò le dita della mano sinistra e le strinse tra le sue, riscaldandogliele. Quel gesto le fece venire i brividi lungo tutta la colonna vertebrale, impedendole persino di pensare correttamente.

Quando lui la lasciò andare, il freddo le congelò di nuovo i polpastrelli ma lei fece finta di niente e si cacciò di nuovo indosso la maschera con il sorriso. <<Ancora non capisco perché sei voluto venire a prendermi, comunque>> mormorò, mentre si allacciava la cintura.

<<Boh così, non volevo farti tornare a piedi>>

<<Beh l'ho fatto molte volte quando Selene non c'era, potevo farlo anche oggi!>>

<<Sì, ma oggi la gamba ti fa male. Almeno, è quello che hai detto tu. Non potevo lasciarti in strada, per quanto l'idea mi potesse far piacere!>>

Maggie scosse il capo, sorridendo. <<Sei una testa di cazzo>>

<<Ora mi hai elevato di grado? Da idiota a testa di cazzo?>>

<<Esatto, proprio così>>

<<Quindi ora posso elevarti anche io! Mhh, da meisje a schattebout!>>

<<Che diamine è uno schattenbouboum o come hai detto?>>

Max scoppiò a ridere. <<Schattebout>> la corresse, mentre lei roteava gli occhi. <<Significa bambolina>>

Maggie roteò il capo per guardarlo per bene in faccia e lo fissò come se potesse fulminarlo realmente. <<Chiamami bambolina un'altra volta e giuro che questo bastone te lo infilo su per il cu...>>

<<Meisje!>> strillò l'olandese. <<Non essere così volgare!>>

<<Non sono volgare, sono realista>> poi fece cenno di no con la testa. <<Come mai ti sei conciato così bene oggi?>>

<<Vengono a trovarmi dei miei parenti, dovevo rendermi un minimo presentabile>>

<<Non è per dirtelo, eh, ma non ha fatto effetto>>

<<Che stronza!>>

<<Sto scherzando, idiota. Comunque sia, non mi sembri molto interessato ad incontrare la tua famiglia>>

<<Boh, c'è una zia con cui non parlo da anni e sua figlia. Da quello che ho capito dai discorsi di mamma, la figlia di questa donna è stata mollata dal primo fidanzato e si è depressa>>

Maggie storse il naso. <<E quindi la porta da te? Scelta discutibile>>

Max le scoccò un'occhiataccia. <<Sei una stronza, Margaret>> fece, portando la ragazza a ridere e scrollare le spalle.

<<Che posso farci, Millie? Tu porti fuori il lato peggiore di me!>> lo prese in giro. Maggie si accorse subito di come i muscoli tesi di Max si stessero rilassando pian piano e capì anche perché fosse passato a prenderla: aveva bisogno di qualcuno.

E lei era stata quel qualcuno.

La cosa le faceva immensamente piacere, per quanto, comunque, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.

<<Idiota?>> lo chiamò piano, giocherellando con gli anelli che indossava alle mani. <<Senti una cosa...>>

<<Se vuoi chiedermi di comprarti un diamante, sappi che non ho soldi dietro>>

<<Pff>> sbuffò l'altra. <<Quanto puoi essere stupido!>> borbottò, incrociando le braccia al petto. <<Volevo chiederti se volessi compagnia durante la visita della tua famiglia, ma a quanto pare no>>

Max le rivolse uno sguardo, carico di sensazioni che Maggie non riusciva a leggere. <<Sul serio?>>

<<Beh sì. È evidente che non ti piace l'idea, volevo fare qualcosa di carino. Ma se non vuoi, non è un...>>

Il pilota la interruppe ancora prima che lei potesse finire di parlare. <<No, no! Per me va bene! Mi risparmieresti ore ed ore di chiacchiere tra donne di cui non mi importa assolutamente niente!>>

<<Sono una donna anche io, Millie, ne parleranno anche con me. Lo sai, no?>>

<<No, non lo faranno>>

<<Perché?>>

<<Perché ti starò sempre appiccicato e ti tirerò fuori da quella situazione di chiacchiere indesiderate>> rispose, mostrandole il sorriso più luminoso che conosceva. Maggie arrossì leggermente e si ritrovò ad accettare.

<<Per me va bene, ma non posso prometterti di non prenderti per il culo>>

<<Mai chiesto il contrario!>>


La cugina di Max era una ragazzina di 15 anni alle prese con il primo amore. Maggie se la ricordava bene quella sensazione, quella del cuore spezzato, quella di quando il ragazzo che ti piaceva ti lasciava perché non ti amava più. Non poté fare a meno di rivivere quei momenti nella sua testa.

Lei stessa aveva avuto il cuore infranto, così tante volte da averne persino perso il conto. Si ricordava la prima volta in cui si era dichiarata ad un ragazzo e lui l'aveva mortificata di fronte a tutti i suoi amici quando aveva provato a parlargli di nuovo.

Mh, se solo l'avesse vista ora, che non aveva più l'autostima di un tempo, chissà cosa le avrebbe detto. Probabilmente l'avrebbe guardata senza nemmeno prestarle un filo di attenzione, forse solo con quella pietà che lei tanto detestava.

<<Meisje, stai bene?>> sussurrò Max, accostandolesi e sfiorandole il gomito con la mano. Lei annuì.

<<Sì, stavo pensando a... prima>> spiegò, abbozzando un sorriso. Così dicendo, si avvicinò alla cugina di Max, seduta con gli occhi lucidi e gonfi per il pianto sul divano. Le si fermò davanti, abbassandosi ed inginocchiandosi.

