Il Cuore di Caino
" È tutto buio, non respiro, perché questa sensazione di soffocamento non se ne va ? Forse ho dimenticato come funzionano i miei polmoni o, più probabilmente, non ho mai capito come far palpitare il mio cuore ? Ma non è colpa mia, giusto ? Io ho sempre fatto il bravo ed ho obbedito al destino che gli altri avevano deciso per me quindi ... Perché mi sento come se non fossi mai venuto nemmeno al mondo ? Come se la vita per me non avesse mai adempiuto al senso per cui era stata creata ? "
Oramai mancavano pochi giorni alla conclusione del secondo patto e Blake aveva perso ogni speranza di tornare tra le braccia del suo amato Lucifero, era poco più di una settimana che se ne stava legato in quella stanza buia, tra il freddo, i maltrattamenti e la mancanza di cibo, gli restava solo l'imbarazzo della scelta su come sarebbe potuto morire. I suoi aguzzini, prima Angelo e poi il discendente di Caino, si susseguivano ad intervalli irregolari durante tutte le ore del giorno e lui, povero debole ragazzino, cosa poteva fare se non sperare nel cavalleresco aiuto di qualche buon samaritano dai lunghi capelli neri e gli occhi di ghiaccio ? Certo, forse Lucifero non poteva essere definito il tipico principe azzurro con la solita tutina turchese ed i morbidi capelli boccolosi e dorati a muoversi nel vento mentre il suo bianco destriero impennava, ma ... Il ragazzo si scoprì a sorridere al pensiero del suo amato, si toccò addirittura il viso, le dita sporche e le unghie rotte a sfiorare le proprie gote fastidiosamente, grattando a contatto con la pelle ruvida e salata di lacrime, solo per essere certo di non star immaginando tutto.
" Mio signore ... "
Blake sospiro profondamente riportando le mani a terra e producendo un fastidioso rumore di catene arrugginite, non poteva perdere le speranze, non se lo sarebbe mai perdonato. Doveva escogitare un piano per uscire, certamente gli sarebbe stato impossibile fregare Angelo, era un estremista troppo convinto per farsi ingannare da un paio di moine, ed il discendente di Caino invece, non lo conosceva minimamente. Il giovane sollevò lo sguardo, come se gli fosse appena stata rivelata una verità rimasta sempre celata ai suoi occhi, in fondo lui e quello strano tipo, anche se in una vita ormai lontana, erano stati fratelli, uniti da un profondo legame di sangue come Caino ed Abele, ma oggi erano due persone completamente diverse. Blake si sollevò in piedi, le gambe gli tremarono leggermente per la fatica e la fame, ma riuscì a mantenersi stabile e si mosse, per quanto fosse possibile, fino alla porta metallica della stanza. Era una cosa stupida forse, il desiderio sciocco di un ragazzino che ancora non aveva capito nulla di quello che gli stava accadendo intorno, uno strano piano divino, un flipper in cui lui, sciocca ed ignara pallina stava venendo scaraventata da una parete all'altra senza controllo.
<< Ehi ! >>
Ma se avesse cambiato le carte in tavola forse avrebbe potuto finalmente capire ogni cosa e cercare di controllare il proprio destino spezzando così i fili che altri gli avevano imposto fino a quel momento.
<< Ehi !!! >>
Ripeté a voce ancora più alta nel tentativo di attirare l'attenzione del ragazzo dall'altra parte, ma dopo il quinto o sesto tentativo stava già per rinunciare quando dei passi, molto più leggeri di quelli a cui era abituato da parte del discendente di Caino, con quegli enormi scarponi, sempre intorno a quei fettoni di piedi flaccidi che si ritrovava. Blake si spostò leggermente dall'ingresso senza togliere lo sguardo dalla porta quand'ecco che questa si spalancò di colpo rivelando la figura di un giovane, avrà avuto la sua stessa età che lo guardava con sguardo addormentato, non appena incrociò lo sguardo con quello di Blake lo salutò con un cenno della mano sbadigliando forte.
