Capitolo 7

Come si dice?

Chi dorme non piglia pesci.

Bhe, evidentemente avevo preso parecchi pesci, quella notte.
La sera prima, rientrata al college dopo lo spaventoso evento nel bosco, la direttrice mi aveva vista girovagare per i corridoi e così mi aveva punita.

Avevo passato tutta la notte a pulire il parcheggio della scuola, insieme alle sue statue alte e imponenti. Solo alle prime luci dell'alba la direttrice mi aveva permesso di tornare in camera mia schiacciare un paio di ore di sonno prima dell'inizio delle lezioni.

Mi sentivo uno straccio e mi trascinai, con quelle poche energie rimaste, su per le scale verso la mia camera.

Quando arrivai la mia mente stanca notò una grossa coperta di fronte alla mia camera ed un bigliettino scritto a mano su di esso. Mi guardai intorno, come se potessi vedere chi fosse stato, e mi piegai per affarrare il tutto. Entrai in camera mia e buttai la coperta sul letto disfatto, sedendomi su di esso e aprendo il foglio piegato semplicemente a metà e una semplice frase:
"È pericoloso andare in giro di notte. T."

Dovetti leggere quell'unica frase un paio di volte per rendermi davvero conto di cosa ci fosse scritto, tanta era la stanchezza.

Quell'unica lettera, T, mi metteva in confusione. Chi diavolo poteva essere? Poi, una vocina nel mio subconscio, mi suggerì la risposta. La voce di Victoria che m'intimava di stare lontano da Tyler. Sgranai gli occhi e, improvvisamente, il mio corpo e la mia mente erano perfettamente svegli e vigili.

Uscì dalla mia camera e inizia a correre verso la camera di Victoria, emozionata dalla notizia!

Pochi minuti dopo mi trovavo seduta ai piedi del letto con una Victoria appena sveglia, dai capelli blu letteralmente scompigliati e con una lunga striscia sul viso, colpa del suo cuscino.

«Uhm.. Puoi ripetermi, nuovamente, cosa ti ha scritto?»

Victoria stava letteralmente dormendo da seduta.

Io alzai gli occhi al cielo e rilessi.

«È pericoloso andare in giro di notte. T
Tyler ha lasciato questo bigliettino insieme alla mia coperta, di fronte alla mia camera!»

Victoria mi guardava come se fossi un gatto con una sigaretta fra le zampe.

«Siete andati a letto insieme?» 

«Cosa? Assolutamente no! A stento ci parliamo, Viky...» esclamai, sconvolta dalle due parole.

«Allora come faceva ad avere la tua coperta?». Rimasi immobile.

Cavolo, era vero. Era un punto fondamentale che avevo tralasciato, tanto ero emozionata di aver ricevuto qualcosa da parte sua. Victoria tirò un sospiro ed alzò gli occhi verso il soffitto quando la voce della direttrice invase i locali, svegliando gli studenti per l'inizio della giornata. Io rimasi a fissare il foglio, in silenzio, delusa.

«Uhm... Credo che tu debba andare a fare una doccia, tesoro, puzzi. E per quanto riguarda la storia del bigliettino, non scervellarti più di tanto. Sarà uno scherzo stupido, ne fanno di continuo. Magari qualcuno ha trovato questa coperta in giro da qualche parte e l'ha lasciata di fronte alla tua camera senza sapere che effettivamente era tua!»

Annuì, delusa dalla prospettiva di Victoria. Quasi sicuramente aveva ragione e io mi ero emozionata tanto per nulla. Mi alzai e, tenendo il foglietto in una mano, mi trascinai fuori dalla camera di Viky, con la promessa di vederci in mensa.

Spinsi le alte porte, bianche e scorrevoli della mensa,con entrambe le mani dando vita al terribile brusio di studenti. La mensa era una sala davvero enorme: doveva contenere praticamente tutti gli studenti di quella scuola, di qualsiasi età e qualsiasi corso.

Nonostante ciò non fù difficile individuare Victoria che, con i suoi lunghi capelli neri e blu, si distingueva dalla massa di studenti.  Presi un vassoio e, velocemente, lo riempì con: una tazza di latte e zucchero, un paio di biscotti secchi e un cornetto alla crema.

Attraversai i corridoi creati dai diversi tavoli a panche bianco sporco e raggiunsi Victoria, sedendomi di fronte a lei.

