Anno Domini 2531 – 468 della Nuova Era
Oceano Atlantico – Accademia Militare di Farpoint
L'ufficio del Comandante Adams è arredato in modo sobrio e strettamente votato all'efficienza, riflettendo il carattere di colui che lo occupa.
Al centro della stanza si trova una scrivania di metallo nero con incorporato un terminale, la stessa che ho visto in qualsiasi altro ufficio e che avevo anche nel mio durante il breve periodo trascorso a lavorare nel Progetto Risveglio. Intorno alla scrivania sono disposte alcune seggiole oltre alla poltrona occupata sul lato opposto dal Comandante. Lungo le pareti è allineata una serie di scaffali occupati da schedari elettronici, mentre sul muro di fondo si trova un Sintetizzatore sovrastato da un enorme schermo incassato nella pietra.
-Sedete, Signori, avanti...! Sì, anche Lei, Dottoressa, abbiamo bisogno anche del suo contributo.- ci ordina il Comandante Adams già seduto in poltrona una volta che siamo entrati tutti nel suo ufficio e la porta automatica si è richiusa alle nostre spalle.
Nel silenzio più assoluto, disturbato lievemente solo dal debole ronzio del tubo al neon, prendiamo tutti posto: io al centro affiancato sulla destra da mia sorella Giorgia e sulla sinistra dalla McCoy accanto alla quale si accomoda anche Caled.
-Credo che abbia qualcosa per me, è esatto, Comandante Ferraris?- esordisce Adams. Non si tratta neppure di una vera e propria domanda, quanto piuttosto quasi di un'affermazione.
Annuisco alzandomi per estrarre la scatolina dalla tasca e consegnarla nella mano tesa dell'ufficiale di fronte a me. Questi la ripone al sicuro in un cassetto della scrivania prima di tornare a rivolgersi a noi.
-Bene, Signori, nelle prossime ore procederemo ad analizzare i dati scaricati dai computer interni delle vostre tute al fine di ricavare un'idea il più precisa possibile delle condizioni esatte della Superficie. Fino a questo momento ne abbiamo avuto solamente osservazioni indirette, per lo meno da qualche tempo a questa parte, quindi le nostre sono per ora esclusivamente speculazioni. Nel frattempo vorrei sentire direttamente da voi quali sono state le vostre impressioni, le vostre sensazioni, riguardo la Superficie.- ci spiega il Comandante Adams nel suo solito tono basso e controllato, quasi fossimo intorno al tavolino di un bar a discutere dell'ultima partita di campionato e non in procinto di stendere un rapporto su una missione militare.
-Le nostre impressioni?- domanda sorpresa la Dottoressa McCoy; sicuramente non si aspettava esattamente come me un approccio così "personale" alla missione.
-Esattamente, Dottoressa! Vede, per le letture meramente numeriche abbiamo già a disposizione quel che ci serve.- spiega pazientemente l'ufficiale rivolgendosi ora esclusivamente alla donna - Sfortunatamente... o fortunatamente, veda Lei... l'approccio alla Superficie non si limita esclusivamente ad una mera questione meccanica; ci sono altre questioni da considerare: l'aspetto psicologico legato al trasferimento stesso, il cambio di ambiente, l'ambiente naturale rispetto a quello controllato degli Insediamenti... E tutto questo non vi sono dati statistici che possano farcelo comprendere, per questo dobbiamo concentrarci sulle esperienze riportate dai nostri uomini inviati lassù.-
"In effetti ha senso" - penso fra me mentre sento, solo vagamente, come da una certa distanza, la voce della Dottoressa al mio fianco iniziare a raccontare: "Effettivamente per loro dev'essere forse ancora più difficile uscire in Superficie di quanto sia stato per me e Giorgia e Giulia. Anzi, non più difficile... questo no. Diciamo che più che altro sono state due esperienze estremamente complesse da affrontare, ma per motivi del tutto diversi".
-Comandante Ferraris? Comandante? È ancora con noi?-
La voce di Adams mi riporta alla realtà dell'ufficio.
"Merda, mi ero proprio perso nei miei pensieri...! E per fortuna che nessuno sa quali pensieri!" - rifletto raddrizzandomi sulla seggiola di metallo per darmi un minimo di contegno.
