Capitolo 32 - Problemi in vista
Dorian
Dorothy mi sembra abbastanza entusiasta del mio piano. In un primo momento mi è sembrata scettica, ma poi subito dopo si è ricreduta. Credo che accetterebbe qualsiasi cosa pur di andare via da qui. Come biasimarla, lo farei anche io.
Non per questo cercherò di seguirla. Voglio restare con lei per il maggior lasso di tempo possibile, e non mi interessa se lei non lo vorrà, perché lo farò comunque, indipendentemente da quello che vuole lei e quello che vogliono gli altri. Niente e nessuno potranno distogliermi da questa mia decisione.
Alla fine aver incontrato Annie non è stata poi una così brutta coincidenza. Quando ho parlato a Dorothy di lei credevo che le sarebbe venuto un attacco di panico. L'avevo vista così soltanto quando si è resa conto di aver ucciso quell'uomo nel bosco. Era spaventata. Probabilmente lo era più per il fatto che suo fratello non avesse parlato con lei di una cosa così importante che più perla gravidanza di Annie. Alla fine, quando le ho fatto capire che in fin dei conti è una cosa positiva, che potrà portare solo che felicità nella sua vita, si è calmata.
Penso che Dorothy abbia paura di rimanere sola perché in questo momento si sente sola. Il fratello è sparito nel nulla da mesi, sua madre l'ha venduta al figlio di un fanatico e i suoi fratelli più piccoli probabilmente non si ricordano neanche più di lei. Dovrebbe soltanto capire che non è sola, che io sarò sempre con lei.
Forse dovrei essere io a farglielo capire.
Non so che cosa voleva dire il bacio che ci siamo scambiati ieri sera. Lei non ha aperto bocca ed io ho fatto uguale ma forse dovevamo dire qualcosa, almeno una frase di circostanza. Mi ha confuso ancora di più. Mi ha confuso ancora di più dal momento esatto in cui le sue labbra sono entrate in contatto con le mie.
Forse voleva soltanto provare qualcosa di diverso e di nuovo. Anche io vorrei provare ogni cosa se il mio destino fosse quello di finire tra le mani di un dunkisjista.
Arriviamo a casa senza più parlare.
Spero solo che Dorothy abbia preso bene la mia iniziativa di voler fuggire con lei; lo spero perché non sono riuscito a decifrare la sua reazione. Sembrava sorpresa ma non saprei dirlo con certezza.
Forse voleva farlo da sola, probabilmente così si sente più sicura, ma non la lascerò andare. Solo in questo modo potremmo cercare di crearci una nuova vita, lontani da tutto questo, lontani dal nostro passato. Poi se lei non vorrà farsela con me questo è un altro discorso; non la obbligherei mai a fare niente che va contro la sua volontà, la lascerei andare, libera, anche se contro voglia.
Entra in casa veloce. Sento solo il suo profumo scivolarmi accanto mentre vedo i suoi capelli scomparire su per le scale. Mi inebrierei di quell'essenza.
Entro anche io e, dopo essermi pulito le scarpe sul tappetino e essermi tolto la giacca, butto un occhio alla cucina. Seb e Peeter sono seduti a tavolino e mi stanno guardando con due musi lunghi, in silenzio.
Capisco al volo: problemi in vista.
Mi sistemo la maglia e li raggiungo, chiudendo la porta della stanza dietro di me e mettendomi a sedere anche io. «Ormai vi conosco troppo bene. Sputate il rospo, ho capito che c'è qualcosa che non va.» Dico incrociando le bracci al petto.
Seb si sistema sulla sedia. Mi sembra molto rigido.
Penso che a voler parlare per primo sia lui ma poi Peeter apre bocca. «Ieri pomeriggio mentre Dorothy e te eravate via siamo venuti a conoscenza di un fatto, un fatto che non è affatto positivo, anzi.»
Aggrotto le sopracciglia. A cosa si riferiscono? La mia mente cerca di analizzare ogni bugia che gli ho raccontato facendo mente locale su quale potrebbe essere la peggiore. Poi mi balena in mente un'immagine. Che abbiano scoperto di quell'uomo? Se lo sanno siamo rovinati. Completamente. Ci consegneranno subito!
