Capitolo 12

Crediti a BlackHolexx per la splendida copertina.
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《No, assolutamente no! Quel vestitino è davvero troppo corto.》

《Dai Bella, provalo per me...》

Alzai gli occhi al cielo sentendo il tono di Victoria che mi pregava di indossare il vestitino che teneva in mano. La nostra squadra aveva vinto la partita di hockey e per festeggiare -come ogni volta- tutti gli studenti si riunivano in un locale per persone come noi. Non so come e perché ma Viky mi aveva convinto a venire con lei. La sua espressione da cane bastonato avrebbe convinto chiunque!

Afferrai il vestitino e dieci minuti dopo stavo esaminando il mio corpo difronte allo specchio. Non era poi così corto, arrivava più o meno sopra le ginocchia e metteva in risalto la mia silhouette.

《Allora? Non è stupendo?!》

Esultò Viky unendo le mani davanti a sé. Spostai i miei capelli su una spalla e dopo aver convinto me stessa annuì.

《Ma niente tacchi, non voglio rischiare di morire con il collo spezzato!》

La ragazza scosse la testa mentre una smorfia di disappunto si fece spazio tra il suo volto.

《A volte sai essere davvero esagerta!》

Borbottò mentre sistemava i suoi capelli in larghe onde e terminava il trucco. Al contrario mio, Victoria aveva deciso e indossare tacchi vertiginosi e un vestitino davvero troppo corto. "Se possiedi delle qualità, mettile in mostra." Mi aveva detto riferendosi al suo seno prosperoso e al suo sedere davvero perfetto!

《Ammettilo, ci siamo perse!》

Sbuffai guardandomi intorno. Il locale si trovava fuori città ed era da più di trenta minuti che Victoria girovagava senza un meta per le strade di Nizza. Alla fine parcheggiò in un piccolo spaziale vuoto e tirò fuori il cellulare. La guardai smanettare con quest'ultimo per poi portarlo all'orecchio.

《Vincent?》

Cosa diavolo stava combinando?

《Sí, sono io! Io e una mia amica ci chiedevamo se potevi portarci al locale dove si terrà la festa . . . Sí? Ottimo! Ti invio la mia posizione . . . Perfetto e a dopo!》

Dopo aver riattaccato digitò velocemente qualcosa e riposò il cellulare dentro la sua borsetta.

《Victoria, ti sei dimenticata di me?! Chi hai chiamato?》

Chiesi sinceramente infastidita, ed ecco un problema di Victoria: prende decisioni senza prima consultare la sotto scritta!
Si girò a guardarmi poggiando una mano sulla mia spalla.

《Fidati di me!》

E detto ciò, stacco la cintura di sicurezza e scese dall'auto richiudendosi la portiera alle spalle.

Scesi a mia volta, velocemente dall'auto e la raggiunsi incrociando le braccia al petto.

《No, non mi fido!》
Borbottai mettendo il broncio. Victoria poggiò una mano sul suo petto in modo teatrale mentre una smorfia di delusione si faceva spazio sul suo viso.

《Come puoi? Oh...》

Scoppiai a ridere quando fece finta di svenire tra le mie braccia.
Diversi minuti dopo il rumore di un auto in lontananza si fece sempre più vicino e due fari illuminarono le nostre figure. Un auto scura sí avvicinò a noi fermandosi del tutto, doveva essere sicuramente il ragazzo che Victoria aveva chiamato.

《Vincent! Finalmente sei arrivato.》

Esclamò lei avvicinandosi al finestrino che il ragazzo aveva precedentemente abbassato.

《Scusate per il ritardo ragazze, ma la colpa è tutta del mio amico!》 Lo sentì parlare.

《Su, salite.》

E dopo averci invitato a salire sull'auto, mise in moto e sfrecciò sulla strada guidando verso il locale.

《Ragazze, lui è Nicholas!》

Un altro ragazzo stava tranquillamente finendo la sua sigaretta. Nel buio dell'auto riuscì solo a scorgere i suoi capelli ricci e biondi. Sembrava alquanto taciturno.

《Io sono Victoria e lei è Bella!》 Disse Viky fin troppo eccitata! Il ragazzo dai capelli biondi si girò e posò i suoi occhi su di me per poi buttare fuori il fumo dalla sua labbra. Tossì appena sventolando una mano davanti al mio viso per poi guardare stranita Nicholas. Qual'era il suo problema?

Diversi minuti dopo eravamo già arrivati. Il locale si trovava parecchi km fuori dalla città, un scritta al led blu veniva illuminata ad intermittenza segnando il nome di quello che sembrava un pub.

Scendemmo dall'auto e grazie alla luce fioca del lampione riuscì a vedere il ragazzo dai capelli biondi.
Un accenno di barba si mostrava ai lati del suo viso, i suoi occhi erano di un profondo azzurro e le labbra color ciliegia sottili erano piegati in un sorrisino.

Mi sentì immeditamente a disagio, i suoi occhi furbi sembravano ossevarmi con attenzione, come se aspettasse qualcosa.

