La Vita Senza Te p.3
<< Bene ... Blake, vuoi ripetere, anche per i nuovi arrivati, perché ti trovi qui con noi ? >>
Blake sbuffò stizzito incrociando le braccia al petto e scendendo con il sedere sul bordo della sedia mentre teneva la gamba destra incrociata sulla sinistra. Il suo sguardo vagava all'interno del cerchio di sedie passando da una persona all'altra con poco interesse e cercando di individuare questi fantomatici "nuovi arrivati", non erano nulla di che, un paio di uomini di mezza età ed un ragazzo poco più grande di lui, si poteva capire il suo problema da come stava seduto. Schiena curva, occhi a terra ed i lunghi capelli neri a coprirgli il viso, si torturava le mani sfregiate da molteplici ferite, le unghie mangiare che ancora sanguinavano a causa della profondità degli affondi dei denti.
" Depresso del cavolo, con tanto di manie compulsive ed alto livello di stress. Un altro studente di medicina che non ha preso 30 e lode al suo ultimo esame di anatomia, un paio di sedute, qualche pillola colorata della felicità e starà benissimo ... Fino al prossimo esame "
<< Dottor Devon, so che sono il suo matto preferito qui dentro, ma sono stanco che lei mi sbandieri sempre ai nuovi arrivati come fossi il caso peggiore che le è mai capitato ! >>
I denti del ragazzo tornarono a mordicchiare lentamente il labbro inferiore mentre con la lingua giocherellava con il piercing scuro sull'angolo di quello inferiore. Quel piccolo oggetto in plastica era l'unico effetto personale che era riuscito a farsi lasciare quand'era arrivato, aveva perfino rinunciato a tenere quello metallico che aveva prima, per ragioni di sicurezza, ma quello non sarebbero mai riusciti a strapparglielo via, era l'unico marchio distintivo a cui teneva veramente.
<< Dai, non fare così, in fondo si tratta solo di fare quello che fai sempre, parlaci del tuo problema >>
Il giovane sospirò frustrato e si alzò in piedi sistemandosi la maglietta bianco sporco ed i pantaloni del medesimo colore, prima di mettere le mani dietro la schiena e cominciare a recitare la solita tiritera, come fosse uno studente che ripeteva meccanicamente una poesia durante la recita scolastica, solo per rendere felici i propri genitori.
<< Sono Blake Bowman e sono qui perché nessuno riesce a capire che io ho davvero incontrato il demonio e che abbiamo fornicato come conigli prima che mi abbandonasse nuovamente nella mia vecchia e noiosa vita del cavolo. Grazie, ho concluso >>
<< Blake, riprova, perché sei qui ? >>
Il tono dello psichiatra era così severo e stanco mentre si sistemava gli occhiali sugli occhi e si massaggiava le tempie, il giovane Bowman lo faceva impazzire più di chiunque altro, possibile che davvero non sapesse proprio dire la verità ! Quello era il suo problema d'origine, non il motivo per cui era stato spedito in quel centro di recupero, ma per quanto lo specialista si scervellasse, ancora non era in grado di capire perché il ragazzo avesse inventato quella storia del diavolo, cosa gli costava ammettere che si fosse trattato di un sogno e che il suo problema era da ricollegarsi ad alti aspetti della sua vita ?!? Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per scoprire cosa fosse accaduto a Blake, ma se lui non era disposto a cedere, allora quella faccenda non si sarebbe mai conclusa !
<< Ok, ok ... Uffa ! Sono qui perché, nel tentativo di evocare il mio signore ho sacrificato qualche animaletto del quartiere ... soddisfatto ? >>
<< No, coraggio, di come stanno veramente le cose e vai avanti ! >
Blake era stanco di quell'uomo, come si permetteva di obbligarlo a dire che l'incontro con il suo signore non fosse stato altro che un errore del suo cervello, un simpatico scherzo della sua psiche dovuto a chissà quale abuso subito in famiglia e mai rivelato, ma la verità era che, se solo Blake fosse stato più attento forse il nuovo rito che aveva trovato su internet avrebbe funzionato ed ora non si sarebbe ritrovato in quel postaccio.
