Capitolo 3

-drinn, drinn, drinn!-
Apro gli occhi in un batter d'occhio quando sento la sveglia suonare, sono le 7:30 del mattino ma sembra siano le ore del tramonto.
Odio l'inverno anche per questo motivo, perché si, nonostante da piccola abbia amato la neve, nonostante abbia amato il Natale e l'Epifania e nonostante ami ancora tutto questo, l'inverno mi mette angoscia.
Giornate troppo corte, notti troppo lunghe, vestiti pesanti, febbre, tosse, mal di gola.
In estate, invece, le giornate non finiscono mai, posso passeggiare a cavallo con Clara tutto il tempo che voglio, posso leggere un libro anziché studiare; è tutto molto più bello; è tutto molto più caldo;
Granite, mare, sole e relax.
Mi alzo dal letto con il mio bel pigiama a pois con l'immagine stampata di hello kitty e raggiungo la finestra.
Sembra stia per uscire il sole anche se prevedo una giornata gelida. Forse, oggi potrò fare una passeggiata con Clara, magari andare in libreria, scegliere due libri e poi scambiarceli.
Mi cambio in fretta, oggi indosso degli stivaletti neri con calze doppissime è una maglia lunga fino al ginocchio.
Metto giusto un po' di crema per evitare si secchi la pelle con questo freddo, prendo lo zaino e scendo al piano di sotto.
-"buongiorno a tutti"- dico tutta sorridente:
-"buongiorno"- rispondono in coro mia madre e mio fratello.
-"prendo un caffè e scappo, mi aspetta Clara"-
-"si tesoro, sono uscita due minuti fa e stava seduta sulla panchina qui di fronte"-
-"allora vado."-
Non finisco nemmeno il caffè, indosso cappotto, sciarpa e cappello e mentre esco di casa infilo lo zaino.

-"buongiorno Eva, stamattina ritardo di cinque minuti, non è da te"-
Gli do un bacio sulla guancia;
-"buongiorno, si lo so, scusami"-
-"perdonata, ma oggi pomeriggio vengo a farmi consolare con una tazza di tisana perché ho gelato nell'aspettarti."-
-"certo cara, avevo pensato di andare anche in libreria, ti va?"-
"-va bene, compriamo qualcosa di carino, almeno passiamo un po' di tempo a rilassarci"-
Camminiamo a passo veloce per raggiungere in fretta le nostre scuole.
-"Alex si è fatto sentire?"-
-"a dire il vero non lo so, sono crollata ieri sera e stamattina non ho ancora acceso il cellulare. Quando torniamo a casa, controllo. Sinceramente, spero di trovare il telefono pulito, altrimenti il mio cervello finisce di scollegare i neuroni."-
Scoppiamo a ridere, mentre arriviamo al liceo.
L'accademia di Clara si trova giusto cinque minuti più avanti.
Nel nostro paese, Brana, le scuole sono tutto un susseguirsi in modo che i ragazzi si trovino tutti sulla stessa area.
-"ci vediamo dopo tesoro"-
-" a dopo Clara"-

