Capitolo 7 (3 mesi dopo)
Sono proprio contenta che sia arrivata Pasqua; sia per scartare le uova sia per le vacanze;
Eh si, ho quasi 18 anni ma l'uovo Kinder non me lo toglie nessuno.
Non vedo l'ora che arrivi il mio compleanno! Finalmente divento maggiorenne, posso prendere la patente e andare dove voglio.
Solo per questo aspetto il giorno tanto atteso perché per il resto non ho bisogno di niente. Non sono come tutte le ragazze che non vedono l'ora di diventare grandi per fare una cosa o l'altra. Io sto bene così; i miei genitori mi hanno sempre permesso di fare tutto, mi sono sempre comportata bene; però la patente, quella la voglio.
Giro per casa mentre ballo con la musica ad alto volume, i miei genitori sono usciti per andare ai vigneti e mio fratello si frequenta con una ragazza di cui non ricordo nemmeno il nome. Devo ammettere di essere anch'io un po' gelosa di lui, ma quando gli ho detto di Alex l'ha presa piuttosto bene.
Eh si, Alex.
Sono passati tre mesi da quando stiamo insieme ed ogni giorno va per il verso migliore. Non ci siamo detti ancora ne 'TI AMO' ne SONO INNAMORATO DI TE'. Queste cose vengono piano, ci vuole tempo.
Io ed Alex però stiamo bene così; usciamo spesso, sia con gli amici che da soli. Passiamo molto tempo a casa sua e devo dire che non mi pento di aver perso la verginità con lui.
A scuola, le ragazze mi guardano tutte male, dicono che mi sono rubata il più bello della scuola, ma io vado avanti e non ascolto nessuno.
L'unica a non fregarsene, togliendo Clara, è Sarah, che si trova nella mia stessa scuola, nonostante studi lingue. Si perché due anni fa scoprirono che il liceo linguistico non era agibile allora si trasferirono al secondo piano del nostro istituto.
A proposito di Sarah, ieri mi ha accennato che doveva parlare con me e Clara e dovevamo incontrarci al solito locale.
È venerdì e tra due giorni è la Santa Pasqua così scelgo di andare con Clara in paese per fare una passeggiata.
-"Tesoro ciao, vogliamo andare a piedi o chiedo uno strappo a papà? Mi chiede Clara non appena sono a casa sua.
-"Possiamo andare anche a piedi, così ci fumiamo una sigaretta"-
-"Arrivo allora"- Clara viene verso di me e ci avviamo mentre mi offre una sigaretta. Mentre camminiamo parliamo di Alex e Marco.
Si, Marco l'amico di Alex. Clara si frequenta con lui da qualche settimana. È proprio cotta anche se lui mi sembra uno stronzo. Gli ha dato buca già una volta in così poco tempo e non mi piace per niente. Ho una strana sensazione ma per ora è meglio avere la bocca chiusa.
Oggi non ho accettato l'invito di Alex di andare a casa sua perché voglio passare un po' di tempo con Clara.
Il paese è stracolmo di gente, persone che vanno in chiesa, persone che bevono birra davanti al bar, persone che passeggiano.
Io e Clara ci sediamo su una panchina e con un semplice estathè al limone e una chiacchiera tira l'altra si fa buio. Parliamo della festa dei miei 18 anni; non so cosa mi stiano organizzando, ma la mia testa mi dice che non promette niente di buono.
La mia famiglia ha prenotato in un ristorante di lusso vicino il mio paese.
È enorme e bellissimo; quando l'ho visto per la prima volta sono rimasta senza fiato.
I lampadari brillavano, pieni di cristalli che emanavano una luce in tutta la sala, per non parlare dei pavimenti; non so di che materiali siano fatti; ma rispecchiavano le nostre immagini. Mi sono commossa quando mia madre ha comunicato che avevano prenotato per il 30 aprile.
Io sono nata il 29, però siccome è di venerdì pensarono al sabato in modo che tutti potevano fare più tardi.
I piani dei miei genitori, però li hanno mandati a rotoli i miei amici.
