Scoppia la battaglia
Rapunzel
Ho dormito con la pianta sul comodino. Penso di aver tenuto un occhio aperto tutta la notte, non riesco più a chiuderlo. Fa male...
Io, Anna e Hiccup siamo in mensa. Non sappiamo nulla di Violetta, forse è tornata durante la notte. Vedo Russel a un tavolo da solo, così mi alzo e mi siedo accanto a lui. "Ehi, piccolo, come ti senti?"
Lui è molto imbronciato. "Il signor Fredricksen è andato con gli altri cattivi, Doug è ferito. Ma cosa potranno mai volere da un povero vecchietto?"
Gli poso una mano sulla spalla. "Non lo so. Ma presto sarà tutto finito, vedrai."
"Vengo con voi."
Sto per ribattere, ma poi annuisco. "Avremo bisogno dell'aiuto di tutti."
Usciti dalla mensa incontriamo Violetta e Minnie, assieme alla bambina di nome Penny e un ragazzo che non conosco. Io e Anna corriamo dalla nostra amica e l'abbracciamo. "È andata bene?"
"Alla grande."
Minnie sorride. "Violetta è stata la prima a riuscire a far tornare normale qualcuno." dice e solo ora mi accorgo che Jack Sparrow è seduto sul divano lì accanto.
Hiccup sorride. "Allora è possibile davvero."
Pascal esce da sotto i miei capelli e mi indica con la coda l'ascensore. "Giusto, vado a prendere la pianta." Torno in camera, la prendo e quando torno nell'atrio Violetta sta mostrando agli altri un seme e una pesca. "Bene, allora dobbiamo prepararci."
Minnie chiama uno dei suoi uomini e gli ordina di avvisare tutta la Walt. Poi si rivolge a noi: "Principesse, vi servirà un'armatura o una tuta adeguata."
Violetta sorride. "Io conosco qualcuno, spero solo che possa farcela in poco tempo."
"Chiedi aiuto anche a qualche stregone o strega che conosci."
Violetta annuisce e, mentre Minnie si allontana, si rivolge a Penny e Wilbur: "Grazie del vostro aiuto. Ciao Wilbur."
Il ragazzo mingherlino sorride e si gratta la testa. "È stato un piacere. Spero che tu e il tuo ragazzo vi riconciliate."
"Non lo pensa sul serio." sghignazza Penny.
Hiccup ci sussurra: "Credo anch'io."
Violetta arrossisce come Wilbur. Questo ci saluta e si avvia alla porta, ma poi si ferma e si volta. "Faccio un salto nel futuro e porto la mia famiglia. Almeno vi aiuteremo."
Sorridiamo e lui corre fuori.
Scatta la sirena d'allarme e una voce annuncia la preparazione alla battaglia.
Violetta ci trascina in un posto più silenzioso. "Ok, io ho la mia tuta, ditemi cosa volete e ve lo farò preparare."
"Io ho la mia armatura, quindi non serve." dice Hiccup.
Anna riflette. "Qualcosa di resistente al ghiaccio, e piuttosto impenetrabile, però dove possa muovermi bene."
Io dico: "Lo stesso per me. Voglio tenermi i capelli sciolti ma allo stesso tempo voglio qualcosa che m'impedisca di inciamparvi."
Violetta alza il pollice. "Ci vediamo dopo."
Dopo è il pomeriggio. Non abbiamo mangiato e non ci siamo visti durante tutta la preparazione. Quando Violetta ci viene incontro con degli scatoloni, dice: "Edna aveva iniziato a preparare tute da combattimento da giorni, settimane. Sapeva che questo giorni sarebbe arrivato. Sta distribuendo tute e armature a tutti. Anna, Rapunzel, ecco le vostre."
Anna apre lo scatolone e tira fuori una tuta e una cotta di maglia. La prima è di un colore verde acqua con rifiniture rosa, due stivaletti neri erano abbinati. Al petto è disegnato un fiocco di neve, allora capisco che la tuta è per Anna.
