11. Max si innamora di Taylor Swift

*Mi prendo una licenza! L'album Red (Taylor's Version) è uscito il 12 novembre, ma per questioni di trama fingeremo che sia uscito un paio di giorni dopo! Buona lettura <3


Max Verstappen non era mai stato un tipo troppo aperto. Non amava il mostrare necessariamente i propri sentimenti, né tantomeno gli piaceva che gli altri sapessero ciò che stava provando.

Era per questo che, quando suo padre lo trattava come un animale da circo, quando lo sfiniva con i suoi allenamenti, quando lo insultava e non gli mostrava un briciolo d'affetto, aveva deciso di tenersi tutto dentro. Era sempre stato in silenzio.

Non aveva mai avuto la forza di gridare, di rispondere. Se non quando anche Victoria finiva in mezzo. Allora sì che diventava una iena. Se suo padre doveva prendersela con qualcuno, che fosse completamente lui.

Max sapeva che se stava lottando per il mondiale, se era ad un passo dal vincere, il merito era anche di Jos, ma non per questo riusciva a perdonare tutti i comportamenti che l'uomo aveva avuto. Se la ricordava bene la volta in cui l'aveva lasciato da solo ad una stazione della benzina poiché aveva commesso degli errori in pista.

Era rimasto traumatizzato e sapeva che quelle cicatrici non sarebbero mai guarite davvero. Ci sperava, sì, ma in cuor suo conosceva la verità. Quando il dolore si radica troppo in profondità, non c'è verso di tirarlo via.

Persino quel giorno le cose non erano diverse.

Suo padre l'aveva chiamato per lamentarsi del suo secondo posto in Brasile. Avresti dovuto vincere, sussurrava la sua testa, così tuo padre non avrebbe avuto motivo di essere deluso da te.

Ma non aveva vinto, era arrivato secondo.

E sia per la sua coscienza che per quella di Jos, il secondo posto era il primo dei perdenti.

Hai sbagliato, Max, sei un coglione.

Non meriti il mondiale.

<<Hai sentito? Non vincerai mai se continui così. Rimarrai nell'albo degli inutili, tra coloro che non hanno saputo fare di meglio!>>

<<Sì, papà. Ho sentito. Lo so, sarebbe stato meglio vincere, ma non avevo la possibilità di farlo. Va bene?>>

<<Avresti dovuto impegnarti di più!>>

<<E credi che io non lo sappia?!>> sbottò alla fine il pilota, infastidito. <<Credi che io non pensi la stessa cosa? Se avessi vinto, avrei aumentato il distacco su Hamilton, è vero, ma non posso farci nulla due giorni dopo. Vuoi chiamare Christian e lamentarti?!>>

<<Sei un ingrato, Max, a parlarmi così dopo tutto quello che ho fatto per te>>

<<Dopo tutto quello che hai fatto per me? Lo dici come se fosse un obbligo!>>

<<È un obbligo! Come credi di essere diventato un pilota? Grazie a me!>>

<<Sono diventato un pilota perché sono bravo, non certo soltanto per merito tuo. Mi hai aiutato, è vero, ma non puoi rinfacciarmi tutto quanto solo perché non ho vinto una gara del cazzo!>>

<<Sarai un fallimento>>

<<Sai una cosa? Mi sono proprio stancato di starti a sentire! Sarò un fallimento per te? Bene>>

<<Bene?! Ti accontenti di quel tuo spazio insignificante? Non ne varrai la pena>>

<<Vatti a fare una passeggiata e calmati, altrimenti ti parte l'embolo>> replicò Max, sospirando. <<Ci risentiamo quando smetterai di fare la testa di cazzo>>

<<Max! Se ora attacchi...>>

<<Sì, ciao>> il pilota chiuse la telefonata ancora prima che l'uomo potesse replicare. Si sarebbe incazzato ancora di più? Problemi suoi.

Era stanco di sentirsi dire che era una nullità, che nella vita non avrebbe concluso niente, e tutto per una gara. È vero, aveva perso punti importanti non vincendo, ma non per questo meritava di essere trattato come uno stupido.

