7. UN SAMUEL PAONAZZO E CONFESSIONI D'AMORE ALLA TED MOSBY
Parte del capitolo è stato scritto con la collaborazione di: DaddaTaras
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UN SAMUEL PAONAZZO E CONFESSIONI D'AMORE ALLA TED MOSBY
«Larettaaa,» cercai di stuzzicarla volteggiando sulla sedia girevole che avevano vicino all'isolotto della cucina, «vieni con me, dai.» la pregai.
«No, non vengo ad una festa con quegli stolti.» continuò a tenersi fuori.
«Avanti, è il compleanno di Alessio, magari è l'occasione buona per provarci con lui.» ammiccai.
Sapevo perfettamente che le dava fastidio quando volevo impicciarmi nelle sue cose, ma non ci potevo fare nulla. Nonostante fosse leggermente cazzone come il sottoscritto, il mio amico era simpatico e carino con le ragazze, quindi poteva anche essere un buon fidanzato per la mia cuginetta; era persino l'unico che conoscevo che potesse andarle bene, tutti gli altri erano dei coglioni.
«Non ci penso nemmeno, io non vengo.» oppose resistenza, incrociando le braccia sotto al seno.
«Dov'è che non vuoi andare?» domandò sua nonna spuntando dalla sala.
Sorrisi furbo e notai che a Lara questo non piaceva per niente. Sapeva meglio di me che questo significava che mi era venuta in mente un'idea che andava contro le sue volontà. «Vorrei tanto portarla con me alla festa di compleanno del mio grande amico, ho bisogno della sua compagnia e magari è l'occasione buona per lei di fare un po' nuove amicizie.»
Già sentivo il pensiero di Lara che diceva: "Tu, brutto energumeno che non sei altro". La conoscevo troppo per non captare i suoi pensamenti.
«Posso portarla con me, zia?» e occhioni da cucciolo, quelli funzionavano sempre.
Lara poteva odiarmi per questo, infatti sentivo il suo sguardo di fuoco volermi incenerire. Solo che il mio elemento era l'acqua ed era logico che io avrei spento le sue fiamme.
Osservai Clarissa nell'addolcire lo sguardo nel vedere quella mia espressione in viso, per poi voltandosi verso la nipote. «Perché non vai, tesoro?»
Ed anche oggi vince Samuel il Magnifico.
Lara tirò le labbra ad una linea, si vedeva chiaramente che non voleva contraddire sua nonna. Mi lanciò uno sguardo fulmineo, per poi sospirare in segno di resa. «Okay, vado.»
«Bene!» esultai scendendo dalla sedia. «Chiamo Ale e gli dico che ci sei anche tu.» sogghignai.
*
Quando arrivammo alla festa, Lara mi stava appiccicata come un koala. Il compleanno si teneva in periferia, in una villetta affacciata su una piccola distesa d'acqua dove ci si poteva fare anche un bagno. Erano gli inizi di giugno, io stavo per finire la quinta superiore e la temperatura quella sera era stupenda, perfetta per una festa. Avevo in rosso una camicia bianca con le maniche raccolte e poco sbottonata, accompagnata da dei jeans neri. Sarei stato benissimo anche in quelle condizioni, ma mia cugina mi aveva obbligato a portarmi dietro anche un giubbotto in pelle, quindi l'accontentai.
Appena delle ragazze ci passarono accanto, squittirono nel salutarmi e sentii Laretta inorridirsi. «Mi riesci a spiegare a quale frequenza ti salutano di solito?»
Cominciai a ridacchiare prendendola a braccetto e ammirandola nella sua maglia a barca bianca e nei suoi pantaloni a vita alta neri. Voleva mettersi un vestito, ma avevo solo la moto essendo ancora diciassettenne. Non vedevo l'ora che arrivasse settembre per farne diciotto, volevo la patente della macchina, dannazione.
«Possibile che hai sempre qualcosa da dire sulle altre ragazze?»
«Fossero normali.»
