CAPITOLO 6


Odo dei rumori fuori dall'edificio. Sono loro? Prendo la pistola e mi metto in ascolto. I ragazzi sono tesi e anche loro hanno preso le armi, pronti ad aiutarmi il più possibile. Apro la porta lentamente e tengo il dito sul grilletto. I rumori si avvicinano.
Mi affaccio di scatto e vedo con sollievo i tre ragazzi con le borse.
Alla vista dell'arma sussistano e io la abbasso, seguita dagli altri.
《Per fortuna siete voi.》metto la pistola in tasca.
《Abbiamo portato un po' tutto》 risponde Will. Diana fa un passo avanti:《Purtroppo alcune scorte sono irrecuperabili. Ne abbiamo molto meno.》 Non ci voleva...
Le borse ci sono tutte e Stella inizia a ispezionare le scorte e le cose rimaste.
《Will, Beck ha una spalla usata. Puoi pensarci tu?》gli chiedo
《Certo.》lo sguardo di Beck s'incupisce. Sapendo del dolore che lo aspetta.
Will mette le mani sulla spalla e inizia a massaggiare poco a poco. L'altro a un fazzoletto alla bocca per impedirgli di urlare. Pochi secondi dopo le mani di Will si muovono di scatto spostando la spalla dell'amico nella giusta sede. Un urlo soffocato dal fazzoletto echeggia nella stanza, facendo rabbrividire tutti.
Apro il kit d'emergenza e passo le benessere al sofferente, che viene bendato.
Prendo il disinfettante e lo spruzzo sui fazzoletti, per poi passarlo sulla caviglia di Beth.
Soffre molto, sussulta e a volte mi chiede di fermarmi, ma devo procedere. Il bruciore è fortissimo e lacrime le rugano il viso, per l'ennesima volta della giornata. Will continua a togliere ghiaccio dal minifrigo che ho trovato, e lo dà a Lara. Io e Diana ci mettiamo a staccare il polso di Kayla coi bastoncini dei ghiaccioli appena finiti e lavati. Una volta posizionati i bastoncini, passiamo insieme la benda intorno al polso.
《Ecco fatto, Kayla e Beck sono a posto.》
Dopo tanta fatica, due sono a posto. Disinfetto ancora una volta la cavuglia di Bethany è ci metto i cerottoni sopra. Metto la benda intorno a quest'ultimo per tenerlo pulito il più possibile e finalmente anche lei è a posto.
Stella e Diana hanno messo un po' di ghiaccio sulle braccia, ginocchia eccetera, ma per fortuna loro stanno abbastanza bene.
Stella ha concluso che abbiamo cibo per quattro o cinque giorni, grazie anche a i vari snack che abbiamo trovato qui. Per fortuna.
《Bene, e ora che si fa?》Kayla allarga le braccia, esausta.
《In che senso?》Stella
《Dove andiamo?》risponde lei. 《O restiamo qui?》 Gli zombie potrebbero art da un momento all'altro, ma muoversi ora non sembra una buona idea. 《Aspettate! 》dice Will《Ho trovato qualcosa!》sussultiamo e ci avviciniamo a lui. Al soffitto c'è appesa una cordicella, che tira. Da lì scende una scaletta che porta al piano superiore.
Saliamo incuriositi e ci ritroviamo in una stanza abbastanza spaziosa, con scatoloni con dentro tazze, piatti e un po' di cibo! Apriamo le varie scatole e prendiamo qualche brioches e qualche piccolo spuntino. Fantastico!
Portiamo nella stanza le coperte e gli zaini e ci sistemiamo lì.
Avviciniamo le coperte tra loro e apriamo leggermente una piccola finestra per far passare l'aria.
《Abbiamo preso tutto?》ottengo risposte positive. 《Allora a nanna!》
Abbiamo sigillato la porta principale e tirato su la scaletta. Non può entrare nessuno. In più gli zombie qui sono pochissimi, sarà raro vederli qui.
Tutti ronzano beatamente, e io ne approfitto per leggere il giornale che ho preso prima. Mi siedo in ginocchio e inizio a sfogliare.

