𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟗
14 giugno 2023
@e.dema94: Secondo te è legale fissare una riunione dalle 4 alle 6 che finirà sicuro alle 7? Volevo andare al mare dopo il lavoro 🥲
@Fil_the_sunshine: Vuoi fare cambio e dare il mio esame tra due ore? Però mi devi prendere 30 🤣
@e.dema94: Non credo ti convenga... neanche a 18 arriverei 😆
@Fil_the_sunshine sta scrivendo...
«Fil? Ti prego, puoi concentrarti?»
«Aspetta, mando un ultimo messaggio.»
@Fil_the_sunshine: Vabbè, in fondo la vita è troppo breve per rifiutare un 18... scusa, ho Samu che mi rompe 🙄 ci sentiamo più tardi.
Premetti invio, chiusi Instagram e misi il cellulare in tasca. «Contento ora?» Sbottai contro Samu che cercava di richiamare la mia attenzione già da qualche minuto.
Mi stava guardando con rimprovero, picchiettando convulsamente la penna sul suo quaderno di appunti. Lui voleva ripetere ancora a voce alta le argomentazioni alle possibili domande d'esame, ma io non ne avevo più voglia. Eravamo entrambi preparati, e farsi scoppiare il cervello fino all'ultimo minuto non ci avrebbe aiutato a prendere un voto più alto.
Statistica era uno degli esami più tosti di Economia e avevamo studiato come dannati per togliercelo al primo appello possibile. Per fortuna, lo scritto era andato bene, ma non avevamo preso voti altissimi. Se ce la fossimo giocata bene all'orale, però, avremmo potuto ottenere un dignitoso ventisei finale.
Samu non era molto soddisfatto, perché gli avrebbe abbassato la sua media eccellente. Per questa ragione continuava a tormentarmi.
«Perché sembra che solo a me interessi questo maledetto orale?» Si lamentò esasperato.
«Perché è esattamente così. Avevamo messo in conto un voto basso, no? E almeno ventitré lo porteremo a casa di sicuro.»
«Sempre se non ci boccia per la scena muta. Stiamo parlando di statistica, hai presente? Fino alla settimana scorsa, anche tu eri completamente in paranoia e ora, all'ultimo, hai iniziato a battere la fiacca. E lo so benissimo che è perché...»
«Shhh, non urlare! Siamo in biblioteca.» Gli misi un dito davanti alla bocca per fargli capire che doveva abbassare la voce. Lui si ammutolì indispettito, ma tornò con la testa sui suoi appunti. Sapevo dove sarebbe andato a parare se gli avessi lasciato finire il discorso, e non volevo sentirglielo ripetere per l'ennesima volta.
«Hai troppe distrazioni. Non ti fanno bene tutti quei messaggi con il tuo nuovo amico.» Sussurrò per non disturbare chi avevamo intorno, calcando sull'ultima parola.
Come non detto!
Dopo il nostro caffè insieme, io ed Enrico avevamo dato inizio a una lunga sequenza di messaggi che non si era mai interrotta, tanto che non serviva neanche scriverci "buongiorno" e "buonanotte". Ci sentivamo su Instagram, perché nessuno dei due aveva chiesto il numero di cellulare all'altro.
«Guarda che non facciamo nulla di male.» Gli risposi, come sempre, cercando di crederci davvero. «Le nostre chiacchiere sono senza impegno, da veri amici... non sfociano mai su argomenti compromettenti o imbarazzanti. Puoi controllare se vuoi.»
Gli diedi il mio cellulare sbloccato, sfidandolo a contraddirmi. Non avrebbe trovato nulla: Enrico era interessante, divertente e spiritoso. Finché le cose tra noi sarebbero rimaste emotivamente distaccate, non avevo motivo per non godermi la sua compagnia. Samuele lesse attentamente la conversazione per qualche minuto, dopodiché mi lanciò un'occhiata vittoriosa: «Sei pazzo se credi davvero che da questa chat non trasudi tensione sessuale. Riesco a leggere tra le righe "ho voglia di prenderti ancora e ancora... e ancora!". Spero tu sappia quello che fai.»
Fece scivolare il cellulare sul tavolo per ridarmelo e, questa volta, tornò davvero a concentrarsi sullo studio.