«E tu sei normale ovviamente con un davanzale così a sedici anni.»
«Sam!»
«Goditi la serata e non fare l'asociale.» e appena mi voltai per cercare il mio amico, eccolo lì che ci stava venendo incontro. «Sam!» esultò entusiasta.
«Auguri di buon compleanno!» gli riferii abbracciandolo amichevolmente. Appena gli diedi le mie solite pacche, mi girai verso mia cugina e le feci un cenno col capo.
Capendomi al volo, gli tese il pacchetto regalo che gli avevamo fatto. Sorridendo, Alessio lo prese contento di riceverlo. «Ciao, Lara, grazie anche per essere venuta, mi fa davvero piacere. E poi Sam ci teneva così tanto a portarti.» Si voltò verso di me e avevo le mie fossette messe in evidenza.
«Già, deve uscire la mia ragazzina, ha sedici anni ormai.» le pizzicai la guancia con fare scherzoso.
Infastidita mi schiaffeggiò la mano senza proferire parola. Certo che quando voleva sapeva spiegarsi perfettamente senza dire niente, faceva quasi paura.
«Comunque,» prese le attenzioni il mio amico, «mi casa es tu casa, bevete quello che volete e mangiate a volontà.»
«Grazie, Gesù, ma io devo guidare e lei non beve,» la indicai, «quindi solo cibo, niente alcool a sto giro.»
«No worries*.» mi rubò lo slang australiano e subito dopo guardò la signorina al mio fianco, che stava per scoppiare in tante piccole se stesse; come non notarlo mi era impossibile. «Certo che vi assomigliate solo esteticamente, lei è una brava ragazza al contrario tuo.»
«Ehi, mi offendi così, demente.»
Lui scoppiò a ridere e mia cugina si affrettò a distogliere lo sguardo per non ammirarlo. Era proprio strana.
«Alla fine Vale viene?» gli chiesi facendolo smettere.
«Sì, ha detto che riusciva a passare quel coglione.» poi buttò un occhio su Lara e si tappò la bocca. Sicuramente gli aveva rifilato uno di quei suoi soliti sguardi pieni di disapprovazione che spesso mi ritrovavo ad affrontare. Mi consolava non essere il solo a subire certe occhiatacce. «Mi sa che certi termini le diano fastidio.»
Roteai gli occhi sorridendo leggermente divertito. «Sì, è la sua filosofia di vita.» di scatto la scrutai cercando di farla partecipare in qualche modo e l'unica soluzione era quella di stuzzicarla. «Ma riesci a parlare o il gatto ti ha mangiato la lingua?»
«Zitto, idiota.» mi insultò dandomi una gomitata.
Nonostante l'avessi messa un pochetto in imbarazzo, almeno era riuscita a spicciare parola in presenza del suo amato, se si poteva definire così. In realtà era l'unico che trovava carino a quanto ne sapessi.
A quel suo bel complimento, il mio amico mise in evidenza le sue fossette, divertito dalla comica. «Vado ad accogliere gli altri, ci becchiamo dopo.» e mostrando un sorriso smagliante prima di dileguarsi, fece sciogliere la mia bella cuginetta.
«Ti piace proprio, eh?»
Sbuffando mi rifilò una seconda gomitata allo stomaco, ma talmente era debole che non l'avevo nemmeno sentita. «Smettila di fare l'invadente.»
Giocondo ci incamminammo verso l'interno e appena trovai il ripostiglio, posai le nostre giacche sapendo che ci sarebbero state solo le nostre essendo che tutti usufruivano dell'attaccapanni. Ci venivo spesso qui, era un bel luogo per stare lontano dal caos di Milano e mi ritrovai a conoscere questa residenza come il palmo della mia mano.
Girammo per un po' in mezzo alla folla di gente che ballava sotto ai pezzi di musica anni novanta che semplicemente adoravo. Presi Lara per le mani e cominciai a farla ballare insieme a me, facendola ridere di gusto per le mie mossette sceme. Era così bello quando si lasciava andare.