Tutte le strade sono state bloccate, è vietata l'immigrazione nella città di Hittenville e dintorni. Le zone circostanti sono state evacuate e ogni emigrante deve essere perquisito e posto a test in caso di infetti.È in via di costruzione un'area dedicata esclusivamente per loro, dove sarà possibile monitorarli e tenere sotto controllo la situazione.

Ma quindi, se ho capito bene, la zona di Hittenville deve essere evacuata!
Ma allora, la nostra scuola e i nostri compagni che fine hanno fatto!?
Sfoglio in fretta e furia le varie pagine ma non trovo nulla sulla S.H.T.
Come mai nessuna notizia su di loro?
Mi sdraio e cerco anche su Mark Olivak, ma gli occhi iniziano a farsi pesanti.
Si chiudono a due fessure e il mondo inizia a sfocarsi. Cerco di mettere a fuoco... riesco a leggere alcune parole. Colpevole... Charlie... fuggito...ricerca...
Il mondo diventa all'improvviso nero e cado in un sonno profondo.

Quella sera riuscimmo a trovare un posto sicuro dove dormire. Nessuno ci trovò fortunatamente, ma la morte di Zack ci scosse talmente tanto che gli zombie non ci preoccupavano neanche troppo. Quattro di noi erano feriti, e solo io e Will eravamo perfettamente sani. Zack non mi mancherà e in fin dei conti tutti lo odiavamo. Ma l'Apocalisse non guarda in faccia nessuno, e perfino le creature più innocenti verranno portate via.

Il mattino seguente è un po' frenetico. Quando mi sveglio vedo che Will Stella e Diana sono già alzati. 《Buongiorno...》dico, ma vengo zittita da tutti e tre. 《Che succede?》chiedo loro abbassando la voce, notando i loro sguardi preoccupati.
《Abbiamo sentito dei rumori di sotto! 》Stella
《Pensiamo sia uno zombie solo, e non sappiamo se aprire o no...》Will. Sono arrivati gli zombie? Lo so, dicono ce ne sia uno solo ma di solito da uno ne arrivano altri. Molti altri.
《Apriamo.》il mio tono è fin troppo deciso.《Se non lo eliminiamo arriveranno tutti i suoi amichetti, e lì sarà ancora più difficile. 》
Nonostante la paura,Will par pianissimo la piccola porticina, e butta giù la scala. Io ho già impugnato la pistola e inizio a scendere cautamente. Ogni scricchiolio mi fa drizzare i capelli e ogni piccolo rumore mi fa sussultare. Arrivata alla fine delle scale, mi guardo intorno, e ciò che vedo mi ferma il cuore. Una ragazzina,viva, che sta frugando fa i vari scaffali del bancone.
Ha circa una decina d'anni, i capelli sono lunghi e neri. I vestiti sono macchiati di terra e...sangue. I jeans sono strappati sulle cosce e il cappellino tutto sfilacciato. Devo aiutarla. Non posso lasciarla sola. Sempre che sia sola...
L'aria spaventata però mi fa credere che il mondo l'abbia abbandonata a se stessa.
Sì, devo assolutamente aiutarla.
I miei amici sono in alto a guardarmi, ignari di tutto. Non voglio nessuno tra i piedi, quindi faccio loro cenno che è tutto a posto. Loro si allontanano e vanno a sistemare le borse.
Metto via l'arma e mi avvicino cautamente. 《Hey,》sussurro. Lei si volta di scatto e sembra pronta a fuggire, ma io la fermo. 《È tutto ok, sta tranquilla.》
Non sembra fidarsi. Passo dopo passo mi avvicino sempre di più a lei. Le sue pupille girano all'impazzita in cerca di una via di fuga. Devo rassicurarla prima che tenti di and a via. 《Ascolta, non voglio farti alcun male. Non sono infetta, non sono uno zombie.》
È ancora dubbiosa, ma sembra funzionare, perciò proseguo.
《Io mi chiamo Jane, piacere.》allungo una mano senza aspettare che la stringa.
Infatti, al posto di farlo, lei mi salta addosso e mi stringe forte in un caloroso abbraccio. Detesto il contatto fisico con estranei, ma anche se mi irrita, ricambio.
《E tu come ti chiami?》le chiedo. In cambio ricevo una piccola e timida vocina:《Emie.》
Emie si stai dall'abbraccio e mi guarda imbarazzata, non sapendo cosa fare.