Si fa avanti Seb con il busto. Ho i nervi a fior di pelle. «Ieri mi è arrivata una lettera da Margareth.» Dice mettendo sul tavolo un foglio di carta. «Fino a qui niente di strano dato che di solito mene scrive una al mese. Poi l'ho letta e ho capito che c'era qualcosa di strano.»
Prendo il foglio tra le mani per vedere di che cosa si tratta. Seb si rimette a parlare. «Se ci fai caso le frasi una dopo l'altra non seguono un senso logico. Guarda qua.» Dice indicandomi due frasi vicine. «Quello che scrive qui non ha nessun collegamento logico con quello che scrive nella frase dopo, vedi?.»
Dove vuole arrivare?
Continua. «Margareth sa bene che i dunkisjisti controllano la corrispondenza e proprio per questo motivo credo che abbia scritto in tale maniera. Loro magari non ci hanno fatto caso. Probabilmente hanno pensato che è mezza analfabeta come la maggior parte della popolazione e hanno lasciato correre. Ma io so che ha scritto questa lettera con un obiettivo ben preciso. Io dovevo soltanto trovare la chiave di lettura.» Indica la lettera.
Continuo a fissare la lettera e a leggere le frasi una dopo l'altra, ma non riesco proprio a trovare né un indizio né un collegamento che potrebbe essere sensato, che potrebbe farmi capire questo messaggio celato di cui parla Sebastian. «Io non capisco. Se lo sai dillo Seb.»
Mi prende il foglio dalle mani e si mette più vicino a me con la sedia, così che possa vedere anche io. «Le vedi le lettere maiuscole? Ce ne sono tante. Margareth non è analfabeta ma non ha mai avuto un buon rapporto con la punteggiatura. Di solito mi aveva sempre scritto periodi molto lunghi, colmi di descrizioni. Frasi in cui virgole e punti appaiono molto raramente.»
E'vero! Questo sono tutte frasi brevissime e scomposte.
«Penso che mettere così tante lettere maiuscole sia stato voluto. Secondo me non c'è altra spiegazione.»
Continuo a ragionare sulle lettere maiuscole, le passo in rassegna una dopo l'altra, nell'ordine in cui la ragazza di Seb le ha posizionate. «NON ST...STANNO...FAC....FACENDO QUEL..QUELLO...CHE AVEV...AVEVANO PROMESSO. Non stanno facendo quello che avevano promesso!» Urlo quando capisco quello che i miei occhi stanno leggendo.
Alzo gli occhi su i due miei amici ma non mi sembrano così entusiasti. «Che cosa ci vuole dire?» Chiedo dubbioso verso di loro.
Seb si alza in piedi e si passa una mano fra i capelli biondi. E' nervoso. Probabilmente quando tutto questo sarà finito, qualsiasi sia il risultato, diventerà calvo per colpa dello stress. «Quello che hai appena letto: non stanno facendo assolutamente niente. Ci avevano promesso una ed un'unica cosa e non la stanno facendo! Il nostro patto è unilaterale! Non ha alcun senso! Ci avevano promesso una protezione, una protezione per le nostre famiglie, in questo caso solo la mia, ma non stanno rispettando la parola data!»
Peeter finalmente parla. Rivolgo l'attenzione su di lui. «Dorian il fatto è che ci avevano promesso delle cose. Noi, a regola, riceveremo la nostra ricompensa una volta che tutto questo sarà finito, ma, se loro non rispettano i patti neanche adesso, che siamo all'inizio di questa alleanza, se così la vogliamo chiamare, chi ci conferma che lo faranno alla fine quando gli consegneremo la ragazza?»
Peeter dopo aver parlato sta in silenzio.
Seb continua a fare su e giù per la stanza da quando si è alzato. Sta pensando; posso quasi vedere il fumo uscirgli dalle orecchie.
Io non so che cosa pensare. Vogliono disertare come da tempo sto pensando anche io?
«Che cosa state pensando? Non capisco.» Gli chiedo scrutandoli. Voglio essere sicuro prima di parlare. Non stiamo parlando di cose che si comprano al mercato, ma da questo dipendono le nostre vite e quelle di altre persone.
