Capitolo 4 - Dio, mi ucciderà
Dorothy
Dopo aver ricordato, grazie all'aiuto di Peeter e Sebastian, il mio rapimento, tutto mi sembra essere più chiaro.
Estremamente chiaro. Adesso ricordo ogni piccolo dettaglio: dalle foglie sotto i miei stivali che non c'erano, alla camminata nel bosco, a come mi hanno colpita.
Prima che loro mi dicessero il vero fine del mio rapimento la mia mente era volata velocemente a pensare a una mia probabile, imminente, necessaria fuga. Chiunque avrebbe pensato a fuggire in una situazione tale! Penso che sarebbe stato umano!
Ma, nel momento stesso che mi avevano informata, che la mia persona, in tutto e per tutto, era la garanzia della protezione concreta e necessaria di tutte le loro famiglie, alle quali loro, adesso, non potevano badare a causa della lontananza, nella mia mente si era propagato un tintinnio psicologicamente assordante che mi impartiva che non avrei mai, e poi mai, voler avuto sulla coscienza anche quelle persone.
Molto diplomaticamente, dopo la mia sfuriata, Peeter mi ha spiegato che non sono stati loro a volerlo, a scegliermi, ma sono stati costretti dai dunkisjisti, che gli hanno imposto ordini ben precisi riguardo me e il mio rapimento.
E' proprio di fronte a questo che non so come comportarmi, come agire, se progettare davvero una fuga.
Mille emozioni e pensieri invadono la mia mente e non riesco a non pensare a che cosa potrebbe succedere alle loro famiglie se non fossi più con loro.
Scuoto la testa e scaccio via il pensiero. Quanto sono egoista. Sono del tutto consapevole di essere una persona introversa, alla quale non piace dare troppa confidenza agli estranei e non, ma adesso mi ritrovo a dover condividere, chissà poi per quanto tempo, lo stesso tetto e sorte con i miei rapitori, che poi, alla fine, di questo, sono più vittime loro di me.
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Sono passati alcuni giorni dal mio fantomatico arrivo e i ragazzi sembrano essere tutt'altro che dei miei rapitori, ed io sembro essere tutt'altro che una persona rapita.
Ma che anche loro non volessero tutto questo adesso mi è chiaro.
Durante la mattinata quello che mi è possibile fare è ben poco. Ancora non si fidano di me e quindi non vogliono che io esca dalla casa perché hanno paura che io tenti una fuga, giustamente, e quindi passo praticamente tutta la mia giornata a guardare sognante attraverso la finestra.
Stare chiusa qui dentro, per quanto il cottage sia estremamente delizioso a tutti i sensi, mi rende claustrofobica: io devo, necessito, ho bisogno di stare fuori, all'aria aperta, di sentire il fango e le foglie che fanno rumore sotto i miei stivali, di assaggiare nuovi frutti di bosco sporcandomi le mani e di fare bagni nei ruscelli gelati con tanto di polmonite a seguito.
Di questo ovviamene se ne sono accorti, ma non fanno niente. A questo punto non riesco a capire se non possono o non vogliono.
L'unica cosa che posso fare all'aria aperta è passare le legna da tagliare per il caminetto a Dorian, che nel mentre non è di tante parole, come sempre.
Spesso e volentieri quando tra un ciocco e l'altro tento di chiedere qualcosa, come adesso, mi rivolge un'occhiataccia truce piena di odio.
Non riesco davvero a capire se odia più me o il fatto che mi debba controllare.
«Cosa facevi prima di essere assoldato dai dunkisjisti?» Chiedo, più curiosa di risentire la sua voce che la risposta, anche se mi potrebbe servire.
Dal giorno che mi sono risvegliata e l'ho visto fare quel gesto che mi ha fatto sobbalzare ha continuato a presentarsi nella mia mente quella scena di tanti anni fa, facendomi pensare che io, Dorian, lo possa già aver incontrato, e non in una situazione piacevole.
«Non sono stato assoldato.» Dice molto brevemente, facendomi sentire di nuovo la sua voce per qualche frazione di secondo.
«Tanto per cambiare non hai risposto alla domanda che ti ho fatto. Allora ti sei offerto volontario? Perché lo hai fatto?»
«No. Io...» Cerca di rispondere ma immediatamente interrompe la frase tagliandola a metà, brutalmente, come se non potesse parlare, o quasi infastidito dalla mia curiosità.
«Allora ...» Continuo ancora più incuriosita. Che cosa nasconde? Solitamente non sono così estroversa,... ma se c'è da scoprire qualcosa, questo e altro.
«Smettila di fare domande! Non ti devo rispondere per forza!» Dice interrompendomi.