Entro nel corridoio della scuola e incontro Sarah; mi avvicino per salutarla ma mi passa avanti facendo finta di non vedermi;
La tocco su una spalla e si gira;
-"ciao Eva, come stai?"-
-"bene grazie, tu? Ci siamo divertite al locale"-
-"confermo, dobbiamo fare un'altra serata così, ho conosciuto un Figo da urlo; oh Eva se vedevi come mi toccava, ahhh, non ci posso pensare!"-
Si porta le mani alla bocca e ride guardandomi.
-" bene, almeno ti sei divertita"-
-"si infatti, peccato mio padre sia arrivato troppo presto, tu con chi sei stata? Mi chiede incuriosita, massaggiandomi i capelli.
-"poco dopo è arrivato Vincent, sono stata con lui."-
-"ah, tuo fratello, meglio così, ho avuto sempre i sensi di colpa per averti lasciata sola. Mi dispiace; ma non so se puoi capirmi, non sono proprio riuscita a rifiutare quei ragazzi"- mi fa un occhiolino da furba intenditrice.
-"tranquilla Sarah, ora vado ci vediamo in giro"-
-"si ti saluto"- e si volta per andare via.
Mentre cammina, si sventola i capelli e smuove il sedere  mentre fa degli occhiolini a tutti i ragazzi che la guardano. Non so come faccia ad indossare un paio di shorts con le calze a reti è una maglietta a maniche lunghe ma che fa immaginare tutto ciò che ha di sotto, o anzi mi correggo; non ha!
Sta con un gruppo di ragazzi e le sue due 'guardie del corpo' come le chiama lei.
-"come fa a non avere freddo non l'ho capito"- dico sottovoce e sbuffo ad alta voce.
Non ci penso più e arrivo in classe dove già sono tutti i miei compagni seduti ai loro banchi.
Non guardo nella direzione di Alex perché mi vergogno troppo.
I nostri posti sono tutti separati perché gli insegnanti dicono che insieme non seguiamo bene la lezione.
E, scherzo del destino, Alex ha proprio il banco dietro al mio.
Oggi mi sentirò osservata per tutte le ore, ne sono sicura.
Appena mi siedo, arriva il professore di fisica.
Prendo libro e quaderno e li apro sul banco.
-"allora ragazzi, andate bene le vacanze?"-
Non ci lascia nemmeno rispondere che prende il suo registro personale con tutte le interrogazioni e aspetto proprio faccia il mio nome.
-"come vi ho detto prima di Natale, oggi avrei interrogato, siete preparati?"-
Il silenzio rimbomba in classe; nessuno risponde;
-"vedo che siete diventati muti ragazzi, va bene chiamo io"-
Mi sta cominciando a venire la tachicardia, sì, sono preparata ma questo professore mi mette in soggezione. È sulla sessantina, ha una barba lunga e pochi capelli. Mi sembra quasi Einstein e mi faccio una risata mentale.
-"Alex, vieni tu"-
Solo a sentire quel nome sento vibrare il mio corpo.
'Alex ti prego sii bravo come lo sei stato ieri' penso tra me e me.

Alla fine dell'interrogazione Alex ha preso un bell'otto, secondo me meritava di più, ma siccome in passato ha avuto delle lacune il professore gli ha fatto capire di fare un passo alla volta per arrivare anche al nove; alcune volte, prima di rispondere alle domande mi guardava, io, invece, nel momento in cui incrociavo il suo sguardo, abbassavo la testa.
Pensavo al nostro bacio, così dolce quanto sexy, e non ce la facevo proprio a guardare la sua bocca mentre parlava col professore; poi quando nominava il Sole mi veniva in mente Lucas e facevo ancora più fatica a guardare quel ragazzo così bello quanto dolce.
Dio mio, sto cominciando a perdere il senno; basta con questi due nomi;
Alex, passa al mio fianco per andare a sedersi al suo banco e lascia una scia di profumo al mio olfatto non indifferente.
Sorrido ed espiro lentamente per prendermi tutto il suo odore; il mio stomaco è invaso da farfalle che non so nemmeno io da dove provengono. Anche il modo in cui veste è carino, da quando era piccolino;
fissato con le felpe, porta  sempre il cappuccio e questo vizio lo fa ancora più attraente agli occhi delle ragazze. Lascia intravedere qualche ciuffo ribelle dei suoi capelli biondi platino e ricci.
È bello, lo devo ammettere almeno a me stessa.

Quasi alla fine delle lezione prendo un pezzettino di carta dal quaderno    e la matita
Scrivo solo cinque parole:
'Sei stato bravissimo a Fisica' ;

Mi giro senza pensarci e glielo lancio sul banco.