Seb sta per parlare ma Peeter lo interrompe con un gesto della mano, che lo fa rimanere in silenzio. «Quello che stai pensando te da tanto tempo Dorian: che tutto questo non è giusto.»
«Spiegati meglio.» Continuo a non cedere.
«Non fare il restio. L'abbiamo capito che vuoi tirarti fuori da questa situazione. Che vuoi andare via, e, nel caso riuscissi a trovare una via, vorresti portati dietro anche lei, mandando tutto in fumo.» Mi risponde Peeter senza togliermi mai gli occhi di dosso.
Quando sento queste parole il mio cervello pensa una ed un'unica cosa: porca puttana. Se mi hanno scoperto devo far andare via Dorothy al più presto, non è assolutamente al sicuro qui.
Per adesso mi limito a negare fino alla morte. «Non so di che cosa tu stia parlando. Non ho mai pensato una cosa del genere.»
Peeter sta per controbattere ma Seb interviene al suo posto. «Dorian non ti stiamo accusando. Siamo dalla tua parte. Non vogliamo più stare alle loro regole se non vengono rispettate neanche da loro stessi. Siamo stanchi di fare le loro marionette senza avere niente in cambio.»
Sento i miei nervi rilassarsi. Mi lascio sfuggire un respiro di sollievo.
Dice sul serio? Gli scruto senza dire una parola. Nonostante ormai mi fidi di loro non so se parlare o meno. Questa è una questione veramente molto delicata, ma sopratutto con un'accusa del genere si rischia di essere giustiziati a morte.
«Dorian quello che Seb dice è vero. La lettera di Margareth è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma pensavamo questo cose già da un po' di tempo. Era già un po' che sospettavamo questo fatto. Ci puoi parlare tranquillamente di quello che hai pensato per la questione di Dorothy, sempre che lei lo sappia di già, e possiamo cercare di trovare una soluzione che giovi a tutti. Come ti ha detto Seb più di una settimana fa, siamo tutti sulla stessa barca.»
«Lei lo sa di già.» Dico, come se la questione di Dorothy fosse l'unica cosa che importasse. O almeno, per me.
«Non perdi mai tempo.» Mi risponde a battuta Seb. Non riesco a capire se voleva essere ironico o meno.
Esalo un respiro prima di parlare. «Lo sa solo da ieri sera. Dopo quello che mi hanno detto a Plast non ho nessuna intenzione di lasciarla nelle loro mani. L'aiuterò a scappare, come ho sempre fatto, poi se non vorrà seguirmi la lascerò libera di seguire la sua strada. Per quanto riguarda voi, per aiutarvi potrei farmi venire in mente qualcos'altro.»
Vedo Seb sbuffare. «La lasceresti davvero andare? Dopo tutto quello che hai fatto per lei? Dorian? Dici sul serio?»
Annuisco.
Amaramente, ma annuisco.
Lui scuote la testa nella mia direzione. «Dorian, prima fai pace con te stesso, poi pensa ad un piano.»
🌲🌿🍂🌱🌳
Sono salito in camera mia per pensare ad un piano che giovi veramente a tutti. Seb e Peeter sono delle brave persone, non mi vogliono incastrare. Devo aiutarli, Seb mi ha coperto le spalle fin da quando Dorothy è arrivata qua e Peeter è troppo buono per finire in un campo da guerra dunkisjista. Vogliono solo salvarsi la pelle e fuggire il più lontano possibile dai dunkisjisti, come me, d'altronde.
Sono salito in camera mia perché qui ho un sacco di carte e mappe della zona. Dopotutto dobbiamo sfruttare la nostra grande arma: la conoscenza del territorio in cui viviamo. Il bosco potrà essere un nostro valido alleato. Dorothy ed io lo conosciamo molto bene, in questi mesi lo abbiamo ispezionato bene e nei prossimi mesi potremmo fare anche meglio; ci sono ancora tante zone nei dintorni in cui non siamo stati e in cui dovremmo assolutamente andare. Sicuramente potremmo considerarlo un grande nascondiglio. Di certo di dunkisjisti non sanno come muoversi quassù. Dovremmo anche considerare l'idea di andare alla rete metallica per capire come funziona, se si possa mandare in tilt in qualche modo. Dopotutto è l'unico modo per sfuggire in senso concreto ai militare: loro oltre là non possono andare, quello è territorio dei noscotoviti.