Quando vedemmo passare Alessio, Laretta si imbambolò nel fissarlo, ammaliata dal suo principe azzurro.
Sorridendo sghembo, la presi per i fianchi e l'avvicinai a me, ballonchiando ancora e sussurrandole all'orecchio. «Guarda che puoi chiedergli di venire a ballare con te, non morde e credo che gli faccia anche piacere.»
Gemette e mi spinse leggermente, facendomi ridacchiare. «Smettila di prendermi in giro.»
La riavvicinai a me senza smettere di mostrarle le mie fossette. «Ma io sto solo cercando di aiutarti. Magari ti diverti di più.»
«Non mi va di ballare con altri, preferisco divertirmi con te.»
A quella sua ammissione addolcii lo sguardo, sentendomi speciale. Era una sensazione che avevo provato solo con Scarlett prima di lei, quindi non potevo che ringraziarla per tutto l'affetto che mi regalava di giorno in giorno.
Ad un tratto la vidi sobbalzare e, innervosito, guardai dietro alle sue spalle. Come immaginavo era stata opera di Valentino. Nonostante fossimo amici, lui ci provava con qualsiasi cosa femminile respirasse. Qualsiasi, ma nessuno senza il mio permesso poteva toccare la mia Laretta. «Ciao, dolcezza.» cercò di dissuaderla e le palle cominciarono a roteare per il verso sbagliato.
«Levati, Vale.» gli ringhiai scocciato. Lui era esattamente l'ultima persona della lista che poteva permettersi di avvicinarsi a lei.
«E dai,» cercò di persuadermi, «le tue amiche sono anche mie, ricordi?»
Lara stava per rimettere, ma prendendola sottobraccio cambiò espressione. «Si dia il caso che lei è off limits.»
Lui scoppiò a ridere, il che mi rese ancora più nervoso dato che non ero mai stato più serio in vita mia. «Andiamo, mica è tua sorella.»
Nessuno sapeva che eravamo cugini, se mai certa gente avesse saputo di lei e del suo passato pieno di spine, l'avrei soltanto messa in pericolo e volevo evitare qualsiasi tipo di problematica, anche la più banale. Dovevo tenerla al sicuro, anche se questi erano soltanto dei bamboccioni che pensavano solo a fare sesso e bere alcolici. «Infatti lei è la mia fidanzata.»
«Cosa?!» le uscì di getto e dato che non riusciva mai stare al gioco, roteai gli occhi cercando di inventare qualcosa al momento.
«Sì, io sono innamorato di te, Lara. Volevo dichiararmi in un altro momento, ma non sopporto quando i ragazzi ci provano con te perché sono geloso.» e con lo sguardo le riferii di non aprire bocca, di fidarsi.
Fortunatamente captò i miei voleri, ma Valentino, non volendoci credere, scoppiò nuovamente in una fragorosa risata. Crebbi che a breve avrei potuto perdere le staffe. «Tu innamorato? Andiamo, tu chiavi e basta come me non puoi prenderti una cotta.»
«E io voglio mettere in chiaro che con lei non ho mai fatto niente, quindi la questione è seria eccome.»
Inarcando un sopracciglio studiò Lara da cima a fondo, poi gli sfuggì una risatina altamente fastidiosa per le mie orecchie e si inumidì le labbra. Che depravato, sapevo già a cosa stesse pensando. «Con un corpo come il suo stento a credere che tu non abbia mai fatto nulla con lei, specialmente qualche pensiero.»
Serrai la mandibola e strinsi i pugni volendolo picchiare e suonargliele di santa ragione alla Rocky Joe, ma stringendomi il braccio, mia cugina fermò i miei istinti. Solo lei era capace di farmi calmare e cambiando umore mi venne un'idea: la sua reazione sarebbe stata come prova alla serietà che volevo far captare a quella testa di minchia.
