𝑷𝒊𝒍𝒐𝒕 𝑺𝒖𝒏...𝟑

BRANDO

26 novembre 2023

«... Il numero da lei selezionato potrebbe essere inesistente, o al momento non raggiungibile»

Fanculo, fanculo, fanculo!

Lanciai il cellulare contro il muro e seguii con lo sguardo il suo percorso fino a terra. Per fortuna, nonostante la rabbia che ci mettevo ogni volta, riusciva ancora a reggere tutti i colpi senza esplodere in mille pezzi.

Fanculo!

Tornai al sacco da boxe, appeso al centro della palestra casalinga che avevo allestito nella cantina della mia dependance. Odiavo vivere lì, da solo. Non era casa mia...

Gancio destro, sinistro, calcio basso e di rovescio. Ripeti.

Erano più di tre mesi che Enrico se ne era andato sparendo nel nulla. Tre mesi che aveva bloccato il mio numero di telefono e i profili social. Tre mesi che mi aveva lasciato, cazzo! Tredici anni insieme, e lui mi piantava per quel ridicolo twink piagnucoloso. Avevo trovato più moccio che sperma sulle nostre lenzuola su cui avevano scopato.

Traditore!

Io almeno non avevo mai smesso di amarlo quando scappavo da lui. Avevo solo bisogno di spazio e sensazioni nuove per non sentirmi soffocare. Lo tradivo solo con il cazzo, mai con il cuore.

Pugno, pugno, calcio, pugno.

Se non avevo ancora fatto una pazzia per ritrovarlo, era stato solo grazie a mia nonna che cercava di farmi ragionare. Volevo parlargli e convincerlo a tornare con me, ma la vecchia strega proteggeva il nipote preferito, e io non volevo peggiorare la mia situazione ai suoi occhi. Le volevo troppo bene, in fondo.

Mi esercitai senza sosta per mezz'ora, quando fui interrotto dal cellulare che vibrava sul parquet.
Era Liam.
Risposi alla videochiamata, e la sua faccia da schiaffi comparve sullo schermo.

«Che vuoi?»

«Ciao anche a te, cane rabbioso! È bava o sudore quella che ti sta colando dalla bocca?»

Istintivamente feci per asciugarmi, quando la sua risata acuta mi fece capire che mi stava solo prendendo in giro. Come sempre.

«Invece che perdere tempo con le tue battute, dimmi che c'è. Ho ancora tanto nervosismo da sfogare contro il sacco, se non ti dispiace.»

«Beh, in tal caso farai bene ad ascoltarmi: si è presentato un ragazzo nuovo in palestra dicendo che gli piacerebbe scontrarsi sul ring con te. Ha visto su YouTube la tua vittoria alla finale del campionato regionale, e vuole mettere alla prova le sue capacità. Che gli rispondo?»

Uno scontro di pugilato? Era da un po' di mesi che non mi capitava l'occasione; perciò, non mi sarebbe dispiaciuto battermi. Il ragazzo aveva del fegato a sfidarmi e gli avrei rifilato una bella lezione.

«D'accordo,» risposi, «fissagli un appuntamento nei prossimi giorni.»

«Ha chiesto se puoi già oggi. So che è il tuo giorno libero, ma è solo di passaggio in città...»

Digrignai i denti, e iniziai ad asciugarmi il sudore dal collo. Non potevo perdere quell'occasione.

«Okay, digli che tra un'ora sarò lì.»

Liam mi salutò mandandomi uno dei suoi baci, e chiuse la comunicazione.
Perfetto, sarebbe stata la distrazione di cui avevo bisogno.

***

Arrivai in palestra dopo essermi fatto una doccia al volo, giusto per togliermi la puzza di sudore di dosso. Parcheggiai la mia lotus in uno dei posti riservati ai dipendenti e mi diressi subito verso gli spogliatoi, grugnendo un saluto ad alcuni colleghi che non degnai neanche di uno sguardo.