Ringraziai il cielo quando Victoria afferrò il mio braccio tirandomi all'interno del locale.
Immeditamente una nube di fumo ci invase, la luce era troppo fioca per un locale così grande.

Diversi divanetti rossi e in pelle erano posti ai quattro lati della stanza, un piccolo bancone al centro dove un barista serviva i vari clienti e infine un tavolo da biliardo circondato da uomini di mezz'etá.

《Victoria, dove ci hai cacciate?》

Borbottai al suo orecchio mentre ci dirigevamo verso una scala che portava al seminterrato. Un uomo robusto e alto almeno due metri se ne stava fermo davanti al primo gradino. Completamente vestito di nero, il viso serio ed impassibile. Vincent si avvicinò a quest'ultimo e dopo avergli sussurrato qualcosa all'orecchio, l'uomo si spostò lasciandoci passare.

La musica si faceva già sentire, e quando la porta del seminterrato venne aperta ci colpì in pieno, l'odore di alcol e fumo. Era veramente insopportabile.

《Cosa ci fai qui? Non sembri una ragazza adatta a feste di questo tipo!》

Disse Nicholas affiancondomi, mentre ci facevamo spazio tra la folla di ragazzi che si muovevano spostandosi da una parte all'altra.
Mi girai a guardarlo per qualche secondo convinta di essermi immaginato tutto, ma quando il ragazzo mi guardò alzando un sopracciglio, mi resi conto che stava aspettando una mia risposta.

《Victoria mia ha costretto.》 Scrollai le spalle. Ed era vero. Mi aveva letteralmente trascinato dentro la sua auto.

Come attratta da qualcosa mi girai immeditamente; Tyler se ne stava seduto su un divano tenendo un bicchiere a mezz'aria. Stava ridendo mostrando la sua adorata fossetta, era circondato da ragazze che sembravano pronte a qualsiasi cosa pur di stare tra le sue braccia.

I suoi occhi incrociarono i miei e per un attimo, per uno spaventoso secondo il mio cuore perse un battito. I suoi occhi si assottigliarono quando si spostarono velocemente da me a Nicholas che se ne stava al mio fianco parlando di qualcosa che al momento aveva davvero poca importanza.

《Bella, vuoi qualcosa da bere?》

Il contatto con Ty fu interrotto da Nicholas che si piazzò davanti a me per ottenere la mia attenzione. Annuì distrattamente troppo concentrata per guardare il ragazzo dietro di lui. Aveva distolto lo sguardo ma il suo volto era ritornato serio, quasi infastidito.

Mi girai e iniziai a camminare verso la parte del seminiterrato che sembrava più tranquilla, dove avevano allestito anche un piccolo bancone con solamente alcool. Avevo perso di vista Victoria e quel Vincent, non che la cosa mi preoccupasse ma dovevo ritornare al college con lei, o avrei fatto più di dieci km a piedi.

《Hai visto Victoria?》 Dissi afferrando il bicchiere che Nicholas mi stava porgendo.

《No, ma stai tranquilla è in buone mani.》

Annuì, portando il bicchiere alle labbra e buttando tutto giù d'un fiato. La gola iniziò a bruciarmi, cosa che mi fece sgranare gli occhi, sentendo quella sensazione spostarsi lentamente fino allo stomaco.

Non era poi così male, in fondo. Girai il viso verso il ragazzo che mi sorrideva, compiaciuto. Aprì la bocca per dire qualcosa, forse offrirmi un altro di quel drink, ma la voce squillante di Victoria si inserì al suo posto obbligandomi praticamente ad alzarmi e a seguirla verso un gruppo di ragazzi e ragazze seduti su dei divanetti intorno ad un tavolino in vetro.

Cosa diavolo..?

《Il gioco della bottiglia!》 Sussuró Victoria, con un sospiro malefico.

Non sapevo se essere contenta di essere l'unica ancora lucida dopo neanche quindici minuti dall'inizio della festa oppure spaventata dal modo in cui tutti mi guardavano con aria cospiratoria. Fatto sta che mi misi a sedere su un divanetto fra Vincent e Victoria.

Nicholas si mise a sedere su una poltrona, alla sinistra del divano dove ero seduta io, mentre una ragazza stile emo prese la fragile bottiglia vuota di birra e la girò.

Lentamente, man mano che l'alcool iniziava a fare effetto, iniziavo a divertirmi e a prenderci gusto. Mi avevano praticamente obbligato a fare di tutto: bere un paio di bicchieri di un drink di cui non ricordo neanche il nome né il sapore o il colore, andare da un perfetto sconosciuto e dire di essere lesbica, fare versi e movimenti di animali esotici.

Tyler si era avvicinato: adesso stava in piedi, vicino il divanetto posto di fronte al mio, poggiato sullo schienale con entrambe le braccia, osservando attentamente tutti giocare. Tutti, particolarmente me e Nicholas.

Me n'ero accorta fra un giro di bottiglia e l'altro, i suoi occhi si spostavano da me a lui continuamente. Avrei tanto voluto chiedergli cosa c'era che non andava!