Non era come pensava lui. La situazione era chiara: continuavo a reputare Enrico il ragazzo più affascinante con cui fossi mai stato, ma mi ero interrogato sui miei sentimenti e avevo capito che, alla fine, la mia era stata solo una cotta. Una forte cotta, ma gestibile. Per lui doveva essere stato lo stesso, visto che era tornato da Brando. Nessun rancore, dunque.
Trascorse un quarto d'ora, dopodiché non potei più ignorare i crampi che avevo allo stomaco. «Ti va se andiamo mangiare? È già l'una e mezza.» Proposi.
Samu acconsentì e, senza aggiungere una parola, lasciammo la biblioteca per andare al bar dove andavamo di solito, che si trovava appena usciti dalla facoltà.
All'interno c'era un gran casino, tra studenti universitari e impiegati che avevano svuotato gli uffici per la pausa pranzo. Ci avvicinammo al bancone per guardare quali panini erano rimasti e ordinammo lo stesso con la cotoletta e i pomodori.
Mentre cercavamo un posto da occupare, vidi Daniela e Margherita, sedute a un tavolo appartato del locale, che si sbracciavano per farsi notare. La distrazione perfetta. Le due ragazze erano nostre amiche dall'inizio dell'università e, insieme a Luca, facevano parte del nostro gruppo di studio, perciò, anche loro stavano aspettando di dare l'esame.
«Ehi, ciao. Che fine avete fatto stamattina? Pensavo avremmo ripassato insieme. E Luca?» Chiesi, mentre prendevamo posto accanto a loro.
«Abbiamo preferito studiare all'aperto prendendo un po' di sole. Luca, invece, ha deciso di riprovare lo scritto a luglio. È un pazzo a volere solo trenta sul libretto.» Daniela fece roteare l'indice intorno alla tempia. Concordavo con lei.
«Forse avrei fatto meglio anche io a rifiutare.» Borbottò Samu.
«E rimanere indietro sul piano di studi già a giugno?» Lo fulminò con lo sguardo Margherita. «Cosa avete contro i voti sotto il venticinque voi due?»
«È una questione di principio.» Scrollò le spalle e addentò il suo panino. Da quel momento, si sarebbe chiuso nei suoi pensieri, isolandosi dalle nostre chiacchiere.
Mi aggiornai con le ragazze sugli ultimi gossip riguardanti amici e conoscenti. Niente che valesse la pena sapere. Che compagnia noiosa!
«Fil, invece...» Margherita, seduta in diagonale rispetto a me, si sporse sul tavolo per farsi più vicina. Sembrava stesse tramando qualcosa, e infatti: «Ti ricordi di Pietro? Quel mio amico che è uscito con noi sabato scorso.»
Daniela alzò gli occhi al cielo e sbuffò, mentre io frugavo tra i miei ricordi cercando di capire a chi si riferisse. Quella sera, Margherita aveva portato con sé due ragazzi che non avevo mai incontrato prima. Eravamo andati al cinema e non avevamo avuto molta occasione di socializzare.
«Intendi quello alto con i capelli ricci che gli cascavano sulla faccia?» domandai. «Oppure quello più basso con gli occhi azzurri?»
«Il primo. Quello più carino.»
«Secondo me è più carino Federico.» La contraddisse Daniela.
«Forse, ma non è lui che ci interessa al momento.»
Spostai lo sguardo da una all'altra e dedussi che avevano già dibattuto sull'argomento senza trovarsi d'accordo. Non capivo, però, dove volessero arrivare.
«E va bene,» si arrese Daniela, «fai come vuoi. Io non mi espongo.»
Margherita, per nulla turbata dalla reazione dell'amica, riportò l'attenzione su di me. «Pietro ha espresso apprezzamenti su di te e mi ha chiesto se, secondo me, saresti interessato a uscire una volta con lui.»
Mi irrigidii sulla sedia ma le feci cenno di proseguire. Ero preoccupato per cosa avesse risposto ma non volevo dare di matto prima del tempo.
«Gli ho detto che non sapevo, perché ultimamente non hai mostrato interesse verso nessuno, ma che se voleva avrei indagato.»
Rilasciai l'aria che non mi ero accorto di aver trattenuto. Margherita era una brava ragazza, ma non molto intuitiva. Lo dimostrava il fatto che ci aveva provato con Samu per più di un mese senza accorgersi che lui non se la filava di striscio.
«Puoi dirgli che non mi interessa.» Le dissi secco.
«Perché no? Neanche un tentativo?»
«So già che sarebbe un buco nell'acqua. Perché illuderlo inutilmente?»