Adesso sono nervosa, perché l'ho fatto? L'ho fatto senza pensare, perché volevo fargli comunque i complimenti per come è andato all'interrogazione; però, anche se è stato un semplice gesto, mi vergogno come una bambina.
Sono diventata rosso fuoco in questo momento, sono troppo imbarazzata dopo il nostro bacio;

Finite le ore di lezione, prendo le mie cose ed esco in corridoio per andare finalmente a casa.
Appena fuori la porta prendo una sigaretta e l'accendo. Ma non faccio in tempo a fare un altro passo che sono colpita dal vento forte che c'è.
'Mamma mia che freddo, brrr' dico ad alta voce facendo un altro tiro.
Mi incammino verso la panchina per aspettare Clara così andiamo a casa insieme, quando sento una voce urlare il mio nome.
Mi giro e vedo Alex venire verso la mia direzione.
Fermo, davanti a me non sa proprio cosa dire, così sono io a parlare.
-"bravo Alex, sei stato veramente in gamba prima"-
Le sue guance si colorano di un rosa paonazzo, non so se sia per il freddo o per altro.
Mi fa un sorriso a trentadue denti;
-"beh, è stato solo per merito tuo; grazie; grazie davvero"-
-"figurati Alex, è stato un piacere"-
Mi alzo per andare dalla parte della scuola di Clara e mi ritrovo davanti a lui.
Mi guarda, ma non dice una parola.
Lo guardo e non dico una parola.
La sua bocca, così sensuale e carnosa mi fa venire voglia di morderla; ma rimango ferma, rimaniamo a fissarci per non so quanto tempo, quando decido di andare.
La sigaretta ormai è quasi finita, così la butto in un posacenere per strada.

Quando arrivo davanti scuola di Clara proprio allora stanno uscendo e la vedo. Mi sorride e mi viene incontro.

Mentre torniamo a casa parliamo di ciò che abbiamo fatto durante le ore di lezione e ci diamo appuntamento per le 17:00 per andare in libreria.

Arrivata a casa mangio un po' di pasta e corro subito in camera per fare gli esercizi di matematica. Non devo studiare quasi niente, così prendo il cellulare che non controllo da ieri pomeriggio.
Stacco la spina del caricatore e lo accendo.
Trovo un messaggio di Alex.
Ora ricezione:14:40
Me lo ha inviato poco dopo usciti di scuola. Una semplice parola:
-grazie-
Decido di non risponderlo e mi rilasso sul letto.

Mi addormento subito, ho ancora tante ore da recuperare per via delle vacanze natalizie.
Non uscivo, ma andavo a letto sempre tardi.

