𝑷𝑹𝑰𝑴𝑨 𝑷𝑨𝑹𝑻𝑬 - 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏

31 maggio 2023

FILIPPO

Anf... Anf... Anf...

Oddio, sono al limite...

«Basta, non ce la faccio più!» Mi lamentai con un gemito sofferente.

«Dai, resisti! Ti manca poco.» Mi rispose lui con un luccichio negli occhi.

«Ti prego, abbi pietà. Mi tremano le gambe...»

«Non ci pensare proprio a mollare ora. Spingi su quelle ginocchia. Così, bravo, dacci dentro!»

Anf... Anf... Anf...

Muoio.

«Sì, ci sei.» Mi incoraggiò. «Ancora poche spinte!»

Dodici...

Tredici...

Quattordici...

Quindici!

«Svengo!» Mollai il bilanciere e mi accasciai esausto sul tappetino. Ogni mercoledì pomeriggio, maledicevo il giorno in cui avevo deciso di iscrivermi in palestra con Samuele. Era un folle a pretendere che io riuscissi a fare i suoi stessi esercizi.

«Hai visto che sei arrivato in fondo? Non c'era bisogno di lamentarsi tanto.» Mi passò la bottiglietta d'acqua e la scolai in un unico sorso. Il modo migliore per farmi venire da vomitare.

«Parli facile tu che sei dipendente dallo sport. Io voglio passare la mia vita sul divano. Odio venire qua.» Mi toccai la schiena ed ebbi un moto di repulsione a sentire la maglietta zuppa.

«Bleah! Come fa tutta questa gente a convivere con il proprio sudore? Puzzo da fare schifo...»

Samu rise, ormai abituato ai miei mugugni costanti.

«Pensavo ti piacesse l'odore di maschio.» Mi prese in giro.

«Sì, ma non quando sa di caprone morto.»

«Non farti sentire, o molti potrebbero offendersi. E voglio vederti a litigare con uno di loro.» Fece un piccolo cenno con la testa verso un gruppo di big gym nella sala pesi. Anche il più basso era grosso almeno tre volte me, e un suo braccio era pari a entrambe le mie cosce. Mi ricordavano...

Al solo pensiero, un brivido di paura mi partì dalla base del collo per diffondersi lungo tutta la schiena. Era colpa sua se avevo deciso di allenarmi per rafforzare il mio fisico. Non che sarebbe servito a qualcosa contro un tipo come lui, ma almeno avrei acquisito un po' di sicurezza in me stesso, in attesa di iscrivermi a settembre a un corso di autodifesa.

«Fil? Tutto bene?» Il tono preoccupato di Samu mi riscosse dai miei pensieri. Mi stava scrutando con quelle sue iridi scure come la notte, in cerca di un qualunque segnale rivelatore sul mio volto.

«Scusa, mi ero incantato. Riprendiamo?» Mi alzai dal pavimento forzando un sorriso e presi la scheda del workout per vedere quale fosse l'attività successiva: leg extension, tre ripetizioni da dodici.

Mi avviai verso il macchinario, che per fortuna era libero, impostai un peso di otto chili e sistemai l'asciugamano sulla seduta. Samuele mi raggiunse mentre io iniziavo a spingere con le tibie contro le imbottiture, regolando il ritmo della respirazione in funzione dell'esercizio. Lui contò per me ad alta voce e, quando finii la prima serie, mi chiese: «Pensi sempre a quella mattina, vero?».

Non c'era bisogno di specificare altro. Era stato il giorno più brutto della mia vita e, dopo più di due mesi, non ero sicuro di averlo superato del tutto. Cercavo di pensarci il meno possibile perché, ogni volta, il dolore e l'umiliazione rischiavano di farmi risalire le lacrime.

E io non volevo piangermi addosso.

«Sarei un bugiardo se ti dicessi di no... cambio?» Gli lasciai il posto, invertendo i ruoli. Samu tirava su venti chili con la metà dello sforzo che facevo io.

«Devi andare avanti e toglierti Enrico dalla testa.» Disse nel suo momento di pausa. «Ti sta condizionando la vita da un anno e mezzo e vi siete visti quante volte? Tre? a dir tanto.»

