Capitolo 3
La sveglia mi strappò dalle braccia di Morfeo in modo davvero brusco e anche Pix, il cagnolino che avevo da ben 12 anni si era svegliato e sbadigliando rumorasante aveva nascosto la testa sotto le coperte.
<<Mi dispiace Pix, ma sentirai questa sveglia anche per i prossimi mesi.>>
Dopo alcune domande e diverse spiegazioni ieri, il Signor Styles mi aveva assunta come sua "badante personale" anche se in realtà da quello che avevo capito non ero proprio una badante ma bensì qualcuno che gli tenesse compagnia e che non lo facesse sentire solo.
Will era stato molto vago sulla sua malattia, non ero riuscita ben a capire quale fosse il suo problema, mi aveva solo accennato al fatto che viveva la maggior parte del tempo nel suo letto e da come ne aveva parlato non era affatto contrario a ciò.
Non persi molto tempo a prepararmi ed a uscire. Grosse nuvole bianche cariche d'acqua minacciavano il bel tempo, portando con sé alcune folate di vento. Nonostante ciò avevo deciso di raggiungere la villa a piedi, non era molto distante da casa mia e sgranchirmi le gambe mi avrebbe aiutato a mandare via la tensione del mio primo giorno di lavoro.
Arrivata suonai il campanello e la badante mi aprì proprio come ieri.
<<Buongiorno signorina Hale! Scusatemi se ieri non mi sono presentata ma ero davvero troppo occupata e con le persone che entrano ed escono da questa casa mi sembra ogni volta di essermi presentata con tutti ma, bando alle ciance, io mi chiamo Donna.>>
Spiegò velocemente Donna, mentre mi faceva strada verso quella che sembrava la cucina.
<<Donna, datemi pure del tu! Non sono ancora così vecchia come pensiate.>> Ridacchiai affiancandola mentre mi mostrava dove stavano le cose più comuni come: le tazze, i piatti e i bicchieri e i vari medicinali. Non sapevo ancora cosa mi aspettava, così decisi di porle qualche domanda.
<<Di cosa ha bisogno esattamente il signor Styles?>>
<<Oh, non ti preoccupare Blake, ho già fatto tutto io. La mia routine è svegliarlo, aiutarlo a raggiungere il bagno e preparare la colazione, dargli le sue pillole e via dicendo.>> Iniziò Donna a spiegarmi il tutto mentre versava del tè fumante su due tazze, nelle quali mise due fettine di limone e abbondante zucchero.
<<Passa la maggior parte del tempo nel suo letto, abbiamo provato a portarlo fuori ma la cosa non gli piace molto.>>
Sorrisi come per ringraziare quando mi passò la tazza di tè e iniziai a soffiare su quest'ultima per poi sorseggiare.
<<Io adesso devo andare a fare la spesa, ma non rimarrà molto tempo da sola. Il signorino Harry dovrebbe arrivare a momenti.>>
Harry... Ieri, dopo quello spiacevole episodio non lo avevo visto più, e volevo tanto parlargli, fargli capire che io ero diversa dalle altre che non mi avrebbe mandato via così facilmente.
Annuì appena e dopo aver finito il mio gustoso tè al limone, salutai Donna e raggiunsi la camera del Signor Styles portandogli a mia volta un'altra tazza di liquido scuro fumante.
Bussai alla porta e dopo aver ricevuto il consenso entrai.
Il signor Styles era coricato nel lettone. Una pila di cuscini gli sollevavano la testa e metà della schiena. Il suo pigiamo era in leggera seta e le coperte piegate ordinatamente gli coprivano solo le gambe.
<<Buongiorno Will, come sta?>> Sorrisi educatamente avvicinandomi e poggiando la tazza sul mobiletto vicino al letto.
La somiglianza con Harry era lontana, solo alcuni tratti mi ricordavano il ragazzo, come la silhouette snella e il modo di fare per il resto era tutto un altro viso. Avrei voluto tanto conoscere la madre, magari Harry aveva preso proprio da lei.
<<Oh, signorina Hale! Questa mattina sto bene stranamente, ma... Saranno i farmaci a farmi delirare, succede rare volte che mi svegli così di buon umore. Ha visto mio figlio Harry?>> Mentre Will continuava a parlare, avevo raggiunto le finestre aprendole e facendo entrare così l'aria che smosse le grandi tende bianche e rinfrescò la stanza.
Le nuvole erano andate via lasciando spazio ad un sole che navigava nell'azzurro pastello del cielo, dalle finestre della camera riuscì ad intravedere un enorme giardino e in lontananza un laghetto.
<<No, non ho visto suo figlio ma Donna mi ha detto che sarebbe arrivato a momenti.>>
<<Quella donna, sa sempre tutto. Non mi spiego ancora come faccia.>> Ridacchiò l'uomo scuotendo la testa. Mi avvicinai e mi sedetti sul bordo del letto, non ero certa della richiesta che stavo per fare dopo quello che mi aveva detto Donna ma volevo tentare.