Voltandomi nella sua direzione, le accarezzai la guancia e, avvicinando il mio volto al suo, la baciai sulle labbra. Indugiai quel poco per far comprendere che non era qualcosa fatta tanto per fare e schioccando le nostre bocche, tornai a intimidire con i miei occhi taglienti quell'imbecille, ma non prima di aver adocchiato Laretta scioccata.
Il mio amico alzò entrambe le sopracciglia e ci indicò uno per uno. «Okay, ho capito... Ci vediamo, eh?» e con questo finalmente si dileguò. Non potevo desiderare di meglio.
Contento posai il mio sguardo su Lara che, oltre ad essere rossa in viso, mi fissava con un'aria più che infuriata, sembrava un demone. Prendendomi per un polso mi trascinò in un posto isolato e se non fosse per il fatto che la conoscessi benissimo, avrei creduto che volesse continuare l'esibizione.
«Tu!» mi puntò feroce. «Ma dico, sei impazzito?!»
Ridacchiai non capendo il problema. «Che ho fatto ora?»
«Che hai fatto?! Sam, mi hai baciata!»
Aggrottai la fronte leggermente divertito, non vedevo il problema. «E allora? Cosa vuoi che sia?»
«Come cosa vuoi che sia?! È stato il mio primo bacio, citrullo!»
Mi bloccai nell'udire quella frase, strabuzzando palpebre e bocca dallo stupore. No, mi stava sicuramente prendendo in giro, anche se non era da lei, ma più dal sottoscritto. «Ma che stai dicendo?»
«Sam, ti ripeto che è stato il mio primo bacio!»
«E ti è piaciuto?» chiesi innocente e senza riflettere.
«Cos...» l'avevo spiazzata e per via di quell'espressione sconcertata, non potei resistere dal ridere.
Corrugando la fronte, arrabbiata piantò un piede sul pavimento, facendomi riprendere. «Smettila di prenderti gioco di me, gnocco di patate che non sei altro!»
«Di gnocco ci sono, grazie per averlo notato.» continuai a scherzare, anche se sì, sapevo di esserlo veramente.
«Sam.» piagnucolò e a quel punto la osservai dolcemente.
La vidi bloccarsi nel notare la mia espressione e distogliendo per qualche secondo lo sguardo, mi grattai la nuca con leggero imbarazzo. «Comunque dovresti essere felice, il tuo primo bacio te l'ha dato una persona che tiene veramente a te e non un tizio qualunque.»
A quelle mie parole sembrò come emozionarsi e per non farsi vedere piangere, mi abbracciò, stritolandomi il collo. «Scemo.» bisbigliò, affossando il suo viso sul mio petto.
Le accarezzai i capelli attirandola più a me e facendo inondare le mie narici del suo lieve profumo. «Se vuoi posso darti anche la tua prima volta.»
Aspettai la sua reazione volendo ridere a crepapelle fin da subito, ma non ci volle molto. Di scatto sollevò il capo ed era rossa come mai le avevo visto fare. «Ma che razza di cose vai a dire?!»
Tra una risata e l'altra mi veniva difficile respirare, ma appoggiando una mia mano sulla sua spalla, riuscii a risollevare lo sguardo sui suoi occhi, in cui riuscivo a riflettere i miei. «Scherzavo, Laretta. Sta tranquilla, anche perché sarebbe stranissimo.»
La sentii sbuffare stufa dei miei scherzi, ma appena le accarezzai una guancia, notò che la stavo ammirando con conforto. «La prima volta deve essere con una persona molto importante, non dare via la tua verginità col primo che passa, okay? E se l'uomo che credevi di amare ti torce un solo capello, chiamami che gli faccio vedere io con chi ha che fare, promettimelo.»
La osservai sorridere felice di sentirsi dire quelle parole e ne fui sollevato. Questo era il suo Samuel, quello dolce che si prendeva cura di lei come un vero fratello. «Te lo prometto, Sammy.»
«Brava la mia Laretta-bella.» e con questo le baciai la fronte con tenerezza.
«Dato che siamo in tema,» parlò, prima che mi incamminassi verso le altre persone, «chi ti ha dato il tuo primo bacio?»