Sbattei le palpebre, tornando alla realtà, quando una ragazza del gruppo esclamó:

《Nicholas! Ahm... Devi... Portare Bella in una stanza. Hai dieci minuti per fare quello che vuoi di lei. Se non tornate dopo dieci minuti significa che siete andati a letto insieme!》

Sgranai gli occhi, avvampando visibilmente a quelle parole.
Un coro di 《Oooh!!》 si levò dal gruppo, ma non era questo a preoccuparmi: Tyler era scattato, raddrizzandosi, a quelle parole e mi fissava in modo piuttosto serio come se volesse scavare nei miei occhi per sapere cosa e se avrei fatto qualcosa.

Spostai gli occhi, interrompendo il contatto visivo, su Nicholas che ridacchiava. I nostri occhi s'incontrarono e mi sorrise, piegando appena il viso, come a chiedermi il permesso. Sorrisi e mi alzai, aggiustando il vestitino, mentre Nicholas mi raggiunse.

Lo presi per mano e lo seguì, silenziosamente, mentre dietro di noi tutti sghignazzavano. Tyler si paró di fronte a noi, poco lontani dal gruppo di gioco, mi guardó negli occhi e sussurrò.

《Cosa stai facendo Bella? È pericoloso, sei brilla, non farlo.》

Socchiusi gli occhi e guardai altrove.

《Torna pure dalle tue amichette, Tyler. Non ho bisogno che tu mi protegga, so farlo da sola.》

E detto ciò lo superai, seguendo Nicholas dentro ad una delle numerose camere da letto. Entrai e mi girai, in tempo per vedere il viso di Tyler prima che la porta si chiudesse.

Il sospiro di Nicholas squarció l'aria.

《Se non vuoi fare nulla, non preoccuparti, possiamo rimanere qui e fargli credere di aver fatto chissà cosa.》 Il suo viso si girò verso il mio, accennando un sorriso gentile. Mi guardai intorno per poi scuotere la testa, avvicinarmi a lui e poggiare una mano sul suo petto.

L'acool mi dava un coraggio che non avrei mai avuto in vita mia, tanto da spingermi a baciare uno sconosciuto, prima lentamente poi sempre con più voglia, più desiderio. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, attirandomi al suo corpo.

Potevo sentire il calore passare dal suo corpo al mio, penetrando attraverso gli abiti e la pelle. Scese con le mani, giù lungo il sedere, stringendolo e spostandomi verso il muro.

Appoggiai la schiena ad essa e le sue labbra rimasero contro le mie, ansimanti, permettendomi di sentire la puzza di alcool e il calore del suo fiato. Ma non era fastidioso, non era sgradevole, la sensazione di star sbagliando però lentamente si faceva sempre più vicina, mandando via il coraggio che l'alcool mi aveva donato.

《Sei... Davvero una bomba, Bella sai? Mi piacerebbe... Mi piacerebbe...》

Le sue mani si spostarono sotto la gonna del mio vestito, accarezzando le cosce e su verso gli slip. Aprì gli occhi e lo guardai, abbassando le mani sulle sue braccia, per fermarlo.

《No, Nicholas, non voglio. Scusami...》

Aprì gli occhi e mi guardò, tirando un sospiro deluso. Si allontanò appena, passando la mano fra i capelli.

《Scusami... Io...》

Scossi la testa,accennando un sorriso. 《Vorrei... Ti piacerebbe accompagnarmi al college?》

Sorrisi, piegando appena il viso da un lato. Il suo viso s'illuminó, annuendo, aprendo la porta e permettendomi così di uscire. Non appena fui uscita Tyler mi venne praticamente addosso.

《Cosa ti ha fatto? Spero per voi che abbiate solo parlato, perché sennò...》

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai con aria annoiata. Cosa gli succedeva? Dio, era solo una dannata festa!

《Mi spieghi qual'è il tuo problema, Tyler?》Lui si fermò e anch'io lo feci.

《Un demone. Sul serio, Bella. Un demone? Vuoi andare a letto con un demone?!》

Sbraitó, la vena del suo collo si era gonfiata, pulsando. Sgranai gli occhi e feci un passo indietro, sussultando al suo tono. Socchiusi gli occhi e mi raddrizzai, pensando di avere un'aria autorevole.

《Un ché? Tyler, non sei mio padre né mia madre né un mio tutore. Posso fare quello che voglio e non sarai di certo tu a rovinarmi la festa.》

Lo guardai con rabbia per poi superarlo. L'alcool mi aveva resa più sicura di me stessa e aveva tirato fuori parole dalla mia bocca che, da sobria non avrei mai detto e sicuramente domani mattina me ne sarei pentita amaramente. Il comportamente di Tyler però mi disturbava, quale era il suo dannato problema?!

-Spazio autrici-
Eccoci!
Cosa ne pensate del dodicesimo capitolo? Perché Tyler si è comportato così?
Ha fatto bene la nostra Bella ad andare con Nicholas?
È sopratutto cosa ne pensate del bellissimo Nicholas?
Lasciateci un vostro commento, diteci cosa ne pensate, questa cose fanno sempre piacere!
Al prossimo aggiornamento ;)
SERVAME16

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