" Ma chi diamine è questo ? Non l'ho mai visto prima "
Quel tizio aveva i capelli più strani che Blake avesse mai visto prima d'ora, un cespuglio di ciocche viola sollevato in un ciuffo irregolare a metà cranio mentre l'altra metà era totalmente rasata. Diversi piercing alle orecchie, sulla destra accompagnato da un paio di dilatatori mentre sulla sinistra vi erano una serie di orecchini rotondi lungo tutto il bordo dell'orecchio che brillavano di quella luce chiara proveniente dalla stanza accanto, sembrava un mondo totalmente separato da quel piccolo tugurio buio in cui era confinato lui.
Poi quegli occhi così penetranti e raggelanti, Blake non riusciva nemmeno a credere quanto assomigliassero ai propri, certo, all'apparenza così sicuri di sé, ma allo stesso tempo tremanti e umidi di lacrime.
<< T-tu chi sei ? Io non credevo ci fossero altri umani qui a parte ... Beh, me e forse ... Il discendente di Caino >>
Un grande sorrido si aprì sulle labbra dell'altro giovane che scoppiò subito in una fragorosa risata, non vi era traccia di malizia o presa in giro in essa, solo uno sfogo sincero, che fu quasi sul punto di far ridere anche Blake. Il ragazzo misterioso rise al punto di doversi tenere la pancia ed appoggiare la mano sulle labbra per cercare di fermarla e fu allora che il giovane prigioniero notò i numerosi anelli scuri che adornavano le dita dell'altro, quel tipo aveva proprio uno stile trasandato, ma non sembrava una persona pericolosa, forse un po' strana, ma niente di più.
<< Sei proprio buffo >>
Disse allora senza pensarci, dimenticandosi completamente del proprio progetto di fuga, nemmeno il suono fastidioso delle manette e la catena in costante procinto di farlo inciampare non bastarono a farlo preoccupare. Straordinariamente, grazie a quell'affermazione, Blake era riuscito a far smettere l'altro di ridere, senza sapere bene come, ma ce l'aveva fatta ed ora lui era lì, a metà fra la confusione e la delusione che lo fissava come se fosse dispiaciuto dal fatto di non essere stato riconosciuto.
<< Ma davvero non mi riconosci ? >>
<< Che intendi dire ? >>
Blake lo guardò più attentamente concentrandosi al massimo, recuperando dalla propria memoria ogni minimo ricordo, in particolare quelli della scuola, ma non vi ritrovò la minima presenza di quello strano ragazzo, cioè, era difficile non riconoscere un tipo simile, date tutte le sue caratteristiche esagerate, ma non c'era nulla da fare.
<< Mi dispiace, ma davvero non riesco a ricordarmi di te, dove ci siamo incontrati ? A scuola forse ? O magari in qualche parco pubblico ? Eppure non ho mai avuto così tanti amici da dimenticarmi della loro esistenza ... >>
Blake stava impazzendo, ma il viso arrabbiato dell'altro lo spingeva a non arrendersi, ripensò ad ogni momento della sua vita e così, involontariamente il suo sguardo ricadde sul proprio braccio. L'enorme impronta rossa della manata che gli aveva lasciato il discendente di Caino era ancora evidente, non lo aveva mai notato prima, e si diede mentalmente dello stupido quando si accorse che, sull'impronta di ogni dito, vi erano chiaramente dei segni lasciati da anelli metallici, li stessi indossati dal ragazzo davanti a lui.
<< S-sei tu ?!? >>
Il corvino guardo confuso l'altro che intanto tornò a sorridere grattandosi leggermente i capelli rasati dietro la nuca e sbadigliando di nuovo rumorosamente. Blake cercò di avvicinarglisi ancora, non riusciva a credere che quello fosse davvero il discendente di Caino, era tutto sbagliato ! La corporatura era più giovane ed atletica, non la solita grossa e grassa da pluri cinquantenne, la voce era più dolce e melodiosa e non tozza ed addirittura gracchiante come quella di un uomo ubriaco ed incallito fumatore che sta facendo i gargarismi con la birra. Gli occhi poi ... Quelli del suo aguzzino erano sempre rossi di sangue e non lasciavano trasparire alcun tipo di emozione, era come un robot, una macchina fatta di rabbia e sofferenza creata esclusivamente per infliggergli dolore, mentre quel giovane. I suoi occhi verdi chiarissimi quasi sul grigio ...