Ecco, lo sapevo, prima o poi doveva arrivare questa domanda. Era altamente imbarazzante che non volevo rispondere, ma tentai di darle una risposta alternativa. «Avevo nove anni.»
«Ho detto chi, non quando.» arricciò il naso facendomi sbuffare.
Portai le mani al collo, massaggiandomelo per non dire torturandomelo, e presi a ispezionare ogni singola cosa, tranne che lei. «È stata Scarlett.»
Come un canguro si mise a saltellare e, prendendomi per le dita, era chiaro il segno che volesse che la guardassi negli occhi. L'accontentai, scorgendo un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro. «Racconta.»
Roteai gli occhi. «Non mi va.»
«Daii, sei anche rosso, quindi è un bel ricordo.» insistette e non ci voleva, ma stava avendo la meglio la nanetta.
Inspirai l'aria nei polmoni, non pronto a questa confessione, ma arrendendomi a quelle sue iridi azzurre, così pure e innocenti. «È stato per sbaglio.»
«Dimmi di più, Sammy.»
Quel soprannome mi ricordava troppo quella piccoletta che non faceva altro che chiamarmi. Nonostante mi venisse da sorridere, i miei occhi volevano piangere. Scar era un ricordo felice, ma pensare che l'avevo lasciata senza nemmeno salutarla era quella cosa che continuava a farmi star male.
Appoggiai la schiena al muro, mentre Lara continuava a stare davanti a me tenendo a stretto contatto le nostre mani. Era come se avesse paura che scappassi dal racconto ed effettivamente era quella la mia intenzione. «Era euforica, saltava di qua e di là come un wallaby. Eravamo riusciti a convincere i nostri genitori a portarci al parco acquatico e tutta contenta mi era saltata addosso, come sempre faceva. Probabilmente voleva darmi un bacio sulla guancia, ma spostando per errore la testa feci mettere in contatto le nostre labbra. Rimanemmo spiazzati per pochi attimi, poi però riprese a saltare come una pazza. Probabilmente non si ricorda nemmeno.»
Tornando a mia cugina, la beccai con gli occhi lucidi mentre le sue labbra erano tirate in uno dei suoi sorrisi più grandi. «Vi siete baciati!» esclamò. «A te piace Scarlett!» e mollando la presa sulle dita, portò le braccia in alto per enfatizzare la sorpresa.
Stringendo i denti abbassai i suoi arti, tenendoli saldi lungo il suo corpo e fissandola nelle pupille. «A me non piace.»
«Ma se sei tutto rosso.» e mi indicò la faccia con quello sguardo che affermava "ho ragione io".
Girai il capo volendo evitare di vedere chissà quale altra espressione potesse fare, ma quando Lara si metteva in testa una cosa, allora nessuno avrebbe potuto togliere le sue convinzioni.
«A Sammy piace Scarlett, a Sammy piace Scarlett!» cominciò a cantare, per non dire urlare a squarciagola.
«Zitta, mannaggia a te!» le tappai la bocca, ma ormai era presa dalla cantilena e non aveva intenzione di cedere anche se c'era il mio palmo ad impedire di farle emettere chiara e netta la sua voce.
«Se non la smetti vado a dire ad Alessio che ti piace.»
A quella frase si bloccò di colpo fissandomi seria, e purtroppo qualcosa mi diceva che non eravamo esattamente da soli. Ci voltammo al rallentatore verso l'inizio del corridoio e strabuzzammo gli occhi increduli. Merda.
Alessio aveva la bocca semi aperta, con la bottiglia di spumante tra le mani e lo sguardo di uno che voleva non aver sentito nulla. Forse.
Osservai con la coda dell'occhio mia cugina ed era chiaramente paralizzata, sembrava una statua. Dannazione, non andava affatto bene.
«Da quant'è che sei qui?» chiesi facendo una smorfia. In qualche modo dovevo pur far qualcosa.