«Oggi Brando sembra pronto a esplodere.» Li sentii sghignazzare, mente mi chiudevo la porta alle spalle.

Ridete pure, branco di idioti.

Intanto che mi spogliavo, mi guardai intorno in cerca del potenziale avversario, ma per lo più vidi solo le solite facce note che bazzicavano la palestra. Probabilmente, il tizio era già sul ring ad aspettarmi.

Indossai la cintura protettiva e sopra i pantaloncini. Avrei voluto presentarmi a torso nudo ma le politiche aziendali richiedevano un certo decoro, perciò mi infilai la canottiera nera che mi aderiva su ogni singolo addominale mettendoli in risalto. Una volta allacciate le scarpe, raccolsi i capelli in un man bun disordinato e afferrai i guantoni e il paradenti.

Ero pronto e carico.

Il ring lo avevo fortemente voluto quando il proprietario della palestra aveva investito nell'ampliamento dei locali. Erano stati proposti diversi progetti alternativi, ma io avevo fatto una generosa donazione che aveva persuaso a scegliere il pugilato con grande entusiasmo.

Arrivai in prossimità della pedana quadrata, dove mi aspettavano Liam, che avrebbe arbitrato lo scontro e sarebbe stato l'unico giudice, e un ragazzo poco più alto di me ma meno gonfiato nei muscoli, per quanto sembrassero comunque scolpiti nella pietra. La sua stazza lo inseriva senza ombra di dubbio nella mia stessa categoria dei pesi massimi leggeri. I suoi occhi erano chiarissimi, i capelli biondo scuro erano corti e un po' ricciolini. Aveva un'aria familiare, ma un ragazzo così bello non avrei potuto dimenticarlo tanto facilmente.

«Eccolo qua il nostro campione!» esordì Liam facendo una piccola ola con le braccia.

«Smettila di essere sempre così entusiasta.» Lo rimproverai, colpendogli la spalla con un pugno scherzoso. Mi lamentavo della sua esuberanza, ma alla fine era uno dei pochi lì dentro con cui fossi davvero amico. E scopamico, all'occorrenza.

«E tu chi sei?» chiesi brusco al ragazzo che mi fissava con iridi di ghiaccio e un sorriso strafottente. C'era una tale intensità in quello sguardo, un fuoco che mi sfidava e che sembrava volermi ridurre in cenere.

Mi sentivo in soggezione di fronte a lui, e non era una bella sensazione.
«Puoi chiamarmi Mr. Z, per ora.» Rispose porgendomi una mano grande dalle dita lunghe. Non la strinsi, ma lui non sembrò per niente turbato dal mio atteggiamento da stronzo.
Anzi, pareva divertito.
A differenza mia.

«Che cazzo di soprannome ridicolo è? Dai, sali sul ring così posso farti il culo.»
«Sembra quasi una proposta allettante...»
Cos'era adesso quell'aria allusiva? Un brivido mi percorse la schiena e mi innervosii ancora di più.
Quel tipo mi stava già sul cazzo a pelle.

Lo osservai mentre saliva sulla pedana, e mi persi qualche secondo di troppo a osservare le sue spalle larghe e la schiena che si stringeva verso un culo così sodo che se gli avessi dato uno schiaffo mi sarei fatto male io alla mano.
E va bene, avevo un fetish per i fisici allenati. Enrico lo sapeva, per questo si era sempre tenuto in ottima forma con me. Il suo corpo, però, rimaneva minuto e non sarebbe mai riuscito a sovrastare il mio. La nostra differenza di taglia mi aveva portato a ferirlo, quando non avrei mai voluto torcergli un capello. Era stato un incidente, ma restava il fatto che lo avevo mandato all'ospedale con un dito rotto. Non mi sarei mai perdonato per quel gesto impulsivo e violento che lo aveva allontanato definitivamente.