«Quattro.» Puntualizzai indispettito, come se cambiasse qualcosa. Volevo bene a Samuele, era il mio migliore amico, ma non si rendeva conto che la situazione era più complicata di quanto credesse: non ero pronto a dimenticarlo, non volevo farlo. Me n'ero andato da quella casa con la testa alta e il cuore spezzato ma, dentro di me, una piccola fiammella continuava a tenere accesa quella stupida speranza che aveva già fatto abbastanza danni.

«Samu, quando ti avevo suggerito di allontanarti da Valerio aveva funzionato?» Lo provocai.

«No, pensavo a lui in continuazione,» rispose con onestà, «ma la nostra situazione era diversa.»

«Appunto, voi siete stati fortunati perché tu gli ostacoli li avevi solo nella tua testa. Eravate anime gemelle, avete avuto solo bisogno di qualcuno che ve lo facesse capire.» Se non potevo avere il controllo sulla mia vita sentimentale, mi sarei almeno preso i meriti per aver reso migliore quella degli altri. E Vale e Samu erano il frutto della mia fatica, un capolavoro di cui mi sentivo molto orgoglioso.

«Magari anche tu ed Enrico siete anime gemelle, e avete solo sbagliato il momento in cui incontrarvi.»

«Ma non dovevo togliermelo dalla testa?»

«Non lo so, sono confuso. Cosa vorresti sentirti dire?»

«Certo che fai proprio schifo come consulente di cuori infranti.» Lo presi in giro.

«Sei tu quello bravo in queste cose.»

«Infatti, talmente bravo che mi sono preso un'inculata pazzesca.»

«Beh, quella è la cosa che dovrebbe esserti piaciuta di più in tutta questa storia.»

«Samu, cazzo!» Abbandonai ogni parvenza di serietà e scoppiai a ridere, mente lui mi seguiva a ruota. Non sapevo se mi sarei mai abituato a questa nuova versione di Samuele, meno rigida e più irriverente. Vale con lui stava facendo un lavoro magistrale, come un adulto che insegna le parolacce ai bambini.

«È la verità!» Insistette. «L'hai detto tu che è stato...»

«Scusate, avete finito di fare salotto? State occupando la macchina da due ore!» Una ragazza tanto arrabbiata quanto muscolosa interruppe i nostri discorsi.

Ce la filammo a gambe levate prima che decidesse di acchiapparci e usarci come pungiball.

«Ti prego, dimmi che è arrivato il momento di tornare a casa.» Implorai guardando lo smartwatch. Purtroppo, mancavano ancora dieci minuti alla fine dell'ora.

«Non pensarci neanche. Concludiamo con un po' di stretching, o domani sarai un rottame.»

«Ti odio.»

«Non è vero, mi ami tantissimo.» Purtroppo, aveva ragione, perciò, strinsi i denti e portai a termine gli ultimi esercizi della giornata.

Agognavo un bagno e un pigiama pulito.

***

L'acqua era ormai diventata fredda. Avevo fatto due cicli di idromassaggio, e cercavo di rilassarmi nel tentativo di scacciare via le angosce che mi avevano tormentato durante l'allenamento.

Avevo sempre detto che non mi sarei mai messo in mezzo a una coppia, ma il detto "mai dire mai" si era rivelato profetico. Non che me la fossi andata a cercare, anzi, ci avevo provato a stare alla larga da Enrico. Ma quando lui stesso aveva confessato di desiderarmi, chiedendomi di passare la notte con lui, non avevo esitato un solo secondo a gettarmi nel fuoco... Bruciandomi come non mi era mai capitato nella vita. Perché il maledetto "periodo di pausa" tra Enrico e Brando era finito subito dopo che il mio amante occasionale - in quale altra maniera avrei potuto definirlo? - si era preso il mio cuore per poi calpestarlo.

Colpa mia, ne ero consapevole. Nel momento in cui aveva pronunciato le parole "periodo di pausa", sarei dovuto scappare senza mai guardarmi indietro. Invece, non solo avevo fatto del fantastico sesso con lui, ma mi ero pure fermato a dormire nel suo letto, con la prospettiva di svegliarci insieme e fare colazione come una nuova coppietta felice.

Che illuso ero stato!

Le cose, ovviamente, non erano andate come avevo sperato...