«Finalmente sei arrivata! Pensavo di dover chiamare la polizia e denunciare la tua scomparsa!» esclamó lei, ridacchiando.

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa, abbassando il viso verso la mia tazza.

Accanto a lei c'era un ragazzo pallido, vestito di nero, i suoi occhi privi di pupille e, me ne accorsi solo quando mi sorrise, dei grandi canini. Sgranai gli occhi istintivamente e girai il viso verso Victoria che mi guardava in modo divertito.

«Bella, ti presento Philip. È un escluso. Non ha nessun potere in particolare ma è immortale, e questo penso la dice lunga!» mormorò ed io annuì appena, con aria scioccata.

«Bella, è davvero un bel nome. Sai, hai una bella anima...» mormorò Philiph con voce calma e bassa, tenendo lo sguardo, se così si poteva dire, verso di me.

«Co-come... Scusa?» domandai, avvicinando appena l'orecchio verso di lui. Victoria s'intromise. 

«Come hai potuto vedere non ha le pupille. Dio non ha avuto la bontà di donargli la vista. Quindi distingue le persone e le cose dalla loro anima. Figo, vero?»

annuì, lentamente, sempre più scioccata per poi abbassare il viso verso il mio vassoio facendo colazione il più velocemente possibile. Quasi mi strozzai con un biscotto quando vidi, con la coda dell'occhio, Tyler Hoechlin sedersi accanto a me e posare il suo vassoio di fronte a sé sul tavolo. Alzai il viso verso Victoria che ricambió il mio sguardo, con un misto di confusione e smarrimento,ma lo abbassó velocemente sul suo cellulare. Lo sentì salutare Philip, seduto di fronte a lui, con una stretta di mano degna di due vecchi amici.

Continuai a fare colazione, questa volta lentamente, senza alzare gli occhi.

«Come stai,Tyler? Ultimamente non ci vediamo più molto...» Philip gli parlava con entusiasmo, come se fossero amici da tanto tempo.

«Si, Phil, hai perfettamente ragione. Purtroppo ho dovuto cambiare qualche corso, ricordi? Quindi ho avuto da fare e non ho potuto più accettare i tuoi inviti per la colazione o per altro. Ma spero di potermi ritagliare un momento per quella pesca sul ghiaccio che ti piace tanto!»

rispose Tyler, ridacchiando. Lo stava prendendo in giro o era mia impressione? Vidi che Philip annuiva, ridendo, per poi tornare a parlare con Victoria di qualcosa a cui non ero interessata. Sentivo gli occhi di Tyler addosso e la cosa mi metteva talmente così ansia che sentivo il mio corpo sudare sotto gli abiti, una maglia a barca bianca con delle stelline argentate ed un paio di leggins neri con uno shorts a jeans.

Poco dopo lui finì la sua colazione e si alzò, lasciando un foglietto sul tavolo, portando via il suo vassoio vuoto. Girai il viso e lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava dal me e si avvicinava ad un grande cesto nero per l'immondizia buttando i resti della sua colazione e riposando il vassoio nella pila vicino a lui.

Non appena  ebbe attraversato le alte porte scorrevoli della mensa io mi girai e presi il fogliettino bianco, spinta dalla curiosità, leggendolo.

"Sapevo che la curiosità ti avrebbe spinto a leggerlo... "

Colpita e affondata!
D'istinto mi guardai intorno. Sembrava quasi di sentire la sua voce ridermi dietro, prendendomi in giro. Continuai a leggere.

"Spero che avrai l'onore di saltare le lezioni oggi per un giro turistico con me. Se ti va, mi trovi vicino alla statua del grande lupo nel parcheggio della scuola. T."

Rimasi a fissare il bigliettino per alcuni secondi senza sbattere ciglia quando la voce di Victoria mi fece sussultare. Alzai il viso di scatto verso il suo, confuso e preoccupato.

«Bella, che succede?»

«Mi ha chiesto di saltare le lezioni con lui...»

-Spazio autrici-
Ecco il settimo capitolo, ringraziamo Monica che ha scritto interamente questo magnifico capitolo! Vi ringrazio ancora per i commenti stupendi che ci lasciate e per le stelline che fanno sempre piacere.
Al prossimo aggiornamento! :)
SERVAME16

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