Dopo di che alza lo sguardo da per terra su di me, guardandomi in un modo che non riesco a capire se è accusatore o interrogativo.
Ci guardiamo a vicenda. Ci studiamo attentamente per un tempo che non so se essere lungo per la durata o per l'intensità del nostro guardarci, finché Dorian, accigliato, non distoglie lo sguardo, come se nel guardarmi fosse stato disturbato da qualcosa che ha visto.
Non gli chiedo più niente e ricomincio a passargli le legna in modo meccanico.
Butto lo sguardo in basso. Il modo in cui mi ha guardata è stato strano,come se volesse ma allo stesso tempo non potesse... Quasi più misterioso di me.
Ma comunque c'è qualcosa in questo scambio di sguardi che non ha disturbato solo lui, ma anche me. E ne sono terribilmente sorpresa.
🌲🌿🍂🌱🌳
Dorian
Da quando Dorothy si è risvegliata tutto è cambiato.
Non avrei mai pensato che il suo arrivo qui avrebbe potuto sconvolgere così drasticamente le nostre vite, anche se, la mia, l'ha già sconvolta da tanto tempo ormai.
Chiaramente, quando l'abbiamo portata in cucina dopo che si era svegliata, era curiosa alla massima espressione di sapere il motivo per il quale si trovava in questo posto.
Ho visto i suoi occhi incominciare a posarsi su qualsiasi oggetto fino a cadere su di noi, su di me. Il suo sguardo addosso, non so perché, mi ha quasi dato fastidio, probabilmente per il fatto che in quel momento mi ha visto come il suo rapitore.
Come ben sapevo, la sua mente ha subito pensato al fatto che l'avessimo prelevata in quanto trovata nel bosco a contrabbandare, o per qualche suo furto .. Aahh, Dorothy, come ti conosco bene, ho pensato.
Ti conosco così bene di sapere già che avresti reagito in quel modo di fronte al mio gesto di fermarti la sedia mentre ti dondolavi, facendoti sussultare.
L'ho fatto di proposito. Chissà se hai pensato a quel giorno vedendo, sentendo quel gesto. Chissà se ti ricordi di me e mi hai collegato a quel fatto, anche se credo che sia abbastanza improbabile, quasi impossibile. E da una parte ci spero tanto. Devo starti lontano a tutti i costi e se tu ricordassi sarebbe ancora più difficile.
La cosa che mi ha stupito di più è il fatto che quando ha saputo da Peeter e Sebastian il vero motivo del suo rapimento, sul suo volto non è trapelata alcuna emozione, sensazione, preoccupazione. Come se fosse del tutto apatica, indifferente nei confronti del suo fine, della sua fine. Come se non le interessasse veramente.
Ancora una volta Dorothy Chamoun mi ha stupito con la sua indescrivibile particolarità.
Ed è per questo che tutte le volte che entro in casa e la vedo con il mento appoggiato sul davanzale della finestra a guardare fuori, neanche accorgendosi della mia presenza, mi si spezza il cuore a vederla così, perché si vede lontano un miglio che la prigionia non è fatta per lei. Lei ha bisogno di uscire, stare all'aria aperta come ha sempre fatto.
Mentre scendo le scale e penso a questo mi sento chiamare.
«Dorian?» E' Seb.
«Uh?» Chiedo di rimando.
Nonostante Seb ed io prima di questa situazione non ci fossimo neanche lontanamente mai visti, dal momento che, lui, così come Peeter, non abitavano al villaggio, ci capiamo al volo, e sa che non mi piace parlare tanto.
«Glie lo devi dire.» So benissimo di che cosa sta parlando. Ma non lo voglio fare. Categoricamente.
«No. E' meglio di no.» Sbuffo dirigendomi verso l'uscio e prendendo la giacca dall'attaccapanni per uscire di casa.
«Dorian, Dorothy è troppo furba, tu questo lo sai bene, molto bene. Lo verrà a sapere, prima o poi, e sarebbe meglio che sia tu a dirglielo.» Mi dice avvicinandosi a me in modo amichevole.
So benissimo che Seb ha ragione, perché è così. Ha nettamente ragione. Ma non voglio farlo. Dorothy lo verrà a sapere da sola, è furba, troppo, e quindi lo scoprirà ancora prima che io glie lo dica, anche se volessi farlo.
Non voglio che si leghi a me in nessun modo, è meglio per entrambi.
«Che cosa mi dovresti dire?» E questa volta non è la voce di Seb a parlare, ma la sua.
E' in cima alle scale. Il mio cuore perde un battito mentre mi sento la gola seccarsi. Spero vivamente che non sia là da molto e non abbia ascoltato la nostra conversazione in modo completo.
