8.
Il mattino dopo, Niall era già uscito da un pezzo quando Harry si alzo, depresso e col mal di testa.
Si aggirò adagio per la piccola cucina, preparando caffè e pane tostato e, mentre aspettava che fossero pronti, guardò distrattamente dalla finestra gli edifici del South City General, che si delineavano in lontananza, tra gli alberi del piccolo parco suburbano.
Forse proprio in quel momento Louis si stava preparando a operare il piccolo, fragile Jaime Wilson, che aveva conquistato il cuore di tutti, in corsia, perfino della severa signorina Garland, con i suoi occhioni azzurri, i capelli biondi e l'incredibile forza d'animo.
Sedette al tavolo per far colazione e inevitabilmente i suoi pensieri tornarono alla sera precedente, ma non fu capace di analizzare i propri sentimenti.
A pensarci bene, nonostante il suo nervosismo, era stata una bella serata, anche se non riusciva a capire esattamente cosa avesse provato quando Louis lo aveva baciato.
Era irritato con se stesso al ricordo della propria reazione e nello stesso tempo sorpreso che Louis avesse saputo suscitarla.
E il pensiero di quello che Louis aveva detto subito dopo era imbarazzante.
Aveva creduto che se lo aspettasse.
Come avrebbe potuto, ora, guardarlo di nuovo in faccia?
Nessun uomo gli aveva mai fatto provare sentimenti tanto confusi.
" E solo perché si trattava del professor Tomlinson" disse ad alta voce.
Stava dando all'episodio un'importanza esagerata.
La miglior cosa da fare era dimenticarlo, ma non era facile e, per tutta la mattinata, mentre faceva la spesa, lavava qualche indumento e passava pigramente l'aspirapolvere, si trovò a pensare e ripensare a Louis Tomlinson.
Perché l'aveva invitato al concerto?
Nessuna delle risposte che riusciva a trovare gli sembrava quella giusta.
Nel pomeriggio però, mentre tirava fuori la bicicletta dal magazzino che lui e Niall avevano in affitto, sul retro del palazzo, i suoi pensieri presero un corso del tutto diverso.
Non vedeva l'ora di sapere com'era andata l'operazione di Jamie.
Diverse volte in mattinata era stato sul punto di telefonare per chiedere notizie, ma una specie di superstizione l'aveva trattenuto.
In ogni caso c'era in servizio la signorina Garland,la caposala, detta Faccia di Pietra, che l'avrebbe giudicato un sentimentale.
Gli infermieri non dovevano affezionarsi ai pazienti, sosteneva, perché questo interferiva con il loro lavoro.
Harry era d'accordo, in linea di principio, ma quando i pazienti erano bambini, sentiva che la cosa di cui avevano più bisogno in ospedale era l'amore.
Era impossibile non affezionarsi, specialmente a un bambino come Jamie, che aveva più coraggio di molti adulti.
Quando arrivò al posteggio dell'ospedale Harry notò che la Mercedes di Louis c'era ancora.
Il cuore gli si strinse, con un misto di gioia e di apprensione, entrambi ingiustificati perché non era affatto certo di incontrarlo per quel giorno.
Quando entrò nell'ascensore che doveva portarlo al terzo piano, era così preoccupato che non notò l'altro passeggero e quasi cadde fra le braccia di Nick Grisham, uno degli anestesisti.
" Bellissimo Harry" mormorò quello, stringendoselo al petto mentre le porte si chiudevano.
Harry si divincolò invano.
"Nick, per favore" disse.
Non riusciva a liberarsi e Nick, il più noto dongiovanni dell'ospedale, non accennò a lasciarlo andare.
Tutti dicevano che non conosceva il significato della parola no eppure era simpatico a tutti e molti si prendevano una cotta per lui.
Era un bel ragazzo alto, con i riccioli castani e due allegri occhi scuri che sprizzavano fascino.
Aveva disseminato ogni corsia di cuori infranti, si diceva, ma Harry era ben deciso a non aggiungersi alla lista.
Gli aveva chiesto di uscire con lui parecchie volte, ma lui aveva sempre trovato una scusa per rifiutare.
Nick gli scoccò il più luminoso dei suoi sorrisi.
"Quando ti deciderai a uscire con me?" chiese accarezzandogli la schiena incurante delle sue proteste.
" Quando la smetterai di fare lo stupido" ribatté Harry.
" Non faccio lo stupido. Sono terribilmente serio"
Harry non era affatto sicuro che la voce bassa e lo sguardo turbato fossero genuini.
Con suo sollievo l'ascensore si fermò e le porte si aprirono, ma nello stesso momento Nick, invece di lasciarlo andare, lo strinse a sé e lo baciò con forza sulla bocca.
Colto di sorpresa Harry fu costretto a subire il bacio per un attimo, prima di riuscire finalmente a liberarsi, ma era troppo tardi per impedire alle porte di richiudersi.
Fece solo in tempo a vedere, attraverso la fessura che si stringeva rapidamente, la figura di Louis in piedi in mezzo al corridoio illuminato.
Il suo viso esprimeva puro disprezzo e Harry provò un senso di angoscia e di vergogna.
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