In camera mia ho anche tutti i documenti ufficiali. I documenti di Dorothy, senza questi lei non può andare da nessuna parte. Sono i suoi documenti di riconoscimento, anche falsificarli potrebbe essere un'idea, ma il caporale Kaventys sa chi lei sia, l'ha vista in faccia, e ho anche il timore che prima o poi si ricordi di lei del tutto.
Sul fatto che farò fuggire Dorothy non ho dubbio. Prima ero dubbioso, adesso no, ne sono sicuro al cento per cento. Non mi importa chi e come sia questo figlio del capo Dunkisji, non glie la consegnerò mai. Dovranno uccidermi per averla.
E' da un po' che sto pensando a come, da quassù, possiamo aiutare la ragazza di Seb e suo figlio. Aiutarli nel loro villaggio sarebbe quasi impossibile, non conosco nessuno che potrebbe appoggiarci e aiutarli...Non mi sembra una buona idea. Se fossero a Plast avrei sicuramente chiesto una mano ad Annie Barline. Nonostante sia una ragazza ricca mi sembra essere come noi, penso che mi avrebbe aiutato volentieri.
Penso e ripenso e mi viene in mente come abbiamo portato via Dorothy da casa sua. L'abbiamo rapita in pieno giorno ma in un luogo dove nessuno poteva andare e dove nessuno l'avrebbe vista. Dio, se ripenso a quando ci ho messo per scovare quel percorso che faceva quasi tutte le mattine. Perché Dorothy non è stupida, infatti ogni tanto cambiava percorso, ma quello era uno di quelli che faceva con maggiore frequenza.
Ripenso a tutte le levatacce che mi sono fatto per capire come si muovesse nel bosco e mi viene un'idea per Margareth.
Esco velocemente da camera mia per dirigermi al piano inferiore da Seb e Peeter, per riferirli quello che ho architettato.
Passo davanti a camera di Dorothy e noto che la porta è chiusa. Mi fermo un attimo. Da quando siamo tornati lei si è rintanata in camera sua e non è scesa al piano inferiore neanche per mangiare. Ora che ci penso neanche io mi sono preoccupato di vedere come stesse... in fin dei conti non è che le ho rivelato la cosa più allegra di questo mondo... Che mi stia evitando? Probabilmente si, me ne devo fare una ragione. Anche io mi eviterei fossi in lei.
Scuoto la testa e lascio che questi pensieri mi scivolino addosso. Non sono importante io, ma lei. Devo pensare a qualcosa che ci salvi tutti, o almeno provarci.
Corro di sotto da Peeter e Seb e entro in cucina. «Ho un piano.» Esclamo mentre riprendo fiato dalla corsa..
I miei due compagni lasciano quello che stavano facendo e si mettono ad ascoltarmi. «Ho un piano.» Ripeto mentre mi metto a sedere.
«Spara.» Dice subito Seb. E' impaziente. Seb solitamente non è una persona con molta pazienza, ma in questa situazione si sta dimostrando veramente molto calmo. Non riesco proprio a capire come faccia. A me verrebbe voglia di spaccare qualcosa.
Faccio un bel respiro e parlo. «Ho pensato a questo. Avete presente come abbiamo preso Dorothy da Plast?» Annuiscono. «L'abbiamo rapita in un luogo in cui non c'era nessuno per far sì che la sua scomparsa fosse sospetta. Nessuno l'aveva vista, niente era certo e poteva essere successa qualsiasi cosa. Penso che dovremmo fare la stessa identica cosa con Margareth e tuo figlio, Seb.» Concludo guardandolo direttamente.
«Continua.» Mi incita mentre incrocia le bracci al petto.
