17.


In pochi minuti furono a casa di Louis e Harry entrò per la seconda volta, guardandosi intorno con ammirazione mista ad invidia.

Sarebbe stato meraviglioso vivere in quella casa, pensò.

" Come ti è sembrato il disco?" chiese.

Louis gli stava accanto con aria incerta, come se avesse dimenticato perché erano lì.

" Disco?" parve svegliarsi da un sogno a occhi aperti. " Oh, sì....il disco. Mi è piaciuto moltissimo. Eccellente, davvero. Una delle migliori interpretazioni che abbia mai sentito".

Continuò a fissare Harry come se stesse riflettendo e il suo sguardo scrutatore lo fece sentire di nuovo a disagio.

" Preparo il tè " disse bruscamente. " È il giorno libero di Betsy "

Stavolta Harry lo seguì in cucina.

Era più piccola di quello che si aspettava, moderna nelle attrezzature, ma con un tocco di eleganza nel rivestimento di legno delle pareti e nello scintillio dei rami e degli ottoni.

Anche là i colori dominanti erano il marrone ed il beige, con tocchi di arancione  e di giallo.

Louis sbirciò l'orologio.

" Posso mettere insieme una specie di cena " disse, lanciando a Harry uno sguardo interrogativo.

" Si potrebbe far scaldare quel pezzo di torta salata" suggerì Harry.

Louis stava guardando in frigorifero.

" Formaggio, uova, funghi...Sai fare un omelette?" chiese.

" Sì" rispose Harry.

Louis sorrise.

"Vado matto per l'omelette ai funghi. Alla torta salata ci penserà il cane di Betsy. Ti piacciono i Bracchi a pelo lungo?"

" Mi piacciono tutti cani" rispose Harry e fu contento dello sguardo di approvazione di Louis.

Così rinunciarono al tè e prepararono invece la cena.

Mentre Harry tritava prezzemolo e cipolla e sbatteva le uova, Louis apparecchiò per due al bancone della colazione, perché aveva insistito che era un peccato mettere in disordine la sala da pranzo.

Aprì anche una bottiglia di vino bianco e fece il caffè, oltre a mettere un paio di dischi sullo stereo, prima Mozart e poi Schubert.

Più tardi, però, cambiò completamente genere, scegliendo qualche disco di musica rock e, quando vide lo sguardo sorpreso di Harry, che stava portando il caffè in salotto, osservò:
"Solo per dimostrare che non sono del tutto vecchio!"

Sedettero fianco a fianco sul divano e Harry versò il caffè.

Si sentiva perfettamente a suo agio, ora.

Louis era molto diverso quando ci si abituava a stare con lui e, aggiunse fra sè, molto simpatico!

Si guardò attorno e sospirò soddisfatto.

" Mi piace questa stanza, Louis. L'hai arredata tu o hai lasciato fare all'architetto?"

Immediatamente Harry si accorse di aver toccato un punto dolente.

Louis si irrigidì e ci fu un breve silenzio prima che rispondesse, brusco:

"No, io non ci ho messo molto. Si è occupato Zayn dell'arredamento, ma riflette anche i miei gusti. Zayn era il ragazzo con cui vivevo "

Harry rimpianse la propria osservazione e non trovò nulla da dire dopo la risposta di Louis.

Gli lanciò uno sguardo di sottecchi e capì che non era un argomento di cui desiderava parlare.

Dopo un attimo tuttavia Louis continuò:

"È stato diversi anni fa".

Sembrava che volesse sottolineare che era passato molto tempo per assicurargli che il passato era morto e sepolto.

Ancora una volta Harry non trovò nulla da dire e desiderò di non aver ficcato inconsapevolmente il naso nella sua vita privata.

L'atmosfera rilassata era svanita e la tensione sembrava aumentare di minuto in minuto.

Senza volerlo aveva rovinato la serata.

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