<< Il fatto è che il rituale l'ho eseguito nella palestra della scuola ... e c'era anche qualche candela accesa ... >>
Il ragazzo si ritrovò sotto gli sguardi incuriositi di tutti i presenti, perfino di quello del tizio nuovo che si mise a fissarlo attraverso i capelli neri, i suoi occhi sembravano in grado di penetrarlo fin nell'animo, erano di un marrone così chiaro da sembrare gialli, lo stavano mandando in paranoia. Fortunatamente il paziente seduto accanto a Blake ebbe un attacco d'ansia a causa del fatto che il giovane ci stava mettendo troppo tempo a raccontare la sua esperienza, anche se oramai l'aveva sentita almeno un milione di volte da quando era entrato in quel gruppo di ascolto, ancora non si era stancato di ascoltarla, e così dovette intervenire nuovamente lo psichiatra per sedare quel momento di nervosismo.
<< Blake, racconta bene il finale o ti farò spedire nel la tua stanza di corsa ! Coraggio ! >>
<< Ok, ok ... Beh, come vi ho detto ho eseguito un'evocazione demoniaca all'interno della scuola e, accidentalmente, ho dato fuoco a tutto l'edificio ! Ma, dato che devo dare un qualche tipo di finale a questa storia a causa di qualcuno ... >>
Gli occhi azzurri del ragazzo si appoggiarono sul suo vicino di sedia guardandolo con biasimo, Blake lo sapeva che non lo faceva di proposito, ma se ogni volta che veniva qualcuno di nuovo, doveva obbligarlo a tirare fuori tutti i segreti peggiori, allora non sarebbe mai stato in grado di farsi qualche amico, avrebbe vissuto fino alla morte in quel postaccio, da solo.
<< L'incendio si è propagato più in fretta di quanto pensassi ed, involontariamente, ho ucciso più di una ventina di persone, ma invece di pentirmi, ho donato le loro anime al diavolo come pegno del mio amore per lui. Ecco, questo è tutto, non c'è altro da dire sull'argomento, adesso posso andarmene ? >>
<< Mi dispiace Blake, ma lo sai che anche gli altri membri del gruppo devono parlare, ed il gruppo non può separarsi, se non per gravi motivi >>
Blake abbassò lo sguardo sui propri piedi nudi e sbuffò scocciato, si può sapere che razza di vantaggio ci trovava quel medico nel far ripetere loro le stesse cose ogni cinque ore ?!? Il giovane era ormai certo che a quello psicologo piacesse l'idea di farlo impazzire a suon di " è colpa di mio padre che mi ha toccato lì "oppure " se solo quel bambino non fosse assomigliato così tanto al mio cuginetto non lo avrei mai scotennato a mani nude " Beh, se quella era davvero la sua intenzione allora ci stava riuscendo ! Il giovane non riusciva a credere che, stare in quel posto ad ascoltare le stesse lamentele degli psicopatici per tutto il giorno, potesse rivelarsi addirittura peggio di quello che gli aveva fatto Angelo durante la sua prigionia nel paradiso ! Sarebbe rimasto ben volentieri in quella cella buia a farsi stuprare piuttosto che in quel centro di recupero, e non lo diceva solo per le pastiglie o perché fosse costretto a sorbirsi la compagnia di persone ancora più fuori di zucca ed invasate del suo vecchio custode, c'era un lato molto peggiore di cui tenere conto, e quella era l'unica cosa che Blake non riusciva ad accettare. Un leggero picchiettio sulla spalla destra del ragazzo lo risvegliò appena in tempo da quell'infausto pensiero facendolo voltare, era Jack, uno dei malati che erano stati portati lì da prima del suo arrivo, avrà avuto circa trent'anni e lo avevano spedito in quel cerchio dell'agonia per chissà quale strana ragione che ancora non si decideva a rivelare a nessuno, nonostante tutte le minacce dello psicologo, forse era per quella sua forza, che invece lui non aveva, ad aver permesso a Jack di ottenere la piena fiducia di Blake e quella era una cosa davvero unica e fragile da poter conquistare.
