31.
" Suppongo che avrete molto da fare tu e Zayn " disse Harry mettendo i piatti nel lavello.
Louis sorrise e spiegò:
" Per qualche mese sì e sarà eccitante, spero! James OurGraves arriva da Londra fra un paio di mesi. Si occupa di trapianti da diversi anni e ha delle idee molto avanzate. Leggevo uno dei suoi scritti più recenti proprio oggi e crede che...." si fermò bruscamente " ma non devo cominciare a parlare dei particolari tecnici" concluse portandosi la mano di Harry alle labbra.
Harry strappò la mano dalla sua.
" Non sono completamente idiota, sai? Capisco più di quel che pensi. Anch'io leggo le riviste mediche! Solo perché non sono altro che un infermiere non vuol dire che sia stupido! "
" Harry, non essere sciocco, non stavo insultandoti! Abbiamo convenuto di non parlare di lavoro quando siamo a casa, ricordi? Non c'è bisogno di essere così suscettibile"
" Non sono suscettibile " disse Harry brusco.
Louis gli passò un braccio attorno alle spalle e la attirò a sé.
Harry non seppe resistere e si rifugiò nel suo abbraccio.
Il medico posò le labbra sulle sue e lo guardò con desiderio crescente.
" Vieni, andiamo a letto..."
" I piatti " mormorò Harry.
" Al diavolo i piatti! "
Louis si alzò e lo sollevò fra le braccia ridendo.
" Ora ricominciamo dal principio signor Tomlinson..." sussurrò.
Pochi minuti dopo Harry era sul letto accanto a Louis e le sue labbra sfiorarono il suo collo leggermente dapprima, poi con una violenza che gli fece provare un'ondata di estasi.
Harry gli affondò le dita nei capelli attirandolo più vicino, impaziente di appartenergli completamente e di essere certo che lui lo amasse.
Ma all'improvviso il ricordo di Zayn gli attraversò la mente.
Pensò a Louis che faceva l'amore con lui e quello non era fantasia, era realtà.
Avevano vissuto insieme.
Lo conosceva intimamente.
Le sue mani l'avevano accarezzato e le sue labbra avevano forse ancora il sapore di quelle di lui.
Aveva amato Zayn come ora amava lui...in quello stesso letto.
Zayn lo voleva ancora...di questo era certo e aveva il forte sospetto che anche Louis non avesse cessato di amarlo del tutto.
Un' ondata di repulsione lo travolse e si accorse di non riuscire a sopportare il suo tocco.
Non poteva pensare a quelle stesse mani che accarezzavano Zayn, a quelle labbra che lo baciavano.
Per quanto tempo riuscirà a stargli alla larga?
Per quanto tempo?
Era stata ingenuo a pensare che far l'amore con Louis sarebbe stato una prova che lui l'amava.
Sì strappò bruscamente dal suo abbraccio sentendosi gelare come sotto la doccia fredda.
" Harry, cosa c'è?"
La voce di Louis roca di desiderio era tinta di ansia.
" Niente" sussurrò lui.
Come poteva spiegargli il senso di umiliazione che provava?
" Niente?" ripetè Louis con impazienza.
" Io...io non posso" balbettò Harry.
Louis lo accarezzò con dolcezza.
" Harry..."
" No" gemette lui.
Louis lo costrinse a voltarsi teneramente.
" Non essere sciocco. Non ti farò male"
Harry indietreggiò come se l'avesse schiaffeggiato.
" No, lasciami stare..."
Le lacrime cominciarono a scorrere sulle guance.
Balzò dal letto, corse in bagno e si chiuse dentro.
Un attimo dopo Louis era dietro la porta e sembrava seccato.
" Harry, che succede? Che diavolo hai?"
" Niente."
" Guarda, se lo dici ancora una volta..."
" Vai via!"
Harry guardò allo specchio il proprio viso sconvolto.
Era devastato, ma ancora una volta lo sconvolse ancora di più la visione nella sua mente di Louis che teneva fra le braccia Zayn.
Ad un certo punto fuori si fece il silenzio.
Louis non provò ad aprire la porta, benché Harry non avesse chiuso a chiave.
Harry pensò che se ne fosse andato e, per parecchi minuti, rimase a fissare la propria immagine nello specchio come se fosse quella di un estraneo, poi sedette sullo sgabello con la testa fra le mani, ma non riuscì a piangere.
Circa un'ora più tardi tornò in camera da letto.
La lampada sul comodino era accesa, ma Louis non c'era.
Dov'era andato? In salotto, sul divano?
No, Betsy lo avrebbe visto.
Doveva essere in un'altra camera.
Harry fu sul punto di andare a cercarlo, ma era ancora troppo sconvolto e lui probabilmente era troppo in collera in quel momento.
Avrebbe solo peggiorato le cose.
Rimase per un momento a fissare il grande letto disfatto poi, quasi con un senso di sollievo, si infilò fra le lenzuola e nascose il viso nel guanciale.
" Cosa farò ora?" si chiese disperato.
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