4.0
Max
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La foto
Spielberg, Austria,
Luglio 2022
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Quando mi avvisarono dell'articolo che era stato pubblicato nei miei confronti e sul suo contenuto, mi trovavo nella sala riunioni della Red Bull e la mia testa smise di connettere.
Il mio corpo funzionava male, qualcuno avrebbe detto, le mani che tremavano, la testa pesante; ero accecato dalla rabbia ma la cosa peggiore era che dentro di me sentivo quelle parole come verità e questo mi fece ancor più perdere la ragione.
Mi alzai bruscamente dalla sedia imbottita su cui mi avevano sistemato prima di darmi la notizia.
«Chi l'ha scritto?» Domandai cercando di trattenermi, ma era chiaro che il mio cervello stesse andando a fuoco.
«Kyla Knight, di SportNoW.» Christian Horner mi mostrò il volto della ragazza, non sapendo che aveva appena fatto l'errore più grande. Era quella fottuta amica che Abigail si era portata la sera nel Principato di Monaco, che era sparita con Lewis da qualche parte a metà serata. Era una cazzo di giornalista.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Uscii di corsa dalla stanza, non dando retta alle parole del Team Principal, correndo per il paddock e cercando il box Ferrari. C'erano appena state le premiazioni della gara a Spielberg e io non ne ero uscito vincitore, ma in quel momento non contava nulla, l'unica cosa che volevo era trovare l'ingegnere.
Entrai così velocemente che quasi scardinai la porta, le persone mi guardarono confuse, dato che non riuscivo a confondermi con gli uomini vestiti in tuta completamente rossa; osservai tutto quanto come se fosse la prima volta.
L'unica persona che vidi fu Carlos Sainz, che sembrava avere un grande nervoso addosso.
«Ascolta, sai dov'è Abigail?» Quasi gridai e lo spagnolo venne colto alla sprovvista perché non mi vide probabilmente arrivare.
«In realtà no. Dopo quello che è successo là fuori, l'ho persa di vista.» Rispose quasi incazzato e questo mi fece focalizzare sulla situazione. Merda, Charles e Charlotte.
La curiosità mi fece sbollentare un po': «Perché cosa è successo?» Domandai inizialmente, ma una nuova ondata di rabbia mi fece cambiare idea: «No, lascia stare, dimmi dove posso trovarla.» Mi sforzai di chiedere almeno per favore, capendo che si trattasse di un momento no anche per lui.
«Lo sapessi, sarei con lei, non credi?» Mi attaccò Carlos senza pietà, facendomi capire che Abigail stesse male, da qualche parte da sola.
«Ok, se la trovo prima io ti scrivo.» Appoggiai qualche secondo la mano sul suo braccio, quasi come se volessi scusarmi del mio brutto approccio.
Non la trovai per tutto il pomeriggio, decisi quindi che avrei lasciato perdere almeno per quel momento e non l'avrei disturbata con alcun messaggio. La sera mi incontrai con un mio amico che da qualche anno abitava in Austria e ci demmo appuntamento al locale vicino al circuito, uno dei pochi che c'erano.
Entrai con un pelo di anticipo, avendo bisogno di bere per alleggerire l’intera giornata e così feci, fin quando dei capelli rossi accesero una lampadina nel mio cervello.
Dovevo parlarle e quindi mi avvicinai velocemente.
«Abigail! È da oggi pomeriggio che ti cerco. Sei sparita, nessuno sapeva dove trovarti… Volevo scriverti un messaggio, ma insomma, non volevo disturbare.» Dissi dopo aver attirato la sua attenzione con una mano sulla spalla.
«Mad Max, hey… Dovevi dirmi qualcosa?» Mi rispose sorridente, anche se i suoi occhi raccontavano tutta un'altra storia.
«Ti va di uscire un momento?» Le chiesi, osservando i movimenti dei suoi amici, che sembravano piuttosto confusi. Lei annuì e mi seguì fuori dal locale, in un angolo più appartato. Nel frattempo scrissi a Carlos e lo avvisai della posizione della rossa.
«Non vorrei invadere la tua privacy, ma non ho potuto fare a meno di notare ciò che è successo oggi…» Cercai di argomentare per non sembrare troppo diretto.
La ragazza davanti a me però sembrava in un pianeta tutto suo e capii che aveva sofferto fin troppo quel giorno, la scena che io avevo dato per scontata e avevo osservato superficialmente, potevo notarla riflettersi nei suoi occhi, pieni di tristezza e confusione.
Le mie braccia si mossero senza che la mente avesse il tempo di fermarle e per un momento le mie difese si infransero e l'abbracciai.
Mi raccontavo di averlo fatto per lei, che anche se la conoscevo appena, vederla così sconvolta mi aveva portato a comportarmi in quel modo, la realtà era che ero io ad avere bisogno di calore umano. Mi sentii quasi bene, quasi aggiustato, come se due cuori rotti potessero riunirsi con quel contatto.
Ma durò pochissimo, rinsavii e tornai a debita distanza dalla mia interlocutrice. D'improvviso mi sentii in imbarazzo, chi si comportava in quel modo?
Cercai di riprendere il controllo e cambiai discorso.