Come un idiota.

Istintivamente, gli venne un po' anche da sorridere. Gli tornò in mente l'immagine di Maggie che, con le braccia conserte e l'espressione di una che avrebbe preferito sgozzarlo piuttosto che parlargli, gli gridava contro in spagnolo.

Scosse il capo, con un pensiero assurdo che si stava formando nell'anticamera del cervello.

Va da lei, gli disse la sua vocina interiore.

Margaret ti capisce.

Anche lei si sente così, anche lei prova le stesse cose, e tu lo sai.

Quella ragazza è l'unica con cui puoi parlare.

Max non sapeva bene cosa fare. Se il suo cuore e la sua testa gli dicevano di andare da Maggie, il suo corpo non pareva intenzionato a muoversi.

<<Perché?>> si chiese. <<Maggie non mi trova simpatico e tantomeno vuole vedermi. Non posso disturbarla e darle fastidio>>

Oh andiamo, tu vuoi andarci.

<<Le darò fastidio>>

Le dai fastidio anche solo esistendo, idiota, che ti importa?

<<Maggie mi odia>>

Ma va, stupido, Maggie non odia nessuno.

Almeno credo.

<<Non mi aiuti così>>

Io no, ma Margaret sì. Va da lei e non rompere i coglioni.

<<Pff>> sbuffò l'olandese, sorridendo. <<Sei proprio la mia coscienza>>

Purtroppo.

Senza pensarci due volte, convinto che altrimenti avrebbe cambiato idea, Max scattò in piedi e corse ad infilarsi il cappotto. Prese le chiavi della sua auto e si mise al volante. Prima di guidare fino a casa della spagnola, doveva per forza fermarsi in un posto. Non poteva presentarsi lì senza niente, Maggie l'avrebbe ammazzato sul serio.

Dopo un breve stop al supermarket più vicino, tirò un respiro profondo e concluse il percorso fino all'appartamento delle due ragazze.

Non poté che fare un paragone tra loro: erano simili in tante cose ma in altre erano completamente opposte e forse era quello il bello della loro amicizia, non si annoiavano mai. Victoria una volta gli aveva detto di quanto Selene fosse bella. Sì, lo era, davvero tanto, ma sua sorella aveva mai visto la meisje sul serio?

Se Selene era l'oro, che attraeva la luce e l'attenzione, Maggie era l'argento. E l'argento, seppur poche persone lo sapessero, era un metallo più raro dell'oro.

C'era un qualcosa di speciale in quella ragazzina tanto saccente quanto sveglia, qualcosa che lui non sapeva descrivere ma che sorprendentemente lo attraeva come un magnete. Maggie Soler era...

Speciale.

Bussò alla porta e si sentì subito la voce della rossa. <<Arrivo!>> gridò, poi aggiunse a bassa voce un: <<Dove cazzo è la ciabatta?>> ma Max riuscì a sentirlo lo stesso.

<<Ahh>> sussurrò, ridacchiando. <<Margaret...>>

Qualche istante a venire, la figura minuta e tenera della ragazza apparve sull'uscio ligneo, con un pigiama che Max aveva visto indosso a sua nonna defunta vent'anni prima. <<Oh, ciao Millie! Che ci fai qui?>>

<<Posso entrare?>> le domandò, gli occhi più tristi del solito.

<<S-sì, certo, entra pure>> e così dicendo, si spostò di fianco alla porta, poggiando il bastone al muro e lasciando passare il pilota. <<Stai bene? Sei strano>>

<<Sì, sto bene... è che... beh, ho litigato con mio padre>>

<<Oh>>

<<Scusa se mi sono presentato qui, Maggie>>

<<È la prima volta che mi chiami così, penso, da quando ci conosciamo>> gli rispose, tanto per buttarla sullo scherzo ed alleviare la tensione. <<Comunque sia, da quando tua sorella viene a trovarmi, questa casa è diventata una specie di ostello. Non preoccuparti, quindi>>