«Te lo avevo detto che non avrebbe voluto.» Mi venne in soccorso Daniela.
«Mica ti vuole sposare. Se poi l'appuntamento non va bene puoi essere sincero. Non credo se la prenderebbe.»
Perché le persone dovevano essere sempre così insistenti? Stavo per rispondere per chiudere la questione, quando Samu ruppe il silenzio intromettendosi. «Secondo me dovresti uscirci.»
Traditore.
Lo guardai strabuzzando gli occhi. Per quanto sapessi che la sua era una strategia per distrarmi da Enrico, lo considerai comunque un colpo basso.
«Perché?» Squittii esasperato.
«Margherita ha ragione. Non devi sposarlo, solo conoscerlo. E ampliare i tuoi orizzonti ti farà bene. Da quanto non esci con qualcuno?»
La risposta a quella domanda era facile. Tolto Enrico, con cui ero stato a marzo, e la triste scopata al buio di Capodanno, non avevo un appuntamento da più di sei mesi. Cosa avevo da perdere? Niente. Cosa avevo da guadagnare? Un'opportunità per andare avanti.
«E va bene,» mi arresi, «puoi dare a Pietro il mio numero.»
Margherita urlò di gioia e si diede il cinque con Samu, che accennò un sorriso soddisfatto. Daniela mi guardò con aria dubbiosa. «Scommetto che non andrà in porto.»
«Non si sa mai...» Scrollai le spalle, indifferente. «Un caffè non si nega a nessuno, no?»
«Se ne sei convinto tu.» Poi, rivolgendosi a tutti, aggiunse: «Che dite se raggiungiamo l'aula dell'esame? Tra un'ora inizia.»
Raccogliemmo le nostre cose e lasciammo il bar.
Durante il tragitto verso la facoltà, cercai di concentrarmi su statistica e non sulla mia disastrosa vita sentimentale.
***
L'esame si concluse con uno scarso ventitré per me e un ottimo ventisei per Samuele. Accogliemmo entrambi il voto con la stessa gioia immensa. Essere liberi da statistica a giugno voleva dire che avevamo l'opportunità di goderci maggiormente l'estate.
Quando rientrai in casa alle sei e mezza, non trovai nessuno della mia famiglia e ne approfittai per buttarmi sul letto a riposare, con ancora tutti i vestiti addosso. Accesi il cellulare, rimasto spento per il tempo dell'esame, e attesi che si aggiornassero le notifiche.
Me ne saltò subito all'occhio una in particolare su WhatsApp: un messaggio da un numero sconosciuto.
+39 345 67...: Ciao Filippo! Sono Pietro, l'amico di Margherita... mi ha dato lei il tuo numero. Spero ti faccia piacere prendere un caffè insieme 😊
Non aveva perso tempo. Io, invece, non avevo alcuna fretta. Lasciai che gli arrivasse la spunta blu senza essere seguita da risposta, e passai al social che in quel periodo mi interessava più di tutti.
Ho preso 23! Altro che il 18 che avresti preso tu 😜 spero che la tua riunione sia finita.
La sua risposta non tardò molto ad arrivare.
@e.dema94: Grande 🤩 allora dovresti offrirmi da bere per festeggiare 🙃 io ho finito la riunione adesso... non vedo l'ora di essere a casa. 🙄
A casa. Dove lo aspettava Brando. Perché noi eravamo solo amici. Erano questi i patti che avevo accettato e di cui ora non potevo lamentarmi.
Ignorai la fastidiosa stretta al petto, seguita a quel pensiero, e decisi di rispondere a Pietro:
Ciao! 😊 Certo che mi fa piacere... sei libero sabato?
Forse mi avrebbe fatto davvero bene ampliare i miei orizzonti.
***
SPAZIO AUTRICE: Buongiorno! 💕 vi stupirà un aggiornamento mattutino ma tra il sabato e il martedì passa sempre troppo tempo e ho approfittato della colazione 😝 capitolo breve in cui vediamo come sta andando la prima settimana di "amicizia"... uuuhm, troppo attaccati a questo cellulare direi!
Samu, già esasperato, si allea con Margherita per provare a farlo uscire con qualcun altro... Pietro! Eccoci dunque che viene nominato il primo personaggio secondario inedito di Sunshine... che tipo sarà? Come andrà l'appuntamento? 👀
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e ricordate che ogni feedback è sempre ben gradito! 💕🫶🏻
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