«Dimmi un po'...» Dissi con tono piatto, lei si accigliò, probabilmente avevo completamente cambiato espressione.
«La tua amica, quella Kyla, fa di cognome Knight?» Domandai cercando di non irritarmi a quel nome, lei rimase interdetta e vidi una rotellina immaginaria girare nella sua mente. Poi semplicemente annuì e mi chiese se fossi interessato a lei.
«Mi interessa sapere o meno, se ha scritto lei questo articolo. Giusto per sapere con chi me la devo prendere.» Dopodiché le passai il mio telefono, che avevo tirato precedentemente fuori aspettando la sua risposta e le mostrai una foto. La foto.
Lei osservò qualche secondo lo schermo del mio telefono e aggrottò la fronte rimanendo per qualche secondo in silenzio.
«Leggi pure ad alta voce, magari io ho letto male.» La incitai, forse in modo troppo brusco perché prima di iniziare a leggere mi guardò, probabilmente cercando di capire il senso di tutto ciò.
«Max Verstappen viene definito dai tifosi “Mad Max”, ma credo che sia un nome troppo gentile da affibbiargli. Il campione in carica, mostra sorrisi e si fa amare dai suoi fan, che purtroppo non conoscono la verità su questo ragazzo.
"Campione mondiale" è il titolo che ha ricevuto, ma solo per pura fortuna mista a gioco sporco, e non sicuramente per la sua bravura. È “mad” anche nei confronti dei dipendenti della Red Bull; se il ragazzo non vince, potrai stare sicuro che qualcosa all’interno dei box verrà rotto, oppure rovinato. Se vince, c’è la probabilità che le sorti siano le medesime e la testa di qualcuno volerà lo stesso.
Tratta i dipendenti come se lavorassero per lui, solo perché è uno spocchioso che crede di essere la star del momento, ma di concreto non c’è niente, solo un ego gigantesco e un’aggressività innata.
Chiedo alle persone di rivalutare l’idolo che credono che sia, perché questo l’ho capito restando solo durante i Gran Premi nel paddock, provate a immaginare cosa significherebbe lavorare lì.
Articolo completo a pag. 2
Kyla Knight.» Concluse sussurrando il nome della sua amica con una sorta di stanchezza, mi diede l’impressione di essere stremata dall’intera giornata.
«Aspetta un secondo…» Disse e mi restituì il cellulare e recuperò il suo, digitando alcune cose su di esso e portandolo all’orecchio.
«Kyla ma cosa ti salta in testa?» Urlò la rossa senza risparmiarsi, mi diede l’impressione di sfogarsi contro la persona sbagliata, gridando tutto il suo risentimento che in realtà era verso il pilota della Ferrari.
«Perché ti sei inventata quelle cose su Max? E’ una brava persona, l’hai conosciuto! Cazzo Kyla!» Continuò senza cambiare tono e quasi mi veniva da dirle di lasciar perdere.
«E’ venuto da me a chiedermi se fossi tu, cosa dovevo fare, mentirgli? Cazzo, è un bravo ragazzo, hai scritto delle cose bruttissime.» Sospirò allontanandosi di qualche passo, lasciandomi dietro di lei e non permettendomi di sentire altre parole della sua amica.
«Lascia stare, era solo per sapere, non è la prima volta che mi capita. Stai serena, davvero» Mi avvicinai lentamente, appoggiando una mano sul suo braccio «Chiamami se hai bisogno, il mio numero lo hai.» Aggiunsi, vedendo Carlos Sainz parcheggiare davanti a noi. Lei disse qualche parola riguardo al Gran Premio di Francia e la salutò, girandosi mortificata verso di me.
Continuai a rassicurarla e lasciai perdere l’intera situazione, vedendo come ciò si stava riscuotendo su di lei. Decisi che avrei direttamente parlato con quella Kyla e mi allontanai, rimanendo qualche secondo a osservare i due ragazzi che si abbracciarono davanti a me, come se l’uno senza l’altro non riuscissero a sorreggere il peso della vita. Sorrisi amaramente e me ne andai, non riuscendo a smettere di pensare a che cosa avrei detto a quella giornalista.
Capisci di aver trovato la persona che non vorresti accanto nella tua vita, quando è esattamente uguale a te. Reagisce come te, pensa, scherza e vince come te. Conosceva bene come rapportarsi con gli altri: trasformava i difetti delle persone a suo favore. Li faceva diventare una debolezza, una mossa vincente dove solo lei poteva dominare.
Però forse aveva dimenticato che io ero più forte in questo gioco, mi avevano insegnato a farlo da tutta la vita.
Max Verstappen non perde mai.
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Giuro che dopo questa volta l'articolo non lo leggerete mai più, sono certa che ne avete la nausea 😂
Ho voluto postare questo capitolo, perché dal prossimo non si torna più indietro, si va oltre il momento di uscita dell'articolo di Kyla...
Per i fan di Carlos e Abigail, se leggete tra le righe e ricordate cosa diceva l'ultimo capitolo del primo volume... "in quella sera d'estate ... la mia vita cambiò".
Spero che qualcuno si segni le cose ahahah
Spero vi sia piaciuto, lasciate una stellina se vi va👀
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A presto,
ire
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