***

DUE MESI E MEZZO PRIMA - 18 MARZO 2023

"Chi è che ha acceso la televisione? Voglio dormire..."

«Togliti subito da lì, pezzo di merda!» Un ringhio incazzato seguì l'accendersi improvviso della luce nella stanza, e le coperte mi furono strattonate via di dosso con un gesto rapido.

"Cazzo! Cazzo! Cazzo, è lui!"

A quel punto, ero sveglio. L'istinto mi portò a chiudermi in posizione fetale per nascondere la mia nudità. Incassai la testa tra le ginocchia mentre il cuore iniziava a martellarmi all'impazzata nel petto. La paura di essere picchiato mi invase, bloccando qualunque parola potesse uscire dalla mia bocca. Ero terrorizzato e non osavo guardare verso il centro della stanza.

«Non ti azzardare a toccarlo. Lui non c'entra niente, quindi non ti avvicinare.» Enrico doveva essersi messo in mezzo per proteggermi dalla rabbia di Brando.

"Non è possibile..." Che ci faceva qui? Non dovevano essere in pausa? Enrico mi aveva mentito?

«Non c'entra niente? E chi ce l'ha buttato nel nostro letto? Si è materializzato da solo? Te lo sei ritrovato per caso attaccato al cazzo a succhiartelo?»

Sentivo solo le loro voci, mentre il rimorso mi montava dentro. Non avrei dovuto accettare l'invito di Enrico. Non avrei dovuto metterlo in questa situazione. Volevo sparire, ma non sapevo come.

«Gli ho chiesto io di salire in casa con me, ok? Era nel mio diritto farlo, o hai dimenticato che ci siamo lasciati un mese fa?»

«Non ci siamo lasciati, hai chiesto una pausa e io ho rispettato il tuo volere. Non pensavo che ne avresti approfittato subito per infilarti nel culo di un altro. O ti sei fatto scopare? Ti prego, dimmi almeno che non ti sei fatto scopare da questo sgorbio!»

«Senti, questa è una faccenda tra te e me. Fai andare via Filippo, e ne parliamo, ok?»

"Fai andare via Filippo".

Quelle furono le parole che mi ferirono più di tutte. Aveva già deciso come sarebbe finita tra noi: con me fuori da casa sua. Per qualche ragione, pensavo fosse la soluzione più giusta.

«Io quel bastardo lo ammazzo se me lo ritroverò ancora davanti.» Si sentì un rumore di lotta, e io mi chiusi ancora di più a riccio.

«Esci di qua e aspettami in cucina.» Lo ammonì Enrico. «Non vedi che lo spaventi? Dammi il tempo di parlargli.»

Non ero sicuro di voler sapere cosa avesse da dirmi. Seguì qualche secondo di silenzio, come se Brando stesse ponderando il da farsi.

«E va bene. Muoviti, però. La mia pazienza è già al limite.»

La porta sbatté, e io iniziai a sfogare la tensione accumulata attraverso le lacrime che mi inondarono il viso. Una mano delicata si posò sulla mia schiena e iniziò a massaggiarla.

«Fil? Fil, ti prego, guardami.» Cercò di farmi girare verso di lui e assecondai il suo movimento. Lo fissai negli occhi, grigi come una tempesta furiosa e arrossati da un pianto più silenzioso del mio. Per chi erano le sue lacrime? Per me? O per Brando?

«Mi dispiace,» riuscii finalmente a dire, «non volevo mettermi in mezzo a voi due. Perdonami.»

Mi accarezzò il viso asciugandomi le guance con i pollici. Il suo tocco era caldo e confortevole. Avrei voluto che mi coccolasse tutto il giorno ma sapevo che il tempo che mi era rimasto con lui era contato.

«No, Scheggia! Non pensarlo neanche. Sono io che ho fatto un gran casino. Io e basta, capito?»

Potevo anche dargli ragione, ma il problema rimaneva.

«Che cosa pensi di fare?» piagnucolai, tirando su col naso. «Lui è tornato per stare con te. Sono io quello di troppo adesso.»