Questo Mr. Z, invece, era un mio pari, e non vedevo l'ora di scoprire chi avrebbe prevaricato sull'altro.

«Se la smettessi di sbavare sopra a quel pezzo di manzo, forse potresti riuscire a concentrarti sullo scontro.» Mi sussurrò all'orecchio Liam facendomi sobbalzare.
«Non sto sbavando, idiota!» Ringhiai infastidito dalla sua presa in giro.

«Certo, credici. Io invece credo proprio che sbaverò un sacco ad ammirare questo incontro alfa contro alfa. Se alla fine avrete tensione sessuale da sfogare, tenetemi in considerazione per mettermi nel mezzo di una cosa a tre!»

«Non ci sarà nessuna cosa a tre con quello lì! Ma se vuoi stasera possiamo fare una cosa a due io e te...»

«Solo se vinci. Sai che mi eccita molto portarmi a letto i campioni.»
«Allora ti aspetto da me alle otto.»
Mi diedi un'aggiustatina fugace in mezzo alle gambe e salii sul ring seguito da Liam.

Ora dovevo concentrarmi sull'avversario che avevo di fronte. Uno sconosciuto di cui non conoscevo né tecnica né potenziale. Sottovalutarlo sarebbe stato stupido, ma facevo pugilato da quando avevo dodici anni ed ero consapevole delle mie capacità. I premi vinti anche a livello nazionale ne erano la conferma.

Io e Mr. Z ci sistemammo in posizione di partenza. Il peso ben bilanciato sulle gambe e i pugni guantati alzati davanti al volto, il sinistro di guardia e il destro in avanti. Potevo percepire una piccola folla di tifosi che si era avvicinata al ring, ma il mio sguardo era fisso in quello del mio avversario, che non si era ancora tolto dalla faccia il suo stupido sorriso da cazzone.

«Prima ripresa. Via!» Liam diede finalmente inizio allo scontro.
Mr. Z non perse tempo e attaccò subito con una rapida serie di jab che parai con facilità. Rimasi però stupito dalla sua rapidità. La precisione inflitta mi fece capire che non stavo lottando contro uno sprovveduto; perciò, ricambiai l'attacco con un paio di ganci e un diretto sulle costole che lo fece indietreggiare.

Allo scadere dei tre minuti, ci allontanammo l'uno dall'altro in attesa del verdetto di Liam. Quella prima ripresa era servita a farmi studiare l'avversario, per capire quali fossero i suoi punti deboli e quelli di forza. Il pugilato era tutta una questione di strategia e tecnica. Non bastava una buona fisicità, bisognava mantenere anche la mente concentrata. Era lo sport perfetto per me, perché mi aiutava a sfogare tutta la rabbia che mi portavo dentro da quando ero un bambino ma mi obbligava a non perdere il controllo.

«Prima ripresa assegnata a Brando!» Annunciò Liam.
Sorrisi soddisfatto, sperando di vedere delusione sul volto di Mr. Z. Ma non fu così, anzi, gli occhi gli brillavano di eccitazione.

Ti diverti proprio a prenderle eh?

«Secondo round. Via!»
Era da tanto tempo che uno scontro di pugilato non si rivelava così stimolante e imprevedibile. Mr. Z mi teneva testa come pochi altri erano riusciti a fare. Si vedeva che non praticava quello sport solo per intrattenimento, e mi stupiva non averlo mai visto nel giro dei campionati. Un tipo così aveva tutto il potenziale per competere nell'agonistica.

Alla fine della nona ripresa ero in vantaggio di cinque a quattro. Il sudore imperlava la pelle di entrambi, e i ciuffi ribelli di capelli mi si attaccavano al collo. Mi sentivo euforico, avevo finalmente trovato un avversario degno di gareggiare con me. Qualcuno che, indipendentemente dal risultato finale, avrei voluto sfidare ancora e ancora.

Forse, avrei potuto rivalutare la mia prima impressione su di lui.

