Una normale famiglia di supereroi
Hiro
In ascensore mi accorgo che Violetta ha le lacrime agli occhi ed è rossa in viso.
Usciamo dall'edificio e davanti agli elicotteri troviamo già Baymax, assieme a Olaf. Per un attimo mi prende la paura che possa sciogliersi al sole, ma poi mi accorgo che sulla sua testa lo segue una nuvola carica di neve, perciò mi rilasso.
Li raggiungiamo e mi fermo accanto al mio amico, mentre Violetta si avvicina agli altri supereroi. La donna la vede e le corre incontro. "Violetta!"
Si raggiungono e si stringono in un abbraccio. Allora è la famiglia di Violetta.
"Mamma."
"Tranquilla amore, ora siamo insieme."
Il padre, un uomo muscoloso le stringe entrambe tra le sue braccia. "Tesoro, stai bene!"
"Mi dispiace papà, tantissimo."
Li guardo e mi sale un gruppo in gola. Sono proprio una bella famiglia, e anche numerosa considerando che ha due fratelli. Su questo non abbiamo niente in comune.
Do una pacca sulla pancia di Baymax. "Andiamo, lasciamoli soli."
Lui mi guarda, poi guarda Violetta, poi me, poi lei. "Sì Hiro." Abbassa lo sguardo su Olaf. "Vieni Olaf?"
Lui ci sorride. "Sì."
Non so dove andare, però.
Olaf mi si avvicina alle gambe e mi spinge. "Vieni di qua."
Attraversiamo tutta la piazza fino ad arrivare al retro dell'edificio, dove troviamo un giardino enorme e spazioso, con un'erba davvero morbida e colorata.
"Guardate, ci sono Anna ed Elsa." dice Olaf indicando Anna e una ragazza poco più grande di lei, la pelle bianchissima, i capelli biondo platino, gli occhi color del ghiaccio, indossa un vestito lungo e azzurro. È molto bella. Stanno facendo un picnic.
Ci avviciniamo. Olaf si siede con le due e sorride.
"Ciao." saluto.
Anna sorride. "Ciao. Elsa, lui è uno dei ragazzi nuovi. Lei è mia sorella, la regina. Ehm, però non mi hai detto come ti chiami."
"Hiro."
Elsa mi sorride. Il suo sorriso è diverso da quello della sorella, più serio. "Ciao. E lui?" chiede indicando Baymax.
"Baymax, il mio robot." In breve spiego a entrambe cos'è un robot.
Mi offrono un panino e lo accetto volentieri.
Alzo lo sguardo al cielo limpido, e mi accorgo con stupore che c'è un'enorme dirigibile. Non sta volando, ma fa da sfondo al giardino. Com'è che non me ne sono accorto? Deve essere il dirigibile di cui ci ha parlato Russel.
Una palla rotola ai miei piedi. La raccolgo e vedo un cane avvicinarsi: è un bastardino bianco.
Mi guarda e inclina la testa. Mi accuccio e avvicino la palla al suo muso. Lui si avvicina lentamente, poi afferra la palla. Scodinzola e la lascia cadere, iniziando a leccarmi la mano.
Una bambina ci ha raggiunti. "Scusa, lancio lungo."
"Tranquilla. Come si chiama?"
"Bolt. E io sono Penny. Per caso sei del quarto piano, dell'Anima?"
"Ci sei anche tu?"
"Sì. Mi sembrava di aver visto il tuo robot." Raccoglie la palla e corre via, con Bolt alle calcagna. "Ci vediamo."
Sorrido e mi volto verso Baymax. Lui dice: "Mi dispiace che Violetta non sia con te."
"Baymax, la pianti? Non mi piace?"
"Sei sicuro, Hiro?"
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Davvero non mi piace Violetta?
Violetta
Stringo i miei genitori, con le lacrime di gioia che mi rigano il viso. Vorrei dire loro quanto mi dispiace per quello che è successo, per non aver dato loro retta.
Jack Jack, che era rimasto per mano a Flash, si avvicina con i suoi passettini. Mi accuccio e lo stringo, mentre lui mi da un bacino. "Vietta."