《Dimmi piccola, che ci fai qui?》mi piego sulle glinocchi per arrivare alla sua altezza.
《Sono sola...》risponde invece.《Io...mi dovrei nascondere ora.》
Alla risposta sobbalzo.《Perchè?》
Le chiedo la sua storia ma non sembra fidarsi abbastanza. Continua a chiedermi se c'è un buon nascondiglio. Non voglio altri problemi, diamine!
La smetto con le domande e la porto sotto la porticina. Tiro la corda e faccio scendere la scala che gli altri avevano ritirato dopo il mio cenno. La faccio passare davanti e lei sale piano piano. Io la seguo e volta salite tutte due ritiro la scaletta. Noto che si sono svegliati tutti e che stanno raggruppando già tutte le loro cose. I miei amici subito mi guardano perplessi e partono con le domande. 《Lei è Emie.》rispondo solo.
Naturalmente in cambio ottengo solo altre domande, del tipo:《Che ci fa qui?》
《È sola?》《Perchè è macchiata di sangue? 》 《Ci sin zombie in avvicinamento?》
Questo non lo so neanche io, ma Emie non sembra voler darci retta.
《Ascoltate, non c'è tempo di raccontare la mia storia. Per ora vi dico solo che sto scappando. Non dagli zombie, ma da "I Cacciatori di Taglie"》
《Chi sono?》domanda Stella
《Anche questa è una storia molto lunga. Vi dirò solo che non è brava gente e che stanno cercando anche voi?》
《Perchè? Noi?》perchè dovrebbe cercare noi? Che abbiamo fatto.
《Beh, non proprio voi. Insomma, tutti quelli vivi.》
Ogni risposta confusa di Emie fa nascere altre mille domande e accresce la nostra curiosità.
《Ok, va bene. E... quindi che dovremmo fare?》 Beth
《Nasconderci, ovvio.》
La situazione è confusissima e neanche io ci capisco niente. Ma se una ragazzina dice di nascondersi...beh, facciamolo, no? Che ci costa? Così gli ingranaggi del mio cervello iniziano a muoversi, ideando all'istante un piano.
《Ok, Amie. Faremo come dici tu. Nascondiamoci qui, "I Cacciatori di Taglie" non dovrebbero trovarci.》
《Si, ma se così fosse? Il segno della porticina si vede, o potrebbero sentirci... in quel caso che si fa?》chiede intelligentemente Will.
《In quel caso sinuscirà dalla finestra.》indico coll' indice la piccola finestra. 《Ho già controllato fuori, è semplice arrampicarsi fuori.》
Stella non sembra convinta《Io non mi fido. E in più abbiamo tre feriti qui.》
《Dobbiamo riuscirci.》
Emie interviene《I tizi sono armati, sarà difficile sfuggirli.》
Caspita, la situazione così si complica. Inizio a pensare e pensare. Sto per buttar giù un'idea ma Beck è più veloce:《Allora noi li aspetteremo.》
Restiamo d'accordo con il suo piano e ci mettiamo in posizione. Posizionamo le borse davanti a noi e puntiamo le pistole verso la porticina, pronti a sparare a chiunque osi salire qui. In tutto l'edificio solo silenzio, nessuno osa fare rumore. Ad un tratto diverse moto vengono versonil bar, il rombo scoppiettante delle moto interrompe quel nervoso silenzio. Mi viene un colpo. Le moto si fermano e dei passi si avvicinò verso la porta principale, che viene aperta. Il cuore accellera e il respiro di tutti si affanna. I passi girano per tutta la sala, e ogni volta che si avvicinano tutti noi sobbalziamo. I tizi iniziano a parlare e riusciamo a udire le loro parole.《Ma dov'è?》《Era venuta qui! Lo giuro!》《Mark, sei un totale incompetente!》
Mark!? Ho capito bene?
Si avvicinano sempre di più, e ad un tratto si fermano. Voglio morire...
Gli uomini però sembrano allontanarsi e non accorgersi di nulla; La porta si apre e si richiude dopo pochi secondi. I motori partono e io mi affaccio alla piccola finestra. Tre loschi tizi si avviano verso le loro moto e li osservo allontanarsi tra mille rombi e nuvole di fumo.
