48.
Il bambino in questione si rivelò essere un vero, piccolo demonio e Harry scappò fuori dalla sua camera dopo cinque minuti.
Urlava come un matto, insultava gli infermieri ed aveva dato uno schiaffo al medico che tentava di ingessargli il braccio che aveva rotto in seguito all'incidente con la bicicletta.
Già, la sua bicicletta....
Il ragazzino, già avvezzo a piccoli furti di ogni tipo, gliela aveva rubata e aveva pensato bene di divertirsi con essa scendendo a rotta di collo dalla collina che aveva dietro casa.
Peccato che, però, per la troppa velocità aveva perso il controllo ed era caduto rovinosamente a terra, rompendosi un braccio.
I genitori, che erano con lui nella stanza d'ospedale, fecero un'infinita pena a Harry perché si vedeva che non sapevano più cosa fare per scusarsi a nome del figlio.
Harry sapeva, però, che parte della colpa era sicuramente loro, perché non erano stati in grado di dare una salda educazione e delle regole al figlio.
Mentre se ne andava, sentì il poliziotto consigliar loro un collegio o un bravo consulente educativo e pregò in cuor suo che lo ascoltassero, affinché il bambino non crescesse come un delinquente.
Con il cuore in pace per la sua bicicletta, ormai ridotta ad un rottame da gettare via, si diresse verso il suo reparto.
Lungo il corridoio incontrò Louis che lo fermò e gli disse:
" Possiamo andare a casa insieme, stasera. Aspetterò che tu finisca il tuo turno. La situazione è intollerabile per tutti e due, non trovi? Non possiamo continuare a ignorarla. Credo che sia meglio discuterne "
Il suo sguardo incontrò quello di Harry e il riccio non vi lesse né scuse né rimpianti, niente che potesse aiutarlo a capire cosa lui pensasse realmente.
Chinò gli occhi sul pavimento di piastrelle bianche.
Sembrava che gli avesse letto nel pensiero, non aveva forse deciso anche lui di chiarire la situazione?
" S...sì, certo " balbettò, con le lacrime che gli pungevano le palpebre. " Ci vediamo più tardi, allora "
Tornò in corsia a terminare il suo turno e più tardi, quando si preparava a uscire, la signorina Garland lo chiamò in ufficio.
" Tuo marito al telefono "
" Sì, Louis, sto uscendo " disse Harry all'apparecchio.
La voce di lui lo interruppe, brusco.
" Harry, non posso venire ora. C'è stato un susseguirsi di incidenti stradali, con questo tempo e devo fermarmi a dare una mano in un paio di interventi urgenti. Non so quanto ci vorrà, perciò è meglio che tu prenda un taxi e vada a casa."
" Va bene. Ci vediamo più tardi " disse Harry, sollevato, suo malgrado, che la discussione fosse rimandata.
Per un momento pensò di aspettarlo, ma resistette alla tentazione e chiamò un taxi o almeno ci provò, ma dopo diversi minuti non era ancora riuscito a farsi rispondere.
Forse avrebbe fatto meglio a cercarne uno di passaggio all'entrata dell'ospedale, pensò, avviandosi verso l'ingresso principale.
Proprio in quel momento la pioggia si trasformò in un vero diluvio e lui si fermò a fissare il traffico che sfilava lentamente nella notte.
Qualcuno si fermò al suo fianco. Era Nick.
" Nottataccia " commentò.
" E non ho neppure l'ombrello" aggiunse Harry.
" Come fai ad andare a casa?"
" Dovevo andarci con Louis, ma è stato trattenuto in sala operatoria. Alla fine, però, sembra che dovrò aspettarlo, perché non sono riuscito a trovare un taxi"
" Non preoccuparti, ti accompagno io" disse Nick.
" No, davvero, hai già fatto anche troppo per me oggi. A proposito, era la polizia di Prahran che mi voleva al pronto soccorso. Un ragazzo ha preso la mia bicicletta e poi ha avuto un incidente. La bici è distrutta, ma lui se la caverà "
" Beh, non si può fare a meno di sperare che gli serva di lezione."
" Dai Nick..."
Lui alzò le spalle.
" Sei troppo incline a perdonare! Andiamo, ti porto a casa."
Attraversarono il parcheggio di corsa, ma erano piuttosto bagnati quando raggiunsero la macchina.
Nick uscì dal posteggio e si unì a una coda di veicoli che procedeva lentamente.
Harry cominciava a pensare che sarebbero rimasti intrappolati nel traffico all'infinito, ma dopo un po' le macchine cominciarono a diradarsi.
" Sarai a casa all'asciutto in un momento" disse Nick.
Si stavano avvicinando ad un incrocio quando il semaforo cambiò dal verde al giallo.
Nick accelerò per passare è in quel momento Harry alzò gli occhi e urlò.
Una macchina, partita troppo presto, li colpì in pieno all'altezza della portiera.
I fari delle auto e le luci al neon dell'illuminazione stradale gli vorticarono attorno.
Sentì un impatto violento e il fragore del metallo contorto.
Poi, più nulla.
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