Lei la osserva attentamente. "Carina, ma non vorrei sentirmi nuda."
Violetta alza gli occhi al cielo e dice: "Era una delle ultime e non c'era tempo per gli addobbi."
Io prendo la cotta di maglia: è rosa con rifiniture viola, sul cuore è stampato un sole, lo stemma del mio regno, i pantaloni sono più scuri e sembrano stretti, gli scarponi sono alti con ginghie d'oro. Sulla schiena vi è un aggancio a forma di cerchio. Capisco subito che qui dovrò farci passare i miei capelli, di modo che non stiano troppo per terra. È un po' scura, ma per il resto va bene. Sorrido e ringrazio, poi io e Anna le andiamo a indossare.
Ora siamo sull'elicottero. I robot volanti ci precedono con il seme, il germoglio e il frutto, così apriranno il passaggio.
La cotta di maglia prude un po', ma non me ne deve importare ora. Guardo gli altri, nervosi quanto me. Sorrido loro. "Ce la faremo, vedrete."
Annuiscono e ci prendiamo la mano.
Il comandante ci avvisa che i robot hanno aperto il varco e che stiamo entrando in zona nemica. Hiccup si alza e si prepara a lanciarsi con la sua tuta volante. Ci sorride e fa l'occhiolino, poi salta. Dal finestrino vedo volare delle frecce di fuoco e altri incantesimi malvagi.
Quando l'elicottero atterra, per fortuna illeso, scendiamo. Il campo è già occupato dalle forze nemiche. Stringo a me i miei capelli e, affiancata dalle mie amiche, ci lanciamo sul campo di battaglia. Canto mentre frusto gli incubi con i miei capelli lucenti.
"Ricordate, non dobbiamo far del male a chi è sotto la maledizione!" urla Violetta sopra i rumori della battaglia.
In lontananza vedo Eugene e non capisco più niente. Per me c'è solo lui ora. Mi avvicino facendomi strada tra gli incubi. Lo raggiungo e rabbrividisco di fronte al suo sguardo malvagio e alla sua spada insanguinata. Si volta verso di me e mi gela con lo sguardo.
"Eugene!" lo chiamo.
Lui si avvicina minaccioso. "Ciao, tesoro." lo dice con disprezzo.
Calma, Rapunzel. Con Jack e Merida ce l'hai quasi fatta, questa volta devi riuscirci. È tuo marito dopotutto. "Eugene, adesso pensi male di me per colpa di Pitch Black. Ma io so che tu sei buono. Una volta eri un ladro, ma quella vita è passata. Ora sei un principe, ok? Forse una volta eri diverso e ti disprezzi per questo, pensi che la tua natura non possa cambiare, ma io so che tu sei buono. Eugene, per me tu eri un principe anche quando eri Flynn Rider."
Lui ringhia, ma vedo che abbassa la spada. "Come sai queste cose?"
"Perché sei mio marito... Perché ti amo... Perché tu sei il mio sogno." Inizio a cantare con un nodo alla gola. Questa volta nessuno ci disturba e tutti si allontanano dai miei capelli luminosi.
Quando finisco di cantare apro gli occhi e lo guardo. Lui mi scruta, e ho paura di cosa possa succedere. Eugene inizia a boccheggiare e si guarda attorno, poi guarda con disgusto il sangue sulla sua spada e la butta via. "Rapunzel."
Sorrido e piango, di felicità questa volta. Gli salto addosso e lo bacio. Lui mi stringe a sè. "Come potevo distruggere il mio sogno." mi sussurra dolcemente.
Mi stacco da lui e raccolgo velocemente la sua spada. "Non buttarla via, dobbiamo vincere questa battaglia."
"Stammi vicina."
"Che teneri!"
Ci voltiamo e di nuovo trovo Merida che mi punta l'arco contro, al suo fianco Jack.