《Si sono allontanati?》la domanda di Kayla tutta in un sussurro.
《Pare di sì.》
《Ah, finalmente!》Beth alza la voce. Tutti si alzano, me compresa, e iniziamo a prendere le borse. Emie mi viene incontro e mi abbraccia per la seconda volta.
《Grazie! Jane, sei fantastica!》
Si stacca dall'abbraccio, e all'improvviso mi balza una domanda in testa.
《Ragazzi, e con lei che facciamo?》
I loro sorrisi svaniscono e le facce sembrano perplesse. Diana prende la parola:《Facciamo decidere al lei.》Perchè no?
Mi avvicino alla ragazzina e le metto una mano sulla piccola spalla.《Emie, ascolta, vuoi venire con noi?》
Il suo volto s'illumina. Un enorme sorriso le compare sulle labbra, alla sua risposta non pare neanche pensarci:《Sì!》
Mi abbraccia ancora eninizio a non poterne più, ma sono molto contenta che resti con noi.
Raccogliamo tutto è scendiamo dalla piccola stanza, richiudiamo la porta e percorriamo la sala. Finalmente usciamo! È da un po' che non respiro aria pulita...voglio andarmene da qui, voglio inalare solo aria pulita, non voglio restare mai più ciuhisa in uno stanzino. So di averci passato solo una notte, ma ciò che temo è che possa diventare un'abitudine.
Viviamo in un mondo dove tutto è perduto, difficile, pericoloso.
Detesto stare in posti piccoli, bui, si potrebbe chiamare claustrofobia ma io la chiamerei paura della morte. Perchè rinchiudersi in un armadio, equivale a morire.
Scaccio con un gesto quei macabri pensieri e ispirò profondamente.
《Ragazzi ma quindi dobbiamo andare a piedi?》alla domanda di Beth mi guardo intorno. Oh, no! Ha ragione, il furgone non c'è più, non abbiamo più niente.
《A quanto pare...》Jane, mantieni un tono calmo, non voglio che si innervosisca.
《Cammineremo finchè non troveremo un mezzo di trasporto. 》
Bravo Will, a quanto pare è l'unica soluzione.
Sono mortificata perchè sotto sotto è colpa mia, io ho deciso di venire qui. In più ora che c'è Emie è ancora più imbarazzante! Portarsi dietro un bambine senza alcuna protezione, nulla per proteggerla. A proposito...
《Emie, hai un'arma, vero?》vediamo se riesco ad arrivare dove voglio. 《Eh?》il suo sguardo sembra smarrito, ma non me la racconta buona.
《Voglio dire, non sarai arrivata fin qua senza neanche un'arma?》il suo sorriso malizioso mi fa capire che ha compreso. 《Certo che ce l'ho! Ecco qui!》
《Carino...》 un piede di porco arruginito tra le piccole dita di una bambina mi mette una tale tristezza...a dieci anni si dovrebbe giocare, non girare solitari con armi sperando di sopravvivere.
Frugo nella testa qualche altra domanda per arrivare a scoprire la sua storia, ma Beth mi precede :《Hey, Emie! Prima non ci hai raccontato la tua storia! Che ne dici di farlo ora?》A che serve? Le ho già chiesto la stessa cosa più di una volta, sicuramente continuerà a fare la misteriosa per un po' finchè non prenderà confidenza. Ormai ho capito la sua mentalità...
《Ehm...okay!》
Che!? Ma... io...
Viva la spontaneità.

Emie Anderson nacque dieci anni e mezzo fa, in un piccolo ospedale di una piccola cittadina. Aveva un fratello più grande di anno,e insieme a lui, i suoi genitori e sua nonna viveva in una piccola casa di campagna. La sua vita venne sconvolta un dì di pomeriggio, quando, in un piccolo boschetto lontano da casa, una strana presenza irruppe improvvisamente durante una passeggiata. Passi lenti e strascicanti si avvicinavano sempre più e iniziò a insospettirsi. I suoi genitori erano lì con lei e ascoltavano attenti. Chiesero al nulla chi fosse, cosa volesse, e in risposta ebbero un mugugno. Suo fratello portava sempre con sé un coltellino, che estrasse dalla tasca pronto a reagire. Il padre prese un bastone lì vicino e tutti si fermarono in un punto del bosco, mentre la figura camminava intorno a loro. La tensione cresceva e la madre la stringeva forte per proteggerla. Lo zombi si fece avanti in tutta la sua mostruosità. Il volto marcio, tumefatto,sembrava quasi pensar sul piccolo collo scheletrico. Il piede destro, sempre che così si potesse chiamare, era ferito, e trascinato sull'erba e sulla terra, alzando la polvere.