Sorrido e gli accarezzo la testa.
Mi alzo e guardo Flash, che mi sorride e mi saluta con un cenno.
Sto per dire qualcosa ma uno degli uomini in giacca e cravatta chiede alla mia famiglia di seguirlo.
Così ripeto la scena di ieri. Nello studio di Minnie, la topolina ripete il discorso che fece a noi ieri. Ma questa volta chiede: "Sapete qualcosa del Minatore."
Tutti si voltano a guardarmi. "Sono svenuta subito." rispondo.
Minnie annuisce. "Il Minatore aveva già superato il muro, e crediamo che questi disastri accadano per causa sua."
Arrossisco e il cuore mi batte a mille. "Quindi è anche colpa mia."
Lei sospira. "Due persone creano maggior danno, purtroppo."
Mi salgono le lacrime agli occhi. Se altri perderanno la loro casa sarà anche colpa mia.
"Non è colpa tua." mi consola papà.
Minnie dice: "Infatti, Violetta. Tranquilla, tutto si risolverà."
Ci congeda con un sorriso rassicurante.
Pippo, ancora una volta chiamato, conduce la mia famiglia alle camere vicino alla mia. Dice che Flash dovrà stare in camera con me (in fondo il mio letto si può dividere in due).
Mamma mi sorride e prende Jack Jack. "Ci sistemiamo e poi stiamo un po' insieme."
Sorrido ed entro in camera con Flash.
Rimasti da soli, si toglie la maschera e raccoglie dei vestiti dall'armadio, entra in bagno e mi lascia sola. Non ha ancora detto niente.
Quando esce mette la tuta insieme alla mia e mi guarda. Si avvicina e mi stringe in un abbraccio, lasciandomi sbigottita. "Ho avuto paura per te."
Gli struscio la schiena e dico: "Mi sei mancato. E mi dispiace per averti sgridato."
"Tanto lo fai sempre." risponde con un'alzata di spalle. Ci stacchiamo e mi punta un dito contro. "Guai se racconti a qualcuno di questo!"
Ridacchio e annuisco.
Usciamo tutti insieme. Prima mi era parso di vedere Hiro dirigersi sul retro della Walt, così vado a dare un'occhiata. Trovo un bellissimo giardino dove riposare e giocare. Hiro è seduto con Anna e una bella ragazza bionda che non conosco.
Ci avviciniamo, e mi accorgo che la ragazza sta mostrando ai miei amici un fiocco di neve che volteggia sulla sua mano.
Hiro mi vede e sorride. "Violetta. Ciao. Lei è Elsa, la regina di ghiaccio."
Lei mi saluta con un sorriso.
Indico la mia famiglia a Hiro e Baymax e inizio la presentazione. Flash, subito dopo, si mette a girare intorno a Baymax, curioso.
"Anche loro sono eroi."
Hiro annuisce e spiega come utilizzare i microbot. "Baymax conosce le arti marziali, e con la sua armatura può volare."
"Forte!" esclama Flash. "Volete vedere il mio potere? Lanciatemi qualcosa."
Olaf (che la mia famiglia aveva ammirato con entusiasmo) si toglie il naso e lo porge a Flash. "Attento però, ci tengo."
Flash lo dà a papà, che prende la carica con il braccio e lancia la carota lontanissimo. Flash parte a tutta velocità e, dopo due secondi, torna e porge a Olaf il suo naso.
"Però!" fa Hiro.
Jack Jack, intanto, si era allontanato poco, e mamma allunga un braccio per recuperarlo.
Baymax inclina la testa. "Interessante."
Mamma si rivolge a Elsa: "E tu?"
"Oh, io non sono una... supereroina come dite voi. Però ho questi poteri da quando sono nata." Lo dice con orgoglio ma anche con un velo di tristezza.
Anna batte le mani, affascinata, poi sbuffa: "Cavolo, mi sento così normale."
Guardo Hiro e faccio spallucce. "Io non so nemmeno cosa sia la normalità."
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