Hiccup
Sono appena saltato dall'elicottero, aprendo le mie ali per planare, e subito mi ritrovo persagliato da incantesimi e frecce. Faccio zigzag tra gli attacchi, assieme alle altre creature dalla nostra parte che possono permettersi di volare. Sto puntando la parte superiore del grande palazzo: da lì potrò accedere al soffitto e scendere nelle altre stanze inosservato. Devo trovare la sala più ampia, quella che può contenere tantissimi draghi. Sto arrivando, amico mio.
Atterro sul cornicione del tetto e vengo raggiunto dalla sonda bianca. Vola fino a una finestra mentre io mi tengo stretto alle tegole. Lei scruta le finestre una a una. Alla fine ne sceglie una e la rompe con il suo laser. Mi avvicino ed entriamo. Siamo in una soffitta vecchia e polverosa. Eve trova la botola per scendere e la apre. Andiamo giù, in un corridoio che si apre in varie stanze.
La robottina sembra sbuffare e inizia a fluttuare in avanti. Io la seguo affacciandomi nelle varie stanze. Quando arrivo alla terza, sento una strana sensazione. È qui, ne sono sicuro. "Eve, vieni."
Lei si ferma e mi raggiunge. Si prepara con il laser del braccio ed entriamo, io in punta di piedi. Tengo la mano stretta all'elsa della spada. Il mio cuore batte all'impazzata. Sento che il mio drago è vicino.
D'un tratto migliaia di occhi si accendono e ci scrutano, minacciosi. Trattengo il respiro quando ne vedo due più vicini: grandi, verdi e splendenti.
"Sdentato." sussurro.
Delle fiaccole sì accendono intorno a noi e scopro che siamo circondati da draghi. Riconosco Tempestosa, Zanna Curva, Muscolone, Rutto e Vomito. E poi c'è Sdentato, davanti a me, che mi ringhia e frusta l'aria con la coda con aria minacciosa.
Faccio per chiamarlo, ma l'ombra della Morte Rossa si estende sotto di noi.
"Sdentato, sono Hiccup, ti ricordi di me? Siamo amici. Ti ho ferito una volta, ma ti ho aiutato a recuperare la parte mancante della coda. Mi hai salvato la vita, cinque anni fa. Sdentato, tu sei il vero capo dei draghi, non lei."
Il mio amico ringhia più forte. La Morte Rossa gongola rumorosamente e colpisce la mia ombra, così cado. Eve la punta e inizia a spararle, ma non le fa niente.
"Eve, no! Devi colpirla con la tua ombra."
Lei mi guarda confusa e poi mi da retta, non che i laser le facciano molto male.
Mentre lei la tiene occupata, Sdentato mi salta addosso, atterrandomi e avvicinando i denti al mio viso. "No! Non farlo! Ti prego, ricordati di me. Sdentato, sono il tuo migliore amico. Tu sei il mio migliore amico. Noi due insieme abbiamo cambiato il rapporto tra draghi e vichinghi. Siamo invincibili insieme, siamo una squadra fantastica. Sei il mio migliore amico." continuo a ripetere, sottolineando bene le parole. Libero un braccio e lo avvicino lentamente al suo muso. Lui trema e continua a ringhiare. Gli sfioro il muso e lui si ritrae. Ci riprovo e questa volta ci metto più impegno, sussurro e mormoro parole tranquillizzati. Sdentato continua a scrutarmi e ad avvicinarsi. Chiudo gli occhi e stringo i denti, aspettando il morso. E invece sento la faccia bagnarsi di una roba appiccicosa. Apro gli occhi e vedo Sdentato, le sue pupille di nuovo grandi, mi sorride e continua a leccarmi piano. Scoppio a ridere e lo accarezzo, abbracciandolo. Sto per parlare ma lui mi zittisce con un ringhio, poi con gli occhi indica la Morte Rossa e mi fa l'occhiolino. Sorrido e annuisco, stringendo l'elsa della spada, poi poso il capo a terra e tiro fuori la lingua in una smorfia.
