Capitolo 25 - Tutto bene? (R)

Anno Domini 2531 – 468 della Nuova Era
Oceano Atlantico – Accademia Militare di Fairpoint

Il piano inferiore dell'Accademia, quello riservato al settore medico, ha proprio l'aria di un vero ospedale. Il cemento e la pietra sono stati sostituiti da mattonelle molto più igieniche che riflettono la sterile luce che piove dall'alto dalla solita fila di tubi al neon. Da ogni parte vediamo affaccendarsi personale in camice blu, tutti con lo stemma degli Insediamenti Umani impresso sul petto con l'unica differenza della strisciolina dorata assente sul colletto degli infermieri.

Sulle pareti dipinte di bianco sono apposti cartelli che indicano i vari reparti in cui sembra essere suddivisa, ma a noi ne interessa solo uno.
All'interno di un grosso cartello arancio campeggia a caratteri cubitali la scritta "Quarantine – Authorized Personal Only" e sotto a quella una serie di simboli parecchio inquietanti che mi ricordano molto quelli presenti sui fusti dei prodotti chimici dei miei tempi. C'è una piccola fiammella con a fianco il simbolo di un teschio, una X e l'inconfondibile emblema delle sostanze radioattive.

"Invitante..." - penso fra me osservando quella sfilata di disegni e pensando a come dev'essere l'ambiente all'interno di questo reparto.

-Giulia dev'essere lì dentro.- suggerisce Caled con un'osservazione in verità molto poco necessaria accennando con la mano alla porta accanto al cartello.
Si tratta di un ingresso dall'aria decisamente inquietante: due battenti metallici dall'aspetto molto pesante con finestrelle di vetro sulla metà superiore ed a fianco, montato sul muro, si trova un pannello con un pulsante rosso.

-Accesso negato.- è la risposta che ottiene mia sorella dopo aver premuto il pulsante.
Evidentemente dev'esserci qualche sistema di sicurezza supplementare che viene attivato dalla pressione del comando di apertura delle porte. Chissà, forse si tratta semplicemente di un confronto fra una lista di codici identificativi di microchip autorizzati e quello della persona che sta richiedendo l'accesso: se il microchip richiedente è presente nella lista il meccanismo scatta e le porte si aprono, in caso contrario l'accesso è negato.
-Dannazione!- esplode Giorgia picchiando frustrata un pugno sulla barriera di metallo che rimbomba profondamente.

-Si può sapere dove diavolo pensate di andare, voi quattro?- domanda una voce alta e severa, tagliente e fredda come una scheggia di ghiaccio.
Voltandomi vedo il Dottor O' Brien avvicinarsi a grandi passi da una stanza posta all'inizio del corridoio in cui ci troviamo.
-Direi che è abbastanza evidente, Doc!- rispondo in tono altrettanto gelido cercando di non scompormi più di tanto anche se sto per scoppiare a ridere all'espressione che ha fatto al sentirsi apostrofare "Doc". Ok, lo confesso, l'ho fatto apposta per irritarlo, il fatto è che questo tizio proprio non mi piace... non mi è piaciuto dal primo momento.

-Non potete accedere a quest'area!- afferma il Dottor O' Brien ponendosi a braccia incrociate davanti alle porte come una guardia, quasi non avesse presente che siamo in quattro contro uno e fra noi ci sono tre soldati: se solo volessimo non sarebbe assolutamente un problema costringerlo a collaborare o semplicemente toglierlo di mezzo.
-Questo mi sembra evidente, Doc!- lo schernisce mia sorella seguendo il mio esempio -Allora forse ci può dare Lei qualche notizia su mia figlia, sul Soldato Giulia Rossetti!-
Non è una domanda, neppure una richiesta. Sembra decisamente più un ordine e anche di quelli abbastananza perentori. Se fossi nei panni del tipo davanti a noi non so quanto mi converrebbe mettermi a questionare con una donna armata di pistola ad energia e per di più in "modalità madre protettiva".

-Da collega a collega: - interviene la Dottoressa McCoy cercando di tagliare un po' la tensione - ci può dire qualcosa sulla situazione della paziente?-
-Da collega a collega... più o meno... le condizioni della paziente sono buone, considerando l'accaduto! Le tossine non sembrano aver lasciato tracce nell'organismo né effetti perduranti...- la informa il Dottor O' Brien passando dall'antipatia ad ignorarci completamente concentrandosi esclusivamente sulla donna davanti a lui. A quanto pare, pur occupandosi entrambi di scienza, non la considera propriamente una collega occupandosi lei di semplici ricerche mentre lui è impegnato nella nobile missione di salvare vite umane, ma per lo meno pare mostrarle un pizzico in più di rispetto.