<< Non sentirti giù di morale, ricordati che dopo il nostro gruppo deve andare nel laboratorio artistico, è il tuo preferito, quindi basta che sopporti un altro paio di chiacchiere e poi ti sentirai meglio >>
E, come sempre, bastava che Blake sentisse nominare una qualsiasi cosa che fosse legata al fatto di disegnare per farlo sentire subito meglio, oramai aveva perso il senso del tempo stando lì e quindi spesso dimenticava quando arrivava il suo giorno della settimana preferito. Da quel momento, e fino alla fine del momento della discussione, un grande sorriso gli percorse il viso e, tutte le storie noiose e drammatiche, passarono in un lampo mentre Blake immaginava già quale tipo di foglio o colore avrebbe usato una volta che si fosse messo seduto nella stanza del disegno, era così agitato che la sua gamba prese a tremare per il nervosismo e non smise fino a quando lo psicologo non dichiarò chiuso il giro di discussione e diversi operatori entrarono nella camera per aiutarlo nello spostamento dei pazienti. Un uomo si mise alle spalle del giovane e così l'intero gruppo venne trasportato lentamente verso la zona dei laboratori, Blake non stava più nella pelle, se avesse potuto avrebbe spintonato tutti personalmente se questo avesse significato arrivare prima di ogni altro, ma non poteva rischiare di giocarsi quell'unico momento di pura gioia che gli restava, così continuo a camminare, anzi, ciondolare con gli altri, godendosi il viaggio e pregustando l'arrivo.
" Finalmente, finalmente, finalmente ! Non posso credere di essermelo scordato ! Sicuramente saranno le stupide pastiglie che mi danno da prendere, scommetto che tra un po' al cerchio della discussione comincerò dicendo che mi chiamo Ernie ! "
La clinica in sé era una vera noia, quelle pareti grigie e le stanze tutte uguali, nemmeno l'ombra di una finestra o di uno spiraglio da cui entrasse la luce del sole, solo delle tristissime lampade al neon inserite nel soffitto alto in modo che i pazienti non provassero nemmeno ad raggiungerle in uno scatto d'ira. Tutto in quel posto richiamava alla malattia, come un immenso ospedale, inoltre, i corridoi stretti, gli provocavano la claustrofobia, e pensare che il piano terra da cui era entrato aveva le pareti piene di disegni colorati e la signorina all'ingresso aveva un sorriso così cordiale ed un abito così sgargiante che nessuno potrebbe mai immaginare quanto desolati e tristi possano essere gli ambienti sopra la sua testolina bionda perfettamente acconciata. L'unico modo per convincerlo ad andare lì era stata la promessa di quel laboratorio di disegno, " almeno quattro volte a settimana " aveva detto il direttore, ma più informazioni aveva dato sul proprio conto e più era il tempo passato lì dentro, più il giovane aveva visto quelle ore calare fino a passare da quattro a due e poi a una scarsa, intervallata tra le settimane in caso di disubbidienza da parte sua. La vita per Blake non era mai stata così grigia, per fortuna però, ogni volta che lo pensava, quel giorno tornava per ricordargli che esistevano ancora i colori, fortunatamente.
<< Bene ragazzi, sistematevi come vi è stato detto e, mi raccomando, niente disastri oppure saremo costretti a sedarvi tutti e riportarvi nelle vostre stanze >>
Come sempre al giovane non occorreva sentire l'assegnazione dei posti, tanto erano sempre gli stessi, non gli importava se quel giorno erano arrivate delle nuove reclute, il posto accanto alla finestra anti sfondamento era suo, nessuno avrebbe mai potuto rubarglielo, era l'unico con la giusta intensità di luce da permettergli di disegnare nel modo giusto. Uno degli operatori aprì la porta e così l'intera compagnia fluì all'interno del laboratorio, ogni banco aveva già davanti a sé un foglio bianco ed un set completo di matite atossiche, come quelle per bambini così, se un paziente tentava di ingerirle, non c'era pericolo, inoltre erano tutte rigorosamente spuntate, solo chi, come Blake, non dimostrava istinti suicidi od omicidi aveva il permesso di averne una leggermente appuntita. Il ragazzo prese posto in fretta e, senza nemmeno aspettare che anche gli altri facessero lo stesso, si mise disegnare velocemente ignorando, come al solito, la pre-spiegazione del loro psichiatra sull'importanza dell'espressione di loro stessi attraverso l'arte, di come fosse uno sfogo sicuro e creativo per trovare loro stessi e bla bla bla ... Tutte ciance senza significato che avevano l'unico scopo di far perdere loro quel già breve tempo che gli avevano concesso, il ragazzo oramai non ci cascava più.
