Capitolo 9
Quando raggiunsi Victoria, lei era già seduta sui gradini delle scale che portavano all'entrata del College.
« Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! So che sarei dovuta venire prima, ma ho completamente perso la cognizione del tempo!»
Cercai di scusarmi ma la smorfia arrabbiata di Viky sul suo volto non accennava ad andare via.
E so che aveva ragione, non la potevo di certo biasimare.
«Bella, mi sono preoccupata un sacco! Ma cosa diavolo avete fatto!? »
Sbuffò lei alzando gli occhi al cielo, si alzò e facendomi cenno di seguirla, entrammo dentro al caldo, dato che fuori grosse nuvole cariche di acqua si stavano facendo sempre più vicine e le folate di vento erano sempre più forti. Alla sua domanda la mia mente vagò a qualche minuto fa, e a come Tyler mi aveva raccontato quell'episodio.
«Uhm, niente di ché. Abbiamo fatto un giro e parlato del più e del meno. »
Decisi di non dirle nulla di quel posto, era il nostro piccolo segreto, mio e di Ty. Un posto dove poter star lontani da tutto e da tutti. E aveva scelto me da portare lì, un angolo del paradiso.
« Perché ho come la sensazione che non sia così? »
Alzò un sopracciglio guardandomi come se volesse leggermi dentro. Non le stavo neanche mentendo perché, effettivamente quello che avevamo fatto era solamente parlare. Scrollai le spalle mentre entrambe entravamo dentro la mia camera. Mi buttai sul letto e afferrai il mio cuscino stringendolo al petto.
«Bella... »
Sospirò Victoria mentre prendeva posto al mio fianco poggiando la sua gelida mano contro il mio braccio troppo scoperto. La incitai a continuare e dopo un leggera pausa riprese a parlare:
« Tyler non è un ragazzo adatto per te, so che può sembrare carino, dolce e il ragazzo che tutte noi sogniamo, ma non è così! »
Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa incredula. Ma cosa diavolo stava dicendo?
Certo, non lo conoscevo ancora molto bene, ma da quel poco che ero riuscita a capire, lui non era di affatto un cattivo ragazzo.
« Se è per la storia della rissa, capita tutti i giorni, non sai neanche il motivo quindi Victoria, non puoi giudicarlo già. »
In qualche modo avevo preso le sue difese, non so come, e neanche perché, ma la vocina dentro la mia testa mi obbligava a difendere quel ragazzo.
«Non è solo per la rissa, Bella. Sono successe tante cose prima, cose che tu non sai.»
Alzai per l'ennesima volta gli occhi al cielo e leggermente infastidita, mi alzai raggiungendo la finestra, guardando fuori. La pioggia stava iniziando a scendere, grosse gocce scivolavano lungo la finestra e tuoni riempivano il silenzio che era sceso dentro la stanza.
«Beh, allora illuminami! »
Borbottai acida girandomi a guardare la ragazza che adesso se ne stava tranquillamente seduta a gambe incrociate sul mio letto. Scosse la testa più volte, ma dopo vari tentativi riuscì a strapparle la verità dalla bocca.
«Bella, io.. A me dispiace, ma il tuo amichetto ha fatto qualcosa di orribile, due anni fa»
Il viso di Victoria era pallido e di colpo era diventata nervosa. Feci un passo verso di lei, guardandola e facendogli un cenno con la testa per spronarla a continuare.
«Tyler.. Aveva una ragazza, qui, in questa scuola. Roussel. Nikky Roussel. E lui.. Lui l'ha uccisa.»
Le sue parole mi fecero aggrottare la fronte e dovetti appoggiarmi al davanzale della finestra con le mani per non cadere. Il mio respiro si fece pesante. Cosa diavolo stava farneticando? Victoria si alzò e mi venne incontro, prendendomi la mano.
«Bella, promettimi che starai lontana da lui. È pericoloso ed io non voglio perderti. Mi sono.. Affezionata davvero tanto a te!»
Mormorò con voce bassa, stringendomi la mano. La guardai negli occhi ed annuì, in silenzio.
Camminavo per i corridoi del college, un paio di giorni dopo, tenendo stretto al petto due libri: pozione e storia della magia. Volevo raggiungere la biblioteca il prima possibile per scampare a quelle occhiate che, da due giorni a quella parte, gli studenti lanciavano verso di me.
Qualche testa di rapa aveva visto me e Tyler addentrarci nel bosco e aveva messo su una storia davvero infantile su di noi. Spinsi la porta in legno, rifinita da disegni di animali, fiori rari, e lo stemma della scuola.