Cercò di parlare, ma le parole a fatica gli uscivano di bocca. «Eh... io dovevo prendere solo lo spumante... e ho sentito Lara urlare "a Sammy piace Scarlett" e poi... sì, ecco...»
A scatti mi voltai verso Laretta ed era ancora la Monnalisa in persona. «Ehm... mi sa che ha sentito.» bisbigliai, avendo paura della sua reazione.
«Ha sentito.» ripeté, continuando a fissarlo scioccata e avevo paura che non sarebbe più riuscita a sbattere le palpebre.
Passai una mano davanti alla sua faccia, ma nulla, non si volevano chiudere. Che cazzo avevo combinato...
«Ehm... io-» provò a scappare Alessio, ma, andandogli incontro, lo presi per il polso, gli levai lo spumante dalle mani e lo spinsi da Lara.
Per non andarle addosso del tutto la prese per le spalle, chiedendole scusa con un filo di voce. A quel gesto un sorriso perverso si impossessò della mia bocca. «Perché non ne parlate, eh?» dissi vedendola come alternativa e mia cugina voleva farmi esplodere la testa con lo sguardo da demone. Fortuna che sembrava un angioletto.
«Sammy-»
«Ciao, Laretta-bella» e feci finta di svignarmela, ma in realtà mi posizionai dietro l'angolo, seduto sul pavimento intento ad aspettare che finissero di dialogare.
Avrei voluto origliare, ma tra il chiacchiericcio e la musica a palla non si sentiva una beata minchia. Diverse ragazze si erano avvicinate provando a convincermi a passare la serata con loro, ma ad ogni falena declinai l'offerta. A me importava solo di Lara e qualsiasi reazione avrebbe avuto, io le sarei stato vicino. Eravamo migliori amici, dovevo sostenerla nella felicità e nella tristezza.
Ad ogni modo aspettarli era straziante e cominciai a fare i miei ragionamenti campati in aria. Lei sarebbe potuta cedere al peccato e magari, mentre stavo qui ad attendere un loro segno di vita, loro si stavano accoppiando, ma nessuno gemeva o urlava, e Laretta non poteva fare certe cose, quindi era da cestinare assolutamente. Magari si stavano baciando con foga, il che sarebbe stato più sensato come ragionamento, ma Laretta non farebbe nemmeno questo. Insomma, se ero stato io il suo primo bacio non poteva di certo andare subito a baciare altri con la lingua. Ma allora che cazzo si stavano dicendo, stavano facendo la messa? Si stavano scambiando le promesse di matrimonio? Insomma, quanto tempo stanno lì?!
Guardai l'ora ed erano passati a malapena due minuti. Certo che io e il tempo non andremo mai d'accordo.
«Ehm, Sammy...» udii debolmente e, alzandomi da terra, mi voltai nella sua direzione con sguardo preoccupato.
Vidi Alessio al suo fianco che mi sorrise, come per dirmi di rilassarmi, poi prese a grattarsi la nuca. «Ci vediamo tra un po', allora.»
Timidamente si guardarono negli occhi, dandomi la parvenza di star assistendo ad un film romantico, di cui quello che dovrebbe essere il protagonista, ovvero io, è invece lo spettatore che si mette in mezzo. Ma questo durò qualche istante di troppo per i miei gusti, poi ci lasciò da soli acciuffando lo spumante.
Una volta scomparso nella folla, presi mia cugina per il braccio e la riportai nel corridoio deserto dalla quale era sbucata. «Allora? Che vi siete detti?»
Ero sorprendentemente in ansia per quello che doveva raccontarmi, e se avessi dovuto fare un paragone potevo interpretare l'amico gay di quelle commedie romantiche a cui la protagonista doveva spiattellare tutto l'accaduto. No, oddio, io omosessuale? Mi piace troppo la figa, come potrei mai prendere le vesti di uno a cui piace il cazzo?
«Ecco...» cominciò a ballonchiare sul posto, diventando paonazza e riportando i miei pensieri a terra. «Vorremmo conoscerci meglio...»