Hanno prenotato alla "METEORA", un locale in un paese vicino il nostro. Non ci sono mai entrata perché dicono che la gente si sballa tra fumo, erba e coca e non fa proprio per me. Però ormai il gioco è fatto. I miei amici non so cosa mi combineranno ma hanno avuto la meglio sui miei; così dopo vari tentativi nel parlare con i miei amici si sono arresi e si sono decisi a ordinare una piccola cena per non fare troppo tardi.
Il sabato sera il locale è sempre pieno; nemmeno stavolta sono riuscita a vedermi con Alex per via di Sarah che deve parlarci.
-"Dai sediamoci"- ci urla nelle orecchie con tre vodka in mano.
-"Oddio Sarah, così ci distruggiamo stasera"- dice Clara mentre ride e butta giù il cicchetto.
-"È che devo parlarvi di una cosa importante"-
-"Dicci allora"- esclamiamo io e Clara quasi contemporaneamente.
-"Ho vinto la borsa di studio in inglese"-
-"Wow, ma sei bravissima"-
-"Si, solo che c'è altro"- ci esamina con i suoi occhi verdi
-"Lunedi parto per Londra"-
-"Come??????"- chiedo mentre quasi mi strozzo con la vodka.
-"Si, la borsa di studio prevede che finisco gli studi li e sono felicissima; gli inglesi mi sono sempre piaciuti; solo che mi mancherete, tantissimo"-
-"Siamo felici per te Sarah, te lo meriti. Dobbiamo organizzare una bella festa"- dico tutta emozionata per alla mia amica, ma anche molto triste
-"Ehm,"- mi guarda con aria malinconica
-"Parto dopodomani"-
A quelle parole mi vengono le lacrime, con Sarah non abbiamo mai avuto un rapporto stretto e non ci siamo mai confidate i segreti, però è stata pur sempre una buona amica; non potrà venire nemmeno al mio compleanno. Che serata triste; ma non devo farmi vedere da Sarah perché se lei è contenta sono contenta anch'io.
Continuiamo il resto della serata a ballare e divertirci come non abbiamo mai fatto quando alle 3:00 del mattino decidiamo di rientrare.
Mi addormento all'istante per colpa dell'alcol.
La domenica mi sveglio felice; sono troppo contenta ad aprire le uova che mi hanno regalato i miei genitori e mia nonna. Ho parlato per quasi un'ora a telefono con Alex e non vediamo l'ora che arrivi domani; ci siamo visti giovedì l'ultima volta e ora devo dire che mi manca.
Oggi indosso un tubino di colore beige con dei tacchi neri che richiamano la giacca.
I capelli li ho avvolti in una coda di cavallo e ho sistemato il mio viso con un po' di trucco.
-"Buongiorno e buona Pasqua a tutti"-bacio tutti i miei familiari e vado ad abbracciare Giada, la mia cuginetta di cinque anni. Saluto i miei zii e cominciamo il pranzo.
Tra varie chiamate e messaggi scambiati con Alex, mio fratello viene a sedersi accanto a me.
-"Ora giochiamo a carte; è Pasqua, dobbiamo festeggiare e ci dobbiamo pur divertire"-
A un certo punto vedo mio padre rientrare dalla cantina con una bottiglia di vino bianco. È quello del 2013. Il mio preferito. A seguirlo è mio zio con altre due bottiglie.
Oh mio Dio penso; questa serata non promette niente di buono.
-"Dai giochiamo"- dice Vincent sorridendo.
-"Sediamoci"-
-"Va bene "- esclamo mentre mi siede accanto a mio fratello.
Rido mentre prendo in mano una bottiglia di vino e ne verso un po' nei bicchieri.
Anche mia madre si siede con noi mentre mangia i cantucci che ha portato la nonna
Guardo mio padre mentre mi rivolge un bellissimo sorriso
-"Ok, se siamo tutti pronti giochiamo"-
Passiamo il resto della serata e come già sapevo ho quasi sempre perso io.
-"Eva penso che dovresti andare a dormire ora"- mi volto e vedo mia madre che mi sorride.
-"Ti accompagno in camera"-
-"Sai mamma sono proprio fortunata ad avere dei genitori come voi"- gli do un bacio mentre saliamo le scale.
Ho bevuto un po' di vino in più e credo se ne siano accorti tutti.
Mi addormento subito quando mi ritrovo a casa di Alex a cavalcioni su di lui sul suo letto.