Il padre della bambina sembrava quasi, dispiaciuto, pensando fosse uno sventurato feritosi non si sa come. L'incertezza era dipinta sul suo volto. Man mano che si avvicinava però la tensione aumentava,e il dubbio veniva meno.
Quell'essere non era un "qualcuno" né una cosa. Era un mostro, uno schifo. Certamente non umano. Lo zombie si avventò contro a sua madre, che nonostante ciò continuo a stringerla. Emie nella disperazione tentò di separarli con le piccole braccia,e il padre intervenne col bastone. Mazzate infinite andavano a abbattere contro il volto tumefatto e mentre il bastone finiva addosso all'essere, la mente della bambina si apriva.
Da quel momento capì che le cose non sarebbero state mai più stesse, che il mondo sarebbe diventato pericoloso, oscuro.
Per lei, quel bastone che iniziò pian piano a conficcarsi nel cervello di quell'obrobrio, era l'inizio di qualcosa di nuovo, di brutto; morte.
Una volta che lo zombie fu messo K.O. finalmente la famiglia potè respirare. Mille interrogativi danzano nelle loro teste ma nessuno aveva risposta.
Gli Anderson si avviarono verso la via di casa,e porre fine a quel pomeriggio stancante. Ma non sapevano che quello era solo l'inizio.
Camminarono verso la via alberata in allerta, ancora sconvolti di quanto fosse appena successo. Restarono con le orecchie in allerta per circa tre quarti d'ora,ascoltando perennemente il rumore dei loro passi, pregando in silenzio che non se ne aggiungesse nessuno.
Purtroppo peró, le loro preghiere non furono ascoltate. Altri tre individui si avvicinarono e lì scoppiò il panico. La donna urlò disperata e l'uomo corse incontro a i mostri con il bastone. Il fratello prese il coltellino e fece per andare ad aiutare il padre, ma venne fermato dalla madre che abbracciò entrambi i figli nell'atto di proteggerli.
L'uomo all'iniziò combatte contro entrambi gli zombie, ma non riuscí a resistere a lungo.
"Dobbiamo scappare!" gridò lui, mentre lei stava accucciata con i due tra le braccia.
Alzò il viso mentre guardava il marito voltarsi verso di lei. Scattò in piedi e iniziò a correre disperatamente, trascinandosi Emie e il fratello a presso.
L'uomo scansó i tre e iniziò a correre verso la famiglia. Emie si rendeva conto di essere un freno per gli altri, e correva piú velocemente che poteva.
Lungo la strada ne trovarono altri,e la speranza di salvezza diminuiva ogni istante di più.
A un certo punto i suoi genitori smisero di correre. Un muro di rami impediva l'accessonagli adulti, ma i bambini sapevano di poter accedere.
Se fossero passati di lì, si sarebbero sicuramente salvati. Il padre iniziò a tirare il bastone per spezzare i rami, ma era inutile, li avrebbero raggiunti.
La madre smise di aiutarlo e si mise a piangere. Presero i bambini e li mandarono lì in mezzo, gridando loro di procedere e di andare verso casa.
La bambina li abbracciò entrambi e seguì il fratello.
I genitori invece tornarono indietro verso la via più pericolosa.
I rami le graffiavano le braccia, i sassi le sbucciavano le ginocchia, la polvere le andava negli occhi e le lacrime le rigavano il viso. Era dietro al fratello che si aiutava col coltello per tagliare i rametti, e ogni tanto le chiedeva se stesse bene. "Sì" rispondeva, lamentarsi non serviva, doveva convincersi che andasse tutto bene,che ce l'avrebbe fatta
La tortura finalmente finì e poté procedere a piedi lungo la via verso casa.
Corsero a perdi fiato lungo la valle ma una figura li fece bloccare. Si stava avvicinando vera di loro, e non era un uomo. Era un mostro. Come quelli che li avevano attaccati prima.