Ci continua a guardare interrogativa mentre scende le scale appoggiandosi sullo scorrimano.
Non posso fare a meno di mandare giù un groppo amaro mentre la guardo scendere le scale in quel modo così sensuale che neanche se ne rende conto. Spero soltanto che non lo capisca, perché Seb l'ha capito e se la sta ridendo sotto i baffi.
E' così bella. E non se ne rende conto.
Tutti quegli anni passati nel bosco a preoccuparsi unicamente della sopravvivenza della sua famiglia l'hanno fatta crescere troppo velocemente, tanto che lei non si è mai resa conto della donna che è diventata.
Ma tutti gli altri sì, purtroppo. Me compreso.
Quando arriva in fondo alle scale incrocia le braccia al petto e continua a farmi la stessa domanda.
«Che cosa mi dovresti dire?»
Ma io sono su un altro pianeta e non sento più niente, le voci.
Vedo solo e soltanto lei.
Lei e la sua bocca che pronuncia ogni singola lettera di quella domanda come se fosse una poesia perfetta, e sono totalmente ammaliato da questo.
Lei e la sua vicinanza. Lo sento, siamo vicinissimi, manca veramente un millimetro. Le nostre braccia si potrebbero quasi sfiorare, toccare. Solo l'idea mi fa venire i brividi, tanto che devo respirare profondamente per farmi passare dalla mente quello che vorrei fare da davvero molto tempo.
«Allora?»
Fà un bel respiro.
«Ehi, piccola Raperonzolo, ci siamo svegliate con il piede sbagliato stamattina vedo, eh?» Le dice Seb avvicinandosi a lei, passandole una mano dietro la schiena e sorridendole, tanto che Dorothy arrossisce per l'imbarazzo di quel gesto tanto semplice.
Piccola? Raperonzolo? Mi sono perso qualcosa? Che diamine sta facendo Seb? Perché le sorride? Perché la sta toccando? Quella mano... Eppure lui sa.
Dentro di me, difronte a questa scena, sento che vorrei veramente uccidere Sebastian in questo momento, e farlo smettere di sorridere a Dorothy. Lui non la deve neanche lontanamente guardare in quel modo. Non le deve sorridere così come se niente fosse.
Mi sento fremere e per fermare questo mio istinto omicida nel confronti di Seb mi devo aggrappare per qualche secondo alla maniglia della porta dietro di me, stringendola talmente tanto che ho paura che si sia spezzata.
Che sta succedendo? Che mi sta succedendo?
«Andiamo.» Non perdo altro tempo e prendendo la mano di Dorothy la porto fuori casa. Se Seb le rivolgesse un altro sorriso penso che questa volta non mi potrei trattenere.
«Che stai facendo? Mollami!» Mi urla contro come una bambina.
Ma in questo momento so che è felicissima di essere uscita dal cottage. Per questo decido di mollarle la mano e mi allontano da lei di qualche passo per vedere che cosa fa, come si comporta.
Non faccio in tempo a lasciarla che i suoi occhi viaggiano subito a studiare la natura tutta intorno alla casa, dagli alberi alla radura. Vedo i suoi occhi analizzare ogni cosa con stupore, fin quando si posano su di me.
«Perché mi ha portata fuori?»
Come sempre non mi da il tempo di fare niente che subito mi deve fare una domanda.
Ma quanto parla questa ragazza, non me la ricordavo così.
Non le rispondo e prendo un foglietto da una tasca dei pantaloni e una penna, porgendoglieli. Lei mi guarda interrogativa come sempre e schiude appena la bocca per dire qualcosa.
Oh Dio, mi ucciderà se ogni volta farà così.
Prima che possa dire qualcosa l'anticipo. «Scrivi tutto quello che ti serve e usavi tutti i giorni prima di venire qua su questo foglio.» Le dico velocemente.
«Perché?»
«Perché domani ti porto nel bosco.» Le dico di getto e poi alzo lo sguardo per vedere la sua reazione.
La vedo sorridere per un secondo, e adesso è per me.
Spazio autrice
Salve a tutti! Mi scuso infinitamente per l'attesa ma questo capitolo è stato pensato in questo modo e non potevo dedicargli poco tempo. In più nello scrivere mi si è cancellato tutto e quindi ho dovuto anche riscriverlo!
Detto questo io non ho nient'altro da dire, lascio le conclusioni a voi.
Se il capitolo vi è piaciuto vi invito a VOTARE e COMMENTARE se vi fa piacere!
Al prossimo capitolo, ziuliaarn 💙 💯💭
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