<<Ti ho portato una cosa>> sussurrò lui, porgendole il sacchetto del supermercato. <<Non volevo presentarmi senza nulla>>

Gli occhi azzurri di Maggie si fecero più vispi. <<Gelato!! Non era necessario, ma grazie lo stesso! Nocciola! Sì!>> esultò, saltellando flebilmente sul posto. A quanto sembrava, la gamba quel giorno le faceva meno male del solito! <<Lo mangiamo? Ti va?>>

<<Non posso, è la dieta dei piloti>>

<<Oh andiamo, se per una volta sgarri non succede nulla. Domani poi ti alleni di più! Vado a prendere i cucchiai!>>

C'era qualcosa di strano in Margaret quel giorno, era fin troppo "allegra"!

Max ne approfittò per guardarsi intorno e l'unica cosa che trovò fu il computer della ragazza appoggiato sopra al piccolo tavolinetto del soggiorno, davanti al divano. Era quasi chiuso, segno che lo aveva utilizzato fino a quando lui non aveva suonato il campanello.

Maggie tornò con in mano due cucchiai talmente puliti da scintillare e con due coppe di vetro. Con attenzione maniacale, rovesciò metà contenuto del barattolo di gelato in una e poi il resto nell'altra. Lasciò che Max scegliesse la sua parte e si accomodò sulla poltroncina di fronte all'olandese.

<<Vuoi parlare?>>

<<No>>

<<Allora perché sei qui?>>

<<Perché volevo farmi prendere in giro da te, suppongo>> fu la risposta che lei ricevette. Lo fissò con attenzione, come a scrutare i vari dettagli del suo linguaggio corporeo.

<<Perché avete litigato?>>

<<Non ne voglio parlare, Maggie>>

<<O parli o ti caccio di casa>>

<<Mi fai paura tanto quanto lo farebbe un lombrico, sai?>> sorrise il pilota, abbassando lo sguardo. Poi sospirò e, colpito dall'interesse che la ragazza stava mostrando nei suoi confronti, si decise a parlare. <<Vedi... questa domenica c'è stato il Gran Premio, in Brasile, ed io non ho vinto. Sono arrivato secondo e a me... a mio padre, non è andata giù>>

<<Ma il secondo posto è un bellissimo risultato>>

<<Non se stai lottando per il mondiale, meisje>>

<<Non puoi sempre pretendere di essere perfetto, è normale incespicare. Tu sei un bravissimo pilota, non buttarti giù così soltanto perché tuo padre ti ha detto che hai sbagliato. Sei di più di un tot di punti! E se tuo padre non riesce a rendersene conto, che se ne vada a fanculo>>

A quelle parole, Max piantò lo sguardo in quello di Maggie. La trovò a sorridergli ed il suo cuore fece una spece di capriola. <<Sembra quasi che tu ti sia informata sulla Formula 1>>

<<Sembra?>>

<<Che stavi facendo prima che arrivassi?>> domandò, prendendo una cucchiaiata di gelato e portandosela alle labbra, degustandolo con tutto l'amore del mondo. <<Ti ho interrotta?>>

<<Stavo ascoltando il nuovo album di Taylor Swift>> gli spiegò, osservandolo alzare un sopracciglio. <<Vedi, Taylor sta re-registrando i suoi primi sei album per via di un mega problema con la sua vecchia etichetta discografica, che ha venduto i diritti degli album senza darle l'opportunità di comprarli. E in questi giorni è uscito Red (Taylor's Version), quindi...>>

<<Continua ad ascoltarlo adesso>>

<<Come? Ma stiamo...>>

<<Voglio ascoltarlo anche io. Voglio capire perché ti piace così tanto>>

<<Insomma, parafrasando, vuoi capire perché Taylor Alison Swift è la mia musa, la mia regina e la mia religione?>>

<<Sì, più o meno>>

Si scambiarono un'occhiata divertita e Maggie riaprì il computer, sbloccando lo schermo e ruotandolo verso Max.