Sogno Alex e Lucas, di fronte a me e vicino tra loro, mi guardano e sorridono.
Lucas bello e dannato e Alex bello e buono;
Li guardo e mentre mi avvicino a loro mi sveglio di colpo.
Mi alzo in fretta dal letto, guardò l'orologio e sono le 16:30.
Tra mezz'ora arriva Clara, non vedo l'ora distrarmi un po'.
Sto completamente perdendo il senno.
La conoscenza di Lucas quella sera al locale mi ha fatto male e il bacio di Alex altrettanto.
Vado in bagno, ho bisogno di una doccia; nemmeno il sangue del ciclo penso mi farà distrarre dai miei pensieri.
Il getto dell'acqua scorre forte su di me e quando i miei muscoli tendono a rilassarsi mamma bussa alla porta del bagno.
-"Tesoro, Clara è di sotto, ti sta aspettando"-
-"arrivo mamma"-
Sbuffo mentre esco dalla vasca.
Sto talmente fuori in questi giorni che comincio a fare anche ritardo. Eppure io odio i ritardatari, odio fare tardi, odio farmi aspettare.
Mi asciugo in fretta i capelli e torno in camera per vestirmi.
Indosso un jeans nero sotto una felpa bianca e le mie solite scarpette.
Metto un filo di crema in viso con un po' di fondotinta e corro da Clara.
-"Ciao Claretta"- le do un bacio sulla guancia e mi siedo affianco a lei sul divano.
-"allora, che libro dobbiamo prendere stavolta?"-
-"uhm, ancora non lo so, vediamo un po' quale ci incuriosisce."-
Accendo la TV e scorro i canali per trovare qualcosa di interessante.
Non c'è quasi niente.
Parlo con Clara del più e del meno mentre arriva mia mamma con due tazze di tisana bollente; ci sediamo al tavolo e mentre la sorseggiamo chiedo a mia madre i soldi per uscire.
Una passeggiata con questo freddo forse mi farà bene.
-"ragazze non fate tardi. Clara rimani a cena con noi?"-
-"grazie ma non posso, vengono i miei nonni stasera"-
-"va bene cara, sarà per un'altra volta.
Usciamo di casa e cominciamo a incamminarci lungo la strada del sentiero che portano in paese.
Abitiamo a cinque minuti, le strade sono sempre illuminate quindi non conviene mai prendere la macchina.
Arrivate in paese, cominciamo a passeggiare, scorgiamo un paio di persone davanti qualche bar ma niente di che.
-"cazzo Eva, oggi è lunedì; la libreria è chiusa"-
-"cavolo, come abbiamo fatto a dimenticarci?"-
Ci mettiamo a ridere e continuiamo la passeggiata. In fin dei conti non sapevamo nemmeno che libro comprare.
Passiamo davanti il negozio della madre di Alex, dove per qualche tempo ha lavorato anche mia madre, ma è chiuso anche questo.
Fa un freddo cane, quando arriviamo davanti al parco, c'è un gruppo di ragazzi a giocare a pallone.
Intravedo Alex, è impossibile non riconoscerlo, porta sempre il cappuccio, quindi vado sul sicuro.
E poi, quando l'ho visto, ho capito che era lui perché il mio cuore ha accelerato di un battito.
-"Eva andiamo dai, così ci divertiamo anche noi un po'; tanto non sappiamo che fare"-
Non rispondo subito, guardo in direzione di quei ragazzi e pare non ci abbiano ancora visto.
-"ehm, non lo so Clara, mi pare di aver visto Alex."-
La mia amica non risponde e guarda i ragazzi intenti a giocare;
-"hai ragione Eva, non ci avevo fatto caso"-
Sentiamo fischiare e ci accorgiamo che sono proprio loro a farlo quando passa Sarah con le sue amiche 'intime'.
Alex è l'unico a non fare niente. Ne guarda, ne fischia, ne commenta.
-"potremmo anche andare, c'è Sarah e possiamo scambiare due parole con lei."-
-"e Alex?"-
-"non possiamo evitarci per sempre tesoro."-
-"hai ragione"- e mi abbraccia intorno la vite.
Mentre entriamo nel parco penso a Lucas.
-"ho deciso: sabato sera torno al locale per ritrovarlo;"-
-"cosa?"- mi guarda Clara curiosa.
-"scusa ho pensato ad alta voce"-
-"parlavi di Lucas giusto?"-
-"si mi è rimasto nella mente quel viso"- le sorriso.
-"dai, sabato vengo anch'io"-
-"certo"-

Sarah e le sue amiche si sono unite a giocare a palla quando arriviamo.
-"ciao ragazze"- ci salutano in coro.
-"ciao, possiamo anche noi?"- chiede Clara ai ragazzi.
C'è anche Roby, l'ex ragazzo della mia amica, ma sono rimasti in buoni rapporti dopo essersi lasciato e parlano tranquillamente da amici.
-"si, più siamo meglio è"- dice Roby con tutta la sua aria da figo.
Solo perché si è fatto Sarah si crede un Figo da urlo nonostante a me non piace; ma poi ognuno ha i propri gusti.
Non so giocare a calcio, però mi adeguo, non vorrei passare per la silenziosa che non interagisce mai con gli altri.

Corro come una matta dietro il pallone, anche se non riesco a prenderlo mai. Clara e più brava di me in questo gioco quindi le viene più facile correre, scartare e segnare.
Io a volte rimango immobile mentre aperto che qualcuno mi passa la palla.
Sarah e le sue amiche non potevano giocare, troppa paura di sporcarsi i vestiti;
stanno sedute su una panchina a limarsi le unghia e a parlare di quale ragazzo farsi per primo.