-"Eva spogliati non ce la faccio più"-
Gli bacio il collo e quando sento quelle parole alzo la testa per guardarlo.
Davanti a me sono posati due occhi color cristallo che mi fissano, due mani strette alla mia vita che bramano di me e in erezione a dir poco sconvolgente.
-"Oh mio Dio, Lucas"-
-"Eva, stai bene? Come mi hai chiamato?"-
E di colpo ricompare Alex.
Mi sveglio di soprassalto e sto tutta sudata. Guardo il cellulare e sono le 4:00 del mattino.
Ho un mal di testa atroce così decido di scendere in cucina per prendere una compressa.
Prendo una bottiglietta d'acqua e risalgo in camera.
Stesa sul letto penso all'incubo che ho appena avuto.
Non vedo quegli occhi da tre mesi; li ho visti solo una volta e sono spariti.
E ora, a distanza di tempo mi tornano in mente;
Sono così stupida che non sono neanche riuscita ad addormentarmi di nuovo dopo l'incubo che ho fatto.
Perché ho sognato quegli occhi? Perché non riesco a dimenticarli?
Eppure ho Alex; dovrei essere al settimo cielo per la storia che mi sta facendo vivere.
Oggi per essere una giornata d'aprile fa abbastanza caldo così scelgo una maglia a maniche corte e una giacca di jeans coordinata col pantalone e le converse;
Prendo velocemente un caffè e corro a prendere la borsa.
-"Eva dove vai?"- mi chiede curioso papà.
-"Io e Clara andiamo da Sarah per salutarla"-
-"Oggi parte?"-
-"Si papà"- lo abbraccio ed esco di casa.
Quando arriviamo davanti la casa di Sarah la vediamo intenta a mettere le valigie in macchina.
-"Ciao Sarah"-
-"Ciao Eva, ciao Clara"-
-"Come stai?"- chiedo mentre ci baciamo le guance.
-"Beh insomma, è difficile partire così, con un biglietto di solo andata e lasciare i miei parenti ed amici"-
-"Immagino, però dai; vedi il lato positivo; farai nuove conoscenze, andrai in un'altra scuola; alla fine è un'esperienza che ti servirà"- dico io con un filo di voce perché già sento che sto per piangere
-"Sarah sei pronta?
Oh ciao ragazze!"-
-"Salve signor Giorgio"-
-"Dai, salutatevi che partiamo"-
-"Non sono venute le tue amiche a salutarti?"- chiede Clara curiosa.
-"Si prima, ora devo proprio andare"-
Ci stringiamo in un abbraccio a tre mentre due lacrime rigano il mio Mentre camminiamo io e Clara stiamo in silenzio per via della nostra tristezza;
-"Ci mancherà un tipo come Sarah"- afferma la mia amica e continuiamo a passeggiare.
Mentre accendiamo una sigaretta sento il mio cellulare vibrare.
È Alex; un nuovo messaggio.
-Dove te ne vai piccola?-
Sorrido e rispondo immediatamente
-Passeggio, ma dove sei?-
-"Girati"-
Mi volto e lo vedo con Roby che bevono una birra seduti su una panchina in piazza.
-"Andiamo a salutare Alex?"-
-"Certo Eva"-
Ci dirigiamo verso di loro e Alex mi corre incontro mentre mi abbraccia; lo guardo e rivedo quegli occhi cristallo; quasi svengo!
-"Eva che ti prende?"- sussurra mentre mi stringe a se più forte per via della mia faccia.
Ma che cazzo mi prende????
-"Niente Alex, sono solo un po' stanca"-
Mi da un bacio in bocca ma io non riesco a lasciarmi completamente andare.
Stiamo state l'intera giornata con loro; per pranzo abbiamo mangiato un panino nel parco e siamo andati a fare un giro al lago;
Alex ogni due secondi mi chiedeva cosa mi prendeva ma ho sempre risposto niente. Sono distratta dal quel brutto sogno che ho fatto; sono proprio un idiota e Alex non si merita una come me; gli voglio un bene dell'anima ma se ho sognato Lucas sono sicura di essere innamorata di Alex?
Il mercoledì siamo tornati a scuola non abbiamo fatto quasi niente per via delle feste appena concluse.
È tutto piuttosto tranquillo, tranne il mio cervello.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top