-Cosa... cosa stavate dicendo?- domando cercando di recuperare il filo del discorso.
-Ben tornato fra noi, soldato!- mi rimprovera tagliente il Comandante Adams fissando lo sguardo affilato dei suoi occhi color acciaio dritto nei miei pensieri...- cerco di giustificarmi un po' goffamente, anche se a dire il vero penso che già se ne fosse reso conto da solo.
-Pensieri che riguarderebbero, se è lecito chiedere?- replica appena un po' acido l'ufficiale alzando un sopracciglio color sabbia.
-Be', Signore...- comincio senza sapere esattamente neppure io cosa dire o da dove iniziare a spiegare quello che mi frullava per la testa -Il fatto è che... che non è una situazione facile da affrontare, e non parlo solo della componente pratica della cosa. Penso che per... per qualcuno nato nel Post Separazione... nella Nuova Era... che sia difficile da immaginare ma...-
La mia voce si spegne lentamente, forse è qualcosa di troppo difficile da esprimere a parole.
-Quello che il Comandante Ferraris vuole dire, credo, è che è stata un'esperienza abbastanza provante almeno dal punto di vista psicologico.- interviene in mio aiuto Giorgia prendendo la parola. Una grande, mia sorella... ci siamo sempre capiti al volo, almeno da quando ci siamo conosciuti un po' meglio - Sa, venendo dal Pre Separazione abbiamo ben presente quello che era il mondo che abbiamo lasciato, il mondo prima della Terza Guerra Mondiale. Era già stato molto difficile risvegliarsi in quest'epoca così profondamente diversa dalla nostra, nel sottosuolo e tutto il resto... E infine, quando si viene finalmente rimandati all'aperto, trovare un mondo così simile a quello che si è lasciato eppure per certi altri versi così profondamente estraneo... rivedere ambienti che si conoscevano come le proprie tasche completamente stravolti nell'aspetto ed in tutto praticamente...-
-Non posso dire di comprendere a pieno, ragazzi!- la interrompe il Comandante Adams lasciando per un momento cadere la sua fredda corazza da soldato efficiente guardandoci con qualcosa di simile a vera comprensione negli occhi; è comunque qualcosa di estremamente volatile che scompare poco dopo, sostituito dalla consueta aria da duro -Però dovete ricordare che siete Soldati appartenenti all'Esercito di Difesa degli Insediamenti Umani e come tali dovete al Corpo la massima devozione ed efficienza. È molto difficile, lo capisco, ed è anche sconsigliabile farlo completamente, ma dovreste cercare di lasciare un minimo spazio alle emozioni troppo intense che potrebbero distogliervi dai vostri compiti.-
-Signorsì, Signore! Certo, Signore!- ribattiamo io e Giorgia all'unisono raddrizzandoci sulla sedia.
Che tipo, il Comandante Adams! Un altro ci avrebbe rimproverato aspramente: l'istruttore Barns ci avrebbe praticamente scuoiati vivi, ad esempio, se fosse successo qualcosa di simile! Ed invece Gregory Adams no: poteva sembrare un rimprovero ma chi come noi ci ha avuto a che fare anche per poco tempo sa che c'è di più dietro. In realtà si trattava di una sorta di raccomandazione, seppur espressa in toni duri ed autoritari: si trattava di qualcosa detto per il nostro bene, per aiutarci a compiere al meglio il nostro dovere ed a compierlo nella massima sicurezza.
-Una cosa dovrebbe saperla prima di vederla in video, Signore!- azzardo io qualche momento dopo interrompendo ancora un altro lungo silenzio. "Meglio essere chiari da subito per evitare sorprese spiacevoli in futuro".
-Avanti, parli, Soldato!- ordina il Comandante Adams con un cenno della mano, focalizzando di nuovo la sua piena attenzione esclsivamente su di me.
-La Superficie non è esattamente come la immaginavamo: c'è vita, lassù, Signore... vita intelligente. E noi... noi siamo entrati in contatto con quella vita intelligente.- rispondo io tutto d'un fiato, ansioso di vedere la reazione che la notizia avrebbe indotto nel mio superiore.
-Di cosa sta parlando, Ferraris?- domanda Adams lasciando per una volta cedere in parte la sua maschera di rigida efficienza che lascia posto ad uno sconcerto al limite dello scetticismo.