-"Eva prendi"- rimbomba una voce alle mie spalle; è Alex che cerca di passarmi la palla;
Purtroppo, il tiro è potente, e anche se Alex gioca da Dio a tennis, è forte anche nel calcio.
Lo guardo meravigliata, mentre il pallone passa più di un metro sulla mia testa e mentre mi volto per guardare la direzione della palla vedo che è andato a finire nel bosco al fianco al parco.

-"vado io"- esclamo col fiatone, mentre sto correndo in direzione del bosco.

Mi intrufolo nei cespugli e negli alberi; la palla è giusto a un metro di distanza da me e quando sto per prenderla sento le mani di qualcuno intorno la vita;
Rimango immobile, ferma, non riesco a girarmi, non riesco a parlare; sento solo il mio corpo vibrare, sento solo il fiato di qualcuno sul mio collo; caldo, fresco allo stesso tempo;
-"sei bellissima"- mi dice sottovoce vicino all'orecchio, mentre con una mano mi sposta i capelli; è Alex;
'Cazzo' dico tra me e me.
Quando cerco di parlare, vengo fermata dalla sua mano che mi gira lentamente verso di lui.
Siamo occhi negli occhi, bocca contro bocca; i nostri respiri si intrecciano, i nostri nasi si toccano, le nostre mani tremano;
Ci ritroviamo lingua contro lingua, non so come sia successo di nuovo, ma vorrei non finisse mai.
Mi accarezza la nuca mentre le mie mani fanno un ballo con la sua schiena.
Di colpo mi allontano, le nostre bocche sono gonfie e rosse allo stesso tempo;
-"penso dovremmo andare, ci stanno aspettando"- mi giro di scatto e mi abbasso per raccogliere la palla. Non mi ero nemmeno accorta di quanto stessi tremando in questo momento, non mi ero accorta che ora in bocca tenevo le sua gomma da masticare ma che ormai aveva perso il gusto di menta.
'Devo scappare' dico alla mia testa;
Lo supero con passo veloce, ma mi prende per un braccio e mi strattona contro lui; siamo di nuovo petto contro petto;
Mi guarda negli occhi, abbagliato, illuminato da me;
-"Eva è successo di nuovo"-
-"lo so, scusami, non succederà più"-
-"cazzo Eva, ma lo capisci che mi piaci dalla terza elementare e non mi è mai passata questa stupida cotta che ho per te?
Lo capisci che da quando ti ho baciato nella tua stanza non riesco a fare più un cazzo perchè ho sempre le tue labbra nella mia testa? Lo capisci vero?"-
Lo guardo, è bello davvero, ma non riesco a rispondere; non riesco perché nella mia fottuta testa ci sono due occhi color cristallo insieme a lui.
Sorrido, perché non si può non sorridere ad Alex;
-"Alex, torniamo dai, per favore"-
-"ma non lo vedi che si stanno divertendo anche senza di noi e senza la palla?"-
-"si, ma forse è meglio tornare"-
-"Eva ti prego, perché domenica pomeriggio non usciamo insieme? Andiamo al cinema, a cena fuori, non so, cosa più ti piace fare quello facciamo!"-
-"Alex, non mi sembra una buona idea; dimentichiamoci tutto, siamo sempre stati amici, continuiamo a esserlo"-
-"e no, cazzo Eva tu vuoi dirmi che ciò che è appena successo non ti sia piaciuto? Oppure vuoi dirmi che le tue mani tremano per il freddo anziché per il mio bacio? Questo vuoi dirmi, se è così va bene, rimaniamo pure amici, ma il tuo corpo parla;"-
Sto stretta a lui, non riesco a muovermi perché continua ad abbracciarmi; le parole che ha appena detto non so se mi hanno fatto più male che bene; ora so solo che sento la sua erezione vicino i miei pantaloni e le mie mutandine sono bagnate; lo stomaco è in subbuglio; non capisco più niente; è appoggiato con la testa sulle mie spalle;
Gli prendo i capelli con le mani e lo spingo all'indietro in modo di avere la sua visuale davanti; lo guardo solo senza dire parola.
-"Eva ti prego, vieni all'appuntamento."-
-"ci penseró Alex, ora andiamo"- mi stacco dalla sua presa e corro verso il parco.