Sdentato si toglie da sopra di me e si allontana verso Eve. Sbircio con un occhio. È alle spalle della robottina, ringhia, si accuccia per balzare addosso, salta... ma il suo obbiettivo è un altro. Tiene lo sguardo puntato sulla sua ombra. Si muove in modo che essa atterri su quella della Morte Rossa, poi inizia a morderla e a colpirla con le sue bombe scure. Scatto un piedi e mi avvicino a lui, iniziando a colpire l'ombra con quella della mia spada di fuoco. Io e Sdentato ci diamo per vinti, Eve ci aiuta.
Alla fine la Morte Rossa mugola e si arrotola su sé stessa, dolorante, poi scivola via, scappando e lasciando la vittoria a noi.
Sdentato lancia un ruggito di vittoria: ora è di nuovo al comando di tutti i draghi. Quelli intorno a noi si riscuotono e si guardano attorno con confusione. Osservano Sdentato e s'inchinano con rispetto.
Sorrido e gli vado incontro, ma lui è più veloce e di nuovo mi balza addosso. Rido e gli gratto il collo. "Sì, anche tu mi sei mancato, amico. Vediamo che non succeda più che tu ti metta contro di me."
Lui mugola e strofina il naso contro la mia guancia. Mi alzo e dico: "Andiamo, dobbiamo raggiungere gli altri."
Eve si guarda attorno, riflette e poi alza il braccio verso il soffitto, spara un raggio laser e avviene l'esplosione. Alcuni pezzi di roccia ci cadono attorno, ma niente di grave. Il soffitto è aperto e vediamo la soffitta. Eve spara un altro laser e crea un buco come uscita.
"Ottimo lavoro Eve, grazie."
Lei si avvicina e annuisce. "Vai, Hiccup."
Sdentato lancia un ruggito e i draghi volano verso l'uscita. Poi mi conduce in uno stanzino e mi mostra la sella. Gliela rimetto e salgo sul mio drago, apro la parte artificiale della sua coda e prendiamo il volo.
Merida
Questa volta farò fuori la bionda. Nessuna esitazione, non posso permetterlo. Jack sta cercando l'allevatore di draghi. Mi chiedo dove sia.
Vedo Madre Gothel che si avvicina di soppiatto a Rapunzel. Che vuole fare? Lei è mia. Ma forse dovrebbe occuparsene lei, mentre io penso a mia madre.
Ma Eugene si volta e la vede, sussurra qualcosa a Rapunzel e corre all'attacco della donna che dovrebbe essere vecchia. Dovrei fermarlo, ma almeno posso pensare io a Rapunzel.
Lei ci guarda con tristezze. "Vi prego non fatelo."
"Non pensare di metterti a cantare la tua canzoncina!" ringhio "Non servirà a niente."
"Tu ami la mia canzone, me l'hai detto tu stessa."
"Una volta sì, ora non più."
"No! Merida, Jack, so che siete ancora lì dentro. Sono Rapunzel, so che vi ricordate di me. E di Violetta e Anna? Jack, pensa ai tuoi amici, le Leggende."
"Dei pappamolle." fa lui.
"Non è vero! Vi preoccupate della felicità degli altri. Jack, ricorda, tu adori far divertire chiunque, soprattutto i bambini. Loro hanno bisogno di te."
"Come? Nessuno di loro crede in me. Solo pochi."
"Ma tu sei il divertimento per loro. Anche se non sanno che esisti, hanno bisogno di te. Hai salvato tua sorella anni fa... "
"Smettila!" grida lui "Non sono mai voluto diventare questo. Ero felice con mia sorella, ok? Ora nessuno mi vede, sono uno spirito, sono rifiutato."