Il fratello lo fronteggiò, ma dovette abbandonare. Era morto, ma forte. Ogni volta che il bambino gli metteva le mani al collo lui tentava di mordergliele. Non ce la faceva piú, dovevano scappare. Se fossero and at in direzioni diverse avrebbero attirato meno attenzione."Emie, ascolta. Io andrò di là, sec sapere come stanno mamma e papà. Tu corri dall'altra parte. Non ti fermare mai, anche se ne vedessi uno, tu corri."
Dovevano separarsi. No. Tutto, tranne questo.
"No! Verrò con te! Io posso aiutarti...voglio vedere anch'io mamma e papà!"
Lui la zittì con un abbraccio. Se lo godè fino all'ultimo. Sarebbe potuto essere l'ultimo, potrebbe non averlo mai più visto. Indietreggiò e si voltò dall'altra parte."Salutami mamma e papà!". E corse finché le gambe non la ressero più.
Il resto della era una macchia confusa. Ne incontrò altri, e altri ancora. La sua strada deviò e la sua direzione non fu più vera casa. Non sapeva dove stesse andando, ciò che sapeva era che doveva trovare un posto sicuro. Finì per riaddrentrarsi nel bosco e arrampicarsi su un albero. Capì che non potevano prenderla, e restò coi piedi staccati da terra per circa un'ora.
Quando non vide più zombie scese e iniziò a camminare, ma si rese conto d'essersi persa. Decise quindi di restare sull'albero e lì ci passò tutta la notte,al freddo, sola, senza sapere dove fosse, e cosa fosse capitato al resto della famiglia.
La mattina seguente sentì i rombi delle moto. Erano " I Cacciatori di Taglie".
Quando la videro lei scese e si mise a correre. Le vennero dietro, ma lei continuò a correre. Non sapeva cosa volessero da lei, ma non si fidava più da nessuno.
Riuscì a seminarli e procedette verso l'ignoto, raccogliendo frutta qua e là.
A un tratto sentì un'auto sbattere contro qualcosa e sentì puzza di guai.
Dopo un bel pezzo di strada andò verso una salita e decise che fosse tempo di riposare.
Man mano che saliva cresceva la tensione e si trasformò in paura quando vide un furgone schiantato contro l'albero e finalmente capì la fin del rumore.
C'era qualcuno dentro. Uno zombie... Era seduto al posto del guidatore e si dimenava liberarsi. Accelerò il passo e pregò che ci fosse qualcuno che l'aiutasse.
Quando vide un piccolo bar pensò di potersi nascondere lì.
Sentì il rombo di alcune moto. Pensò che potessero essere gli stessi di prima e corse all'interno dell'edificio.

《Ed è lì che ho conosciuto i miei salvatori.》concluse Emie. Mi spiace per lei...povera, ha dovuto cavarsela da sola, in un posto sconosciuto, pieno di zombie... ciò che mi fa piangere il cuore è il fatto che non sappia dove siano i suoi genitori e il fratello...insomma, che fine ha far la sua famiglia? Il solo pensiero che possa non esserci più mi fa gelare il sangue.
《Bene, ora sapete la mia storia! Tocca a voi ora!》sorride e saltella tutta contenta.
Le raccontai tutto, ma proprio tutto, anche la morte di Zack. E poi penso che a me non sia andata poi tanto male.
《Forte! E Avete fatto tutto questo da soli?》annuiamo all'unisono. Poi mi balza una domanda in testa;《Ma quel piede di porco dove lo hai trovato?》
Lei si dà una manata sulla fronte:《Ho dimenticato di dirvelo! Quando sono riuscita a seminare i motociclisti, questo è caduta a uno dei Cacciatori; così l'ho presa.》
Finalmente sappiamo tutto di tutti, e mi spiace per la piccola e la sua disavventura.
Stella si avvicina alla bambina:《Emie, senti, se passassimo lungo la via verso casa tua potremmo accompagnarti da i tuoi genitori! Potremmo anche aiutarti a ritrovare strada di casa, no?》
Il suo volto si illumina. 《Sì! Grazie! Mi piacerebbe moltissimo!》
Tutti concordiamo.

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