2.0

Kyla 

🏎️

Mercedes

Londra, Inghilterra,
Giugno 2022

🏎️

«Devo insegnarti io come funzionano i giornali, o lo sai?» Alzò il tono della voce Gerard, il mio capo.

«So come funzionano, ma non posso inventarmi una storia su di lui, esclusivamente perché lo fanno tutti.» Risposi facendo riferimento all’articolo che mi era stato chiesto su Max Verstappen.

Dall’altra parte del mondo, Abigail, la mia migliore amica, nonché ingegnere all’interno della Scuderia Ferrari, mi aveva avvisato che stava per cominciare il Gran Premio di Montreal, a cui non avevo potuto partecipare per tutte le pressioni che il lavoro mi stava causando. 

Scrivere un articolo che smascherasse un pilota che neanche conoscevo, che avevo incontrato solo qualche volta all’interno del paddock nelle poche volte che ero stata mandata o nelle serate a Monaco, mi metteva ansia. Forse avrei dovuto scrivere ad Adalia, che nel trio insieme a me e alla rossa, era quella che sapeva prendere le decisioni in modo più razionale. Adalia Blevins era una nostra compagna di università, con cui avevamo legato molto in quegli anni, solo che per via del suo lavoro e della sua famiglia si era trasferita a Norimberga, dove aveva iniziato a lavorare nell’azienda tedesca di famiglia. Non ci vedevamo quasi da un anno, ma forse era arrivato il momento di una riunione d’amicizia, come ai vecchi tempi.

From: Kyla
To: Adalia

I primi giorni liberi che hai di vacanza?

From: Adalia
To: Kyla

Forse nella pausa estiva della Formula Uno, ho anche una novità, poi vi racconto.

Sorrisi all’idea di come tra di noi le cose non cambiassero mai, potevano passare mesi senza messaggi, ma quando ci incontravamo era sempre uguale, noi eravamo sempre le stesse. Nel periodo di studi, io e Abigail passavamo ogni domenica a guardare le gare e per pura casualità scoprimmo che anche lei era fan dello sport. Da quel momento diventammo inseparabili.
Le raccontai dell’articolo che avrei dovuto scrivere, che mi era stato commissionato, lei senza dare una spiegazione rispose di farlo. Senza ripensamenti.

L’olandese, campione in carica della Formula Uno, non sembrava la persona peggiore di questa terra, ma neanche la migliore. Avevo potuto constatarlo alla gara di Baku, dove nonostante avesse vinto, era tornato nei box incazzato nero, distruggendo perfino un tavolo di vetro senza motivo.

Cosa ci facevo io nel paddock della Red Bull? Questa è una bella domanda.

La voglia di Gerard, capo della testata giornalistica di SportNoW, era buttare giù l’immagine amata del ragazzo, tanto che mi aveva iniziato a mandare nei circuiti, solo per spiarlo.
La mattina della gara a Baku, avevo addirittura comprato un cappellino della Pirelli per passare inosservata e il mio badge, mi aveva permesso di scrutare da vicino Max, che a fine gara si era comportato come un pazzo, non facendomi neanche capire il motivo.

L’unica persona con cui in precedenza ero riuscita a parlarne era Lewis Hamilton; la storia tra di noi era forse ancora più strana di quella riguardante l’articolo. Incontrandomi spesso ai Gran Premi con la mia amica Abigail, che ridendo e scherzando era riuscita a iniziare una relazione con Charles Leclerc, aveva fatto in modo che a fine maggio, dopo la gara di Monaco, io e lui ci vedessimo.

Era partito tutto lentamente, un bicchiere in più, un ballo con le luci soffuse del locale, che mi ero trovata a passare la notte con lui, e forse non solo quella sera. Non l’avevo detto a nessuno però, avevamo preso la decisione di vedere prima come sarebbe andata.

Lewis non faceva troppi complimenti all’olandese, soprattutto data la rivalità che i due avevano condiviso nella stagione 2021, ma il fatto che mi stupiva era che tra tutti i piloti rimanesse un grande rispetto reciproco, a prescindere dall’andamento delle gare.

«Kyla, non credo che tu voglia rimanere senza lavoro, perciò datti da fare, voglio avere l’articolo pronto durante il Gran Premio d’Austria.» Concluse il mio capo e mi fece capire che avrei dovuto lasciare il suo studio.

Passai le successive due settimane di pausa in Inghilterra, la mia migliore amica era in città, ma per degli impegni non c’eravamo potute incontrare, la persona che vidi di più fu Lewis, che al posto che essere nel Principato di Monaco, aveva deciso di passare quel piccolo break a Londra. 