<< Come ?!? >>
Blake li indicò stupito facendo fare un passo indietro all'altro giovane, quasi come se dovesse proteggersi da un'attacco, certo, come se un ragazzo gracile indebolito fino all'osso dalla fame e dai pestaggi di una settimana, e soprattutto incatenato al pavimento, potesse fare del male a qualcuno. Blake si allontanò a sua volta, non poteva credere di starsi dispiacendo per averlo spaventato, in fondo, se quello che il ragazzo aveva detto era vero, allora era la persona che gli aveva fatto del male per più di sette giorni, senza ripensamenti o sensi di colpa, ma al corvino dispiacque comunque. Non voleva spaventarlo, era solo rimasto sorpreso dai suoi occhi, ne era sicuro, quand'era arrivato sulla soglia della cella erano di un azzurro molto chiaro mentre ora erano di un verde grigiastro e stavano cambiando di nuovo, erano cangianti, proprio come i suoi !
<< I tuoi occhi >>
Indicò il ragazzo sorridendo e sedendosi sul materasso logoro della cella, Blake era sfinito, ma si stava divertendo a parlare con lui quindi cercò di restare sveglio e continuò a parlargli, senza togliergli gli occhi di dosso, sperando intanto che l'altro non gli chiudesse la porta in faccia.
<< Che cos'hanno i miei occhi ? >>
Disse serio il giovane scostandosi con la mano un ciuffo di capelli viola che gli era scivolato sul viso.
<< Sono cangianti, proprio come i miei ! >>
<< Cangianti ? Se ti riferisci al loro colore è una specie di malattia, Angelo mi ha raccontato che serve a distinguere i peccatori originali come noi dalla gente pura ... Da coloro che andranno in paradiso una volta morti >>
Blake lo guardo confuso, era la bugia più stupida che avesse mai sentito raccontare da qualcuno, sulla Terra moltissime persone avevano gli occhi cangianti, magari pure impercettibilmente, ma era una cosa perfettamente normale, non centrava affatto con il fatto di essere peccatori o meno.
<< Io non ne sono molto convinto, ci sono moltissime persone che li hanno, solo nella mia scuola saremo stati più di cinque ad averli così >>
<< Come faccio a crederti ? Non sono mai venuto sulla Terra quindi le tue parole potrebbero essere solo menzogne >>
Era sul punto di chiudersi la porta alle spalle e lasciare Blake di nuovo da solo, ma il ragazzo non voleva, gli era bastata la solitudine di una settimana, non ce la faceva più a vivere nel buio, quella luce chiara che veniva dall'altra stanza e la compagnia del discendente di Caino era tutto quello che voleva.
<< Aspetta ! >>
Disse rapido allungando la mano ed alzandosi in piedi, provocando così un forte rumore di catene che fece fermare l'altro.
<< Non intendevo dire che Angelo ti avesse mentito, ti ho solo raccontato qualcosa della mia vita. Promesso, non metterò più in discussione quello che conosci ed i cui credi, ma ti prego, resta ancora un po' qui a chiacchierare con me >>
Il giovane puntò lo sguardo verso il pavimento e stette a riflettere qualche minuto, poi si voltò verso Blake, era impossibile sapere cosa gli stesse girando per la testa, sta di fatto che, dopo qualche minuto di riflessione aprì completamente la porta e si sedette sotto il getto di luce guardando attentamente il sorriso felice sul volto del suo prigioniero.
<< Ecco ... >>
Cercò di dire formulando al meglio la frase che stava per dire, ma non era facile, il discendente di Abele era il primo ragazzo con cui parlava, prima di lui vedeva solo Angelo e nemmeno così spesso. Il ragazzo sollevò lo sguardo verso quello di Blake e così notò che aveva ragione, avevano gli stessi occhi e questo lo fece sorridere di rimando.
<< Ecco, volevo sapere come ti chiami >>
Disse semplicemente facendo alzare Blake dal suo materasso polveroso e portandolo ad avvicinarglisi sedendosi ad un paio di metri da dove si era posizionato lui.
<< Io sono Blake, e tu ? >>
<< Il mio nome è Quayn, hai un nome strano Blake, non ne avevo mai sentito uno simile >>
<< Sulla Terra, nel luogo in cui vivo io, è un nome normale, ai miei genitori piaceva e quindi nulla, mi hanno chiamato così >>
Blake sorrise all'altro notando così il suo sguardo confuso, sembrava non avesse afferrato completamente il senso della frase che gli aveva appena detto.