«Anche questa volta dovremmo fare in modo che sembri un rapimento vero, ma, ovviamente, senza alcun testimone. Se qualcuno ci vedesse potremmo veramente essere nella merda e trascinare con noi tutti gli altri, Dorothy, Margareth e Alex compresi. Dovremmo andare al tuo villaggio e prelevare Margareth senza che nessuno se ne accorga. La popolazione farà il resto, non dirà niente, come suo solito. Penseranno che è semplicemente sparita o morta da qualche parte insieme al figlio piccolo.» Seb mi fulmina con lo sguardo per questa mia ultima frase. Faccio finta di niente. «In fin dei conti rapire Dorothy non è stato così difficile. Dobbiamo sicuramente considerare il fatto chela prima volta abbiamo avuto una resistenza contraria e che eravamo su un territorio di confine, quindi vi erano molte più truppe, al tuo villaggio Seb la situazione dovrebbe essere migliore, e poi, non penso che la tua ragazza opporrà resistenza, vero?»
«No, affatto.» Risponde lui.
«Quindi, che ve ne pare?» Chiedo allargando le braccia. Sono soddisfatto di quello che ho progettato, in fin dei conti, potrebbe veramente funzionare! Spero che sia così anche perché non abbiamo niente di meglio...
Peeter annuisce. «Per me può andare! Seb?»
Seb aspetta prima un po' prima di rispondere. «Non mi convince al cento per cento, ma, d'altra parte, non ho tante alternative...»
«Bene.» Dice Peeter. «Allora ci dobbiamo soltanto organizzare per quando farlo?»
Aggrotto le sopracciglia. «Come quando farlo? Dobbiamo agire subito! Domani!»
Peeter si incupisce. «Come domani?»
«Peeter non hai detto anche te che ormai non possiamo più fidarci di loro? Dobbiamo agire subito prima che si rendano conto di un nostro possibile cedimento. Ci credono deboli sotto questo punto di vista, ma, qui, quelli deboli, sono solo e soltanto loro che ci hanno sottovalutato. Quindi, sì, agiremo domani. Domani mattina ci alzeremo presto per considerare più attentamente ogni dettaglio, ma lo dobbiamo fare domani, su questo non c'è dubbio. Mi dispiace, ma, come ha detto Seb, non abbiamo alternative. Margareth e il piccolo Alex sono in pericolo fin da troppo tempo, io, sinceramente, non voglio avere un'altra vita sulla coscienza. Quindi, ci state o no?»
Seb mi scruta per un paio di secondi ma poi, finalmente, si decide a parlare. «Non eravamo sulla stessa barca?»
Annuisco e sorrido.
Gli ho convinti, il bello sarà convincerli sulla seconda parte del mio piano quando torneremo a casa.
«Bene, adesso andatevi a fare una bella dormita che domani sarà una giornata stressante!»
Seb e Peeter fanno per uscire dalla stanza ma richiamo il primo dei due.
«Cos'è, ci hai ripensato?» Mi chiede subito muovendosi sul posto.
Scuoto la testa. «No, no. Assolutamente. Ti volevo solo chiedere perché ieri mi hai lasciato andare via con Dorothy senza chiedermi niente?»
Seb butta un attimo lo sguardo lontano da me ma poi risponde. «Per questo. Dorian io avevo già deciso. Tutto questo per me è già finito. Per quanto mi riguarda, una volta che Margareth e mio figlio saranno di nuovo con me, tu puoi anche andare a scavalcare quella recinzione e scappare con Dorothy. Non mi importa più di niente. Spero solo che funzioni, perché se non dovesse funzionare ci troveremo davvero nella merda.»
Gli metto una mano sulla spalla. «Funzionerà ogni cosa, fidati. Probabilmente domani a quest'ora potrai essere insieme a tuo figlio e alla tua ragazza.»
«Lo spero anche io.»
«E' bello che tu abbia ancora la speranza nonostante tutto. Spero solo per te che dopo tutto questo tu ti decida a sposare la tua Margareth. Credo che direbbe di sì dopo tutto quello che stai facendo per loro.»
Seb sorride. «Noi siamo già legati per sempre, non serve che ci sposiamo.»
Sorrido. «Sono fortunati ad averti. Io non ho mai avuto nessuno che si preoccupasse per me in questo modo, sono quasi geloso.»
Seb, mentre tiene in mano il pomello della porta della cucina risponde. «Anche lei, Dorian. Anche lei.»
Spazio autrice!❤️
Eccoci con il nuovo capitolo! Che ne pensate? Che cosa pensate che dirà Dorothy quando lo scoprirà?
Ho in mentre un sacco di cose! Siamo solo a metà dell'opera!😍
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