"Ti prego. Dimmi che tra voi è finita. Che la pausa ti è servita a capire che non vuoi più stare con lui. Che sei pronto a voltare pagina. Dimmi che scegli me, anche se mi conosci da poco, anche se sono uno stupido ragazzino pieno di sogni romantici. Anche se non sono abbastanza robusto per proteggerti."

Il tempo in cui speravo di sentire quelle parole, passò nel silenzio. Un silenzio che non mi piaceva, e che era fin troppo eloquente.

«Fil... è complicato. Non posso darti una risposta su due piedi. Non mi aspettavo tornasse oggi...»

Gli posai una mano sulla bocca per non fargli finire la frase. Non volevo sentire. Aveva già detto abbastanza.

«Forse, non credevi oggi, ma ti aspettavi che prima o poi sarebbe tornato, è evidente.» Cercai di trasmettergli tutta la dolcezza possibile, anche se dentro di me urlavo il mio dolore. «Va bene così. Sapevo che avrei corso un rischio. Risolvete i vostri casini, io me ne chiamo fuori. Non voglio metterti in difficoltà.» Mi alzai dal letto e iniziai a recuperare i miei indumenti sparsi sul pavimento, per vestirmi.

«Scheggia, aspetta! Che cosa significa?» Enrico provò a fermarmi, ma mi divincolai proseguendo nei miei intenti. «Perché non ne parliamo in un altro momento, quando saremo tutti e due più tranquilli?»

Lo guardai con sincero stupore. Si rendeva conto di quello che stava dicendo? Il dolore si trasformò in rabbia.

«L'unico modo per cui tu e io possiamo parlare in maniera "tranquilla" è che tu, ora, vai di là e chiudi definitivamente con Brando. Io, ovviamente, non ti chiederei mai di farlo, ma sarebbe l'unica condizione per continuare ad avere a che fare con me. Quindi, lo lascerai?» Mi rendevo conto di aver alzato il tono della voce, ma non avevo intenzione di prolungare oltre quell'agonia. Se lui avesse scelto Brando, noi non saremmo stati più niente. Ed era meglio metterlo in chiaro fin da subito.

«Io...» Esitò.

Ebbi la mia risposta.

«Addio, Enri. Spero che troverai il modo di essere felice, davvero.»

Lo afferrai per la nuca e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra, per poi dirigermi verso la porta della camera.

«Fil, aspetta!»

"Chiedimi di restare."

«Mi dispiace che tra noi sia andata così. Tu... mi piaci davvero tanto.»

Emisi un singulto, perché quello stupido del mio cuore per un attimo ci aveva creduto.

«Ne sono sicuro. Ma per me non è abbastanza.»

Quelle furono le ultime parole che gli rivolsi, prima di scappare via da lui, da quella casa, da quell'illusione che era durata una notte soltanto. Mi sarei ripreso, ma in quel momento desideravo solo rintanarmi nella mia camera e piangere fino a disidratarmi.

***

Dei colpi alla porta interruppero il film dei miei ricordi.

«Bambi, muoviti! Devo fare la doccia anche io.» Noemi avrebbe buttato giù la porta se entro un quarto d'ora non le avessi lasciato il bagno libero.

Sospirai, affranto.

Che rottura!

Tolsi il tappo per far scaricare l'acqua e uscii dalla vasca. Quella sera avrei sfogato la mia frustrazione giocando alla play fino a notte fonda.

L'indomani sarebbe stato un giorno migliore per provare a stare meglio.

***
SPAZIO AUTRICE: Ciao a tuttз 💕 Ecco la prima parte di cosa è successo dopo che Brando ha colto Enrico e Filippo sul fatto! Non una bella esperienza per il nostro povero cuorino rosso 🥲

Testa alta e cuore infranto! Come lo rimetterà Enrico a posto? E che ha fatto Enrico in questi due mesi e mezzo?

Intanto, diamo il bentornato anche a Samuele! Sono passati nove mesi dal (non) voto alla famiglia e lo vediamo un po' cambiato rispetto al Samu tormentato di Sunrise 💕 Questa volta sarà lui a dover fare da supporto al suo migliore amico... avrete modo, ovviamente, di vederlo ancora, ma intanto vi piace questa sua nuova versione?

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e ricordate che ogni feedback è sempre gradito 💕 Grazie e ci vediamo al prossimo aggiornamento 🫶🏻

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