<< Ai tuoi genitori ... No, il mio mi è stato dato da Angelo quando ho compiuto tredici anni, prima diceva che, nonostante fossi il discendente di un'atto impuro, come bambino, avevo la protezione di dio. Quando crebbi disse che avrei dovuto accettare il mio destino e così mi chiamo Quayn, che significa Caino in ebraico >>
Quayn sollevò lo guardo su Blake, sembrava molto serio ed innervosito, come se fosse appena stato vittima di un torto. Il ragazzo guardò nuovamente Blake dritto negli occhi e poi abbassò lo sguardo dispiaciuto.
<< Lo so, il mio non è un bel nome, come il tuo, ma non ho avuto altro da Angelo quindi mi va bene questo >>
<< Immagino non sia facile portare sulle spalle le colpe di qualcun altro con cui non si ha mai avuto nemmeno a che fare. A me comunque il tuo nome piace ! >>
Blake sorrise dolcemente a Quayn che rispose allo stesso modo.
<< Mi diverte di più chiacchierare con te che malmenarti. Anche perché io Lucifero non l'ho nemmeno mai visto, come potrei amare qualcuno che non conosco nemmeno ? >>
<< Tu non l'hai mai visto ? >>
Blake guardò stupito Quayn mentre si sedeva più comodamente sul pavimento allungando un piede verso l'ingresso della cella. Il corvino si rese immediatamente conto che, non appena una parte del corpo dell'altro entrava all'interno della stanza, mutava trasformandolo nel suo solito aguzzino, ecco perché non lo aveva riconosciuto, portava una specie di costume.
<< Ma allora perché mi tratti in questo modo e mi tieni rinchiuso qui ? >>
<< Angelo dice che è così che sono e che questo è quello che provo, quindi faccio ciò che mi dice, non ho altri al di fuori di lui. Angelo mi vuole bene e pensa sempre al mio meglio, mi ha raccontato che i miei genitori mi abbandonarono perché avevano riconosciuto in me il demone di Caino, e così il mio guardiano mi porto con sé crescendomi lontano dal male che gli altri avrebbero potuto farmi, data la mia colpa imperdonabile >>
<< Te l'ho già detto >>
Blake si alzò in piedi arrabbiato guardando severamente l'altro ragazzo che lo guardò confuso e stupito dal tono severo con cui era stato appena interrotto.
<< A-A che ti riferisci ? >>
Chiese confuso Quayn mentre giocava con un paio degli anelli della sua mano destra facendoli girare intorno alle lunghe falangi sottili e delicate. Non assomigliava minimamente all'uomo che aveva maltrattato Blake in quei giorni d'inferno, ma più ad un giovane solo e pieno di sofferenza a cui erano state inculcate delle idee assurde, gli dispiaceva molto per lui e lo avrebbe aiutato.
<< Intendo dire che, anche se Caino era una persona invidiosa e malvagia che ha ucciso suo fratello, questo non significa che tu devi essere come lui >>
<< Davvero ? >>
<< Certo ! >>
Il corvino la vedeva come la cosa più ovvia del mondo, ma forse per Quayn non era così, ed ancora una volta era tutta colpa di Angelo, come per la storia dei suoi genitori, ma quanto malato poteva essere quell'essere ?
<< Ma Lucifero ti ama perché tu sei il discendente di Abele quindi anche tu sei finito dove sei a causa del tuo legame con lui ! >>
<< L'unico motivo per cui mi è stato utile essere il discendente di Abele è stato il fatto che mi abbia permesso di evocare ... >>
Le parole del ragazzo si fermarono di botto, come aveva fatto a non pensarci prima ? Se era riuscito ad evocare Lucifero in casa propria cosa avrebbe potuto impedirgli di evocarlo anche in quella cella ? Un grande sorriso si aprì sul viso del corvino mentre Quayn rimase a guardarlo nella confusione più totale, la faccia di Blake lo stava anche leggermente spaventando, il suo sguardo era illuminato di una strana luce, come se una grande idea gli fosse appena balenata nel cervello e lui non era molto sicuro di volervi prendere parte.