-Lo vedrà meglio dai nostri video, Signore! Comunque quello che penso io è che si tratti dei discendenti di quelli che durante la Terza Guerra non riuscirono a raggiungere in tempo gli Insediamenti. Non sembrano così differenti da noi a parte per l'altezza mediamente superiore alla nostra ed una forza fisica maggiore.-
-Sono ostili? In che genere di relazione potremmo immaginare di trovarci, con queste creature?- mi interroga il Comandante Adams abbandonando lo scetticismo per tornare immediatamente il solito, pragmatico se stesso.
-Indubbiamente si tratta di esseri tecnicamente molto arretrati: - comincio a spiegare - avendo vissuto per tutto questo tempo in mezzo alle radiazioni superficiali hanno dovuto adattarsi in qualche modo alla fauna mutata essendo privi dei mezzi tecnologici che abbiamo sviluppato qui. Utilizzano i pochi materiali che hanno a disposizione e cercano di cavarsela in qualche modo dando qualche scarna parvenza di organizzazione...-
-Dobbiamo aspettarci reazioni ostili?-
-Francamente non saprei, Signore! Indubbiamente sono quelli che hanno rapito la Dottoressa McCoy e non siamo ancora riusciti a capirne i motivi. Noi stessi inizialmente siamo stati catturati e detenuti.-
-Per certi versi comprensibile.- borbotta fra sé il Comandante Adams come parlando da solo più che a noi -Ipotizzando che probabilmente abbiano perso ogni cognizione tecnologica assieme alle capacità per riacquisirle... dovete essere sembrati una sorta di invasori o qualcosa del genere. Immagino, ora che ci penso, che sia qualcosa di analogo a come reagiremmo noi se i Lunari scendessero ora sulla Terra.-
-Lo penso anch'io, Signore!- confermo annuendo deciso -Anche se il livello tecnologico, e forse intellettivo, è cambiato... quello che non cambia è la natura dell'essere umano. I modi di ragionare ed i risultati che emergono da questi ragionamenti sono probabilmente rimasti i medesimi, solo mediati da altre considerazioni, nel nostro caso!-
-Siete riusciti a comunicare in qualche modo con questa popolazione?-
-Non nel modo tradizionale, Signore! Parlano una lingua sconosciuta. Ogni tanto pare di intravedervi qualche sorta di scheda ricorrente o qualche indizio di parole vagamente riconoscibili ma... ma nessuno di noi è riuscito ad entrare in comunicazione con i Terrestri.-
-Ed allora come avreste ricavato le informazioni che state riportando, Soldato?- domanda scettico Adams.
-Osservazione, Signore. Osservazione, deduzioni puramente personali, e forme di comunicazione alternative.- spiego io temendo dentro di me la direzione che sta prendendo la conversazione.
-Altre forme di comunicazione... ad esempio?-
-Be', diciamo che siamo entrati in contatto maggiormente con alcuni membri della comunità, contatti anche abbastanza... be', immagino che lo vedrà da sé. Comunque, personalmente mi sono trovato ad interagire quasi esclusivamente con una ragazza con cui comunicavo attraverso semplici disegni tracciati sul terreno e una specie di nostro linguaggio gestuale più o meno universale che siamo riusciti in qualche modo a sviluppare... Nulla di importante o estremamente complesso, questo no, ma riuscivamo con difficoltà a comprenderci più o meno bene.-
Mentre racconto queste cose un'immagine si materializza nella mia mente. Dai recessi più profondi della coscienza emergono immagini di un soldato in tuta verde ed una ragazza dai lunghi capelli neri che tracciano improbabili sgorbi sul terreno. Chissà dove sarà Diana e cosa starà facendo... chissà che non stia subendo un qualche genere di conseguenza da parte di quello che penso sia suo padre a causa dell'amicizia dimostrata nei nostri confronti...
-Sicché Le sembrano tutto sommato pacifici, salvo i fraintendimenti iniziali!- riassume conciso il Comandante Adams riportandomi nuovamente alla realtà di questo momento e di questo ufficio.
-Ritengo personalmente di sì, Signore! A mio parere non sembrano rappresentare una minac...-
-Non sono minacciosi?! Di che diavolo stai parlando, Mike?!-
Tutti ci voltiamo a fissare Caled che è scattato in piedi come una molla. Il Comandante Adams in particolare lo sta squadrando come se avesse appena proclamato di volersi trasferire fra i Lunari.