Quello che succedeva tra noi, non sembrava ancora serio, nessuno dei due parlava di quello che saremmo potuti essere, entrambi ci godevamo quello che avevamo per ora.

Arrivò il momento del circuito di Silverstone, la mattina della gara avevo provato più volte a parlare con Abigail, ma sembrava completamente sparita. 

From: Kyla
To: Abigail

Sei caduta in qualche buco? Dove sei?

From: Abigail
To: Kyla

Box Ferrari.

Mi incamminai spedita lungo il corridoio, facendo lo slalom tra giornalisti e tifosi, trovai la mia amica nel paddock, fuori dal box della scuderia, che stava scambiando due parole con Andrea. Salutai il ragazzo, che ormai era intento ad andarsene.

«Hey!» L’abbracciai sorridente «Settimana prossima esce il mio articolo e prometto che poi sarò libera.» Annunciai entusiasta osservandola meglio questa volta: aveva delle occhiaie visibili anche oltre gli strati di correttore, sembrava fin troppo giù, non era da lei.

«Cos’è successo?» Domandai allora.

«Ci siamo lasciati, tutto qui.» Disse con voce fin troppo piatta e io d’istinto spalancai gli occhi. 

«Cosa? Perché? Pensavo andasse bene tra voi due. Perché?» Ripetei più volte, impedendole forse di rispondere subito. 

«Non funzionavamo.» Sussurrò facendomi capire che non aveva intenzione di dirmi altro e decisi di lasciarla tranquilla, se era successo da poco, sicuramente delle pressioni non potevano farle bene.

Mi allontanai, lei tornò al suo lavoro e io andai a trovare il mio pilota della Mercedes e, una volta che mi vide entrare, si avvicinò in modo cauto, per fare in modo che non sembrasse sospetto.

«Kyla, mi fa piacere che sei passata.» Lewis Hamilton mi osservava dalla sua altezza e non potei fare a meno di sentirmi sopraffatta. Ogni volta che lo osservavo, le immagini di noi due insieme nel suo letto, mi tornavano alla mente, causando quasi un pizzicotto sullo stomaco.

Appoggiai la mano sul suo braccio, sussurrandogli un buona fortuna per la gara e lui mi diede un paio di cuffie per assistere dagli schermi del suo team. Qualcuno guardò la scena con una punta di curiosità e dovetti allontanarmi in un angolo per non dare necessariamente nell’occhio.

Il pilota Mercedes, si classificò secondo e Carlos Sainz vinse la sua prima gara. Conoscendolo, mi trovai quasi a festeggiare per la sua vincita. 

Abbandonai il circuito la sera, trovandomi per la settimana di pausa a rileggere così tante volte l’articolo che quasi lo imparai a memoria. 

Avrei dovuto davvero fare questo a quel ragazzo? La mia parte razionale, diceva di no, ma il mio cervello mi ricordò che di razionale e corretto non avevo niente. Avrei fatto di tutto per non perdere il lavoro, perfino mandare a rotoli la reputazione di qualcuno. 

Era il mio compito, la scelta di raccontare le vite degli altri o rendere esagerati i loro sbagli era la mia professione, perché mai avrei dovuto scusarmi? Forse queste persone dovevano pensarci prima, scegliere come mostrarsi, dosare i loro comportamenti, non dare modo ai giornalisti di parlare male di loro.

La mattina dell’invio, mi svegliai tranquilla, forse troppo. Ripetendo così tante volte quelle frasi nella mia mente erano diventate anche il mio reale pensiero. La verità su Max Verstappen per me era questa, un ragazzo con un ego così grande che poteva permettersi di dettare le regole all’interno del team, che se distruggeva qualcosa, veniva comunque assecondato perché era il talento. 

Aprii il computer e salvai il documento, creai la mail e allegai l’articolo, avvertendo che sarebbe stato da pubblicare la domenica del 10 luglio, durante la gara a Spielberg e presi un sospiro.

Legai i capelli e decisi che avrei prima fatto colazione. Con una tazza di latte e caffè poi, mi sedetti sul divano, recuperai il PC e cliccai invio.

Feci la scelta più terribile della mia vita; quel piccolo movimento, che mi permise di mandare il mio pezzo, si rivelò essere la peggior opzione che potessi scegliere. 

🏎️


Buon pomeriggio! Mi scuso veramente per il ritardo, ma sono stata poco bene. È disponibile anche il terzo capitolo, ci aspetto lì ✨

IT'S RACE WEEKKKK🏁🏁
Come vi sentite a riguardo? Io non vedo l'oraaaaa

ire

    

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