Feci due più due e in matematica ero a dir poco bravo. «Quindi anche tu piaci a lui?»
Lei annuì e io feci un sospiro di sollievo infrangendo la mia chioma con le dita. «Oh mio Dio, sono diventato cupido.» dissi facendo il falso emozionato per questo; in realtà era un tentativo per elogiarmi. «Sono fantastico.»
Lara scoppiò a ridere e mi abbracciò forte a sé, appoggiando la sua fronte sul mio petto. Di conseguenza la strinsi chiudendo gli occhi, beandomi di quella sensazione dolce che sempre mi regalava. «Sono felice per te, Laretta-bella.»
«Ci siamo scambiati anche i numeri di telefono.» bisbigliò.
«Guarda che se stai ancora con la faccia sul mio petto, soffocherai.»
Si staccò da me e mi sorrise caldamente. «Sono così felice, Sammy.»
Abbozzai un mezzo sorriso e le accarezzai una gota. «E dimmi... cosa vi siete detti per farmi aspettare un'eternità lì per terra? Come minimo doveva dirti che sei la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua perché sei splendida, Laretta, e ti meriti le più belle confessioni d'amore che farebbero un baffo a Ted Mosby.»
Rise di gusto e tornò ad abbracciarmi. Probabilmente si vergognava ancora dell'accaduto. «Mi ha anche dato un bacio sulla guancia.»
«Ah, spero bene. E mi raccomando, niente bacio al primo appuntamento, se gli piaci veramente vorrà vederti ancora, specialmente dopo averti detto che vuole conoscerti meglio.»
«Sam...» volle farmi tacere, ma io non avevo ancora finito.
«Se ti tocca fin da subito una gamba, devi dargli uno schiaffo in viso e dirgli che c'era una zanzara come scusa se proprio ci tieni, ma se al contrario ti senti troppo in colpa, puoi dirgli che te l'ho detto io.»
«Va bene, ho capit-»
«E se comincia a dirti cose troppo sdolcinate, come ad esempio "come fai ad essere così bella? Puoi essere soltanto un angelo", oppure "per caso sei una stella? Perché stai illuminando la notte" e via dicendo, digli che hai il diabete, che ti stanno per venire le carie ai denti e che sei intollerante allo zucchero.»
«Okay, adesso puoi smetterla.»
«E un'ultima cosa. Ricordagli che io sono il tuo migliore amico non che Cavaliere Celeste, e che se ti torce un solo capello o se ti fa star male anche per una stupida parola, lo ammazzo. Intesi?»
Mai stato più serio in vita mia, ma se non la tenevo d'occhio io, chi doveva farlo?
«Sì, Sammy.»
«Userò i miei esorcismi e se sarà necessario anche la Colt.»
«La vuoi smettere di guardare le serie TV?»
«Allora sarò il tuo Merlino.»
Aggrottò la fronte in difficoltà di comprendimento. «E io dovrei essere Re Artù?»
Mi bloccai a pensare ed effettivamente non doveva essere il massimo. «Un Artù femmina, con una quinta di seno... no, lasciamo stare, ho capito.»
«Sarà meglio.» e con questo storse il naso dandomi delle pacche sul petto, per poi scoppiare a ridere.
Laretta prima o poi si sarebbe fidanzata con Alessio, questo non lo si poteva evitare e la cosa non mi dispiaceva. Però avevo solo una piccola paura nascosta: e se Alessio diventasse più importante di me?
~~~~~~
* No worries = non preoccuparti. Gli australiani lo usano al posto di "don't worry".
Aussiessss,
Quanto tempo! spero che Samuel vi sia mancato! A lui mancano un po' i commenti e, nonostante sia in periodo esami universitari, ha voluto rompermi nel postare essendo che non lo faccio da un bel po'. Chiedo perdono, dimenticanza mia.
Comunque Sammy è la solita faccia da schiaffi che porta un sorriso e che fa fare figuracce agli altri... Povera Laretta! 😂
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, commentate e votate!
A presto!!
Niki
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