-Stai calmo, Cal!- gli rispondo in tono basso a metà fra un consiglio ed un ordine. Solitamente non bado più di tanto alla forma accettando anche proteste di quel tipo se poi rientrano in una situazione di normalità. Qui però si tratta di altro: si tratta di vedere il mio ruolo di Comandante della Squadra minato in presenza del mio direttore superiore e non voglio rischiare di perdere questa posizione. Non si tratta di ambizione, o non solo di quella, per lo meno; il fatto è che me li sono guadagnati, i gradi, e inoltre guidando la Squadra potrò essere certo di non mettere mai in eccessivo pericolo le persone a cui tengo di più in quest'epoca.
Caled non si muove, non fa alcun accenno a tornare a sedersi e continua a fissarmi con qualcosa di simile a rimprovero negli occhi anche se in effetti ora rimane in silenzio, la vena sulle tempie che pulsa lievemente.
-Rimettiti seduto, Cal! Questa cosa la chiariremo poi.- gli ordino fermamente facendo uno sforzo enorme per non alzarmi a mia volta e ricacciarlo di forza sulla sedia. Un tempo avrei ceduto di botto alla rabbia e sarei scattato come una molla come ha fatto lui, ma ora le cose sono molto diverse. Forse è merito dell'addestramento compiuto qui che mi ha dato un certo autocontrollo, o che sia merito di qualcosa che ho letto in passato, non ricordo neppure io dove, fatto sta che rimango fermamente incollato sulla sedia a schiena eretta e testa alta, parlando con un tono basso e fermo per trasmettere al mio compagno la sensazione che il controllo sia ancora fermamente in mano mia: non ricordo dove l'ho letto o chi me l'abbia insegnato, ma credo di ricordare che in un confronto anche aspro la posizione dominante sia restare seduto, appunto per trasmettere all'altro l'idea di essere ancora in pieno controllo del gioco.
-Le conviene ascoltare il suo Comandante, Soldato! Non vorrà disobbedire ad un ordine diretto di fronte a ben due ufficiali, vero?- sibila Adams cercando a sua volta di riportare il mio amico alla ragione.
-Al diavolo gli ordini!- esplode Caled battendo furioso un pugno sulla scrivania. "Dio... questo è proprio partito!" -Lo sente, cosa diavolo sta dicendo? Secondo questo qui i Terrestri sarebbero uguali a noi! Sarebbero pacifici cucciolotti da compagnia! Hanno rapito uno dei nostri e iniettato Hallah solo sa cosa ad un altro! E vogliamo ancora prenderci in giro? Non solo ostili? Saranno sì e no trecento, su quello schifo di isola... se mandiamo su cinque Squadre sistemiamo la faccenda in due giorni!-
"Ok, ora mi hai proprio rotto, Cal!"
-Senti un po' Caled!- lo interrompo a voce più alta di quanto avrei voluto, ed ora mio malgrado mi ritrovo senza quasi accorgermene in piedi a mia volta fronteggiando il mio compagno anche se gli arrivo sì e no alla spalla -In primo luogo ci terrei a ricordarti che "questo qui" è il tuo cazzo di Comandante, chiaro? Vedi di ricordartelo, se non vuoi che le cose cambino, in questa Squadra! In secondo luogo potrei ricordarti che "la porcheria" che la ragazza ha iniettato a Giulia le ha salvato il culo? Ora vedi di calmarti e rimetti le chiappe su quella dannatissima sedia, ok, Soldato?-
Finita la mia tirata torno io per primo a sedermi rendendomi conto di avere il fiatone e la gola un po' secca come se avessi appena finito di correre.
Il Comandante Adams si limita ad annuire in silenzio, mentre Giorgia mi fa un mezzo sorrisetto da un angolo della bocca e fissandola mi rendo conto che mi sta facendo il segno del pollice in su.
-Già, dimenticavo la tua nuova fidanzata...! - sibila acido Caled a mezza voce tornando pesantemente a sedersi.
Il Comandante Adams mi lancia uno sguardo interrogativo per il più breve degli attimi prima di riprendere a parlare rivolgendosi a tutta la Squadra.