<<Perché lo senti su Youtube?>>

<<Perché Spotify mi sta sulle palle, c'è una pubblicità ogni canzone e non è skippabile. Mi dà fastidio!>>

<<Esiste Spotify Premium, Margaret>>

<<Certo, ma preferisco il mio Youtube>>

<<Che canzone stavi ascoltando prima?>>

<<Ero arrivata a sentire I almost do (Taylor's version), ma sono trenta canzoni. Sei sicuro di voler restare qui a sentire me cantare a squarciagola in maniera terrificante?>>

<<Sono pronto a tutto, Margaret, sono ferrato>>

<<E allora do ufficialmente il via al TS Time>> sentenziò, andando a premere l'interrutore della luce per spegnerla e lasciando soltanto le candele che erano già accese a fare da illuminazione. Le tapparelle erano quasi completamente chiuse, per cui nella stanza c'era soltanto l'alone provocato dal fuoco.

Max smise di parlare e si concentrò soltanto sul viso angelico della ragazza. La sua espressione era pacifica e più ascoltava e canticchiava le note delle varie canzoni e più le sue labbra si curvavano verso l'alto.

Sembrava quasi che Taylor Swift avesse un potere curativo su di lei, come se semplicemente cantando potesse risolvere i malanni della spagnola.

Lentamente, arrivarono ad ascolta Ronan (TV). E persino gli occhi di Max si velarono di lacrime: quella canzone, come gli aveva spiegato Maggie, era tratta da un forum, in cui una madre aveva scritto una lettera per il suo figlioletto volato in cielo. Era davvero una delle più tristi che avesse mai ascoltato.

Ma fu il turno di Nothing New (TV) quello che veramente portò Maggie a piangere. Sembrava che quelle parole la colpissero nel profondo, come una lama scagliata nel petto e fatta ruotare senza pietà. Essendo una canzone aggiunta in quella versione dell'album, non l'aveva mai sentita e dunque cercò subito il testo.

Lord, what will become of me
Once I've lost my novelty?

E subito dopo ancora.

How can a person know everything at 18 but nothing at 22?

Maggie... era sommersa dalle lacrime.

Anche lei, come la ragazza di cui Taylor Swift e Phoebe Bridgers cantavano, a diciott'anni si era convinta di conoscere il mondo, di sapere, e  a ventuno aveva perso tutto. C'erano troppe somiglianze in quella canzone.

Troppe coincidenze.

Per fortuna, Max ebbe la decenza di offrirle un fazzoletto e riuscì a fare una battuta per sdrammatizzare. Senza di quella, probabilmente, Maggie avrebbe continuato a piangere per ore.

<<Dai Margaret, non lacrimare, sennò ti si scioglie il trucco!>>

<<Non sono truccata, idiota>>

<<Posso truccarti io, allora! L'ultima volta che Victoria me l'ha fatto fare l'ho fatta diventare Topo Gigio, però dai, siamo lì! Su, sarebbe divertente!>>

<<Sei un cretino>>

<<Me ne rendo conto, meisje, ma sono un cretino che ti fa ridere e questo mi va bene!>>

Maggie abbozzò un sorriso. <<A volte vorrei strangolarti>>

<<Oh lo so, ma ora sono curioso. Voglio sapere come va avanti l'album. Forza, dai. Voglio ascoltare la versione di All too well da 10 minuti. Spicciati Margaret, premi play!>>

<<Sei una palla al piede>>

<<Mai quanto te, schatje>>

<<Schatje?>>

<<Tesoro>> le tradusse, con un'espressione maliziosa, facendole l'occhiolino.

Maggie sbuffò. <<Ascoltiamo Babe, va. Ci mancano otto canzoni>>

<<Sei tu che stai perdendo tempo!>>


Finalmente, dopo minuti e minuti, i due ragazzi arrivarono alla versione da dieci minuti di All too well. Anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, l'olandese era più emozionato della spagnola.

Taylor Swift era una bomba, accidenti!

Si stavano divertendo parecchio, spesso e volentieri aggiungendo commenti e sorridendo ogni volta che c'era un pezzo che a loro piaceva di più. Era buffo, strano. Ma non per quello era brutto, anzi.