Max non poté fare a meno di pensare a quanto quella posizione potesse essere scomoda e dolorosa per la sua gamba e desiderò con tutto ciò che aveva di poter assorbire ogni cosa la facesse soffrire.

<<Ciao>> Maggie si allungò, stringendo la mano della ragazza e presentandosi. <<Io sono Margaret, puoi chiamarmi Maggie però!>>

<<Hannah>> mugugnò l'altra, timidamente, coprendosi ancora di più con la coperta di lana che Max le aveva fatto trovare sul divano. Se la tirò fin sopra al naso, come se quel gesto potesse proteggerla da tutti i mostri della vita.

Maggie la guardò con tenerezza, riconoscendosi in quei movimenti. <<Ti hanno spezzato il cuore, non è così?>> domandò dolcemente, ricevendo un cenno positivo con il capo come risposta. <<E ti fa tanto male>>

<<Troppo>>

<<Vedi, lo so come ti senti, è orribile. Hai... vuoi che ti descriva come ti senti? Hai una pietra puntata nel petto, la gola chiusa al punto che non riesci a mangiare, a respirare, a scendere dal letto. Non vuoi vedere nessuno, non hai voglia di vivere... è orribile!>>

La ragazza si scoprì il viso, tirando giù la coperta. <<E tu come lo sai?>> chiese timidamente.

<<Perché lo so?>> replicò Maggie, sorridendole delicatamente ed alzando una mano per scacciarle un paio di ciocche disordinate di capelli da davanti gli occhi. <<Non piangere, su... guarda il lato positivo! Hai gioito, hai amato, hai potuto stare con lui, ne hai avuto il coraggio. Molti non lo fanno! Ma lo sai quanto è brutto?>> si interruppe per un attimo. <<Ascolta... il male che senti, quello passerà. Ma resterà il ricordo di quello che hai avuto, di quello che hai vissuto, perché sei stata bene, perché sei stata coraggiosa e hai rischiato. C'è gente che vive tutta la vita repressa, che la vive male, perché... perché ha paura, perché teme gli altri. Gente che non è felice, tesoro>>

<<Gente come chi?>>

Maggie abbassò lo sguardo, chinando la testa. <<Gente come me>> bisbigliò, sentendosi improvvisamente tutti gli occhi addosso. <<Gente come me, che per paura ha smesso di amare, che per paura ha deciso che il mondo le farà sempre del male. Gente come me, che vive sola e piena di rimpianti. Che rimarrà ferma nel tempo perché non è in grado di restare in piedi>> si zittì un secondo, sorridendo e rendendosi conto proprio di che parole avesse usato.

Restare in piedi... sì, erano quelle giuste per descriverla.

Max tenne fermo lo sguardo sulla sua schiena, che lei sentiva bruciare. Aprì la bocca per parlare ma non disse nulla, non voleva metterla a disagio, costringendola a rispondere a delle domande davanti a persone che non conosceva.

Sophie, la madre di Max, fece qualche passo in avanti e, con gli occhi fissi sul figlio, poggiò la mano sulla spalla della spagnola.

Lei, dicevano le sue iridi al pilota, lei è la persona di cui hai bisogno.

<<Sono parole bellissime quelle che hai detto>> le disse, con fare accorto e gentile - lo stesso che tante volte aveva calmato la versione più irascibile di Max. <<E sei una persona davvero tenera, non è vero, Hannah?>>

La ragazzina annuì piano, stringendo forte la coperta nei pugni. <<È vero>> confermò. <<Grazie>> aggiunse timidamente.

<<Di nulla>> rispose lei, appoggiandosi al divano per rialzarsi. Faticò, stringendo gli occhi, ma si rimise in equilibrio. Il suo telefono suonò, segno che le era arrivato un messaggio, e lo estrasse dalla tasca dei jeans.

Lo lesse ed arricciò il naso, lo faceva sempre quando c'era qualcosa di buffo. Poi sorrise e scosse il capo. Alzò gli occhi dallo schermo e li piantò su tutti i presenti, agitando una mano a mo' di saluto. <<Beh...>> attirò l'attenzione. <<Mi spiace lasciarvi così ma devo tornare a casa, a quanto pare sta arrivando l'idraulico per sistemare il bagno>>

<<Aspetta, ti accompagno>> Max si alzò in piedi e recuperò il mazzo di chiavi. Non le diede neanche il tempo di dire o fare qualcosa che la afferrò per il braccio destro e, stando attento a non colpirle il bastone, la trascinò verso la porta.

<<Sì, ma...>> fece per parlare sua madre, venendo interrotta.

<<A dopo!>> trillò piuttosto l'olandese, spingendo Maggie fuori casa e richiudendosi la porta dietro la schiena con fare sbrigativo.

Lei iniziò a guardarlo con il sopracciglio alzato e scoppiò a ridere. <<Sei proprio un idiota!>>

<<Perché?!>>

<<Perché se la prossima volta vuoi uscire di casa, fai finta di ricordarti un appuntamento, non mandarmi un messaggio su Whatsapp in cui mi chiedi di andare via!>> esclamò, mordendosi il labbro per mascherare il sorriso che le stava spuntando sul viso.

<<Scusa, era l'unico modo>>

<<Perché sono una scusa plausibile?>>

Max la fissò, gli occhi che brillavano. <<No, perché sei la mia scusa plausibile>>

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top