Ogni suo pugno ben assestato bruciava con delizia sui miei muscoli, e quando ero io a colpirlo era come scontrarmi con una solida montagna.

Chi sei tu? Da dove sei sbucato?

«Davvero non ti ricordi di me?»
Quella domanda posta nel minuto di intervallo mi spiazzò, lasciandomi senza parole. Allora non era solo una solo una sensazione che avesse un'aria familiare?

«No, non ho la più pallida idea di chi cazzo tu sia.» Risposi accigliato.

Non ebbe il tempo di controbattere che lo scontro riprese.
A un certo punto, mentre lo tenevo legato per impedirgli di colpirmi, riuscì a sussurrarmi all'orecchio: «Ma come? Potrei rimanerci molto male, sai?»

Liam intervenne per mettere distanza tra noi, ma le sue parole mi avevano ormai distratto e persi quel round. Eravamo pari per la prima volta dall'inizio dell'incontro.

Tutta colpa di quelle chiacchiere...

Lui, a quanto pareva, mi conosceva molto bene. Io, al contrario, brancolavo ancora nel buio.
«Stai dicendo cazzate. Ti confondi con qualcun altro.»

«Pensaci bene, Brando.»

Ok, la sua strafottenza mi stava pesantemente sui coglioni. Soprattutto, perché si stava divertendo un mondo a prendermi per il culo e farmi perdere le staffe.

Concentrati, cazzo!

Ebbe inizio la penultima ripresa. Attaccai con aggressività, infliggendo una serie di colpi uno dietro l'altro. Sentivo il nervoso che guidava i miei movimenti, sempre più imprecisi. Ne pagai le conseguenze subendo un gancio totalmente inaspettato al petto che mi tolse il fiato, e non lasciò dubbi a Liam su chi aveva avuto la meglio.

«Sei a cinque per Mr. Z. Il prossimo e ultimo round potrebbe chiudere l'incontro in un amichevole pareggio o decretare un nuovo vincitore!»

Dal pubblico si alzò un coro sorpreso, alcuni fischi e diversi incoraggiamenti diretti a entrambi. Moralmente, avrei considerato una sconfitta anche il pareggio. Non era, però, l'idea di perdere a rodermi, ma il fatto che fosse la conseguenza della sua lingua biforcuta più che dei pugni. Se avesse tenuto chiusa quella cazzo di bocca, ero convinto che il punteggio sarebbe stato ribaltato.

Cercai di ricordare dove diamine avessi già visto quel tizio. I suoi occhi... mi ci specchiai per tutto il tempo della ripresa e, in effetti, ebbi una sorta di dejavu. Un episodio lontano nel tempo, di quando ero più giovane. Finalmente, ebbi l'illuminazione.

«Tu! Sei tu!» Sputai fuori con rabbia.
Il sorriso di Mr. Z si fece ancora più ampio e battè i guantoni l'uno con l'altro.

«Ora ti ricordi? L'ultima volta che ci siamo visti avevo le spalle al muro e me la stavo facendo nelle mutande dalla paura. Oggi direi che le cose sono un pochino diverse!»

Come avevo potuto dimenticarlo? Giulio Zenna: al liceo si era infatuato di Enrico e gli era stato attaccato al culo per mesi. Dopo che li avevo sorpresi a baciarsi e lo avevo minacciato di spellarlo vivo, aveva cambiato scuola e non lo avevo mai più rivisto.

Come era potuto cambiare tanto? All'epoca era poco più alto di Enrico, ma comunque una mezza sega.

«Ultimo round,» gridò Liam intanto che io e il mio avversario ci rimettevamo in posizione, «via!»

Avrei voluto fare del mio meglio per chiudere l'incontro in pareggio, ma il ricordo di Enrico aggrappato al collo di Giulio in maniera lasciva mi fece montare una collera cieca neanche fosse successo il giorno prima ed Enrico fosse ancora il mio ragazzo. Rividi Giulio che gli accarezzava il corpo sopra i vestiti e spingeva la lingua dentro la sua bocca strappandogli dei gemiti soddisfatti.