Mi volto verso di lui. Non sapevo si sentisse così.
Rapunzel sospira. "Nessuno ti rifiuta Jack..." poi fa una pausa e le si illuminano gli occhi "Parli di Elsa."
"Cosa?"
"Tu la ami."
"Non provo amore, non più. E poi, lei non può stare con un immortale."
"È per questo... Lei ti ama, vi amate, ma avete paura del futuro. Non dovreste pensarci, pensate al presente. Siete fatti l'uno per l'altra, una soluzione si troverà."
"Smettila!" urlo io alla fine "Lo stai scoraggiando! Non ha bisogno dell'amore per vivere, lui è uno spirito libero."
Lei si volta verso di me. "Mer, non dire così. Magari tu non vorrai prendere marito, ma va bene, è una tua scelta. Ma tua madre..."
"Mia madre non mi ha mai capita!" grido. Perché continua a parlare quella impicciona. Sento una strana sensazione, sento gli occhi bagnarsi. Sento di dovermi sfogare, ma piangere è da deboli.
"Merida." mi sento chiamare e mi volto. Mia madre è lì e mi osserva. È diversa: indossa un'armatura, mai vista così selvaggia prima d'ora.
Sento un impeto di rabbia e la guardo male. "Che vuoi?"
"Merida, figlia mia, perdonami. Non ho mai voluto la tua prigionia, io..."
"Per tutti questi anni ho vissuto col timore che tu fossi delusa da me, che non mi amassi davvero. So quel che voglio per me, perché ti ostini a cercarmi marito?"
In quel momento dei draghi iniziano a volare sulle nostre teste, attaccando i nostri uomini. Ma che fanno? Dovrebbero attaccare il nemico. Poi vedo la furia buia, Sdentato, avvicinarsi, sul suo dorso c'è Hiccup. Atterrano accanto a Rapunzel e lui scende. "Merida, Jack." ci saluta.
Jack gli punta il bastone contro. Hiccup, di rimando, spegne la spada di fuoco e la lascia cadere.
"Che stai facendo?" chiede Jack.
Lui non risponde e ci osserva profondamente.
Mia mamma mi richiama e dice: "Io voglio solo essere sicura che quando non ci sarò più... tu non sarai sola. Voglio... Ho bisogno di sapere che qualcuno sia accanto a te, che si prenda cura di te, che ti stia vicino nei momenti difficili."
Abbasso lentamente l'arco. "Credevo che..."
"Non sono mai stata delusa da te, bambina mia. Anzi, ciò che sai fare con l'arco è incredibile e mi rende orgogliosissima. Sei la migliore tiratrice con l'arco che si sia mai vista. Sei coraggiosa, e mi rendo conto che sei forte anche di spirito, che te la sai cavare. Ma, come mamma, continuerò sempre a preoccuparmi di mia figlia. Perché ti voglio bene."
Lentamente le lacrime mi sgorgano dagli occhi. Mamma mi ama. Vuole solo il bene per me. E io cos'ho fatto? L'ho attaccata. Mi sono comportata male, mi sono messa contro coloro che amo e che mi amano. Non voglio più tutto questo. Voglio aiutarli, voglio combattere per una buona causa. Lascio cadere l'arco e corro da mia madre, abbracciandola. Mi bacia ovunque sul viso e rido. Quella strana sensazione al petto è passata. Mi volto verso Rapunzel, che sta piangendo di felicità. Ci abbracciamo e le chiedo scusa tra le lacrime. Anche Hiccup mi stringe a sé.
Mi volto verso Jack e lo vedo che guarda il nulla, confuso. Gli porgo una mano. "Jack, possiamo salvare i nostri amici, compresa Elsa."
Lui alza la testa di scatto e ci guarda. Alla fine prende un respiro profondo e si avvicina, poi ci abbraccia tutti e tre. Ora siamo di nuovo insieme, uniti. Dobbiamo continuare a lottare.
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