-Bene, ragazzi, direi che per ora ho tutto quello che mi serve. Andate a riposare, mi sembra evidente che ne abbiamo tutti bisogno. Può andare anche Lei, Dottoressa McCoy; se vuole fermarsi a 39.75.C con gli altri invierò un ordine all'Amministratore di trovarle un alloggio temporaneo prima che riparta per la sua Stazione di Ricerca.-
-Non serve, grazie Signore!- risponde la donna alzandosi come per uscire il prima possibile dall'aria pesante di questo ufficio.
-Lei rimanga un momento, Comandante Ferraris... ho bisogno di scambiare due parole con Lei!- mi richiama Adams vedendo che anch'io sto per alzarmi.
"Che diavolo c'è, ora? Che stia per arrivare la lavata di testa che temevo per la scena di poco fa?" penso mentre tutti gli altri escono dall'ufficio lasciandomi solo con il padrone di casa.
-Beve qualcosa, Ferraris?- mi chiede il Comandante Adams una volta rimasti soli facendo ruotare la poltrona sul proprio perno fronteggiando il Sintetizzatore.
-Ehm... un caffè, magari? No, aspetti, un espresso sarà meglio.- rispondo correggendomi all'ultimo momento ricordando le origini americane del mio superiore e richiamando alla mente con terrore la cosa che, almeno ai miei tempi, chiamavano caffè al di fuori del mio Paese.
L'uomo digita una serie di comandi sul tastierino della macchina che dopo un momento inizia a ronzare mentre dietro lo sportello compare la solita sfera di luce bianchissima.
-Volevo parlare con Lei della Squadra.- esordisce il Comandante voltando la sedia di nuovo verso di me e poggiando le due tazzine fumanti sulla scrivania per poi spingerne una verso la mia parte.
"Ecco, ora sgancia la bomba!" - penso afferrando il manico bollente della tazzina di ceramica.
-Ho notato che fra Lei ed i suoi uomini c'è un rapporto particolare, diverso da quello che ci si aspetterebbe da una Squadra tradizionale, per così dire!- continua Adams appoggiandosi più comodamente allo schienale della poltrona -In sé non è nulla di sbagliato, anzi, dimostra la fiducia reciproca che ognuno di voi ha nei confronti degli altri. Forse però dovrebbe rivalutare almeno in parte la cosa. Vedo che qualcuno all'interno della Squadra tende a prendersi un po' troppe libertà.-
-Si riferisce al Soldato Husseini, giusto?- domando sorseggiando la bevanda nera che mi ustiona le labbra.
-Esattamente.- conferma l'altro -Naturalmente non dovrà stravolgere completamente le dinamiche fra voi, ma dovrà cercare di ripristinare una certa disciplina per lo meno per quel che riguarda gli ordini che impartisce di fronte ad altre persone. I rapporti fra voi o al di fuori della Squadra non mi interessano, ma di fronte alle altre Squadre ed ai civili va mantenuta una certa immagine.-
-Certo, lo capisco, Signore!- confermo abbassando lo sguardo sentendomi improvvisamente inadeguato al compito che mi è stato affidato: non sono mai stato uno così in grado di imporre la propria volontà o le proprie decisioni su quelle degli altri.
-E soprattutto tenga d'occhio Husseini: è volenteroso e tutto il resto, ma francamente mi sembra che a volte travalichi un tantino i confini.-
-Già, un tantino.- confermo azzardando un mezzo sorrisetto visto che anche Adams non sembra più così serio, ora!
-Passando ad altro...- aggiunge dopo un po' di tempo poggiando le tazzine ormai vuote nel Sintetizzatore per farle scomparire -Le vorrei parlare delle vostre prossime missioni. Sto pensando di mandarvi nuovamente in Superficie tra qualche tempo.-
-Quando, Signore?- domando sorpreso. "Non c'è proprio un attimo di pausa, in questo posto?"