Che figlio di puttana!

Mi preparai ad assestargli un uppercut mirando sotto il mento, con l'intenzione e di metterlo KO. Era l'unico modo che mi era rimasto per decretare la mia vittoria ma, ancora una volta, lui fu più veloce e sfruttò la sua maggiore altezza per colpirmi con un overhand che mi fece cadere a terra allo scoccare dei tre minuti.
Era finita.

«Il vincitore è Mr. Z!» Liam tirò su il braccio di Giulio e dalla folla partì un applauso per il nuovo campione della palestra. Vedermi sconfitto era una novità per molti. Rimasi a terra, incazzato nero e senza alcuna intenzione di avvicinarmi a Giulio per congratularmi della sua vittoria.

Molto antisportivo, lo riconoscevo, ma quello stronzo aveva voluto lottare contro di me solo per prendersi una rivincita dopo quindici anni, e mi aveva battuto perché non aveva fatto altro che provocarmi.

Finita l'acclamazione, Liam si avvicinò a me.
«Non avrò nessun vincitore da scopare stasera, ma se vuoi posso concederti un pompino di consolazione.»

«Sparisci, cazzo!»

Lasciò il ring ridacchiando e al suo posto mi si piazzò davanti Giulio faccia di merda Zenna. Allungò una mano nella mia direzione per aiutarmi ad alzare  ma, di nuovo, la ignorai.

«Sei soddisfatto ora?»
«Beh, sì. Direi che siamo ufficialmente pari. È stato un bell'incontro.»
«Hai vinto solo perché avevo la testa altrove.»
«E dove se n'è andata?»
«Lascia perdere...»

Si guardò intorno come per assicurarsi che nessuno stesse ascoltando la nostra conversazione, ma la folla si era ormai dissipata.

«Sai, al liceo ti odiavo.»
«Ah sì? E perché mai?» Domandai, anche se non ero sicuro di voler sapere la risposta.
«Beh, stavi con il primo ragazzo per cui mi fossi mai preso una cotta. È stato grazie a lui se ho avuto la certezza che mi piaceva pure il cazzo.»

«Avresti dovuto tenere le tue mani a posto. Stava con me, per l'appunto.»
«Oh, certo. Gli mancava solo un cartello con scritto "proprietà di Brando" e un collare con il guinzaglio..»

«E allora perché cazzo lo hai baciato sapendo che ti avrei spaccato la faccia contro il muro se lui non mi avesse fermato?»

Alzò le spalle con fare innocente, irritandomi ancora di più.
«Avevo quindici anni e il ragazzo che mi piaceva mi aveva proposto di succhiarmelo. Il mio cervello era andato in tilt.»
«Non è vero!»
«Cosa?»
«Che ti ha proposto di succhiartelo.»

Il suo sorriso si fece più sadico e io mi sentii un coglione che non voleva sapere la verità - sempre se lo fosse stata davvero - ma non riusciva a smettere di ascoltarla.
E Giulio sembrava proprio intenzionato a riportare a galla quella vecchia faccenda.

«Testuali parole: "Giulio, ho capito che ti piaccio. Lo sai che sono molto bravo con la lingua?"» imitò pure la voce di un ragazzino.
«Smettila!»

«"Posso prendertelo in bocca fino in gola e farti godere come non mai"»
«Stai zitto, cazzo!»

«Con una proposta del genere, come potevo curarmi del suo fidanzato bullo? Peccato che non era neanche arrivato a mettermi una mano nei pantalo...»

Crack!

Finalmente, un suono che fu musica per le mie orecchie. Non potevo più tollerare di sentirlo parlare e una rabbia feroce nei suoi confronti mi aveva offuscato il cervello. Mi ero alzato di scatto e gli avevo tirato un pugno in piena faccia, a mani nude.