Attraversai l'ingresso della biblioteca e camminai spedita verso la sezione tecnologica. Fino alle 18:00 gli studenti potevano utilizzare i computer della scuola per navigare su motori di ricerca, umani e non. Ma dopo le 18 ci voleva un permesso speciale ed io non potevo permettermi di chiederlo ad un insegnante. Dovevo sbrigarmi.
Posai le mie cose sul tavolo e mi misi a sedere sulla sedia in legno, che scricchioló sotto il mio peso. Accesi il computer e posai la mano sul mouse, accedendo velocemente al motore di ricerca selezionando un solo nome: Nikky Roussel.
Aspettai che la pagina caricasse, guardandomi intorno per vedere se qualcuno mi spiava. Solo chi sentiva la coscienza sporca poteva guardarsi intorno in quel modo. Tornai a fissare lo schermo.
Una foto, in primo piano, della ragazza campeggiava alla destra della pagina. Il suo sorriso era raggiante e indossava l'uniforme della scuola. Guardai la descrizione alla sinistra, tutte cose non molto importante.
Era una ragazzina d'origine francese, ma questo si capiva già dal cognome, studente in gamba, vincitrice di vari premi scolastici. Nulla riguardante la sua vita privata in quella scuola. Mi sembra ovvio, chi poteva mai mettere su un sito la vita privata di quella ragazza?
Scesi giù con cursore e cercai qualcosa riguardante la sua morte. Malattia. Così stava scritto, anche se "gli inquirenti della magia non ne sono alquanto certi".
Quella frase, scritta in grassetto nero, mi mise in confusione. Chiusi la pagina, giusto in tempo perché Tyler Hoechlin si fermò vicino a me, poggiando una mano sulla mia sedia e una sul tavolo vicino allo schermo del computer.
Io presi il mio quaderno, scarabocchiando parole senza senso per illuderlo di essere impegnata. Non parlò, voleva farlo ma non parlò. Annuì lentamente, si raddrizzó e si allontanó. La rabbia in lui era palpabile mentre alzavo lo sguardo e lo seguivo finché non scomparve dalla mia visuale.
La campanella suonó, un coro di sospiri di sollievo scese sull'aula. La signorina Yang, colpì il proprio palmo con una lunga bacchetta di legno.
«Vedo che... La campanella ha avuto pietà di lei, signorina Sun. Spero che, per la prossima volta, lei sia preparata per la sua interrogazione.»
La voce bassa e tagliente, dell'insegnante di erbologia, fece tremare la ragazza cinese di fronte a lei che annuì e corse velocemente al suo banco per raccogliere le sue cose mentre il resto della classe stava già uscendo.
Io misi la mia borsa in spalla e mi avviai verso l'uscita della classe, tenendo i libri stretti al petto. Avrei visto Victoria in mensa, per pranzo. Non appena uscì sentì degli occhi fissarmi. Mi girai e fu qualcosa di cui mi pentì perché Tyler era poco lontano, dalla porta dell'aula da cui ero uscita, e mi fissava con le braccia incrociate.
Socchiusi gli occhi, mi girai e camminai verso l'uscita dell'edificio. Lui si staccò dal muro e mi camminó dietro, velocemente, come se avesse avuto paura che di punto in bianco potessi scomparire. Attraversai il giardino verso l'edificio dove si trovava la mensa mentre lui guadagnava terreno. Si fermò di fronte a me, obbligandomi a fare altrettanto.
Non alzai il viso, rimasi a fissare le mie scarpe. Rimanemmo in quel modo per paio di secondi, il suo affannó mischiato al leggero vento che faceva ondulare la mia gonna.
«Bella ho, come l'impressione che tu mi stia evitando. Perché?»
La sua voce tagliò l'aria ed io sussultai appena, ingrandendo gli occhi. Alzai il viso e, finalmente, lo guardai negli occhi. Non parlai, non c'è n'era bisogno. Girai il viso e lo superai, camminando velocemente verso la porta dell'edificio. Lui si girò e continuò a camminarmi dietro.
«Bella, cazzo, rispondimi almeno! Me lo devi!»
«Non ho niente da dirti, Tyler» mi fermai, con la mano sulla maniglia della porta.
«E non ti devo proprio niente..» sussurrai, con occhi lucidi, per poi aprire la porta, entrare e richiudermela alle spalle. Solo pensare che aveva messo a tacere la vita di una ragazza mi stringeva il cuore. Soprattutto dopo aver scoperta che era la sua ragazza. Sarei morta con quel tormento?
-Spazio Autrici-
Io e Monica, leggiamo tutti i vostri commenti e siamo molto contente che la storia inizia ad appassionarvi anche se siamo solo a nove capitoli!
Spero continuerete a seguire la storia perché ne succederanno delle belle!
Al prossimo aggiornamento. ;)
SERVAME16
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