-Ancora non lo so di preciso. Il fatto che siate entrati in contatto con la popolazione dei Terrestri apre tutta una serie di nuovi interrogativi, nuove prospettive che sarebbe opportuno non lasciare inesplorate. Aspetti, so benissimo qual è la Sua obiezione: la mancanza di comunicazione verbale e la difficoltà di qualunque altro genere di scambio. Sto valutando un'ipotesi a cui vorrei che prestasse atenzione. Vorrei un Suo parere su questo progetto.-
"Come, come? Il Comandante di tutti i Comandanti della Difesa vuole un parere? E lo vuole da me? Che diavolo sta succedendo?" - penso sconcertato da questa richiesta così inusuale. Forse è motivata solamente dal fatto che siamo stati io e la mia Squadra a stabilire il primo contatto, ma comunque è un onore per certi versi essere consultati direttamente per qualcosa di così importante.
-Di cosa si tratta, Signore?-
-Sto pensando di creare un team di esperti che lavori ad un nuovo dispositivo da incorporare alle tute per l'esplorazione superficiale.-
-Che genere di dispositivo, se posso chiedere?-
-Ritengo possibile creare una sorta di dispositivo di traduzione simultanea.- spiega l'uomo facendosi un po' incerto, evidentemente si sta addentrando in un campo a lui alquanto estraneo. Fortunatamente, però, in questo caso stiamo entrando in un settore a me ben noto avendo fatto in tempo ad ottenere la Laurea in Lingue straniere prima di venire messo in Stasi.
-Come pensa di ottenere uno strumento del genere, Signore? Non sappiamo nulla della lingua dei Terrestri anche se ammetto che ci siano degli schemi vagamente riconoscibili e parole che ricordano qualcosa di simile alle nostre lingue. Ma...-
-Appunto su questa base pensavo di iniziare a lavorare. Ritengo di poter far analizzare le registrazioni delle vostre tute ad un team di esperti per cercare di stabilire almeno a spanne di cosa stessero parlando i Terrestri nelle scene di cui siete stati testimoni. Poi sulla base di queste osservazioni...-
-No, aspetti... vuole dirmi che vuole... Non mi dirà che avete archiviati da qualche parte i dizionari di tutte le lingue...-
-Naturalmente li abbiamo, Ferraris! Lei è ancora relativamente nuovo di queste parti e non ha ancora un'idea precisa di quello che possiamo fare di questi tempi. Abbiamo computer in grado di confrontare enormi banche dati in un tempo brevissimo e...-
-No... non mi vorrà dire che... Mi sta dicendo che sulla base delle ipotesi formulate sul contenuto dei video vuole confrontare la loro lingua con tutti i dannatissimi dizionari del mondo e... e tentare di ricostruire da zero un'ipotesi linguistica teorica?-
-L'idea di base sarebbe esattamente quella, mi fa piacere vedere che tiene il filo del discorso.- conferma Adams annuendo soddisfatto.
-Ma... ci vorranno anni per completare un progetto del genere... Dio solo sa se è persino possibile una cosa così...-
-Si tratta di ipotesi, come Le ho precisato.- ammette il Comandante Adams stringendosi nelle spalle -Ma se con un colpo di fortuna riuscissimo a tirarne fuori qualcosa di buono... sarebbe un passo rivoluzionario nella storia degli Insediamenti Umani.-
-Se ci riuscirete sarà una diavolo di rivoluzione, questa cosa!- esclamo realizzando in un istante l'impatto della mole di lavoro che ci sarebbe dietro un progetto simile e cosa significherebbe riuscire a portarlo a compimento.
-Quindi posso contare su di Lei e sulla Sua Squadra? - domanda il Comandante Adams, anche se in effetti suona quasi più come una constatazione.
-Signor sì, Signore! - rispondo risoluto: -In qualunque momento per qualunque missione.-
-Mi auguro di veder confermate queste parole con i fatti, quando verrà il momento, Comandante Ferraris!- osserva il Comandante Adams guardandomi serio negli occhi.
-Signor sì, Signore! Certo, Signore!- replico io fermamente scattando sull'attenti come da protocollo quando il colloquio con un superiore si conclude.
-Ora usciamo di qui!- ordina Adams attraversando la porta e dirigendosi verso l'ingresso dell'Accademiac -La contatterò appena ci saranno novità.-
-Cosa diavolo fa, lì, fermo come un palo?- mi richiama l'uomo elargendomi uno dei suoi rarissimi sorrisi veri e propri prima di lasciare la struttura: -Non ha un pezzo della Sua famiglia da recuperare al piano di sotto? Avanti, Soldato, fuori dalle palle!-
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