-Se aspettate cortesemente qui vado a controllare gli esiti degli ultimi esami e se tutto sarà a posto ve la manderò fuori tra qualche minuto.- si congeda l'uomo voltandoci le spalle e premendo a sua volta il pulsante rosso sulla parete mentre noi annuiamo silenziosamente all'unisono.
-Accesso autorizzato.- risuona la stessa voce robotica di prima, e con un beep prolungato i pesanti battenti d'acciaio si separano con un rombo richiudendosi un istante dopo con uno schianto sordo.

-Accomodante, il Dottore, eh?- osserva la McCoy una volta che siamo rimasti soli.
-Già.- conferma Giorgia -Almeno con i colleghi. Per quel che riguarda me stavo per mandarlo a quel paese, per essere un tantino più educata di quello che penso in realtà!-
Tutti scoppiamo a ridere, anche Caled.
Evidentemente, anche se la sua storia con Giulia è finita ormai da un po', tiene ancora a lei almeno a giudicare da come si era richiuso in sé stesso fino a poco fa quando abbiamo scoperto che sta davvero bene. Non è che si fosse neanche chiuso esattamente in sé stesso: per la maggior parte del tempo non parlava o comunque molto poco e nelle poche occasioni in cui si sbloccava sbroccava di brutto com'è accaduto poco fa su dal Comandante Adams.

Le nostre risate vengono interrotte da un debole ma comunque molto ben distinguibile sibilo pneumatico proveniente da qualche parte oltre l'ingresso alla zone di Quarantena.
Un momento dopo il sibilo si ripete terminando con uno schianto, quindi anche la porta esterna si apre soffiando.
Oltre la soglia, all'interno di una stanzetta cubica formata da griglie metalliche, si trova Giulia. Sembra perfettamente in forma, come d'altra parte era anche prima di venire praticamente sequestrata dal Dottor O' Brien.

-Allora, Giulia, tutto bene?- domanda Caled facendo un passo avanti verso di lei.
-Sì, certo, benissimo!- risponde mia nipote badandogli appena per poi dirigersi verso di me -Allora, zio, quando ce ne andiamo?-
"Dio, mi fa morire dal ridere, certe volte!" - penso mentre lei si ferma fra me e la madre con uno sguardo pieno di attesa, come se ci fossimo quasi dati appuntamento in questo posto e fossimo stati noi ad arrivare in ritardo.
Il borbottio di Caled, vagamente indispettito per essere stato praticamente ignorato o quasi, viene coperto dal rombo delle porte del Reparto di quarantena che col solito possente botto tornano chiuse.

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Anno Domini 2531 – 468 della Nuova Era
Sistema di Trasporto

Da quando siamo saliti sul Trasporto e abbiamo lasciato l'Accademia nessuno ha parlato più molto.
Io, Giulia e Caled ogni tanto scambiamo qualche parola anche se siamo tutti molto stanchi sia fisicamente sia mentalmente.
Giorgia invece si è come isolata, rimanendo particolarmente silenziosa. È come se, una volta allacciata la cintura, si fosse chiuso un qualche circuito che l'ha isolata dal resto del mondo. Ogni tanto sia io sia Giulia ci voltiamo a guardarla, ma regolarmente la troviamo a fissare il vuoto della parete di metallo del Trasporto, come se solo lei vi vedesse qualcosa di estremamente interessante...

Quando il vagone si ferma e tutti ci slacciamo le cinture per uscire Giorgia rimane invece seduta e legata, come se non si fosse neanche accorta che ci siamo fermati.

Faccio cenno agli altri di scendere ed aspettarci all'interno della sezione riservata della Stazione Centrale, tanto arriveremo subito.

-Hey, Gio'? Gio', ci sei?- la chiamo sedendomi di nuovo sul sedile accanto al suo.
-Eh? Cosa? Cosa c'è?- mi chiede lei vagamente disorientata guardandosi intorno.

-Saremmo arrivati, Gio', non te ne sei accorta?- le sorrido a metà fra il comprensivo e la presa in giro, anche se in realtà sto iniziando a preoccuparmi un po': non l'ho mai vista così distratta, che io ricordi.
-No, non... non ci avevo fatto caso, scusa... è tanto che siamo fermi?-

-Solo un paio d'ore... No, scherzo, tata, saranno due minuti neanche.- mi correggo subito al suo sguardo scandalizzato.
Insieme ci alziamo e finalmente usciamo dal binario.