<<Signor Will, le piacerebbe fare una passeggiata? Magari mi racconta un po' di lei e io in cambio gli svelerò i segreti di Donna.>> Ridacchiai appena per poi fargli l'occhiolino.
Volevo migliorare quella giornata, magari fargli fare qualche passo all'aria aperta avrebbe anche migliorato le condizioni di salute.
Will mi guardò leggermente sorpreso, quasi riuscì a vedere la domanda passargli attraverso gli occhi quando l'uomo annuì sorridendo.
<<Credo proprio che non accetterà un no come risposta quindi non mi aspetta altro che dire di sì!>>
Annuì piena di gioia e mi alzai così da aiutarlo ad alzarsi a sua volta. Nonostante la temperatura leggermente umida e calda per via dell'estate in arrivo il signor Styles aveva bisogno della sua vestaglia e così lo aiutai ad indossarla per poi prenderlo a braccetto ed uscire dalla camera.
Mentre passavamo per la cucina per raggiungere la porta che dava sul giardino, sentimmo la voce di Donna alle nostre spalle.
<<Signor Styles! È un miracolo, cosa ci fa qui? E dove sta andando?>> Disse Donna mentre posava le diverse borse della spesa sul tavolo.
<<La signorina Hale, mi ha invitato a fare una passeggiata e mi sono chiesto: perché no?>> Disse Will con nonchalance per poi girarsi a guardare me.
<<Che dice allora, usciamo?>>
Scossi la testa sorridendo per poi annuire. Era già un bel traguardo, magari era vero. Le pillole lo aiutavano ad essere più rilassato ma raggiungere il giardino è fare una passeggiata per una persona che preferisce rimanere a letto è già tanto.
Raggiungemmo il giardino con molta calma, Will si guardava in giro e di tanto in tanto ci fermavamo giusto il tempo di riposarsi per poi riprendere a camminare.
Sembrava leggermente spaesato ma non era un problema.
<<Will, perché non mi parla di suo figlio Harry?>> Le parole uscirono veloci dalle mie labbra, avrei voluto tappare la mia bocca o ricacciare indietro quella stupida domanda ma non era possibile.
<<Harry dici? Mio figlio...>> Il signor Will stava iniziando a parlare ma diverse urla in lontananza lo fermarono facendoci girare verso la casa da dove proveniva il trambusto.
<<Mio figlio è tornato a casa...>> Commentò con un sospiro. Cosa stava succedendo? Un misto di confusione si fece spazio tra la curiosità dentro la mia mente.
Poteva essere anche un ladro che stava aggredendo Donna, come faceva ad esserne così certo? Poi eccolo, tutti i dubbi erano spariti. Un Harry furioso aveva aperto la porta e si stava dirigendo a grandi passi verso noi.
Indossava quella che sembrava una tuta da ginnastica sui toni del grigio. I capelli leggermente umidi e il viso contratto di rabbia. Cosa diavolo era successo. Si avvicinò pericolosamente a me guardandomi in un modo che se lo sguardo potesse uccidere io mi sarei ritrovata già sottoterra.
Nel suo sguardo non c'era solo rabbia ma anche stupore, i suoi occhi saettavano da me a sua padre e poi iniziò a parlare.
<<Chi ti ha dato il permesso di portalo fuori? È gravemente malato dannazione. Il tuo primo giorno di lavoro e tu che fai? Lo porti fuori?>> La sua voce andava alzandosi di volume mentre parlava. Mi sentí mortificata, come una bambina quando le togli il giocattolo più bello che ha. Non intendevo peggiorare la situazione di suo padre, assolutamente anzi...
<<Io...>> Stavo per ribattere quando mi interruppe nuovamente.
<<No.>> Disse freddamente per poi rivolgersi a suo padre.
<<E tu papà? Perché mai sei uscito? Quante volte te lo abbiamo chiesto e hai sempre rifiutato.>>
Questa volta decisi di intervenire, Will non c'entrava nulla ed Harry non poteva sfogare la sua rabbia anche con lui.
<<Harry, lui non c'entra nulla. È stata colpa mia, io l'ho invitato a fare una passeggiata e io l'ho portato fuori.>> Le mie parole adesso erano più sicure, dettate dalla sicurezza e dalla voglia di difendere Will e sì, anche di mettere a tacere Harry.
Perché mai rivolgersi con tutta questa rabbia, non avevo mica ucciso suo padre o quant'altro. Eppure il suo viso e il suo corpo non si erano ancora rilassati per niente.
<<Vieni papà, entriamo dentro, e tu Blake ritorna pure a casa.>> Disse rivolgendomi uno dei suoi sguardi peggiori.
Will si girò a guardarmi per poi farmi l'occhiolino e sorridermi appena senza farsi notare dal figlio. Lì guardai raggiungere la porta, lì ferma tra i miei pensieri.
Harry, era un completo disastro e come ogni volta, i disastri sanno dove trovarmi.
•Spazio autrice•
Ecco il nuovo capitolo, che ne pensate? Spero che la storia vi stia piacendo e che vi intriga. Fatemi sapere tutto ciò che pensate❣
imunipotato 💠
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