Vado incontro a Clara e gli dico sottovoce di tornare a casa. È buio, fa sempre più freddo nonostante cinque minuti fa mi sarei tolta tutti i vestiti; Clara mi guarda con i suoi occhioni grandi e belli e mi sorride;
-"Clara perché ridi?"-
-"eh, mi so fatta due tiri, povera me, rido e non so nemmeno il motivo"-
-"dai Clara, tu fai ste cose senza di me?"-
Ridiamo insieme e salutiamo tutti.
Alex è in un angolino che fa i palleggi col pallone, starà pensando anche lui a ciò che è successo.
-"Alex"-
Lo chiamo gridando. Si volta a guardarmi,
-"ci vediamo"-
Sorrido e mi giro per andare via.

Sulla strada del ritorno Clara ride come una matta, non riesco a frenarla; e rido anch'io.
-"insomma mia cara Eva, come mai ci avete messo tutto quel tempo?"- ridiamo, ma non la rispondo. Quando decido di parlare Clara si sta fumando una sigaretta.
-"insomma mia cara Clara chi ti ha fatto fumare prima?"-
-"Roby, è stato Roby. Non avrei accettato da lui, ma fumavano tutti, così l'ho presa e portata in bocca."-
Non proferiamo più parola, tracciamo il sentiero in silenzio.
Arrivate davanti casa mia Clara mi saluta e va via.
Io entro, sono le 20:30 ma non ho nemmeno tanta fame stasera così decido di andare in camera.

Sto sul letto distesa quando sento il mio cellulare vibrare.
-"chi è a quest'ora?"- dico ad alta voce mentre prendo il cellulare.
Quando guardo il nome che compare sul display sorrido, è Alex;
-ti prego, accetta-
Tre semplici parole con tanto significato.
Forse, ancora non lo so, dovrei pensarci seriamente a lui.
Non so niente sul sesso, ma le mie mutandine sono riuscite a parlare da sole; mi sono bagnata per i suoi tocchi, per le sue semplici parole; non so con chi lo farò per la prima volta, non so cosa si prova ad essere spogliata, non so niente. Ma Alex e così bello e dolce; Mi piace devo ammetterlo; ancora non so in che modo, ma mi piace..
Mi piace stare insieme a lui, mi sento bene.
Sento la Eva donna che c'è in me; ho conosciuto sempre la Eva ragazzina; e ora, in solo 48 ore mi ritrovo a pensare solo al sesso; a cosa si prova, a come si fa.
È la prima volta che mi sento così eccitata e donna!
Il solo pensiero di essere io la causa della sua erezione mi fa andare fuori di testa, non mi sono mai vista in questa "veste".
Allo stesso tempo, però, ad occupare i miei pensieri c'è sempre lui, Lucas. Non so perché mi ha sconvolto questo ragazzo; ma occupa la mia mente!
Occupa la mia mente, come la occupa anche Alex.
Alex, il mio amico.
Alex, il primo a farmi eccitare.
Non riesco ancora a crederci, non riesco a pensarlo in questo stato, non riesco a pensarlo contro i miei pantaloni, non riesco a pensare ai miei ormoni a mille; ma comunque rido, rido perché un po' sono felice; perché per la prima volta, mi sono sentita veramente desiderata.
Non so ancora cosa fare per l'appuntamento, forse dovrei accettare; forse, dovrei provare a farmi incasinare da lui.
Ho deciso, sabato torno al locale e se non ritrovo quegli occhi sarà Alex a prendere i miei pensieri; almeno ci proverò;
Infilo le cuffie e mi addormento sulle note di Enrique Iglesias, sorridendo e cercando di non pensare agli occhi color cristallo.

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