" Il viso, mio signore, voglio rivedere il vostro viso ... "
Quando prendeva in mano la matita la testa di Blake volava da un'altra parte facendogli abbattere, crepa dopo crepa, quelle pareti fatte di soggezione e paure, guidandolo poi verso il mondo a cui sapeva di essere stato ingiustamente strappato ed al quale poteva così fare ritorno. L'albino era così concentrato che non si rese minimamente conto che, accanto a lui, andò a sedersi proprio uno dei ragazzi nuovi, lo stesso che lo aveva squadrato per tutto il tempo durante la seduta e che lo aveva messo a grande disagio con il suo sguardo penetrante. La concentrazione di Blake sulla sua opera però era così forte che non se ne rese nemmeno conto e non prestò la minima attenzione all'altro limitandosi a restare con lo sguardo fisso e posato sul propri banco, con il riflesso del disegno a brillare nei suoi occhi, era solo l'ennesimo ritratto che stava facendo a Lucifero da quando lo aveva lasciato. Il corvino accanto a lui cominciò a muoversi rumorosamente dondolando sulla sedia vicina senza nemmeno avvicinarsi al proprio foglio, era così strano, si comportava quasi come ... come se cercasse di attirare la sua attenzione, ma, nonostante il ragazzo dai capelli bianchi oramai avesse appurato la sua presenza, non aveva alcuna intenzione di perdere tempo a voltarsi per guardarlo. Il fastidio cominciava a percorrere la schiena di Blake a piccoli brividi, i suoi denti tornarono a torturare il labbro inferiore ed il piercing mentre il giovane riusciva a sentire chiaramente lo sguardo dorato e penetrante di quello nuovo infrangersi, prima sul suo viso e poi sul disegno, e la cosa lo infastidiva parecchio.
<< Ehi, ciao >>
Disse l'altro con la voce tremante cercando di parlargli, ma ottenendo in cambio solo un'ulteriore indifferenza da parte del giovane che appoggiò la guancia destra sulla mano corrispondente e si girò verso la finestra sperando che così il fastidioso impiccione desistesse e lo lasciasse continuare il suo lavoro in pace.
<< Bello il tuo disegno, cosa rappresenta ? >>
A quella domanda Blake capì che l'unico modo di toglierselo dai piedi era rispondergli, sperando che la cosa annoiasse il tizio al punto di spingerlo a cambiare vittima per le sue domande idiote, inoltre sapeva benissimo la ragione per cui gli stava rivolgendo la parola, doveva sembrare figo parlare con lo psicotico che dice di aver visto il demonio. Non lo vedeva che era molto impegnato a dimostrare al suo signore demoniaco tutto l'amore che sentiva nei suoi confronti ? Non aveva certo tempo da perdere dietro a delle stupide discussioni visto che il laboratorio di disegno era l'unico momento nel quale poteva rivedere il viso di Lucifero, anche se solo bidimensionale ed in bianco e nero. Era proprio quello il lato negativo di tutta quella facenda, la cosa che mai e poi mai il suo cuore avrebbe potuto accettare, quando era stato rapito da Angelo la sicurezza che Lucifero sarebbe arrivato era sicura, ma lì ? L'idea che potesse essere stato tutto un sogno si stava facendo così vivida di giorno in giorno da terrorizzarlo, la lacrima che ora gli solcava la guancia lo dimostrava.
<< È l'uomo che amo >>
<< Complimenti, disegni davvero benissimo ... >>
E riecco gli occhi del depresso che passavano dal foglio al suo viso, Blake cominciava ad averne davvero abbastanza così decise che, alla prossima parola pronunciata da quel ficcanaso, si sarebbe voltato e gli avrebbe tirato un pugno sul muso, al diavolo la punizione che lo aspettava. Proprio così, pur di farlo tacere era anche disposto a farsi mandare dal direttore ed anche aumentare la dose di farmaci all'inverosimile, tanto che importanza poteva avere per lui, quella vita non gli apparteneva più, lui voleva solo il suo Lu. Voleva rivedere quel viso perfetto, il corpo scolpito, i capelli ricci intricati ed i suoi sorrisi maliziosi, gli sarebbe andato bene anche solo risentire quella voce calda, ancora una volta, solo per assicurarsi di non essere davvero impazzito e di non aver sognato tutto quello che c'era stato fra loro. L'idea lo fece sorridere ed arrossire mentre i suoi occhi si posavano sul simbolo sul proprio polso, grazie a quel marchio riprese coraggio ed annuì con convinzione, ne era certo, era stato tutto vero e presto avrebbe trovato il modo di dimostrarlo anche a sé stesso.
<< Sei davvero carino quando sorridi, mio piccolo Blake >>
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