<< Quayn, ti andrebbe di conoscere Lucifero ? >>
<< C-cosa ? N-non lo so, n-non posso, oppure posso ? >>
Blake sorrise a quella reazione timida, Quayn era molto incerto sull'accettare o meno la proposta dell'altro, ma il codino sembrava così felice e soddisfatto che gli infuse nuova convinzione, ed un nuovo e strano senso di ribellione inoltre il discendente di Caino aveva sempre desiderato poter incontrare l'uomo che avrebbe dovuto amare con tutto sé stesso. Lo aveva sempre dovuto amare nel proprio cuore, senza nemmeno sapere che aspetto avesse, anche se la continua insistenza di Angelo sul fatto che dovesse amarlo ed esserne geloso aveva totalmente cancellato ogni tipo di sentimento nei suoi confronti. Adesso il povero discendente di Caino si ritrovava con un enorme battaglia interiore sui propri sentimenti e questo lo faceva sentire malissimo, ma ora la proposta di Blake lo allettava incredibilmente, rigirava tutte le carte in tavola.
<< Sì, lo voglio conoscere >>
<< Allora mi serve il tuo aiuto, abbiamo diverso materiale da raccogliere prima di poterlo evocare >>
I due si sorrisero a vicenda e Quayn allungo la mano stringendo quella di Blake, era così strano. Il suo destino prevedeva che lo odiasse con tutto sé stesso, ma attualmente più che odio provava solo un grande affetto che andava ben oltre la semplice amicizia, anzi, era certo che ormai arrivasse ad un profondo sentimento fraterno.
<< Ti aiuterò, voglio conoscerlo ! Ma ad una sola condizione >>
<< Quale ? >>
<< Anche se fossi costretto a farti di nuovo del male potremmo parlare ancora quando Angelo non c'è ? >>
Più che una condizione alle orecchie di Blake giunse come una supplica spassionata, come se quella piccola chiacchierata che avevano appena avuto valesse più del rischio di venir terribilmente puntuto dall'uomo, o meglio dall'angelo, che lo aveva cresciuto. Il corvino ne fu felice, quel ragazzo così trasandato gli stava simpatico, e l'idea di avere un rapporto umano, anche se minimo, gli avrebbe permesso di rivedere il suo amato padrone.
<< Va bene, accetto ! >>
Disse allora il corvino felice ed eccitato all'idea del suo amore che lo stringeva tra le braccia, fiero per l'impegno dimostrato nel cercare di rivederlo, il signore dell'inferno sarebbe stato così orgoglioso.
<< Grandioso ! Grazie mille fratellino ! >>
<< Di nulla, a proposito, volevo chiederti come mai hai questo stile così strano ? >>
Quayn abbassò lo sguardo sulla propria canottiera nera senza maniche ed i pantaloncini dai bordi strappati. Anche Angelo era rimasto un po' stranito da quel cambio di look, quando aveva visto il nuovo taglio di capelli ed il loro improbabile colore viola era stato quasi sul punto di scuoiarlo vivo, ma poi aveva pensato che, in effetti, Quayn aveva assunto l'aspetto tipico della maggior parte dei peccatori sulla Terra e ne era rimasto piacevolmente sorpreso. L'angelo aveva accettato la cosa come un segno del compiersi del destino e così non si era fatto altre domande senza sapere nemmeno cosa avesse portato il suo protetto a farlo, non gliene importava nulla.
<< Una volta sognai questi vestiti, erano diversi e particolari, qui nel paradiso tutto sono bianchi, purissimi e mi annoiavano da matti. In effetti mi parve molto strano come sogno e così l'ho preso come una sorta di messaggio che mi spingeva a distinguermi >>
<< Che cosa buffa >>
I due si misero a ridere quando un forte colpo dalla stanza accanto li fece sobbalzare e così Quayn si alzo di scatto, il suo sguardo era pieno di paura.
<< Angelo è tornato ... >>
Disse preoccupato mentre richiudeva piano la porta, il terrore allora avvolse Blake, sapeva che presto sarebbe ritornato per fargli del male e la bella chiacchierata fatta insieme sarebbe finita nel cestino, ma non riusciva comunque ad esserne triste. Aveva un nuovo amico e presto avrebbe rivisto Lucifero, doveva solo avere pazienza.
<< ... M-mi dispiace Blake >>
Disse triste Quayn richiudendosi la porta alle spalle.
<< Anche a me fratello, anche a me >>
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