-Cos'hai, Gio'? Sei strana da un po'...- le domando mentre camminiamo lungo il binario per raggiungere l'ingresso alla Stazione.
-Sì... sì sì, tutto a posto, Mike, tranquillo...!- risponde lei incerta come se mi stesse ancora una volta a malapena ascoltando, per poi fermarsi ed appoggiarsi con le spalle alla parete sbuffando profondamente.

-Gio', ora sto iniziando a preoccuparmi!- esclamo fronteggiandola mentre cerco di scorgere qualche indizio nei suoi occhi azzurri come il cielo della Superficie.
-È tutto ok, fratellino, davvero!- insiste lei evasiva, ma non ci casco neppure per un secondo.

-Smettila, tesoro!- ribatto io avvicinandomi per evitare che si sposti dal punto dove si è appoggiata. -Ti conosco troppo bene... non mi inganni. Di solito non sei così, quindi c'è qualcosa che ti frulla in questo cervellino bacato.-
Finalmente un mezzo sorriso attraversa il suo volto a quella presa in giro mentre le accarezzo la testa.
-E va bene, mi sa che hai ragione: mi conosci troppo bene perché riesca a nasconderti qualcosa.- ammette lei abbassando gli occhi tornati improvvisamente spenti... No, neanche spenti: sono proprio tristi.

-Spara!- la incoraggio.
-Non so neanch'io di preciso...- risponde lei vaga -Da quando siamo arrivati sull'isola ho avuto dei pensieri... boh, cose un po' sconnesse, in realtà, ma... Non so ancora neanch'io di preciso che pensieri...-

-A proposito di cosa, Gio'? Dimmi, dài!-
-Te l'ho detto, fratellino, non lo so ancora... Ora che siamo tornati tutto sta iniziando a farsi più incasinato, ora che ho più tempo per pensarci a missione finita! E più ci penso più tutto si incasina!- eslcama Giorgia esasperata -Vorrei solo capirci qualcosa di... di tutta questa storia...--

-Se lo dici tu...- rispondo incerto per poi avvicinarmi ancora, sollevarla da quel muro gelato e abbracciarla stretta -Però qualsiasi cosa sia... quando mai ti chiarirai le idee io ci sono, Gio', lo sai, vero?-
-Lo so, fratellino, lo so! È sempre stato così anche prima e... e da quando siamo arrivati qui ti sei incollato ancora di più a rompere le palle!- ride lei riprendendosi un pochino nel prendermi in giro -Adesso andiamo dagli altri così finalmente arriviamo a casa!-

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Anno Domini 2531 – 468 della Nuoa Era
Stazione Centrale

-Già di ritorno?- domanda la Guardia di sicurezza appostata fuori dall'Area Riservata della Stazione Centrale nel vederci ricomparire attraverso la porta di sua competenza solo poche ore dopo averla attraversata nella direzione opposta.
-La cosa è durata meno del previsto.- confermo io badando solo marginalmente all'uomo mentre io e gli altri ci allontaniamo verso i binari dedicati ai Trasporti civili.

-Allora, ragazzi, sembra che qui le nostre strade si dividano, a quanto pare!- ci sorride la Dottoressa McCoy quando ci fermiamo di fronte ad un pannello luminoso che segnala quali Trasporti stiano per partire sui vari livelli.
-Pare di sì.- confermo io adocchiando gli orari -Il tuo Trasporto parte tra 4 minuti, Ellie!-
-Già...- conferma la Dottoressa adocchiando a sua volta l'orario proiettato accanto alla sigla SRS 39.72.A che identifica la sua Stazione di Ricerca.

-Grazie di tutto, ragazzi... di essermi venuti a ripescare, della compagnia, di... di tutto!- eslcama la Dottoressa sorridendoci allegra; a quanto pare anche lei non vede l'ora di tornare ad un ambiente a lei più familiare.
-Figurati, Ellie! L'abbiamo fatto per dovere, cosa credi?- le rispondo io guadagnandomi un dito medio da parte sua che ci fa scoppiare a ridere tutti -A parte gli scherzi... non c'è problema. Però adesso restiamo in contatto, se possibile, ok?-

-Certo! A presto, allora, Mike! Ragazzi, ci si vede!- ci saluta infine avviandosi verso la scala mobile che la porterà al livello inferiore.

-Bene, Squadra, - riprendo tornando serio mentre scorro di nuovo la lista dei Trasporti - sarà meglio che ci muoviamo anche noi, al piano di sopra c'è il nostro. Parte tra... sei minuti.-
-Finalmente si torna a casa!- esclama Giulia felice rompendo qualsiasi protocollo o formalità per le quali Adams si era tanto raccomandato almeno in pubblico e schizzando di corsa in avanti verso la scala mobile per il piano di sopra -Muovetevi, tartarughe! Altrimenti vado a casa da sola!-

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