" Ehi, mi piace!" esclamò Niall, mentre Harry gli piroettava davanti nel nuovo completo a fiori che aveva comprato proprio quel giorno.

" Dovresti legarti i capelli". Gli lanciò un'occhiata critica e aggiunse: " Cioè, se vuoi davvero mettere il nostro uomo al tappeto!"

Harry arrossì, ma fece un passo indietro per guardarsi allo specchio e raccolse i lunghi ricci per provare l'effetto.

" Ci vorrà qualche istante" disse dubbioso.

" Ti aspetterà " affermò Niall. Sedette sul letto di Harry e si abbracciò le ginocchia. " Tomlinson ha bisogno di qualcuno che gli dia una lezione!"

Harry si voltò a guardarlo, mentre raccoglieva i capelli in uno chignon e lo appuntava saldamente.

Le ciocche più corte attorno alla fronte si arricciavano in modo attraente e la pettinatura metteva in evidenza il suo collo e l'ovale perfetto del viso.

Harry corrugò le sopracciglia, con uno sguardo perplesso negli occhi verdi.

" Non so proprio perché mi ha invitato "

" Perché gli piaci. Che altro motivo può esserci?" ribatté Niall, sogghignando. " Farai meglio a stare attento. Sotto quell'impeccabile camice bianco batte senza dubbio un cuore pieno di violente passioni"

" Non credo" disse Harry " è sempre così distaccato..."

" È arrogante in modo insopportabile" aggiunse Niall " e ho sempre avuto la sensazione che consideri una nullità chiunque sia al di sotto del rango di primario"

" È solo il suo modo di fare" affermò Harry per amore di giustizia " riscuote molte simpatie fra i pazienti...o almeno fra i bambini. Non so cosa succeda negli altri reparti"

" In realtà è attraente in un suo modo enigmatico " riflettè Niall " e ho sentito dire che ha uno sguardo sexy. Tu lo trovi sexy?"

" Non ci ho mai pensato" mentì Harry.

Non voleva ammettere con Niall quello che a malapena ammetteva con se stesso e cioè che Louis Tomlinson, primario cardiochirurgo al South City General, il grande ospedale di Melbourne in cui lui lavorava come infermiere e Niall come segretario, aveva due penetranti occhi azzurri che davano, a volte, uno strano brivido di piacere, nonostante l'apparente indifferenza che lui mostrava nei suoi confronti.

Il professor Tomlinson aveva i capelli castani, lisci e un corpo davvero pazzesco.

Aveva un certo fascino, anche perché era così distante.

Parlava poco ed era interamente dedito al suo lavoro, tanto che i colleghi, scherzando, dicevano che puntava al premio Nobel.

Se qualche volta sembrava arrogante, probabilmente c'era una ragione.

Era un perfezionista, un uomo che non sopportava le sciocchezze e l'incompetenza lo mandava in bestia, come molti infermieri avevano scoperto a loro spese.

Harry era incorso nelle sue ire in più di un'occasione, ma dopo aveva sempre dovuto ammettere che i suoi rimproveri non erano mai ingiustificati.

In ospedale erano in molti a chiedersi se il professor Tomlinson avesse una vita privata, ma lui non si era mai lasciato andare a parlarne neppure con i più stretti collaboratori.

Nell'anno che aveva trascorso al South City General Harry lo aveva incontrato regolarmente, perché, lavorando in chirurgia pediatrica, aveva in cura molti suoi pazienti.

Per lo più era educato, ma distante con lui come con chiunque altro.

Harry non aveva mai avuto ragione di credere che lo considerasse diverso da ogni altro infermiere.

Non ci pensava due volte a criticare quello che non gli sembrava ben fatto e certo non gli aveva dimostrato alcuna preferenza.

Le loro occasionali, brevi conversazioni avevano riguardato esclusivamente i pazienti.

Tuttavia Harry si era reso conto che c'era in lui un fondo di dolcezza, infatti lo aveva visto, a volte, cambiare in modo sorprendente quando era con i bambini.

Il suo viso si illuminava per un piccolo paziente come per nessun altro ed era evidente che i bambini lo adoravano.

Con loro era espansivo e si comportava con naturalezza, mentre con gli adulti si chiudeva, come se temesse di rivelare la sua personalità.

Poi, un giorno, un paio di settimane prima, aveva stupito Harry cercandolo deliberatamente quando lui credeva che fosse uscito da un pezzo.