Probabilmente gli avevo rotto il naso, vista la quantità di sangue che gli stava colando dalle narici lungo il mento.

Fanculo, così impari a fare il furbo!

«Sei fuori di testa!» Sbraitò cercando di tamponarsi il naso con il bordo della maglietta.
«Te lo avevo detto di stare zitto.»

Gli voltai le spalle e scesi dal ring, ma sbattei contro Liam che era tornato indietro dopo aver evidentemente assistito alla scena. Mi afferrò per la canottiera e iniziò a urlarmi contro.
«Che cavolo hai combinato? Ti beccherai sicuramente una sospensione ora!»

Nel frattempo, qualcun altro stava correndo verso di noi per andare in soccorso di Giulio.
Diedi uno spintone a Liam con il residuo di rabbia che ancora mi divorava.

«Che cazzo me ne frega? Lo stronzo se lo è meritato, vediamo se avrà il coraggio di denunciarmi. Meno male che è solo di passaggio in città e non dovrò più vedere la sua faccia di merda!»

Il mio amico scosse la testa esasperato e si diresse anche lui da Giulio. Dubitavo mi avrebbe raggiunto a casa quella sera.

Recuperai il borsone dallo spogliatoio e me ne andai senza cambiarmi. Il telefono continuava a squillare imperterrito.

Era il mio capo.

Sicuramente, gli era già giunta voce di quanto successo e ora voleva farmi il culo, ma avrei affrontato le conseguenze del mio gesto il giorno dopo.

Spensi la chiamata e digitai per l'ennesima volta l'unico numero che conoscevo a memoria.

«... Il numero da lei selezionato potrebbe essere inesistente, o al momento non raggiungibile»
Fanculo, fanculo, fanculo!

***

NOTA AUTRICE: Buonasera! 💕 prima di parlare di cose serie vorrei fare un DISCLAIMER grosso come una casa: devo studiare meglio il pugilato. Se avete trovato l'incontro scritto in maniera un po' superficiale è perché non ho ancora capito moltissimo sulle regole e il calcolo del punteggio 😂 quindi per ora prendetelo così... tanto il pugilato non sarà il focus della storia di Brando e Mr. Z, ma solo il modo in cui si sono incontrati dopo quindici anni!

E ora passiamo alle cose serie!

Innanzitutto, abbiamo il primo POV di Brando ❤️‍🔥 come è stato entrare nella sua mente? Da autrice è stato un piacere iniziare a prendere i suoi panni, anche se fin da subito lo avrei preso a schiaffi 😂

Avete capito dove si colloca questo episodio rispetto a Sunshine? Poco prima del capitolo 36: Enrico viene a sapere da sua madre che Brando ha toccato il fondo prendendo a pugni un tipo... ecco, quel tipo era proprio Mr. Z! Ci avevate pensato?

E a proposito di Mr. Z, finalmente abbiamo il suo nome e il collegamento con Brando 😍 Giulio Zenna, ex compagno di scuola di Brando ed Enrico, bullizzato dal primo e baciato dal secondo! Alzi la mano chi aveva indovinato e ricordava l'episodio nel flashback del capitolo 7! ✋🏻

Che prima impressione vi ha fatto? A Brando, a parte per un momento, non una buonissima impressione 😂

Questo capitolo è il pilot per il terzo romanzo... ha un po' la stessa funzione di quello che era l'epilogo dal POV di Fil in Sunrise. Mi dispiace però dirvi che ci vorrà un po' perché arrivi il resto. Da gennaio la mia priorità sarà la revisione di Sunrise, ma sicuramente in parallelo inizierò a lavorare anche per Giulio e Brando 💕

Spero avrete pazienza e che anche la loro storia vi piacerà (e soprattutto che siate incuriositi a leggerla 🤣)! Vi terrò in ogni caso aggiornati su ogni novità 💕

Grazie e a presto 💕

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