Maggie si ritrovò a pensare che forse non sarebbe stato così male avvicinarsi al coetaneo, che magari non avrebbe commesso lo sbaglio della sua vita sedendoglisi vicino.

Dopotutto, come poteva uno a cui piaceva, perché gli piaceva, Taylor Swift essere "cattivo"?

Fallo, le diceva la sua vocina interiore.

Dimostrami che non sei una codarda che se la fa sotto.

Fammi vedere quanto sei coraggiosa, quanto ancora sai stare sulle tue gambe. Da sola.

Afferrò il bastone in un riflesso involontario e si alzò in piedi, la canzone segnava il minuto 1:10. Spostò il portatile completamente davanti a Max e gli andò vicino. Con somma sorpresa del pilota, per giunta.

Si lasciò cadere sul divano, accanto alla figura massiccia e cretina, lui la fissava incredulo.

<<Che... stai facendo?>>

<<Dimostro a me stessa un po' di cose>> sussurrò, tornando a prestare attenzione al testo che scorreva. Glielo indicò flebilmente. <<Non volevi ascoltare All too well?>>

<<Sì, ma...>>

<<Sta zitto, idiota>> lo riprese, con l'ombra di un sorriso sul viso. Stava tremando, sì, ma non come al solito.

E la cosa le fece battere il cuore come non mai.

Perché forse c'era ancora la speranza di salvezza in lei, forse era ancora viva dopotutto.

Era la prima volta che Maggie si trovava vicino a Max, e riuscì persino a sentirne il buon profumo. Era... strano. E bello.

La voce di Taylor Swift cantò le nuove strofe della canzone e la ragazza spalancò la bocca, stupita ancora una volta di fronte a quella meraviglia scrittoria che All too well era.

And there we are again when nobody had to know

You kept me like a secret, but I kept you like an oath

Poi toccò di nuovo alle strofe che tutti i fan conoscevano e la spagnola iniziò a cantare a squarciagola. Max ridacchiava ogni volta che sentiva anche solo una parola uscire dalla sua bocca.

'Cause there we are again when I loved you so

Back before you lost the one real thing you've ever known

Maggie batté le mani e l'olandese riuscì a sentirla sussurrare un: <<Prendi questo, Jake>>

And I was never good at telling jokes but the punchline goes...

La spagnola afferrò senza nemmeno farci caso il ginocchio di Max, che si irrigidì. Non sembrava più davvero la solita Margaret!

I'll get older but your lovers stay my age

<<OH>> gridò quasi la rossa. <<Max!>>

<<Ho sentito!>> replicò lui, scuotendo il capo incredulo. <<Oh... oh oh oh. Quello... WOW!>>

And did the twin flame bruise paint you blue

Just between us did the love affair maim you too

La canzone volse verso il suo termine e di colpo Maggie si rese conto di avere ancora la mano ferma addosso al pilota.

Si alzò in piedi, istintivamente scattando indietro. Entrambi riuscirono a percepire la bolla che li circondava scoppiare, mentre le ultime note dell'ultima traccia dell'album sfumavano.

<<Margaret...>> sussurrò l'altro.

Lei però fece di no con la testa, deglutendo. <<Possiamo... possiamo per favore non parlarne?>>

Max annuì. <<Va bene>> concesse, curvando le labbra verso l'alto. E per sdrammatizzare, la cosa che gli riusciva meglio, chiese: <<Hai ancora del gelato?>>

Maggie si lasciò scappare una risata. <<E per fortuna che non potevi mangiarlo per la dieta!>>

<<L'hai detto tu, a quanto pare domani mi allenerò un po' di più!>>

Il silenzio calò tra loro. <<Grazie>> si sentì solo.

<<E di che, meisje? Sei tu che mi hai permesso di star qui>>

<<No, grazie per non aver chiesto nulla. Per non aver fatto come tutti gli altri>>

<<Io non sono come tutti gli altri, Margaret>>

<<No, hai ragione. Tu sei un idiota>>

<<Chissà perché me lo aspettavo>>

<<Chissà>>

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